Pubblico
la lettera che ho inviato quattro giorni fa al deputato Francesco Lollobrigida, presidente
del Gruppo parlamentare FdI alla Camera dei Deputati, dopo il nostro breve
scambio in diretta a Radio Radicale sui Governi Berlusconi e Monti, nel corso del suo Filo diretto con i radioascoltatori, moderato da Lanfranco Palazzolo. Nel titolo,
ho anteposto l’aggettivo “false” al sostantivo “notizie” perché ritengo che nel
suo caso si sia trattato non di malafede ma di ignoranza dei dati; se avessi
ravvisato la malafede, come uso fare, lo avrei posposto. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera all’On. Francesco Lollobrigida di FdI sulle sue false notizie
sul Governo Monti
v
20/9/2019 13:15
A lollobrigida_f@camera.it Copia maria.alberticasellati@senato.it e altri 48+550
ALLA C.A.
DELL’ON. FRANCESCO LOLLOBRIGIDA
CC:
PARLAMENTARI, MEDIA, SINDACATI, PROFESSORI, ALTRI
Egr. On. Francesco Lollobrigida,
Ieri mattina, ho fatto
il seguente commento nel corso del Suo Filo
diretto (al minuto 23.50)
su Radio Radicale:
Il governo
Berlusconi-Bossi-Brunetta-Meloni varò manovre finanziarie molto inique per un
importo QUADRUPLO rispetto al governo Monti (267 miliardi contro 63) e una
riforma delle pensioni SACCONI molto più severa della riforma Fornero, con un
risparmio DOPPIO al 2060. Le pesanti misure strutturali vigono tutt’oggi,
alimentando la crisi. Poi con i suoi potenti megafoni ha dato tutta la colpa a
Monti, Fornero e i comunisti ed ha ingannato 60 milioni di Italiani. L’analisi e le prove
documentali nel mio blog Vincesko (con la kappa). Grazie.
Lei
ha replicato (al minuto 27.10) che “tutti”, cioè 60 milioni di Italiani, la
pensano diversamente da me. Riporto la Sua risposta:
“Visto che s’è
fatto pubblicità c’andremo a leggere il suo blog per capire qual è la sua analisi,
perché evidentemente quella dei cittadini non è stata la stessa, evidentemente il
governo Monti è stato giudicato con severità, per fortuna, dai cittadini
italiani, tutti hanno capito che era un governo eterodiretto che non
faceva gli interessi degli Italiani. E oggi i risultati del centrodestra nelle
Elezioni regionali, nelle Elezioni europee, nelle Elezioni politiche che prima
o poi verranno dimostrano che il giudizio degli Italiani, per fortuna, non è il
giudizio di questo radioascoltatore”.
Mi permetta di osservare che, poiché il mio commento (tenuto nel
limite stretto dei 40 secondi concessi da Radio Radicale) indica cifre precise
e di cercarne le prove documentali nel mio blog e che, se si fa la fatica di
leggerle, rinviano agli ottimi e dettagliati dossier del Servizio Studi
della Camera e del Senato, cioè del Parlamento di cui Lei è un importante
esponente, che attestano che il governo Berlusconi-Bossi-Meloni-Sacconi ha
varato manovre finanziarie per un importo quadruplo del Governo
Monti-Fornero, a valere, rispettivamente, per il quadriennio o triennio
successivi, ma le misure c.d. strutturali (cioè permanenti) vigono tuttora, la
Sua risposta recisa non suffragata da una conoscenza diretta dei dati ufficiali
ma basata sul sentito dire (i) si rivela essere, oltre che un’imprudenza, un
chiaro esempio di fallacia logica; (ii) dimostra che anche Lei o è una dei 60
milioni di vittime della DISINFORMAZIONE berlusconiana e del centrodestra o ha
mentito, tertium non datur; e (iii) conferma che il giudizio degli
Italiani sul centrodestra è basato su BUFALE gigantesche, alimentate ad arte
dalle tv e dai giornali di uno dei contendenti e dai suoi sodali.
