lunedì 11 luglio 2016

Alcuni puntini sulle ‘i’ su Draghi, Dini, De Benedetti e Scalfari


Carlo Clericetti  -  7 LUG 2016
Dini: "Renzi un monarca che dà oboli ai sudditi"
X Rapporto dell'associazione Economia reale

Dopo aver letto la Bozza del Rapporto ed ascoltato gli interventi, mi limito a formulare tre osservazioni-promemoria.

Promemoria1: Draghi
Traggo dalla Bozza completa del Rapporto: “Per fortuna di tutti, le linee di politica monetaria della BCE sono strutturalmente cambiate con l’avvento di Mario Draghi alla Presidenza della Banca Centrale”.
Rammento che Draghi è diventato presidente della BCE il 1° novembre del 2011, il QE è stato deciso dalla BCE nel gennaio 2015 e varato nel marzo 2015, esattamente 6 anni dopo la FED e la BoE (marzo 2009).

Promemoria2: Dini
Moavero nel suo lungo intervento ha detto, tra l’altro, che il bilancio dell’Unione Europea è pari all’1% del Pil (contro circa il 25% del bilancio federale degli USA), di cui la metà circa è destinato all’Agricoltura, e che occorrerebbe aumentarlo, ed ha indicato tra le possibili voci di finanziamento la Tassa sulle transazioni finanziarie (TTF). Dini, che gli sedeva accanto, che aveva criticato vigorosamente gli aumenti della spesa pubblica, da ultimo del governo Renzi, evidenziati dai dati di Baldassarri, e accusato Renzi di incompetenza perché aveva privilegiato i consumi rispetto agli investimenti, in questo caso non ha fatto una piega, a differenza di ciò che egli fece con Prodi nel 2007, quando minacciò la crisi di governo se si fossero colpite le rendite finanziarie:
Prodi: "Dini resta, le rendite non si toccano"
La sinistra dell'Unione: "E il programma?"
25 settembre 2007
Sul “pedagogo” Dini, colgo l’occasione per segnalare quest’altro articolo ed il mio commento critico in calce:
“UNA CERTA IDEA DELL’ITALIA”: DINI E TIVELLI RACCONTANO 50 ANNI DEL BEL PAESE
29 aprile 2016

Promemoria3: imposta patrimoniale
Ho accennato più sopra (v. mio commento del 7/7 23.43 http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2016/07/07/dini-renzi-un-monarca-che-da-oboli-ai-sudditi/#comment-4254), indirettamente, all’assenza di qualunque riferimento alla necessità di un’imposta patrimoniale sui ricchi per reperire le risorse finanziarie per la crescita; a differenza di ciò che successe nel 2011, quando la casa Italia bruciava; per non parlare di Carlo De Benedetti, che fu il primo a proporla nel 2009, come gli rammentai nel suo blog su Huffington Post (http://www.huffingtonpost.it/carlo-de-benedetti/almunia-sveglia-google-e-gli-altri-over-the-top-vanno-regolati-la-lezione-del-datagate_b_4180425.html), e che dopo di allora – similmente a Scalfari - non ne ha più parlato, neppure nella recentissima intervista data al Corriere della Sera, in cui ha denunciato il fallimento delle élite (http://www.corriere.it/politica/16_luglio_08/de-benedetti-le-elite-hanno-fallito-l-italicum-cambi-o-votero-no-e711131e-4544-11e6-888b-7573a5147368.shtml).
Vincenzo Visco, nel suo intervento, dopo aver segnalato che il governo Renzi, per trovare risorse fiscali, ha fatto sue soltanto due delle proposte del suo Centro Studi, il NENS, che hanno prodotto un gettito di 3-4 mld, ha suggerito di adottare un’altra loro proposta antievasione ben più incisiva che potrebbe recare un introito di ben 40 mld. Praticamente equivarrebbe ad una corposa imposta patrimoniale, anche se non limitata ai ricchi.

PS: Poiché HP ha cancellato i vecchi commenti, riporto il mio commento nel blog di Carlo De Benedetti:
Vincesko
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OT (ma non tanto)
Egr. Ingegnere,
Lei fa benissimo, utilizzando il Suo potente megafono, a salvaguardare i propri interessi ed a rilevare l'inefficienza (invero 'strabica'!) dell'Euroburocrazia, ma perché non segue un pizzico l'esempio del Suo predecessore Adriano Olivetti e pensa anche a quelli del popolo più indifeso, senza santi in Paradiso, riesumando - in parallelo a questa serie di post - la Sua proposta di imposta patrimoniale sui ricchi, per finanziare l'indispensabile crescita ed evitare che il Paese vada a fondo e l'altrettanto indispensabile rafforzamento degli ammortizzatori sociali, in particolare:
- il reddito minimo garantito, opportunamente disciplinato; e
- un piano corposo pluriennale di alloggi pubblici di qualità (negli ultimi 20-25 anni, in Italia ne sono stati costruiti 1/30 della Germania, 1/40 della Francia, 1/70 della Gran Bretagna)?
Sarebbe più credibile (forse anche per i bastian contrari in servizio permanente effettivo) e si guadagnerebbe così il sostegno, come si augura, dell'opinione pubblica, almeno di quella parte di essa più sensibile alla giustizia sociale e molto meno - mi creda - ai rischi di essere spiata.

