lunedì 14 dicembre 2015

Il governo deve ristorare i risparmiatori delle quattro banche Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e Carife?


Da più parti, vengono rivolte richieste al governo di ristorare i risparmiatori delle quattro piccole banche Banca Marche, Banca Etruria, Carichieti e Carife, salvate con decreto dal governo imputandone il costo agli azionisti e agli obbligazionisti subordinati;[1] e qualcuno accusa Monti di aver rifiutato a suo tempo aiuti dall’UE, il che avrebbe causato la crisi delle banche italiane.

Faccio alcune osservazioni, per ristabilire la verità dei fatti e come promemoria per gli ignari e gli smemorati.

1. Io sono – diciamo così - antimontiano, ma rilevo che Berlusconi, prima di Monti, ha rifiutato l’aiuto dell’UE, della BCE e del FMI (la famigerata troika) per non mettere l’Italia sotto tutela; e ben più di Monti, in un equivalente lasso di tempo (un anno e mezzo), ha, in maniera molto più iniqua, messo tasse e tagliato spese per risanare i conti pubblici (le banche italiane erano a posto) attingendo le enormi risorse dall’interno del Paese.
Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld;
Totale 329,5 mld. [2]
2. Il problema, quindi, è nato non nel 2012, ma nel 2010 (v. punto 1).
3. Le banche italiane non hanno chiesto aiuto, poiché dicevano che erano a posto, ed è vero soprattutto per quanto riguarda l’esposizione verso i titoli derivati tossici, che hanno invece colpito pesantemente le banche estere piccole e grandi, salvate dai rispettivi Paesi aumentando il debito pubblico; alcune, ad esempio la Deutsche Bank, pare abbiano ancora in corpo notevoli ammontari di tali titoli derivati;[3] ed è vero che le banche estere salvate anche con i nostri soldi, tramite il fondo salva-Stati, hanno speculato contro l’Italia (titoli pubblici) o finanziato scalate di aziende italiane (vedi, ad esempio, le banche spagnole, beneficiarie di una cinquantina di mld del MES (di cui il 17% dell'Italia), nella scalata da parte della spagnola Telefonica della nostra Telecom);[4] le difficoltà delle banche italiane si sono accumulate nel corso di ben sette anni di crisi economica (vedi le considerazioni conclusive).
4. I prestiti del MES sono a titolo oneroso, sui quali vengono pagati e riscossi interessi a beneficio degli Stati, in ragione delle rispettive quote di partecipazione al capitale del MES (Italia 17% circa).
5. Non avevamo e non abbiamo bisogno di prestiti dall’UE, subendone ancor più la tutela ordo-liberista di deflazione dei salari e dei diritti sindacali, l’Italia è piena di soldi dei ricchi: quasi 5.000 mld di beni immobiliari, distribuiti su una platea vasta (anche se in valore “il 59 per cento è detenuto dal 20 per cento delle famiglie più abbienti”), e 3.850 mld di attività finanziarie, molto più concentrate.[5]

Considerazioni conclusive
Rimborsare i risparmiatori delle quattro piccole banche? Dobbiamo essere solidali con loro? Francamente, io ho qualche remora, poiché mi chiedo dov’erano i risparmiatori… al 7% delle quattro banche quando è cominciato l’attuale ambaradan, nel 2010, dopo la crisi del debito greco, e in Italia si sono succedute, in un anno e mezzo, ad opera del governo Berlusconi-Tremonti, manovre correttive per un importo cumulato di oltre 250 mld, addossate molto iniquamente, in grandissima parte, sui ceti medio (una parte) e basso, e perfino sui poveri, col taglio feroce della spesa sociale dei Comuni e delle Regioni.[2] Ed i ricchi e i benestanti, inclusi forse pochi o tanti dei risparmiatori delle quattro banche ora salvate, manco se ne sono accorti o hanno fatto finta di niente o hanno successivamente preteso e ottenuto indietro (qualcuno ha chiesto anche gli interessi!) il contributo di solidarietà sui redditi e le pensioni elevati, ma con leggi e in tempi diversi, prima sui pubblici e poi sui privati – presumibilmente apposta congegnato male, come fu fatto notare - dichiarato poi incostituzionale.
Poi è arrivato il governo Monti e ne ha varate altre due, di manovre correttive, per un importo cumulato di 63 mld, ed ha cercato di farlo in modo più equo, ed allora i ricchi e i benestanti, inclusi forse quasi tutti i risparmiatori delle quattro banche ora salvate, hanno cominciato, prima a lamentarsi (lo sport nazionale più diffuso)[6] e poi a strepitare chiamando in aiuto i loro potenti santi protettori politici (Berlusconi e simili), perché Monti ha ripristinato l’IMU sulla casa principale (un gravame medio annuo di ben 225€ e l’80% ha pagato meno di 400€!),[7] introdotto una patrimonialina sui depositi e una tassa sulle transazioni finanziarie (TTF) molto annacquata.