Lei ha detto che,
poiché avevo fatto pubblicità al mio blog, sarebbe andato a vedervi le prove.
Mi
permetto (i) di puntualizzare, intanto, che nel mio blog (http://vincesko.ilcannocchiale.it o http://vincesko.blogspot.it) non c’è alcuna pubblicità commerciale; e, poiché i post
sono 830, (ii) di fornirLe tali prove documentali. La preavverto che, tra i 60 milioni di Italiani, anche ministri,
parlamentari e quasi tutti gli economisti italiani sono vittime di quella che
in un mio modestissimo libro, che ho deciso di scrivere e pubblicare a mie
spese dopo otto anni di contrasto solitario e costante alla DISINFORMAZIONE
generale su ciò che successe nella XVI legislatura (Governi Berlusconi e Monti)
– una vera fatica di Sisifo! -, ho definito LA PRIMA
PIU’ GRANDE BUFALA DEL XXI SECOLO. Poi la BUFALA è diventata mondiale, colpendo
anche qualche premio Nobel oltre ai più famosi giornali esteri.
Traggo, allora,
dal capitolo 1 del mio saggio “LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO”
(corredato di 480 note e centinaia di link), le cui fonti sono state, in ordine
cronologico, Il Sole 24 ore, la CGIA
di Mestre, l’ISTAT e i dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati (o
del Senato):
Premessa.
L’attacco al debito sovrano italiano nel 2011, che, a causa della quasi
latitanza della BCE, aveva portato lo spread[22]
BTP-Bund ad un picco di 574 punti base[23]
e faceva temere il default, causò le dimissioni del Governo Berlusconi,[24] ritenuto dall’UE - e
forse dai mercati finanziari, che in realtà avevano scommesso sulla rottura
dell’Euro - inadeguato e renitente ad adottare i provvedimenti necessari
suggeriti dalla stessa UE, e la sua sostituzione, quasi a furor di popolo e con
la benedizione dell’UE, con il Governo
tecnico Monti,[25]
che appariva quindi in quelle circostanze drammatiche un salvatore dell’Italia.
Questo duplice giudizio
è falso, poiché non è confermato da un’analisi obiettiva ex post
dei dati.
Berlusconi,
non Monti. Le
manovre finanziarie correttive del governo Berlusconi, in un quasi equivalente
lasso di tempo (circa un anno e mezzo), sono state ben il quadruplo di
quelle del governo Monti.
Riepilogo delle manovre
correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti 63,2 mld
(19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
Le
cifre. Le
manovre correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL 78/2010 di 24,9
mld (valore non cumulato); • 2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del
governo Berlusconi-Tremonti (DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+65 mld cumulati), con
la scopertura di 15 mld[26][27]
che Tremonti si riprometteva di coprire, la cosiddetta clausola di salvaguardia
(DL 98/2011, art. 40), con la
delega fiscale, cosa che ha poi dovuto fare Monti aumentando l’IVA, piuttosto
che confermare l’iniquo taglio tremontiano delle agevolazioni fiscali-assistenziali,
cfr. il libro di Elsa Fornero che verrà commentato estesamente nel capitolo 2
«Chi ha paura delle riforme: Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni»,
dove ella scrive:
«La «salvaguardia» stabiliva che,
se entro il 30 settembre 2013 il (nuovo) governo non avesse ottenuto i risparmi
promessi attraverso un’improbabile delega fiscale-assistenziale, sarebbe
entrato automaticamente in azione un taglio lineare (del 5 per cento nel 2013 e
addirittura del 20 per cento a decorrere dal 2014) di tutte le agevolazioni
fiscali. Fu uno dei compiti, oggi dimenticati, del governo Monti quello di
scongiurare gli effetti di una simile mannaia che avrebbe colpito soprattutto
le famiglie più povere: tali agevolazioni consistevano, infatti, per lo più in
detrazioni per redditi di lavoro e pensione, per carichi familiari e nelle aliquote
ridotte dell’Iva per i beni di prima necessità.» (Posizione kindle: 2451),
e
una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto salva-Italia), che cifra 32
mld «lordi» (10 sono stati «restituiti» in sussidi e incentivi); • 2012, DL
95/2012 di circa 20 mld.