PS: Trova il testo completo della Sua proposta d'imposta patrimoniale qui:
Dossier Imposta Patrimoniale

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Alcune integrazioni al mio commento del 11/7 00.47

Promemoria2: TTF
Nonostante due risoluzioni positive del Parlamento Europeo, la prima approvata nel lontano 8 marzo 2011, dei 28 Paesi dell’UE, 11, poi (dopo la defezione dell’Estonia) 10 Paesi del Consiglio europeo (Capi di Stato e di Governo) che avevano deciso di andare avanti sull’adozione della TTF rafforzata (Italia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Austria, Grecia, Belgio, Slovacchia e Slovenia) stanno menando il can per l’aia dal 2013. La decisione definitiva che doveva essere presa dall’Ecofin del 17 giugno scorso, a causa di una richiesta assurda da parte del Belgio e della Slovacchia di escludere dalla tassazione i derivati, è stata rinviata al prossimo mese di settembre. In Italia (e in altri 9 Paesi), esiste già una TTF annacquata, decisa dal governo Monti (Legge n. 228 del 24 dicembre 2012).
Ecco un dossier aggiornato al 2016:
Appunto sulla Tassa sulle transazioni finanziarie

Promemoria3: De Benedetti e Scalfari
De Benedetti e Scalfari pare si siano passati parola sia sull’imposta patrimoniale (nel senso di non parlarne più dopo il 2010) che sulla nuova legge elettorale (pericolosa per la democrazia, in abbinamento alla revisione costituzionale). Circa l’imposta patrimoniale, ho detto di De Benedetti, aggiungo che nell’intervista al Corriere egli se la prende con la proposta del reddito di cittadinanza di M5S, con la motivazione che non sarebbero indicate le coperture: il che ovviamente è falso, poiché come tutte le proposte di legge essa le deve obbligatoriamente indicare (peraltro, segnalo che nella nuova proposta di M5S - DISEGNO DI LEGGE N. 1148: Istituzione del reddito di cittadinanza nonché delega al Governo per l’introduzione del salario minimo orario https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/DF/308596.pdf -, manca proprio, tra le coperture, l’imposta patrimoniale, che invece c’era nella prima proposta (cfr. Reddito di cittadinanza, commento alla proposta di legge di M5S http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2797058.html   oppure  http://vincesko.blogspot.com/2015/07/reddito-di-cittadinanza-commento-alla.html).
Per la spiegazione su Scalfari, che nei suoi vigorosi editoriali del 2010 implorava provocatoriamente il ministro Tremonti di far pagare anche a lui e scriveva: “Debbono cioè impostare un piano globale di redistribuzione del reddito da chi più ha a chi meno ha. Lo spostamento può avvenire in vari modi, manovrando soprattutto il fisco (ma non soltanto); sgravando il peso fiscale sui redditi di lavoro dipendente e sulle famiglie e finanziando la redistribuzione con maggior carico tributario sulle rendite, sui patrimoni e sui consumi opulenti” (sulla scandalosa iniquità delle manovre correttive berlusconiane ed in particolare del DL 78/2010, rileggasi, da ultimo, il mio dialogo con @fb0172  in calce a La malafede del banchiere anti-euro http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2016/04/27/la-malafede-del-banchiere-anti-euro/), rinvio a questo mio post:
L’involuzione di Eugenio Scalfari
Integrato da quest’altro post in cui ho esplicitato meglio il mio pensiero:
Ritengo che, da una parte, sia ingenuo confidare nella coscienza e nell’altruismo dei ricchi e dei privilegiati (ci sono, oltre all’esperienza di ciascuno di noi abbia gli occhi e il cervello sufficientemente svegli, le evidenze scientifiche) e, dall’altra, che – giudicando almeno dai numeri – sia ragionevole pensare che l’incendio del 2011 è (apparentemente) domato.
Non a caso ho citato il 2011, quando l’Italia dovette subire l’attacco concentrico della speculazione finanziaria internazionale, innescata dalla vendita da parte della Deutsche Bank dei 7 mld di titoli italiani che aveva in portafoglio [cfr. 1 oppure 2]. A mio avviso, la cartina di tornasole della pericolosità dell’incendio fu che i ricchi (nel caso di specie, l’insieme delle Associazioni delle imprese), in data 30/9/2011, presentarono una proposta di imposta patrimoniale.[*] Non fu la sola, nell’ambito dell’establishment italiano.
Passato il pericolo, grazie all’intervento di Draghi che finalmente si era svegliato, tutti, proprio tutti i ricchi, persino Scalfari, che allora implorava che si riattivassero anche in Italia i vasi comunicanti tassando i ricchi, prima che la casa crollasse loro addosso, se ne sono dimenticati. Se lo rifaranno, solo allora vorrà dire che la casa brucia di nuovo davvero.
Il segnale che la casa Italia brucia davvero


Post collegato:

Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE


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