Non confondiamo gli effetti con le cause. Sono state queste manovre fatte in gran parte di misure strutturali, vale a dire permanenti, inique (segnatamente quelle del governo Berlusconi-Tremonti-Bossi-Sacconi) e perciò recessive, unitamente alla quasi latitanza della BCE per 3 anni, violando il proprio statuto (art. 2), e all’ostinazione dell’UE a trazione tedesca votata all’ossimorica e nefasta austerità espansiva di impedire politiche economiche anticicliche,[8] a trasformare la crisi economica italiana (e non solo) in depressione economica, distruggendo il 25% del tessuto industriale italiano e le condizioni per erogare credito bancario. In più, per le quattro banche, c’è stata una gestione a dir poco dissennata (vedi l’articolo dettagliato e illuminante di Alberto Statera). E gli stessi risparmiatori, che lucravano interessi elevati, non potevano tutti ignorare, come ora affermano, che a interessi elevati corrisponde un livello di rischio elevato: nel mercato capitalistico nessuno regala niente.

Mi chiedo perciò sommessamente da qual pulpito arrivano oggi le prediche dei risparmiatori e loro santi in Paradiso o difensori d’ufficio, che parlano di egoismo e di solidarietà e chiedono l’intervento pubblico.


[1] Salvataggio Banca Marche, Popolare Etruria, Carichieti e Carife
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2840869.html oppure (se in avaria) 
http://vincesko.blogspot.com/2015/11/salvataggio-banca-marche-popolare.html

[2] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti

[3] La Deutsche Bank è piena di derivati: l’Europa dorme?
L'istituto teutonico ne ha per 54.700 miliardi di euro, pari a venti volte il Pil tedesco e cinque volte quello dell'eurozona. Come ha fatto ha passare così brillantemente gli stress test della Banca Centrale Europea?
di Federico Fornaro
26 Ottobre 2015

Indicatori monetari e finanziari
La ricchezza delle famiglie italiane Anno 2013
Nuova serie Anno XXIV - Numero 69 - 16 Dicembre 2014

Supplementi al Bollettino Statistico
Indagini campionarie
I bilanci delle famiglie italiane nell’anno 2014
Nuova serie Anno XXV - 3 Dicembre 2015 Numero 64

[6] In Italia, Paese femmina, la lamentela non è peccato

[7] I dati consuntivi del MEF confermano il piagnisteo per l’IMU

[8] Sono l’Ue e la Bce a non rispettare i trattati europei


Articolo collegato:

Renzi aveva iniziato da PdC facendo la voce grossa contro l’Unione Europea, poi, forse “addomesticato” dal burocrate prudente Padoan, si è ritirato in buon ordine. Ha ripreso da un po’ di tempo a criticarla di nuovo: a parole, perché nei fatti si arrende troppo facilmente. Come in quest’ultimo caso del decreto salva-banche. Anche io, da profano, mi ero chiesto perché l'UE considerasse i fondi del Fondo interbancario aiuti di Stato.

Il caso-Boschi scuote il Partito Democratico, Mucchetti attacca: “Il padre dovrebbe rispondere”
14 dicembre 2015
“Mi ha colpito, invece, che non siano state ricapitalizzate attraverso il Fondo interbancario di garanzia dei depositi solo perché la Direzione Ue per la Concorrenza ha espresso un orientamento contrario. A suo dire il Fondo avrebbe natura pubblica, e dunque il suo intervento costituirebbe aiuto di Stato, perché istituito per legge e con un esponente della Banca d’Italia in consiglio. Un po’ poco ove si consideri che i quattrini del fondo li mettono le banche”.
Per Mucchetti – aggiunge l’Ansa – l’Italia avrebbe dovuto “tirare diritto, lasciar formalizzare l’orientamento e, ove fosse, impugnarlo. Il Lussemburgo si è difeso sul tax ruling e ha subito impugnato la procedura d’infrazione. E invece, meno coraggiosi del Granducato, abbiamo colpito, oltre agli azionisti com’era nell’ordine delle cose, anche gli obbligazionisti subordinati, che rappresenta la novità, discutibile, delle nuove regole di risoluzione”.
http://www.italiaora.net/il-caso-boschi-scuote-il-partito-democratico-mucchetti-attacca-il-padre-dovrebbe-rispondere/


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