Pubblico
la lettera che ho inviato alcuni giorni fa ai professori Pasquale Tridico e Andrea Roventini, ministri designati da M5S, rispettivamente al
Lavoro e Previdenza e all’Economia, dopo aver letto le loro dichiarazioni sulla
riforma delle pensioni Fornero. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera
ai professori Pasquale Tridico e Andrea Roventini, ministri designati da M5S,
sulle loro fake news sulla riforma Fornero
Da: v
2/3/2018 13:27
A: pasquale.tridico@uniroma3.it, andrea.roventini@santannapisa.it e altri 48
Egregi Professori Tridico e Roventini,
Contrasto la vulgata
sulle pensioni da sei anni, perciò non mi sorprende che anche Voi, come quasi
60 milioni di Italiani (e non solo), siate vittime della DISINFORMAZIONE
berlusconiana e del centrodestra sulla riforma Fornero, alla quale vengono
erroneamente o furbescamente attribuite norme della riforma SACCONI o di
un’altra delle ben sette riforme delle pensioni dal 1992.
Debbo osservare,
infatti, che, in quanto designati
ministri da M5S, non cominciate bene: ignorate anche Voi che non basta abolire
la riforma Fornero per scendere a 41 anni di anzianità contributiva di età di
pensionamento, occorre abolire almeno in parte anche la ben più severa riforma
SACCONI.
Traggo
dall’intervista rilasciata a La Stampa
il 28 febbraio 2018 dal designato ministro del Lavoro, Pasquale Tridico:
Citazione: “Stiamo pensando a un
superamento graduale, che costerà 11 miliardi annui. Con la nostra riforma si
potrà andare in pensione o con 41 anni di contributi versati, qualunque sia
l'età, o quando la somma tra età contributiva e anagrafica è quota 100. Inoltre
bloccheremo per 5 anni l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di
vita”.
Vediamo per punto.
(i) “Con la nostra riforma
si potrà andare in pensione o con 41 anni di contributi versati, qualunque sia
l'età”.
PENSIONE ANTICIPATA
(ex anzianità), nel 2019:
- L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43
anni e 3 mesi e di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI,
4 mesi in media di Damiano (L. 247/2007) e solo 1 anno di Fornero.
- L'età di pensionamento delle donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3
mesi, e di questi 2 anni e 3 mesi in più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi
in media di Damiano; quindi la Fornero
non c’entra.
Come si vede, non
basta abolire o congelare la riforma Fornero per raggiungere l’obiettivo dei 41
anni di contributi.
(ii) “o quando la
somma tra età contributiva e anagrafica è quota 100”
QUOTE: abolite dalla riforma Fornero (L. 214/2011), quando la somma era 96 + “finestra” di 12 mesi (differimento dell’erogazione); e sarebbe
aumentata a 97 anni, più “finestra” di 12 mesi, più 3 mesi di adeguamento
automatico, nel 2013. Perché anch’esse erano sottoposte sia alla “finestra” che
all’adeguamento automatico deciso da SACCONI nel 2009 e 2010 (vedi appresso).
Vale a dire: se non fosse stata approvata la riforma Fornero, comunque la quota ora sarebbe pari a 98 anni e 7
mesi e nel 2019 a 99.
Come si vede, non basta abolire o congelare la riforma Fornero per
raggiungere l’obiettivo, e mantenerlo, della quota 100, che peraltro è solo di
1 anno superiore a quella che sarebbe stata se la riforma Fornero non fosse mai
stata varata.
(iii) “Inoltre
bloccheremo per 5 anni l'adeguamento dell'età pensionabile all'aspettativa di
vita".
Non è stata la riforma delle pensioni Fornero (L.
214/2011, art. 24), che è soltanto la settima delle riforme delle pensioni dal 1992 e non la
più severa, ma la riforma SACCONI (L.
122/2010, art. 12, nonché L.
111/2011 e L. 148/2011) a decidere sia il maggiore allungamento dell’età di
pensionamento, sia di vecchiaia (67 anni nel 2019) che anticipata (ex
anzianità, 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne, nel
2019), sia l’introduzione dell’adeguamento automatico, deciso, con un richiamo
al DL 78/2009, L. 102/2009, art. 22ter, comma 2, che lo aveva già
previsto, dal comma 12bis dell’art. 12 della L. 122/2010. La riforma Fornero ha
solo modificato la periodicità dell’adeguamento automatico da triennale a
biennale, a decorrere da quello successivo a quello triennale del 2019 (L.
214/2011, art. 24, comma 13), e cioè dal 2022, anche se tutti, incluso il
Parlamento (sic!), dicono dal 2021.[1]
Come si vede,
non basta abolire o congelare la riforma Fornero per raggiungere l’obiettivo di
bloccare per 5 anni l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di
vita.
