Pubblico la terza lettera che ho inviato ieri alla professoressa Veronica De Romanis, dopo aver ascoltato una sua intervista
a Radio Radicale, nella quale ha ripetuto la bufala che l’Italia è stato il
Paese che ha maggiormente beneficiato della cosiddetta flessibilità.
Lettera n. 3 alla professoressa Veronica De Romanis sulla sua
notizia falsa sulla flessibilità concessa all’Italia
v
12/9/2019 17:15
A vderomanis@luiss.it Copia maria.alberticasellati@senato.it e altri 48+150
ALLA C.A. DELLA PROFESSORESSA VERONICA DE ROMANIS
CC
PARLAMENTARI, MINISTRI, PROFESSORI, MEDIA, ALTRI
Egr. Professoressa De Romanis,
Lei, ieri (a Radio
Radicale, intervistata da Valeria Manieri), ha di nuovo dichiarato che l’Italia
è il Paese che ha ottenuto più flessibilità: 30 mld. I dati attestano che ha
dato di nuovo[1] una notizia falsa.
[1] Lettera n. 2 alla professoressa Veronica De Romanis sulle sue
notizie false sulla flessibilità concessa all’Italia
https://vincesko.blogspot.com/2019/09/lettera-n-2-alla-professoressa-veronica.html
https://vincesko.blogspot.com/2019/09/lettera-n-2-alla-professoressa-veronica.html
Lei – fatto grave
per una economista – non ha specificato l’arco temporale in cui tale
flessibilità di 30 mld è stata concessa all’Italia. Presumibilmente Lei si
riferisce agli ultimi tre Governi, e allora non sembra una grande cifra.
Inoltre, così
facendo Lei ha commesso un altro errore grave: escludere il periodo cruciale
della grave crisi economica che ha colpito l’Italia (e il resto del mondo), più
grave di quella scoppiata negli anni ’30 del secolo scorso, le cui conseguenze
hanno ridotto sensibilmente la struttura economica e produttiva dell’Italia e
si propagano a tutt’oggi.
Data la
reiterazione, arrivo a sospettare che ricommettere questo grave errore Le serva
anche a rimuovere il vulnus al Suo orgoglio nell’aver ignorato,[2] assieme alla
intera categoria degli economisti - una vera débacle -, il
consolidamento fiscale molto rilevante che fu deciso in Italia dopo la crisi
della Grecia, nella XVI legislatura (Governi Berlusconi e Monti), dal Governo
Berlusconi, che in buona parte vige tuttora. Peraltro, tale ignoranza conferma plasticamente
che la classe abbiente non fu (quasi) toccata dalle misure severe e
scandalosamente inique emanate dal Governo Berlusconi.
[2] Lettera alla
professoressa Veronica De Romanis sulle sue notizie false su chi ha attuato
l’austerità economica https://vincesko.blogspot.com/2019/05/lettera-alla-professoressa-veronica-de.html
Mi
permetto di ri-rammentargliene le cifre. Traggo dal mio saggio:[3]
[3] “LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI
SECOLO”
Premessa.
L’attacco al debito sovrano italiano nel 2011, che, a causa della quasi
latitanza della BCE, aveva portato lo spread[22]
BTP-Bund ad un picco di
574 punti base[23]
e faceva temere il default, causò le dimissioni del Governo
Berlusconi,[24]
ritenuto dall’UE - e forse dai mercati finanziari, che in realtà avevano
scommesso sulla rottura dell’Euro - inadeguato e renitente ad adottare i
provvedimenti necessari suggeriti dalla stessa UE, e la sua sostituzione, quasi
a furor di popolo e con la benedizione dell’UE, con il Governo tecnico Monti,[25] che appariva quindi in
quelle circostanze drammatiche un salvatore dell’Italia.
Questo duplice giudizio
è falso, poiché non è confermato da un’analisi obiettiva ex post
dei dati.
