Pubblico la seconda lettera che ho inviato otto
giorni fa al prestigioso quotidiano francese Le Monde, dopo
aver letto un altro suo articolo, a firma del suo corrispondente da Roma, in cui viene prospettato il rischio che l’abolizione della - supposta severissima - riforma
delle pensioni Fornero possa esporre l’Italia ad un attacco dei mercati
finanziari, come successe nel 2011, quando, anche secondo il primo articolo del quotidiano
francese,[1 o 2] il Governo Monti scongiurò il default
dell’Italia. Ma, come sa chi frequenta assiduamente questo
blog, si tratta di una duplice fandonia. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna
risposta.
Lettera
n. 2 a Le Monde su un articolo di Jerome Gautheret con fake news sulla riforma
delle pensioni Fornero
Da: v
3/3/2018 13:03
A: courrier-des-lecteurs@lemonde.fr CC matteo.salvini@europarl.europa.eu e altri 48+100
ALLA C.A. DI M.
JEROME GAUTHERET
P.C. SIG.
DIRETTORE DI LE MONDE
Egr.
M. Gautheret,
Traggo dal Suo articolo “En
Italie, des élections à plusieurs inconnues”, del 2 marzo scorso (http://www.lemonde.fr/europe/article/2018/03/02/en-italie-des-elections-a-plusieurs-inconnues_5264609_3214.html):
“Mais même dans le cas – improbable – d’une majorité absolue dans les
deux Chambres, la situation est-elle si claire ? Lorsque le très
extrémiste dirigeant de la Ligue du Nord, Matteo Salvini, a pris la parole,
cela a été pour asséner : « J’ai
hâte que vous nous envoyiez au pouvoir pour abolir la loi Fornero. »
Ses
partenaires, attablés à ses côtés, ont laissé dire, mais leur embarras était
palpable : en effet, cette réforme particulièrement douloureuse du système
de retraites, adoptée dans l’urgence, sous la contrainte des marchés en
décembre 2011, ils l’avaient tous trois adoptée. Et chacun sait qu’un retour en
arrière en la matière aurait des conséquences désastreuses sur les comptes
publics, provoquant instantanément une nouvelle tempête financière pour l’Italie”.
Premessa
Premetto che cerco di contrastare -
una vera fatica di Sisifo! -
la potentissima DISINFORMAZIONE berlusconiana e del centrodestra sulle pensioni
e sulle manovre finanziarie correttive (si veda la mia precedente email del 27/2
scorso a Le Monde), che
ha fatto in Italia quasi 60 milioni di vittime (oltre all’estero), da sette
anni.
Matteo
Salvini
L’ossessione di Matteo Salvini contro la riforma delle pensioni Fornero (L.
214/2011, art. 24), come gli ho contestato direttamente,[1] è finta, è solo una cortina fumogena per
nascondere la ben più severa riforma SACCONI (L.
122/2010, art. 12, nonché L.
111/2011 e L. 148/2011), che la Lega Nord votò nel 2010 e 2011, e della quale
attribuisce furbescamente misure severe alla riforma Fornero, in particolare l’adeguamento
automatico all’aspettativa di vita, in realtà introdotto da
Sacconi con la L. 102/2009, art.
22ter, comma 2,
modificato sostanzialmente dalla Legge 122/2010, art. 12, comma 12bis, che
porterà, nel 2019, l’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni e l’età di
pensionamento anticipato (ex anzianità) a 43 anni e 3 mesi per gli uomini (di
cui solo 1 anno in più rispetto a 40 anni nel 2010 è dovuto a Fornero) e a 42
anni e 3 mesi per le donne (zero a Fornero).
Pertanto, non basta abolire la riforma
Fornero per far scendere l’età di pensionamento anticipato (prescindendo
dall’età anagrafica) a 41 anni, come chiede – e sa bene – Matteo Salvini (nonché l'On. Giorgia
Meloni,[2] che ha votato sia la riforma SACCONI che la riforma
Fornero).
Riforme delle
pensioni dal 1992
Dal 1992, le riforme delle pensioni,
considerando un'unica riforma i provvedimenti varati da Sacconi nel 2010 e 2011
(oltre alla Legge 3.8.2009, n. 102), sono state 7 (Amato, Decreto Legislativo
503 del 1992; Dini, Legge 8.8.1995, n. 335; Prodi, Legge 27.12.1997, n. 449;
Berlusconi/Maroni, Legge 23.8.2004, n. 243; Prodi/Damiano, Legge 27.12.1997, n.
247; Berlusconi/Sacconi, Legge 30.07.2010, n.122, Legge 15.7.2011, n. 111,
Legge 14.9.2011, n. 148; Monti-Fornero, Legge 22.12.2011, n. 214).
Il quadro
complessivo dell’età di pensionamento in base alle norme e ai loro autori è il
seguente (nel 2019):
QUOTE (somma di età anagrafica e
anzianità contributiva): abolite dalla riforma Fornero (senza di essa, in ogni
caso, la “quota” nel 2019, per effetto dell’adeguamento automatico SACCONI,
sarebbe di 99, cioè un solo anno in meno di quanto chiede M5S).