Quindi
in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+65 =
tot. 170 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld.
Se
si considerano gli effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: Il Sole 24 ore), sono: - Governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld; - Governo Monti 63,2 mld. Totale 329,5 mld.
Come può
facilmente dedurre, detto sinteticamente in linguaggio calcistico, il Governo Berlusconi-Bossi-Meloni
ha battuto il Governo Monti-Fornero per 4 a 1; ancor di più in termini di
iniquità, essendo arrivato a stornare 550 milioni appostati dal precedente
Governo Prodi per l’edilizia pubblica, e, per far fronte alla grave crisi,
perfino a tagliare del 87% la spesa sociale destinata ai poveri, salvaguardando
invece i ricchi e i benestanti, i cui contributi di solidarietà prima sui
redditi elevati e poi sulle pensioni furono congegnati apposta male (bastava
vararli assieme) per farli poi dichiarare incostituzionali.
Traggo
ancora dal mio saggio citato:
Il
DL 78 fu iniquo e crudele perché contemplò anche, tra l’altro, (i) il blocco
del rinnovo del contratto del pubblico impiego, (ii) il licenziamento del 50%
dei lavoratori precari pubblici, (iii) il taglio del 75% della spesa sociale
dei Comuni e delle Regioni (destinata ai poveri: sussidi all’affitto,
provvidenze a disabili, disoccupati, anziani, minorenni a rischio,
ragazze-madri, matti, ex drogati, ex carcerati, LSU, ecc.), poi tagliata di un ulteriore
15% col DL 98/2011 (qui un’analisi dell’impatto delle manovre 2010 e
2011 sulla spesa sanitaria e sociale,[90] dalla quale emerge che
il Fondo nazionale per le politiche sociali al netto della quota INPS scende
vertiginosamente da 1.000 milioni nel 2007 a 712 nel 2008, a 578 nel 2009, a
435 nel 2010, a 218 nel 2011, a 70 nel 2012 e a 45 nel 2013; complessivamente,
i fondi sociali calarono da 1.134 milioni nel 2010 a 144 nel 2013, pari al -87
per cento); e (iv) l’aumento della percentuale minima di invalidità
sufficiente per la concessione dell’assegno mensile di assistenza dal 74 all’85
per cento, che avrebbe escluso i down (indennità di 256€ mensili), poi
cancellato in sede di conversione per le corali proteste,[91]
che in questo caso si addensarono sul governo e sul fido esecutore di Tremonti,
il Sen.
Antonio Azzollini,[92] presidente della
strategica Commissione Bilancio del Senato. […]
Invece, ai percettori di redditi
privati (ad eccezione dei produttori e distributori di farmaci e dei farmacisti
in quanto fornitori del SSN), anche miliardari (i primi tre erano Ferrero, Del
Vecchio e Berlusconi) o milionari (come Tremonti), in concreto non venne
chiesto - letteralmente - neppure un centesimo. Cioè i pesanti sacrifici vennero imposti dal Governo
Berlusconi-Bossi-Tremonti-Fini ai non ricchi e perfino ai poveri, quasi nulla
ai miliardari e ai milionari.
Infatti, il contributo di
solidarietà, varato in due DL separati, prima sulle retribuzioni elevate
pubbliche e poi su quelle private e sulle pensioni, fu presumibilmente
congegnato apposta male – sarebbe bastato metterli assieme - per farlo ritenere
illegittimo, come poi
avvenne con le sentenze nn. 223/2012, 241/2012 e 116/2013).[93]
Così successe per la tassazione delle
stock option limitatamente alle imprese che operano nel settore
finanziario (art. 33), per le quali fu prevista una soglia troppo alta, per cui
neppure manager milionari come Passera e Profumo probabilmente ne vennero
colpiti.