Berlusconi,
non Monti. Le
manovre finanziarie correttive del governo Berlusconi, in un quasi equivalente
lasso di tempo (circa un anno e mezzo), sono state ben il quadruplo di
quelle del governo Monti.
Riepilogo delle manovre
correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti 63,2 mld
(19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
Le
cifre. Le
manovre correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL 78/2010 di 24,9
mld (valore non cumulato); • 2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del
governo Berlusconi-Tremonti (DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+65 mld cumulati), con
la scopertura
di 15 mld[26][27]
che Tremonti si riprometteva di coprire, la cosiddetta clausola di salvaguardia
(DL 98/2011, art. 40), con la
delega fiscale, cosa che ha poi dovuto fare Monti aumentando l’IVA, piuttosto
che confermare l’iniquo taglio tremontiano delle agevolazioni
fiscali-assistenziali, cfr. il libro di Elsa Fornero che verrà commentato
estesamente nel capitolo 2 «Chi ha paura delle riforme: Illusioni, luoghi
comuni e verità sulle pensioni», dove ella scrive:
«La «salvaguardia» stabiliva che,
se entro il 30 settembre 2013 il (nuovo) governo non avesse ottenuto i risparmi
promessi attraverso un’improbabile delega fiscale-assistenziale, sarebbe
entrato automaticamente in azione un taglio lineare (del 5 per cento nel 2013 e
addirittura del 20 per cento a decorrere dal 2014) di tutte le agevolazioni
fiscali. Fu uno dei compiti, oggi dimenticati, del governo Monti quello di
scongiurare gli effetti di una simile mannaia che avrebbe colpito soprattutto
le famiglie più povere: tali agevolazioni consistevano, infatti, per lo più in
detrazioni per redditi di lavoro e pensione, per carichi familiari e nelle
aliquote ridotte dell’Iva per i beni di prima necessità.» (Posizione kindle:
2451),
e
una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto salva-Italia), che cifra 32
mld «lordi» (10 sono stati «restituiti» in sussidi e incentivi); • 2012, DL
95/2012 di circa 20 mld.
Quindi
in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+65 =
tot. 170 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld.
Se si considerano gli
effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: Il Sole 24
ore), sono: - Governo Berlusconi-Tremonti
266,3 mld; - Governo Monti 63,2 mld. Totale 329,5 mld.
E poi (fonte ISTAT):
Politica
fiscale del Governo italiano
In definitiva, la politica fiscale durante la crisi, in parte scelta dal Governo Berlusconi-Tremonti ed in parte
imposta al Governo italiano dall’Unione Europea e dalla BCE, anche a causa
delle debolezze extratecniche del PdC Berlusconi e della perdita di immagine
del Paese (Placebo di Peter: Un grammo di immagine vale più di un chilo di
fatti), che si riverberò sul Governo Monti, fu contrassegnata da
fattori univoci nel senso della recessione:
a) la quasi assenza di misure anticicliche (meno dello 0,5%
fu destinato alla crescita, contro il 2-3% medio negli altri Paesi);
b) l’avanzo primario, tranne il 2009-2010, culmine della
crisi, fu consistente: “L’Italia ha registrato nei cinque anni considerati
(2008-2012) un avanzo primario cumulato pari a circa il 5,4 per cento del Pil
2012, contro un disavanzo medio del 7,4 per cento nell’area dell’euro. La Germania
ha conseguito un avanzo primario, pari a 4,7 punti percentuali di Pil, mentre
la Francia ha conseguito un disavanzo primario per 7,4 punti percentuali.
Eccezionali livelli di disavanzo si sono registrati in Irlanda (59 punti
percentuali di Pil), Spagna (35 punti percentuali) e Grecia (30 punti
percentuali)”;
c) una politica fiscale divergente rispetto a tutti gli
altri Paesi: “Nel confronto complessivo, si evidenzia il grande sforzo di
consolidamento fiscale compiuto dall’Italia nel periodo della crisi: il nostro
è stato l’unico paese della Uem a non aver attuato nel complesso politiche
espansive, presentando effetti cumulati restrittivi per oltre 5 punti di Pil.