PENSIONE ANTICIPATA (ex anzianità)
-
L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3
mesi e di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI, 4 mesi in
media di Damiano (L. 247/2007) e solo 1
anno di Fornero [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9
mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di
Damiano) e 2 anni sono di Fornero o 1 anno e 6 mesi relativamente agli autonomi].
-
L'età di pensionamento delle donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3 mesi, e di
questi 2 anni e 3 mesi in più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi in media
di Damiano; quindi la Fornero non c’entra [rectius:
1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9
mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano)
e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONE DI VECCHIAIA
-
L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 65 nel 2010) a 67 anni e questi
2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano; quindi la Fornero
non c’entra.
-
L'età di pensionamento delle donne del settore pubblico salirà (da 60 di botto,
senza gradualità, a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a seguito della sentenza del
2008 della CGUE, ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni) +
“finestra” (differimento dell’erogazione) di 12 mesi a 67 anni e questi 7 anni
in più sono tutti dovuti a SACCONI, tranne 4 mesi in media a Damiano;
quindi la Fornero non c’entra.
-
L’allineamento dell'età di pensionamento delle donne del settore privato (da
60) a tutti gli altri (già regolati da SACCONI) a 65 anni più “finestra”,
previsto da SACCONI gradualmente entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento
automatico), è stato accelerato da Fornero gradualmente entro il 2018, ma in
ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di
Damiano.
Va aggiunto (i) che la riforma Fornero
ha ridotto da 18 (previsto dalla
riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra” dei lavoratori autonomi; (ii) che la
riforma Fornero ha aumentato l'età base di vecchiaia e di anzianità di 1 anno
(rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41), ma solo formalmente, poiché ha
abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi, di Damiano (4 mesi in media)
e SACCONI (8 mesi), ma senza evidenziarne il legame, così si è intestata
entrambe le misure; (iii) che, dal 2022, in forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 13), l'adeguamento
automatico diverrà biennale (“13 Gli
adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello [triennale,
ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio
2019 sono aggiornati con cadenza biennale”), ma, appunto, è solo
un'accelerazione del meccanismo deciso da SACCONI; e (iv) che la riforma
Fornero ha soltanto esteso, pro rata
dall’1.1.2012, il metodo contributivo – introdotto dalla riforma Dini nel 1995 – a
coloro che ne erano esclusi, cioè coloro che, al 31.12.1995, avevano almeno 18
anni di contributi, quindi tutti relativamente anziani.
Come si vede facilmente, la riforma
SACCONI è molto più severa e incisiva della riforma Fornero, oggetti, del tutto
ingiustificatamente, di damnatio memoriae la prima e di demonizzazione la seconda, alla quale, dai
millanta ignoranti o in malafede, tra i quali spicca l’On. Matteo Salvini, vengono
attribuite tutte le misure della riforma SACCONI.
Infine, per quanto riguarda il rischio di
provocare “instantanément une nouvelle
tempête financière pour l’Italie”, rinvio alla mia precedente email
del 27/2, nella quale ci sono le prove documentali che la tempesta fu provocata
sia da un errore grave sulle
pensioni contenuto nella prima lettera di chiarimenti del Governo
all’UE, che segnalai a tutti i media (si veda appresso, alla nota 3), sia dal fatto che la speculazione
finanziaria mondiale aveva scommesso sulla rottura dell’Euro e agiva quasi indisturbata dalla BCE
(tranne l'insufficiente piano di acquisto SMP) fino al famoso e risolutivo
“whatever it takes” del luglio 2012, sia da un “complotto” atipico orchestrato quasi alla luce del sole
contro Berlusconi, su input
principalmente del duo Merkel-Sarkozy, in particolare dopo il loro incontro di
Deauville, come ha confermato il governatore di Banca d’Italia, Ignazio Visco,
nella sua recente, lunga audizione alla Commissione parlamentare d’inchiesta
sulle banche, al Parlamento italiano.
Spero di esserLe stato utile.
Cordiali saluti
V.
__________________________
Note:
[1] Lettera
n. 2 all’On. Matteo Salvini sulle sue notizie false-fake news-bufale
sulla riforma delle pensioni Fornero
[2[ Lettera all'On. Giorgia Meloni sulle pensioni: propaganda o truffa politico-elettorale?
[3] Quello delle
pensioni non è il solo caso di scuola di DISINFORMAZIONE generale, va aggiunto,
come già segnalato a Le Monde lo scorso 27/2 alle ore 23:42, quello delle
mastodontiche manovre correttive decise nella scorsa legislatura e delle
responsabilità della recessione.
In questo documento di 18 pagine ho
ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con
notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle pensioni, in merito alle quali
l’errore dei 67 anni entro il 2026 anziché 2021, riportato dall’ANSA e da tutti
i media, ebbe un’influenza importante sulla sorte del governo Berlusconi),
contro le bufale sul governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette
anni, che hanno fatto quasi 60 milioni di vittime.
L'assassinio
della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e
causato la grande recessione
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