Pubblico la lettera che ho inviato quattro
giorni fa ai Senatori Mario Monti e Matteo Renzi dopo aver letto le notizie di
stampa sulla loro diatriba sulle misure varate e la colpa della recessione. Ad
oggi non ho ricevuto alcuna risposta.
Lettera ai Senatori Mario
Monti e Matteo Renzi sulle loro notizie false su chi ha causato la recessione
Da: v
18/6/2019 15:15
A mario.monti@senato.it, matteo.renzi@senato.it e altri 48+650
ALLA C.A. DEI
SENATORI MARIO MONTI E MATTEO RENZI
CC: PARLAMENTARI, MEDIA,
UNIVERSITA’, ALTRI
Egr. Sen. Monti, Egr. Sen. Renzi,
Apprendo dalle
notizie di stampa le Vostre accuse reciproche su chi abbia varato le misure
peggiori e causato la recessione.
Francamente,
permettetemi di osservare che la Vostra mi sembra una
bella gara di ignoranza dei dati e delle correlazioni.
Infatti, anche Voi, come quasi tutti, ignorate che la depressione economica
italiana è stata (in buona parte) causata dal governo
Berlusconi-Bossi-Tremonti-Fini e di conseguenza non
potete capire appieno né le responsabilità né i nessi causali.
Traggo
dal capitolo 1 del mio libro “LE TRE PIU’ GRANDI
BUFALE DEL XXI SECOLO”, le cui fonti
sono Il Sole 24 ore, la CGIA di
Mestre, l’ISTAT e i dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati (o del
Senato) e dove sono riportati un centinaio di esempi davvero clamorosi di vittime
della Prima o della Seconda o della Terza Più Grande Bufala:
Riepilogo
delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti
63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
Come potete
facilmente dedurre, detto sinteticamente in linguaggio calcistico, Berlusconi
ha battuto Monti per 4 a 1 (ancor di più in termini di iniquità).
E, come risulta
dalla tabella n. 3, il grosso si concentrò dal maggio 2010 (dopo la crisi del
debito greco, secondo Romano Prodi gestita malissimo, per colpa soprattutto
della Germania) al dicembre 2011.
Tabella n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate dal 2010 al
2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL
201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/2011
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel triennio 2012-14 sono compensate da
minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del Servizio Studi della Camera o del
Senato)
Tali manovre furono in
buona parte imposte dalla Commissione Europea e dalla BCE (v. la famosa,
irrituale, abnorme lettera del 5.8.2011, con prescrizioni dettagliate in
contropartita dell’acquisto di titoli di Stato nell’ambito del programma SMP
per raffreddare lo spread, ma del
tutto insufficienti). Dai dati dei Servizi Studi del Parlamento si ricava che
il Governo Berlusconi ha dovuto varare in poco più di un anno manovre per ben 209
mld cumulati per il triennio o quadriennio successivo (ma le misure strutturali
vigono tuttora), mentre il Governo Monti ne ha varato per “appena” 63 mld
cumulati.
A questo,
aggiungo che quasi nessuno sa che la riforma delle pensioni SACCONI,
votata dal centrodestra nel 2010 e 2011, inclusa la Lega Nord, è molto più
severa della riforma Fornero.
In
particolare, sono ascrivibili alla riforma Sacconi (anche se vengono attribuiti
erroneamente alla riforma Fornero praticamente da tutti, inclusi gli esperti,
docenti universitari e, talvolta, Istituzioni come RGS, INPS e UPB) il
pensionamento di vecchiaia a 67 anni e l’adeguamento dell’età di pensionamento
all’aspettativa di vita, nonché il doppio del risparmio al 2060 rispetto alla
riforma Fornero.
Poi la
potentissima propaganda berlusconiana e del centrodestra ha addossato tutta la
colpa sui cattivissimi Monti e Fornero - che hanno contribuito con le loro oggettive
millanterie - e alimentato due BUFALE che hanno fatto in Italia 60 milioni di
vittime, oltre all’estero.