Spero di esserVi
stato utile e che vogliate contribuire in futuro sia a fare chiarezza sugli
autori delle norme pensionistiche, sia ad ottenere da RGS e DG-Previdenza la
rettifica del decreto direttoriale per renderlo conforme alla norma.
Cordiali saluti
V.
_________________________
Note:
Lettera
al Ragioniere Generale dello Stato e alla Direttrice Generale Previdenza (p.c.
al Presidente della Repubblica e al Parlamento): errori interpretativi della
norma sull'adeguamento dell'età pensionabile
***
Appendice
Il quadro
complessivo dell’età di pensionamento in base alle norme e ai loro autori è il
seguente (nel 2019):
QUOTE: abolite dalla riforma Fornero.
PENSIONE ANTICIPATA (ex anzianità)
- L'età
di pensionamento degli uomini salirà (da 40 anni nel 2010) a 43 anni e 3 mesi e
di questi 3 anni e 3 mesi in più quasi 2 anni sono di SACCONI, 4 mesi in media
di Damiano e solo 1 anno di Fornero [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9 mesi relativamente agli
autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano) e 2 anni sono di
Fornero o 1 anno e 6 mesi relativamente agli autonomi].
- L'età
di pensionamento delle donne salirà (da 40 anni) a 42 anni e 3 mesi, e di
questi 2 anni e 3 mesi in più, quasi 2 anni sono di SACCONI e 4 mesi in media
di Damiano; quindi la Fornero non
c’entra [rectius: 1 anno e 3 mesi, o 1 anno e 9
mesi relativamente agli autonomi, sono di Sacconi (di cui 4 mesi in media di Damiano)
e 1 anno o 6 mesi sono di Fornero].
PENSIONE DI VECCHIAIA
-
L'età di pensionamento degli uomini salirà (da 65 nel 2010) a 67 anni e questi
2 anni in più sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano; quindi la Fornero
non c’entra.
-
L'età di pensionamento delle donne del settore pubblico salirà (da 60 di botto
a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a seguito della sentenza del 2008 della CGUE,
ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni) + “finestra” di 12
mesi a 67 anni e questi 7 anni in più sono tutti dovuti a SACCONI, tranne 4
mesi in media a Damiano; quindi la Fornero non c’entra.
-
L’allineamento dell'età di pensionamento delle donne del settore privato (da
60) a tutti gli altri (già regolati da SACCONI) a 65 anni più “finestra”,
previsto da SACCONI gradualmente entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento
automatico), è stato accelerato da Fornero gradualmente entro il 2018, ma in
ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono di SACCONI, tranne 4 mesi in media di
Damiano.
Va aggiunto (i) che la riforma Fornero
ha ridotto da 18 (previsto dalla
riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra” degli autonomi; (ii) che la riforma
Fornero ha aumentato l'età base di vecchiaia e di anzianità di 1 anno
(rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41), ma solo formalmente, poiché ha
abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi, di Damiano (4 mesi in media)
e SACCONI (8 mesi), ma senza evidenziarne il legame, così si è intestata
entrambe le misure; (iii) che, dal 2022, in forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24, comma 13), l'adeguamento
automatico diverrà biennale (“13 Gli
adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello [triennale,
ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio
2019 sono aggiornati con cadenza biennale”), ma, appunto, è solo
un'accelerazione del meccanismo deciso da SACCONI; e (iv) che la riforma
Fornero ha soltanto esteso, pro rata
dall’1.1.2012, il metodo contributivo – introdotto dalla riforma Dini nel 1995 – a
coloro che ne erano esclusi, cioè coloro che al 31.12.1995, avevano almeno 18
anni di contributi, quindi tutti relativamente anziani.
Pertanto, l’abolizione della riforma Fornero cambierebbe poco, in
meglio, soltanto per le donne del settore privato (dipendenti e autonome) e,
per contro, aumenterebbe di 6 mesi l’età di pensionamento degli autonomi
(uomini e donne).
E, come si vede facilmente, la riforma
SACCONI è molto più severa e incisiva della riforma Fornero, oggetti, del tutto
ingiustificatamente, di damnatio memoriae la prima e di demonizzazione
la seconda, alla quale, dai millanta ignoranti o in malafede, vengono
attribuite tutte le misure della riforma SACCONI.
**********
Quello
delle pensioni non è il solo caso di scuola di DISINFORMAZIONE generale, va
aggiunto quello delle manovre correttive decise nella
scorsa legislatura e delle responsabilità della recessione.
In questo documento di 18 pagine ho
ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con
notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle pensioni, in merito alle quali
l’errore dei 67 anni entro il 2026 anziché 2021, riportato dall’ANSA e da tutti
i media, ebbe un’influenza importante sulla sorte del governo Berlusconi),
contro le bufale sul governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette
anni, che hanno fatto quasi 60 milioni di vittime.
L'assassinio
della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e
causato la grande recessione
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