venerdì 1 luglio 2016

Dialogo con Flavio Pasotti di Gli Stati Generali sulla BCE e su Draghi


Riporto il dialogo tra Flavio Pasotti e me sulla BCE e su Draghi, svoltosi sul quotidiano on-line Gli Stati Generali, in calce a questo suo articolo:

I QUATTRO PILASTRI DEL NOSTRO FUTUROELLA NOSTRA LIBERTÀ
27 giugno 2016

1. à
vincesko  2 giorni fa
Citazione: “l’istituzione europea che ha meglio funzionato in questi anni è stata la BCE”. Fesseria, frutto presumibilmente di ignoranza. “Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCEhttp://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2845674.html  oppure (se in avaria)  http://vincesko.blogspot.com/2016/04/replica-alla-risposta-della-bce-alla.html.

2. à
flavio.pasotti  2 giorni fa
né fesseria né ignoranza. semmai una idea diversa dalla Sua che non definisco né fessa né ignorante. semmai inutile o, come si direbbe oggi, un po' inglese….

3. à
vincesko  2 giorni fa
Di grazia, perché “idea inutile” e, per giunta, “un po’ inglese”? Io sono un europeista convinto da sempre, con qualche dubbio ragionato, ora, avendo letto i Trattati UE, sull’incompletezza dell’assetto UE/Euro/BCE. Nonostante lo strapotere della egoistica ed arrogante Germania sia nella definizione delle regole, sia, soprattutto, nella loro interpretazione ed applicazione, la mia petizione, conseguenza di quell’“idea”, è meno inutile degli inutili appelli. Se non altro perché è oggetto di discussione nell'unico Organismo, anche se dai poteri dimidiati, davvero democratico dell'UE: il Parlamento europeo. Ma Lei – suppongo - ha un po' "deviato" il discorso, perché punto dall'accusa di ignoranza, che purtroppo è un fatto ed è il mio modo strumentale di fissarlo per bene nella memoria dell’interlocutore ignaro, poiché anche dalla Sua replica debbo presumere che Lei, come la quasi totalità degli Europei, inclusi famosi cattedratici, non ha mai letto lo Statuto della BCE, mutuato dai Trattati UE, ormai divenuti molto importanti per la vita e il benessere dei popoli dell’Eurozona. Mi permetto perciò di invitarLa a dedicare un po’ del Suo tempo prezioso a leggere attentamente il mio post allegato sopra ed a ritroso gli altri in esso linkati, in particolare l’Allegato alla petizione, dove, assieme alle motivazioni della petizione, trova riportato lo Statuto, poiché non è facilissimo trovarlo nel sito della BCE. Ardisco pensare che, se lo farà, la Sua non sarà una fatica inutile, poiché forse Le farà un po’ mutare giudizio sulla BCE.

4. à
flavio.pasotti  21 ore fa
No, ignorante va benissimo. Incidentalmente nel passato sono stato per quattro anni vicepresidente dell'Osservatorio Europeo sul mercato unico e per sette anni membro attivo di un organismo codecisionale della Unione prima di dimettermi. Ma può essere che i dettagli normativi mi sfuggano. Non mi sfugge, credo, il quadro politico, come si definiva un tempo, e a questo mi sono attenuto nell'articolo. E non vi è alcun dubbio che, con le cautele sul quadro normativo e il coraggio su quello politico, Mario Draghi abbia interpretato lo spirito europeo meglio di chiunque altro. se non altro perchè si è mosso con una logica non Intergovernativa. Questo mi pare il focus della questione, il resto, mi permetta, è cosa da burocrati.

