lunedì 21 dicembre 2015

Maria Elena Boschi, analisi di una ministra mezza bugiarda


Banca Etruria, Boschi: ‘Mio padre eletto in cda nel 2014′. Si e M5S: ‘Mente, dal 2011′
Polemica per le parole del ministro per le Riforme in occasione della discussione della mozione di sfiducia contro di lei a Montecitorio. Sinistra Italiana e il Movimento 5 Stelle: "Ha mentito spudoratamente, siamo esterrefatti"
di F. Q. | 18 dicembre 2015

Non guardo la tv da anni,[1] tranne qualcosa via computer per tenermi aggiornato sulla politica, per cui non ho mai visto quelle trasmissioni statunitensi seriali che affrontano il tema della menzogna.
A chi obietta sulla validità delle metodiche che esaminano dettagli apparentemente insignificanti, contrappongo le teorie di Freud (per dire una persona intelligente), che ha analizzato i lapsus e le dimenticanze.[2]
In generale, ho notato che le persone intelligenti (in senso etimologico) analizzano soprattutto i dettagli, per capire prima e meglio; gli stupidi manco li guardano, i dettagli.
Della Boschi, mi colpisce soprattutto la voce (non mi riferisco all’accento toscano): è illuminante. Come per tutti, beninteso.[3]

Solo per la... verità dei fatti. Premetto che ho constatato da parecchio tempo che la ministra Boschi (ma è un “peccato” che commettono in tanti, in TUTTI i partiti, inclusi M5S e PD[4], massimamente gli ex fascisti, un campione in tal senso è La Russa) è incline a dire mezze verità, che, secondo un saggio proverbio ebraico, equivalgono a bugie intere.
E sto parlando solo di mezze verità e non di bugie intere come, per fare i due nomi più famosi in campo politico, inclinano abitualmente a dire Berlusconi e Renzi, due contaballe compulsivi.
Nella scorsa puntata della trasmissione de La7 "Piazza pulita",[5] il solito esperto, che interviene verso la fine e analizza il comportamento non verbale per dedurne se una persona ha detto o non la verità, ha esaminato una dichiarazione della ministra Boschi, ricavando da un quasi impercettibile movimento della sua faccia che stava mentendo.
Talmente impercettibile, che il conduttore Formigli ha dichiarato che, per la prima volta, non l'aveva convinto. Ed ha chiesto di rivederlo. L'han fatto, ed effettivamente nel proferire le parole riguardanti suo padre la Boschi "stirava" la zona vicino alla bocca; poi l'esperto ha spiegato che, come d'abitudine, aveva impiegato parecchio tempo ad esaminare attentamente e al rallentatore il comportamento non verbale della ministra.
Ciò che però mi ha colpito, e che è sfuggito all'esperto, a Formigli e, credo, a tutti, è che la ministra Boschi ha dichiarato testualmente: "Mio padre è stato membro e Vice Presidente del Consiglio di amministrazione per 8 (otto) mesi, dal maggio al febbraio". Che è un'evidente mezza verità, poiché tra maggio e febbraio intercorrono 10 mesi, o almeno 9, certamente non otto.

PS: Non ho preso in esame la dichiarazione della ministra Boschi che suo padre è entrato nel Consiglio di amministrazione della Banca Etruria nel 2014 e non nel 2011, poiché questa è una palese bugia intera. O una dimenticanza, in senso freudiano.[2]

[1] La mitridatizzazione televisiva

[2] Lapsus e dimenticanze

[3] A nuda voce. Vocalità, inconscio, sessualità
Laura Pigozzi (2008)
"La voce - ricorda Lacan - è il vettore dell'esperienza più prossimo all'inconscio" (43). Come possiamo pensare alla soggettività, ossia a ciò che fa nodo nella pratica clinica, senza l'uditivo, senza cioè prestare ascolto alla voce, al suo timbro o alla sua grana? "E' la voce e non solo il linguaggio, ad aprire l'accesso all'inconscio".