Nell’area dell’euro l’impatto è risultato espansivo per 13 punti di Pil, in
Francia per 14 e in Germania per 6.”; e sprecando d) [...]
Tabella
n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive 2010÷2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/2011
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel triennio 2012-14 sono compensate da minori
entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del Servizio Studi della Camera o del Senato)
(Fonte: elaborazione mia su dati del Servizio Studi della Camera o del Senato)
Sulle politiche fiscali divergenti, questa tabella dell’EUROSTAT è più eloquente di tante parole:
Tabella n. 4 - EUROSTAT – Deficit/Pil
PAESE
|
2007
|
2008
|
2009
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
2015
|
2016
|
Italia
|
-1,5
|
-2,7
|
-5,3
|
-4,2
|
-3,5
|
-2,9
|
-2,9
|
-3,0
|
-2,6
|
-2,4
|
Francia
|
-2,5
|
-3,2
|
-7,2
|
-6,8
|
-5,1
|
-4,8
|
-4,0
|
-4,0
|
-3,5
|
-3,4
|
Spagna
|
+2,0
|
-4,4
|
-11,0
|
-9,4
|
-9,6
|
-10,4
|
-6,9
|
-5,9
|
-5,1
|
-4,5
|
Gran Br
|
+0,2
|
+0,2
|
-10,7
|
-9,6
|
-7,7
|
-8,3
|
-5,6
|
-5,6
|
-4,4
|
-3,0
|
Germania
|
+0,2
|
-0,2
|
-3,2
|
-4,2
|
-1,0
|
-0,1
|
-0,1
|
+0,3
|
+0,7
|
+0,8
|
Olanda
|
+0,2
|
+0.2
|
-5,4
|
-5,0
|
-4,3
|
-3,9
|
-2,4
|
-2,3
|
-2,1
|
+0,4
|
Grecia
|
-6,7
|
-10,2
|
-15,1
|
-11,2
|
-10,3
|
-8,9
|
-13,1
|
-3,7
|
-5,9
|
+0,7
|
Irlanda
|
+0,3
|
-7,0
|
-13,8
|
-32,1
|
-12,6
|
-8,0
|
-5,7
|
-3,7
|
-2,0
|
-0,6
|
Portogallo
|
-3,0
|
-3,8
|
-9,8
|
-11,2
|
-7,4
|
-5,7
|
-4,8
|
-7,2
|
-4,4
|
-2,0
|
(Fonte:
EUROSTAT)
Sulla
base di tale tabella, si ricava agevolmente che la vulgata, diffusa ad
arte dalla Commissione Europea e alimentata colpevolmente anche da Lei, che
l’Italia sia il Paese che più ha beneficiato della flessibilità è del tutto
infondata in presenza dei seguenti dati relativi allo sforamento
complessivo del parametro del 3% deficit/Pil nel periodo 2007-2016: Irlanda 55,2%, per 7 anni; Grecia 54,4%, per 9 anni; Spagna 40,2%, per 9 anni; Portogallo 29,3%, per 8 anni; Francia 15%, per 9 anni; (Gran Bretagna 24,2%, per 7 anni); Italia 4%, per 3 anni.
Ma, si
può obiettare, la maggior parte dei Paesi indicati sopra hanno accettato di
sottoporsi ad un programma formale di aggiustamento. L’Italia non accettò l’aiuto
della troika (anche se Sarkozy e Merkel, attraverso la presidentessa dell’FMI
Christine Lagarde, insistettero in tal senso nel vertice di Cannes del 2011),
ma il Governo Berlusconi fu prima di fatto commissariato (funzionari di FMI e
BCE, subito dopo il vertice, vennero a Roma, ricevuti dal ministro Brunetta,
che ormai sostituiva il ministro dell’Economia Tremonti in rotta di collisione
con il PdC Berlusconi), sebbene avesse ubbidito quasi in tutto ai diktat dell’UE
(il quasi dipese dal veto di Bossi) e varato manovre correttive pesantissime
per 209 mld cumulati a valere per il quadriennio successivo. E poi costretto
alle dimissioni, dopo aver perso la maggioranza parlamentare.
