Mi
pare che, nelle intenzioni dei proponenti, i Minibot1
dovrebbero sopperire alla mancanza di liquidità, alternativa a quella
acquisibile attraverso l’emissione di debito pubblico. Oltre a finanziare
indirettamente la crescita, obiettivo per me condivisibile. Non menziono, se
non ora incidentalmente, l’obiettivo occulto, l’uscita dall’Euro, che già,
peraltro, almeno in parte, è scontata dall’attuale livello dei tassi dei titoli
pubblici italiani, maggiori di quelli spagnoli e portoghesi, nonché, per i BTP a 5 anni,
di quello greco.
Secondo i proponenti non si tratta di una
moneta a corso legale (cioè forzoso), ma una sorta di “quasi moneta” a base
fiduciaria emessa (e garantita) dallo Stato per pagare i debiti della PA, e che
poi potrà essere utilizzata, sempre su base volontaria, per il pagamento delle
tasse (e, nella proposta originaria della Lega Nord, carburanti e altro).
Il presidente della BCE Draghi2
ritiene che o è una moneta, e quindi illegale (poiché soltanto la BCE può
emettere moneta3), o debito aggiuntivo.
Evidenzio che, in questi casi
(interpretazione dei Trattati), non decide né la BCE né il Governo italiano, ma
la Corte di Giustizia Europea, previo ricorso.
I debiti commerciali della PA, come dice
la parola stessa, sono debiti, inscritti nel bilancio di competenza, ma non
entrano nel debito pubblico finché non vengono inscritti nel bilancio di cassa
e pagati, emettendo titoli pubblici, e quindi aumentando il debito pubblico.
Con tutto quel che ne consegue: aumento del rapporto debito/Pil, con probabili
effetti sullo spread BTP-Bund e il rischio quasi certo di una seconda procedura
di infrazione, o un aggravamento di quella già attivata dalla Commissione Europea4, visti i pessimi rapporti del Governo gialloverde con l’Unione
Europea, che, dopo le ultime elezioni europee, continuerà ad essere governata
da una coalizione di centro-sinistra.
Uno dei sostenitori dei Minibot, Nino
Galloni, ha affermato, tra l’altro, che “Se [lo Stato, ndr] avrà un -X (di
euro) dal pagamento delle tasse, a saldo non cambierà nulla. Quindi non è che
lo Stato si indebita di più perché riceve meno tasse in euro, essendo stato
pagato il suo credito in minibot. Si è semplicemente regolata, parzialmente, la
problematica della liquidità”.5
No, a me pare che se
e quando i Minibot saranno utilizzati per pagare tasse causeranno un buco nelle
entrate fiscali, che dovrà essere coperto o da un aumento del deficit (e perciò
del debito) o da tagli di spesa o da tasse aggiuntive, per niente oppure in
tutto o in parte (grazie al moltiplicatore) correlate a un incremento del reddito attivato
dai Minibot. Quindi, i Minibot non eliminano
interamente l’aumento formale del debito pubblico.
E’
ragionevole ipotizzare la nascita di un mercato dei Minibot, la cui quotazione
dipenderà, oltre che dalla garanzia dello Stato, dalla fiducia che ispirerà questo strumento.
Osservo, infine,
che finora, per i debiti pregressi della PA,
si sono pagati 45 mld6 emettendo titoli pubblici, previo
accordo con la Commissione Europea.
Nel periodo in cui è avvenuto, i rapporti
periodici del Governo italiano alla Commissione Europea esponevano il
debito pubblico in tre voci: (i) debito pubblico complessivo; (ii) sostegni ai
Paesi in difficoltà; e (iii) pagamenti debiti pregressi PA, dando luogo a tre
distinti rapporti debito/Pil, uno ponendo al numeratore il valore del debito
complessivo, un altro sottraendo dal debito complessivo il valore dei sostegni,
e il terzo, sottraendo anche i pagamenti debiti pregressi PA. Nel DEF 2019, sono
stati scorporati soltanto i sostegni.7
Pertanto, l’alternativa ai Minibot è
continuare come si è fatto finora concordando con la Commissione Europea la
procedura.
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Note
[1]
Cosa sono i minibot e perché se ne parla
Pubblicato
il: 07/06/2019
di Federica
Mochi
[3] GALLONI A DRAGHI: I MINIBOT NON SONO
NÉ VALUTA NÉ DEBITO
[4] La
Commissione Europea raccomanda contro l’Italia la procedura d’infrazione per
debito eccessivo
https://vincesko.blogspot.com/2019/06/la-commissione-europea-raccomanda.html
https://vincesko.blogspot.com/2019/06/la-commissione-europea-raccomanda.html
[5] Articolo 16 Banconote Conformemente
all'articolo 128, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione
europea, il consiglio direttivo ha il diritto esclusivo di autorizzare
l'emissione di banconote in euro all'interno dell'Unione. La BCE e le banche
centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla BCE e
dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso
legale nell'Unione. La BCE rispetta per quanto possibile la prassi esistente in
materia di emissione e di progettazione di banconote.
[6] Debiti della PA - Aggiornamento del 10
luglio 2017
[7] DEF 2019 http://www.mef.gov.it/inevidenza/article_0399.html
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