Pubblico la lettera che ho inviato
quattro giorni fa al Prof. Sergio Fabbrini, editorialista del Sole 24 ore, sulle sue notizie false sul
Governo Monti, che egli prende a base per spiegare il successo elettorale dei “sovranisti”
Lega Nord e M5S. Ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera al Prof. Sergio Fabbrini sulle sue notizie false in un
articolo su "Il Sole 24 ore".
Da: v
25/3/2019 14:50
A: sfabbrini@luiss.it Copia fabio.tamburini@ilsole24ore.com e altri 47+199
ALLA
C.A. DEL PROF. SERGIO FABBRINI
P.C.
DIRETTORE DE IL SOLE 24 ORE E ALTRI MEDIA
Egr.
Prof. Fabbrini,
Traggo da:
Tra promesse e realtà un anno dopo il cambiamento
«Le elezioni del 4 marzo 2018 sono state l’equivalente di
un sommovimento sociale. Esse hanno registrato il successo delle due forze
politiche (Cinque Stelle e Lega) che avevano dato voce al malessere diffuso nel
Paese. Un malessere cresciuto costantemente dal novembre 2011, quando il
governo politico in carica (il governo Berlusconi) fu sostituito da un governo
tecnico (il governo Monti). È in quel passaggio storico che vanno cercate le
ragioni della convergenza tra le due forze politiche che sono oggi al governo.
Esse furono le uniche ad opporsi al governo Monti (da dentro e da fuori il
Parlamento) e all’idea che l’Italia doveva sottostare alle regole di bilancio
che tengono insieme l’Eurozona. Dietro la rivoluzione del 4 marzo c’è una
contrastata (e finora irrisolta) relazione tra l’Italia e l’Europa integrata.
Se non si capisce questo problema strutturale, non si potrà venire a capo del
malessere italiano. Vediamo meglio.
Il governo Monti fu necessario per salvare l’Italia da un
possibile default finanziario.
Quel governo si impose perché la discrasia tra la struttura
del bilancio pubblico italiano e la struttura della regolamentazione
dell’Eurozona non era più gestibile.
Occorreva introdurre (in gran fretta) riforme strutturali
(a cominciare da quella del sistema pensionistico) che riportassero l’andamento
della spesa pubblica entro un orizzonte di compatibilità con le regole
dell’Eurozona.
Tuttavia, le riforme strutturali producono benefici nel
medio periodo, mentre i costi sociali da esse generati sono immediatamente
percepiti. Di qui l’ascesa elettorale dei Cinque Stelle e della Lega. Nel marzo
scorso, esse hanno dato rappresentanza proprio a coloro che avevano sostenuto
quei costi (o che temevano che li avrebbero sostenuti). Una rappresentanza
legittimata dal fatto che esse avevano di già contrastato il ritorno, con il
governo Monti, alla politica del sentiero stretto.»
Deduco da ciò che ha scritto nel Suo
editoriale del 4 marzo 2019 che anche Lei è vittima – come quasi 60 milioni di
Italiani, ivi incluso l’ex direttore de Il
Sole 24 ore Roberto Napoletano (v. il suo ultimo libro “Il cigno nero e il
cavaliere bianco ), talvolta Il
Sole 24 ore, ministri, parlamentari, nonché quasi tutti i docenti
universitari di Economia o di Lavoro e Previdenza – della Prima e della Seconda
Più Grande Bufala del XXI Secolo.
Infatti, da
sette anni, per colpa anche dei media - fuorviati da informazioni spesso errate
o, in piccola parte (coloro che conoscono i dati sono pochissimi), volutamente
false – è stato completamente obliterato il nome del governo Berlusconi,
alimentando la BUFALA sesquipedale che il mastodontico consolidamento fiscale e
la conseguente recessione li abbia deciso o causato Monti; analogamente succede
da cinque anni per la riforma delle pensioni Fornero, alla quale vengono
erroneamente attribuite misure importanti della ben più severa riforma Sacconi.
Vediamo nell’ordine.
Prima
Più Grande Bufala
Riporto le CIFRE relative alle manovre
della XVI legislatura:
Riepilogo delle
manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo
Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti
63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld
(100,0%).
Le cifre. Le manovre
correttive, dopo la crisi greca, sono state: • 2010, DL 78/2010 di 24,9 mld; •
2011 (a parte la legge di stabilità 2011), due del governo Berlusconi-Tremonti
(DL 98/2011 e DL 138/2011, 80+60 mld), (con la scopertura di
15 mld, http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-07-07/oggi-garantiti-formalmente-miliardi-063705_PRN.shtml)
che Tremonti si riprometteva di coprire, la cosiddetta clausola di
salvaguardia, con la delega fiscale, cosa che ha poi dovuto fare Monti
aumentando l’IVA, piuttosto che confermare il taglio delle agevolazioni
fiscali-assistenziali, e una del governo Monti (DL 201/2011, c.d. decreto
salva-Italia), che cifra 32 mld “lordi” (10 sono stati “restituiti” in sussidi
e incentivi); • 2012, DL 95/2012 di circa 20 mld.
Quindi
in totale esse assommano, rispettivamente: - Governo Berlusconi: 25+80+60 =
tot. 165 mld; - Governo Monti: 22+20 = tot. 42 mld.
Se
si considerano gli effetti cumulati da inizio legislatura (fonte: Il Sole
24 ore), sono: - Governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld; - Governo Monti
63,2 mld. Totale 329,5 mld.
Vale
a dire, per i sacrifici imposti agli Italiani e gli effetti recessivi, detto
sinteticamente in linguaggio calcistico, Berlusconi ha battuto Monti 4
a 1. Per l’iniquità e le variabili extra-tecnico-contabili (immagine,
scandali e cattivo rapporto con i partner europei, che incisero sul rating
dell’Italia, al di là dei fondamentali macroeconomici), è stato anche peggio.