E, come risulta
dalla Tabella n. 3, il grosso delle manovre si concentrò dal maggio 2010 (dopo
la crisi del debito greco, secondo Romano Prodi gestita malissimo, per colpa
soprattutto della Germania) al dicembre 2011.
Tabella n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate dal 2010 al
2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL
201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/2011
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel triennio 2012-14 sono compensate da
minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del Servizio Studi della Camera o del
Senato)
Nel capitolo 2 del libro citato, si trova
la illustrazione de LA SECONDA PIU’ GRANDE BUFALA DEL XXI SECOLO, che riguarda
le riforme delle pensioni.
Conclusione
Concludo rilevando
(i) che il PdC Berlusconi – le prove sono nel libro ed evidenti negli stessi
dati esposti sopra - ubbidì quasi in tutto alle richieste pesantissime e
recessive dell’UE (Commissione, Consiglio e BCE); il “quasi” dipese dal veto
del suo alleato Bossi circa il completamento della severa riforma
delle pensioni SACCONI (che aveva allungato l’età di pensionamento di vecchiaia
a 66 anni e, grazie all’adeguamento all’aspettativa di vita, l’ha portata a 67
anni nel 2019, benchmark in UE28), dalla irrituale lettera del
5.8.2011 della BCE (preparata
a Roma dal dott. Daniele Franco della Banca d’Italia, cfr. il libro di Renato Brunetta),
veto improvvido col senno di poi, poiché aprì il varco allo zelo eccessivo
della professoressa Fornero, zelo a sua volta necessitato non dai numeri reali e
dalle norme ma dalla ignoranza di essi (anche di noti
parlamentari che li avevano votati, v. il mio saggio) e dalla
percezione negativa generale creata dalla cattiva fama di inaffidabile del PdC
Berlusconi, che aveva scatenato la speculazione finanziaria contro l’Italia,
con la quasi inerzia della BCE (che aveva apprestato, in cambio delle pesanti
manovre (sic!), l’insufficiente programma SMP, v. cap. 3 del saggio citato), e
addirittura provocato gli ingiustificati sorrisetti dell’ineffabile francese
Sarkozy, presidente di una Francia che la riforma delle pensioni la sta
discutendo soltanto in questi giorni, a distanza di nove anni dalla severa
riforma SACCONI e di otto anni dalla severa riforma Fornero: infatti, pur non
facendo parte dei Paesi sottoposti a un programma formale di aggiustamento, l’Italia
– a causa di debolezze varie, anche extratecniche - è stato l’unico Paese che, nell’ambito
di un mastodontico consolidamento fiscale, ha varato ben due riforme delle pensioni
severe (rispettivamente, la sesta e la settima dal 1992); (ii) che il Governo
Monti fu molto più equo (v. IMU, patrimonialina sui depositi, TTF e modifica
dell’iniqua clausola di salvaguardia tremontiana, mentre per la questione esodati rinvio
al capitolo 2 del libro citato o al mio blog); e, infine, (iii) che se Lei lo
avesse chiesto all’On. Giorgia Meloni, alla quale ho scritto
nel gennaio 2018[1] e poi p.c. più volte, Le avrebbe potuto
confermare quanto ho sostenuto sia sulle manovre che sulle pensioni, ma
evidentemente non ha ritenuto opportuno informarne i Gruppi parlamentari di
FdI, anzi continua imperterrita ad alimentare le due BUFALE gigantesche. Spero
vorrà supplire Lei in futuro, con onestà e zelo.
[1] Lettera
all’On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa politico-elettorale?
Cordiali saluti,
V.
**********
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