Così
si poté concretizzare l’eliminazione politica – e morale - di Berlusconi ad
opera di Merkel e Sarkozy, che aveva avuto un prologo al vertice di Bruxelles
del 22 e 23 ottobre 2011,[58] e che, come risulta dalle foto e dai
video,[108] ha la sua
rappresentazione plastica al G20 di Cannes, in terra di Francia, dove il
premier italiano venne quasi scansato
pubblicamente come un appestato e isolato fisicamente, ma pressato
in privato ad accettare l’aiuto della Troika.
Egli rifiutò l’assistenza finanziaria formale della troika, ma accettò che rappresentanti della stessa, a stretto giro,
controllassero de visu a Roma gli
adempimenti delle misure promesse. Che in realtà, come abbiamo visto, c’erano
già stati, ma che l’inaffidabilità del Presidente del Consiglio, amplificata
dai media italiani e internazionali che fin dall’estate, in occasione del varo
della seconda, pesantissima manovra correttiva, come sostiene Brunetta, avevano
cominciato a parlare di «Berlusconi trick», e strumentalizzata dal duo
Merkel-Sarkozy, faceva mettere in dubbio.
Ma, si obietta soprattutto,
l’Italia ha un alto debito pubblico, che – com’è noto – è il
convitato di pietra di qualunque analisi riguardi l’Italia, secondo l’opinione
dei Tedeschi e quindi dell’UE (anche parecchi Italiani, inclusa Lei, la pensano
così, però a differenza degli stranieri non citano mai tra le misure da
prendere per ridurlo l’imposizione sulla ricchezza dei ricchi).
Questa
accusa proviene in primo luogo dalla Germania, che come è noto definisce con la
stessa parola, schuld, debito e colpa. Forse perché, dal 1800, la
Germania ha fatto ben 8 volte default o ristrutturazione del debito
(“This Time is Different”, pag. 99, Kenneth Rogoff e Carmen Reinhart). L’Italia
quasi mai, tranne una parziale ristrutturazione del debito dopo la I Guerra
Mondiale.
Dopo la II Guerra Mondiale, ci ha pensato
l’inflazione, ma anche l’Italia (assieme alla Grecia e ad altri 19 Paesi),
decise generosamente di condonare il 50% del debito tedesco e di
dilazionare il resto in 30 anni, successivamente ulteriormente tagliato. Nel 2012,
l’Italia ha regolarmente pagato interessi sul debito pubblico per 86 mld, ora
ne paga regolarmente 66 su un ammontare di debito cresciuto di 450 mld (da
1.900 a 2.350, al lordo dei 58 mld dei “sostegni”) e – peraltro potendo contare
anche su una ricchezza privata di 9.000 mld - non ha mai chiesto ad altri di
pagarli o aiuto per pagarli.
Includendo il debito “sotto il tappeto”, il rapporto
debito pubblico/Pil della Germania e dell’Olanda (2016), abituali censori
dell’Italia ed in particolare del suo debito pubblico, sale, rispettivamente,
al 172% e al 173%, poco sotto quello dell’Italia, che si attesta al 180% (con
un denominatore, il Pil, che ha subito un calo di 170 mld a causa della
politica economica prociclica imposta dall’UE).