Le fonti da me utilizzate sono state:
Il
Sole 24 ore Quattro anni di manovre: fisco
pigliatutto
Gianni Trovati 15 luglio 2012
(qui la
tabella riepilogativa https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIMk6K3QAsghC88FaAmmHnesAXuFQQQdL66mPZit03qQSM1G67RLdMwr2KGvoVxaIz4hyH_OzvDFmU0Gtd8NI6yOFZQ5PoYgyYMRlaDtXNRPi8U_dN7YQ9crctpKANK9l6Rgd5Zan3qHVx/s1600/cgia.jpg)
Servizio Studi della Camera dei Deputati.
Sulla
base dei dati di quest’ultimo, ho elaborato questa tabella relativa alle
principali cinque manovre correttive, molte delle cui misure sono strutturali e
quindi permanenti.[1]
Tabella
n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate dal 2010 al 2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011
e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL 78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/201 1
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel
triennio 2012-14 sono compensate da minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del
Servizio Studi della Camera o del Senato)
Da essa, si evince che:
(i) gli importi e i tempi di attuazione furono
imposti dai veri e propri diktat dell’UE e della lettera del 5/8/2011 della BCE
al governo Berlusconi, costretto poi a dimettersi[1]), sostituito da Monti, che subentra a Berlusconi
all’esito di un complotto sui generis orchestrato
su input iniziale di Sarkozy-Merkel;[1]
(ii) nel quadriennio 2011-14 (nonché
successivamente), impattarono sia le due manovre del governo Monti, sia le tre
varate in precedenza dal governo Berlusconi, per un totale (esclusa la legge di
stabilità 2011, che nel 2012 impatta per 2,8 mld[2]) di 273.083
milioni, di cui Berlusconi 209.443 mln (76,7%) e Monti 63.640 mln (23,3%).[1]
Seconda Più
Grande Bufala
Per quanto riguarda la riforma delle
pensioni, rinvio all’analisi dettagliata che ho fatto nel mio
libro.[1] Qui mi limito a tre aspetti.
Il primo: è importante osservare che l’aumento dell’età di
pensionamento sia di vecchiaia (da 65 a 66 anni) che di anzianità (da 40 a 41
anni e 3 mesi) – oltre all’adeguamento all’aspettativa di vita - viene di
solito erroneamente attribuito alla riforma Fornero e non alla riforma Sacconi,
come lamenta la stessa professoressa Fornero nel suo ultimo libro.
Ma la colpa è della formulazione insufficiente e poco chiara della
legge Fornero, che ha abolito la “finestra” mobile (con il comma 5) e
contestualmente aumentato l’età base (rispettivamente, con il comma 6, lettere c
e d, e con il comma 10 dell’art. 24 della L. 214/2011), senza però
evidenziarne il legame, il che ha tratto in inganno tutti, perfino il Servizio
Studi della Camera nell’immediatezza del varo della riforma Fornero (cfr.
dossier L. 214/2011), RGS (cfr. NADEF 2018, pag. 61) e professori di Lavoro e Previdenza.
Il secondo: il
metodo contributivo è stato deciso dalla riforma Dini (Legge 8.8.1995, n. 335): (i) interamente
retributivo per coloro che al 31.12.1995 avevano almeno 18 anni di contributi;
(ii) misto per coloro che erano sotto questo limite; e (iii) interamente
contributivo per coloro che hanno iniziato l’attività lavorativa dall’1.1.1996.
La
riforma Fornero (Legge 22.12.2011, n. 214) lo ha soltanto esteso,
pro rata dall’1.1.2012, a coloro che, al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di
contributi, tutti relativamente anziani e ormai quasi tutti già in pensione.
Il terzo: dei 1.000 mld di risparmi pensionistici stimati da
RGS al 2060 dalle 4 riforme dal 2004 (Maroni, 2004, la cui misura principale,
lo ‘scalone’, fu abrogato da Damiano prima che andasse in vigore; Damiano,
2007, le cui “quote” furono abolite da Fornero; Sacconi, 2010 e 2011; e
Fornero, 2011), al lordo dell’errata attribuzione delle norme (come conferma la
professoressa Elsa Fornero nel suo ultimo libro), soltanto 350 (poi
calati a 280 dopo i vari interventi legislativi) vengono ascritti alla
riforma Fornero, i cui effetti peraltro si esauriscono nel 2045. Secondo Lei a
chi vanno ascritti i residui 700 mld?[1]
Dall’analisi
di RGS, risulta anche che il «pro-rata» contributivo introdotto dalla riforma
Fornero fa risparmiare, a regime (2018), appena 200 milioni circa
all’anno (su una quindicina di miliardi annui), che poi si riducono in breve
fino a sparire.
Questo
è il dato forse più clamoroso, poiché la vulgata è che la riforma Fornero abbia
salvato i conti pensionistici sostituendo il metodo retributivo col
contributivo.
Conclusione
Se ne deduce che
la propaganda vittoriosa di Salvini della Lega Nord (che faceva parte del
Governo Berlusconi ed ha approvato le pesanti e scandalosamente inique manovre
correttive e la severa riforma Sacconi) e di Di Maio di M5S poggia su due
BUFALE ormai mondiali. Con la differenza che il primo – al quale ho scritto due
volte e contestatogli in diretta Radio1 - lo fa in malafede.
Spero di esserLe
stato utile e che voglia contribuire in futuro a contrastare la DISINFORMAZIONE
generale sulle tre BUFALE mondiali (la terza è sulla BCE).
Cordiali saluti,
V.
__________________________
Note
[1]
LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO https://www.amazon.it/dp/B07PBXVWRS
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