Il Governo
Monti fu molto più equo del Governo Berlusconi (v. IMU, patrimonialina sui
depositi, TTF, oltre alla modifica della clausola di salvaguardia tremontiana
recata dal DL 98/2011, mentre il Governo Berlusconi addirittura tagliò, anche,
dell’87% la spesa sociale dei Comuni e delle Regioni destinata ai poveri). Uno
dei meriti maggiori del Governo Monti fu la reintroduzione dell’IMU sulla casa
principale (4 mld), che per due terzi fu pagata dai ricchi e dai benestanti ed
il cui costo consuntivo pro capite smentì il piagnisteo generale (secondo
il MEF, 225€ il gravame medio annuo e l’85% dei contribuenti ha pagato meno di
400€).
Gli esodati, frutto
soprattutto di un errore di stima della burocrazia (RGS e INPS) e di carenze
nella rilevazione degli accordi di uscita dal lavoro, dopo l’ottava
salvaguardia (le maglie sono state man mano ampliate), sono stati 153.389,
di cui 10.000 sono di SACCONI (L. 122/2010, art. 12, comma 6), ma vengono
anch’essi attribuiti a Fornero.
Anche
l’accettazione del fiscal
compact, contrariamente a ciò che generalmente si sostiene, non è opera di
Monti ma di Berlusconi, che lo negoziò e lo sottoscrisse nel Consiglio
europeo del 24 e 25 marzo 2011. Infatti, il relativo DdL
costituzionale fu presentato dal governo Berlusconi nel mese di settembre 2011.
Poi votato
e introdotto in Costituzione nel 2012 durante il governo Monti, col voto
favorevole di PDL, PD, Scelta Civica e Lega Nord.
Una delle colpe maggiori del Governo
Renzi fu la completa abolizione dell’IMU sulla casa principale (le c.d.
case di lusso, sempre sbandierate dagli abolizionisti come esempio di equità, in
una prima versione della legge anch’esse esenti!, erano appena 74.430
su un totale di 34.435.196), che causò un buco di bilancio coperto dalla
fiscalità generale e quindi anche dagli affittuari a basso reddito. Esempio
preclaro di come dare ai ricchi togliendo ai poveri, in
barba al principio contenuto nell’art. 53 della
Costituzione. E’ importante anche rilevare che le famiglie in casa di
proprietà non sono né il 90 né l’80% - come in generale si sostiene - ma il 73%
ed in alcune Regioni (come la Campania) intorno al 60%; e che gli alloggi
pubblici popolari e ultrapopolari censiti dall’Agenzia delle Entrate, spesso
fatiscenti, sono appena 589.969,
pari all’1,7 per cento del totale degli immobili residenziali, contro il 10,
20, 30 per cento di altri Paesi UE; tale numero si è dimezzato rispetto a dieci
anni fa, a seguito della loro vendita. Poi ci si scandalizza della guerra tra
poveri dell’occupazione abusiva delle case popolari, mentre bisognerebbe
scandalizzarsi per l’estrema penuria di alloggi pubblici e sollecitare vigorosamente
un corposo piano pluriennale di case popolari di qualità, da finanziare in
parte con la reintroduzione dell’imposta sulla casa principale, in particolare
dei ricchi e dei benestanti (2,7 miliardi).
Il Governo
Renzi ha potuto beneficiare del mastodontico risanamento dei conti pubblici
operato nella XVI legislatura (anche grazie alle due severe riforme delle
pensioni SACCONI e Fornero), che ha anche contribuito a rendere possibile una
politica monetaria finalmente espansiva da parte della BCE (che per anni
aveva violato il proprio statuto), con un effetto positivo sui tassi
d’interesse e la correlata spesa per interessi, scesa in media di 15 mld annui
rispetto al picco di 86 mld del 2012.
Spero di esserVi
stato utile.
Cordiali saluti,
V.
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