5. à
vincesko  18 ore fa
Beninteso, siamo tutti ignoranti, io sono il principe degli ignoranti, vengo subito dopo Adriano Celentano… Ma mi permetta di obiettare a ciò che Lei scrive, poiché il tema è fondamentale e c’è una drammatica ignoranza in materia, anche tra i cosiddetti esperti: 1. Lo Statuto della BCE non è un "dettaglio normativo", soprattutto quando viene violato per anni dal suo massimo Organo, il Consiglio direttivo della BCE, sia nell’art. 2-Obiettivi, sia nell’art. 7-Indipendenza. 2. Lei, se ho capito bene, è stato un Alto burocrate o qualcosa del genere, e ce l’ha con i burocrati? O, per meglio dire, ne sottovaluta l’importanza in una struttura oligarchica-burocratica come l’UE, scarsamente democratica e ormai dominata dalla Germania? E, infine, 3. Draghi NON è un politico, ma un Alto burocrate, pagato lautamente da noi, popolo europeo, e tenuto NON a lanciare messaggi politici o addirittura a dare ordini a Organismi politici (vedi, ad esempio, la famosa lettera del 5/8/2011 al Governo italiano, ma le sue “esortazioni” ai politici a fare o a non fare hanno una cadenza quasi mensile, unico caso al mondo tra i governatori di banche centrali), ma all’osservanza del suo Statuto (cioè dei Trattati UE), che gli vieta di prendere ordini, anche se si tratta della Germania, e lo obbliga, in definitiva (Art. 3 del TUE), ANCHE ad adoperarsi “per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale […]”. Se non crede a me, legga al riguardo questo recente articolo che, come si usa dire, cade a fagiolo: The European Central Bank: A Central Bank Operating In A Democratic Void by John Ryan on 24 June 2016 https://www.socialeurope.eu/2016/06/european-central-bank-central-bank-operating-democratic-void/.[*]