Laura Pigozzi
A NUDA VOCE Vocalità, inconscio, sessualità
Anche un’altra ragione porta la psicanalisi verso una riflessione sulla voce: essa riguarda la relazione profonda che la voce intrattiene con la sfera della sessualità.

La voce. Uno studio psicoanalitico
Gilda Sabsay Foks
Dimmi con che voce parli e ti dirò chi sei

Aspetti simbolici nell’uso della voce

LA QUALITÀ DELLA VOCE
Antonio Romano (coord.), Ugo Cesari, Michele Mignano, Oskar Schindler, Irene Vernero
La voce può essere intesa tuttavia non solo come mero strumento di espressione linguistica, ma come fulcro vitale di numerose attività e stati umani; non solo come strumento di comunicazione o di più sofisticata espressione intellettuale e artistica, ma come elemento di caratterizzazione personale e del proprio stato bio-psicologico, come connotato dell’identità individuale, come “simbolo di sé”.

[4] PD, metamorfosi incipiente di un partito

Lettera a Sandro Gozi



Appendice

Riporto uno stralcio della corrispondenza intercorsa quattro anni fa tra il senatore Pietro Ichino e me, incentrato sulla comunicazione e sul ruolo della voce.

3. Che cosa ne ho ricavato: a) leggendoLa ed ascoltandoLa, fui colpito - positivamente – dalla preparazione, competenza, capacità argomentativa, franchezza, coraggio; negativamente, dalla voce: insieme, strumento fondamentale di comunicazione e spia infallibile sia della personalità che dei sentimenti più riposti. Si può dire: dimmi che voce hai e ti dirò chi sei. Mi venne allora, il desiderio di scriverLe al riguardo. Purtroppo, non trovo on-line un ottimo articolo esplicativo su Repubblica Salute “Esercizi di voce”, allora allego questi link appena trovati: http://canali.kataweb.it/salute/2010/03/31/per-la-voce-o-per-le-dita-la-terapia-si-fa-nella-spa/ soprattutto questo: http://www.romolocalandruccio.com/Allegaticoro/Rieducazione_voce_Esercizi.pdf : b) Dallo scambio di e-mail, mi pare emerga la conferma della sua scarsa capacità comunicativa ed empatica nel rapporto diretto (non giustificata dalla modalità usata): vedi la comparazione tra i rispettivi “incipit” (il "caro" l'ho usato apposta) e chiuse; e, soprattutto (Freud docet), il dettaglio che nel Suo ultimo quesito Lei ha “omesso” la parola “empatia”, spia evidente che è su questo aspetto che dovrebbe lavorare, ancorché comprensibilmente scomodo per un giuslavorista… riformista.
4. Suggerimenti conclusivi: è un peccato che il Suo ottimo lavoro e le Sue indubbie capacità debbano scontare poi un deficit di efficacia e di – aggiungo – equità, se non altro percepita, a causa della scarsa capacità comunicativa ed empatica, ed allora: 1. poiché il Placebo di Peter recita: “Un grammo di immagine vale più di un chilo di fatti”, sarebbe utile la frequentazione sia di un breve corso di scienza della comunicazione, adattato alla natura dell'italiano medio, che in stragrande maggioranza si ferma all'apparenza e s'informa alla tv; sia di un buon corso di esercizi della voce, allargati alla struttura corporea e muscolare per sciogliere le rigidità; 2. per accrescere la capacità empatica, dovrebbe risalire alla causa determinante, che è sempre collocabile cronologicamente nell’infanzia ed al rapporto con la figura educativa prevalente (per avere qualche cenno a questo riguardo, potrebbe dare un’occhiata, fino in fondo, al mio lungo ‘post’ riportato nella nota 18 della Lettera, nel quale racconto la mia esperienza http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html ).
Cordiali saluti
PS: più tardi andrò a leggere - se c'è - la voce di Wikipedia che La riguarda.

Da: Carteggio tra il Sen. Pietro Ichino e me


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