Considerando anche
il debito privato (dati OCSE), parametro altrettanto importante del debito
pubblico e che andrebbe inserito nei parametri UE, la situazione dell’Italia
(172,5 per cento del Pil) è migliore della Spagna (207,9), della Francia
(233,9) e, soprattutto, dell’Olanda (261,3), uno dei maggiori censori abituali
dell’Italia, in particolare del suo debito pubblico.
Da 28 anni (tranne
il 2009-2010, culmine della crisi economica), l’Italia fa registrare un avanzo
primario, spesso consistente, in totale (%) maggiore di quello della Germania.
Questo vuol dire che il debito pubblico cresce esclusivamente per colpa della
spesa per interessi, anche perché paga tassi doppio o triplo rispetto alla
Francia e alla Germania.
Non è superfluo
osservare che l’avanzo primario
sottrae risorse all’economia reale e che il deficit è poco influente sulla
crescita, poiché copre parte della spesa per interessi sui titoli pubblici,
detenuti soltanto per il 5% dalle famiglie.
Conclusione
Il Governo Conte
II (M5S, PD e LeU) ha ottenuto ieri la fiducia anche al Senato con 169 sì, 133
no e 5 astenuti. Questo governo è una sorta di miracolo. Speriamo dia bei fiori
e buoni frutti.
Fatene un altro voi neo-liberisti, di
miracolo, ancora più improbabile: emendatevi dalla vostra ideologia strampalata
e spietata al soldo dei ricchi (che il padre del
liberismo, Adam Smith, economista e filosofo morale, sicuramente aborrirebbe)
e formulate una proposta che contempli: un corposo piano pluriennale di case
popolari di qualità (ce ne sono appena 525.000, pari all’1,5% del totale degli
immobili residenziali, contro il 10, 20, 30% e oltre di altri Paesi UE, al 1°
posto c’è l’Olanda col 32%), lavoro, economia verde, educazione e ricerca,
investimenti, giustizia sociale, revisione quali-quantitativa della spesa
pubblica, politica fiscale redistributiva (c’è ampio spazio di intervento nell’ambito
dei capitoli delle entrate – il primo che mi viene in mente è il ripristino
dell’ICI-IMU-TASI sulla casa principale per co-finanziare il Piano case
popolari - e dei capitoli della spesa, perfino della spesa sociale!), tra cui
una congrua imposta patrimoniale sui ricchi (che si sono arricchiti con la
crisi, anche perché hanno contribuito pochissimo al mastodontico risanamento
dei conti pubblici della XVI legislatura, le cui misure strutturali vigono
tuttora), per trovare le ingenti risorse necessarie stanti i vincoli UE. Perché
– come si è visto, a causa anche di ignoranza e di pregiudizi - è insufficiente
confidare nella flessibilità, per una svolta economica occorre trovare almeno
50 mld per un triennio, senza aumentare il debito pubblico, che è il convitato
di pietra di qualunque interlocuzione con l’UE, sotto il controllo occhiuto e
interessato dei mercati finanziari, lasciati liberi di speculare e che da
decenni hanno un “occhio” di riguardo per i… soldi dell’Italia, anche per colpa
della cacofonia autolesionistica e antipatriottica italiana, segnatamente di
voi neo-liberisti, che predicate bene e razzolate male.
Distinti saluti,
V.
PS: Reinvito Radio Radicale, che ho
ripreso ad ascoltare nell’ultimo anno, a non alimentare quasi quotidianamente le
fake news, intervistando gli economisti, in
questo (LA PRIMA PIU’ GRANDE BUFALA DEL XXI SECOLO) ed in altri punti
riguardanti il Governo Berlusconi e il Governo Monti, incluse le riforme delle
pensioni (LA SECONDA PIU’ GRANDE BUFALA DEL XXI SECOLO).
Post collegati:
Lettera
alla professoressa Veronica De Romanis sulle sue notizie false su chi ha
attuato l’austerità economica
Lettera
n. 2 alla professoressa Veronica De Romanis sulle sue notizie false sulla
flessibilità concessa all’Italia
**********
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