[*] Traduzione:
(La Banca centrale europea: una banca centrale che opera in un vuoto democratico
di John Ryan  24 giugno 2016
Dire che l'euro si trova ad affrontare minacce alla propria esistenza non è esagerato. La moneta unica europea è stata salutata fino a non troppo tempo fa come aspirante valuta di riserva globale, seconda solo al dollaro USA. Ma la gestione della zona euro della crisi del debito greco sta mettendo il futuro dell'Euro in questione. La possibilità che la Grecia lasci o sia espulsa dalla zona euro è fin troppo reale. E se la Grecia va, chi può dire che l'Irlanda, il Portogallo e forse anche la Spagna o l'Italia potrebbero seguire?
L'Euro, anche se è 'una moneta senza Stato', è sostenuta da importanti impegni politici e simil- statuali. Che l'euro deve essere salvato a tutti i costi è un imperativo suggerito non solo dal presidente della Bce Mario Draghi, il tecnocrate, ma dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, lo statista. Le elite politiche, in particolare in Germania, hanno puntato la loro eredità sul suo successo.
Ma vi è un disallineamento crescente tra i lati monetari e fiscali del sistema di governo della zona euro e questo ha portato ad una serie di problemi. Il problema principale è che, anche se non possiamo trovare facile vivere con la BCE, non possiamo vivere senza di essa. Eppure, quando guardiamo i programmi di salvataggio greco, è facile concludere che essi hanno fallito. La troika ha imposto l'austerità, che ha portato ad una forte contrazione della produzione e effetti sul benessere altamente negativi. Questo è stato fatto, in un certo senso, per punire la Grecia per la sua dissolutezza piuttosto che servire come un modo per uscire dalla crisi.
La BCE è molto più indipendente rispetto alla Federal Reserve, il cui status giuridico è molto più debole e che è direttamente responsabile verso il Congresso e il governo. La BCE doveva essere come la banca centrale tedesca, la Bundesbank. Tuttavia, non è riuscita ad emulare gli attributi distintivi che hanno reso possibile il successo della Bundesbank, come ad esempio la responsabilità e l'interdipendenza con le altre istituzioni democratiche. Il trattato di Maastricht, che definisce il ruolo della BCE, dice che la BCE ha un mandato primario di mantenere la stabilità dei prezzi. Si dice anche che, 'dove è possibile senza compromettere il mandato di mantenere la stabilità dei prezzi', la BCE sosterrà anche la 'politica economica generale dell'UE', che comprende, tra gli altri, una crescita non inflazionistica e rispettosa dell'ambiente 'e' un elevato livello di occupazione '. Tuttavia, l'enfasi è esplicitamente sulla stabilità dei prezzi. La BCE può giustamente affermare di aver tenuto insieme un sistema mal progettato in circostanze difficili. Ma lo svolgimento della missione è propria responsabilità.
La BCE, infatti, è la banca centrale meno responsabile tra le nazioni avanzate. Non vi è alcun controllo democratico quando la BCE usa maniere forti in azioni politiche che vanno ben al di là di qualsiasi ragionevole interpretazione del suo mandato. Non solo la BCE è schermata dai politici, lo statuto della BCE l’hanno anche messa al di là della portata delle regole democratiche in caso di cattivo comportamento. I politici hanno il controllo finale su una banca centrale attraverso il potere di cambiare il suo statuto e il potere di nominare i governatori. Ad esempio, nel caso della Germania, una maggioranza semplice nel Bundestag può cambiare la legge della Bundesbank. Questa procedura è assente nella zona euro. Lo statuto della BCE può essere modificato solo attraverso la revisione del Trattato di Maastricht, che richiede l'unanimità di tutti gli Stati membri. La BCE oggi sostiene che l'unica istituzione che ha il diritto di limitare il suo potere è la Corte di giustizia europea, che ha un'attiva interpretazione eurofila dei trattati europei. La crisi ha dato al Consiglio direttivo della BCE un aumento del potere che nessun governo nazionale o un'istituzione nazionale è in grado di corrispondere.
Il progetto di integrazione europea non è stato progettato democraticamente, o almeno non nel modo in cui la democrazia è tradizionalmente concepita in termini di collocazione definitiva dell'autorità legislativa nelle mani del popolo o dei loro rappresentanti eletti. Non è nemmeno pensato per essere democraticamente reattivo nel modo in cui il termine è di solito inteso. Qualsiasi deficit democratico che l'UE soffre sembra a molti osservatori che sia stato deliberatamente costruito. Pertanto come potremmo controllare la BCE in futuro? Ha bisogno di essere posta sotto una supervisione più rigorosa e più diretta da parte dei politici democraticamente eletti. Una delle istituzioni che si può mettere davanti al presidente della BCE , il Parlamento europeo, non ispira nessuno a credere che la BCE è ritenuta sotto controllo. Questa stessa indipendenza significa che i governi democratici non hanno ora modo di tenere la BCE responsabile se inizia a violare il suo mandato.
Con quasi profetica intuizione l'economista tedesco ed ex presidente della Bundesbank Karl Otto Pöhl ha scritto nel 1988: "In un'unione monetaria con tassi di cambio fissi in modo irreversibile il debole diventerebbe sempre più debole e il forte sempre più forte. Sperimenteremmo quindi grandi tensioni nell'economia reale dell'Europa ... Al fine di creare una moneta europea, i governi e i parlamenti d'Europa dovrebbero essere pronti a trasferire i diritti di sovranità a un istituto sovranazionale ".
Il cambiamento nella sua missione introdotto dagli Outright Monetary Transactions e dall'espansione del suo programma di allentamento quantitativo per includere titoli societari ha conseguenze politiche profonde. La BCE è diventata più potente della Fed, ma con la supervisione ancora meno democratica. Nelle prime fasi della crisi, la BCE ha esercitato la sua influenza attraverso lettere segrete agli Stati membri in difficoltà, come l'Irlanda e l'Italia, stabilendo le condizioni e implicitamente la minaccia di ritirare il sostegno se non sarebbero state soddisfatte. Ora, la banca esercita il suo potere direttamente e in pubblico).


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