Pubblico
la lettera che ho inviato in data 11.2.2019 a Roberto Bagnoli, titolare di un
sito di previdenza, sulle sue notizie false sulla riforma delle pensioni
Fornero. Ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera a Roberto Bagnoli di Iomiassicuro sulle sue notizie
false sulla riforma Fornero.
Da: v
11/2/2019 16:57
A info@iomiassicuro.it
Egr.
Dott. Bagnoli,
Traggo
dal Suo articolo “LA RIFORMA MONTI-FORNERO” http://www.iomiassicuro.it/pensione-senza-segreti/la-riforma-monti-fornero (senza data) una
serie di notizie false, compendiate dalle due frasi seguenti (in grassetto nel
testo): la prima, “Si tratta di una vera
e propria “rivoluzione” che sconvolge tutte le regole precedenti”; la seconda, “Il governo Monti è riuscito a mettere insieme in un colpo solo una
serie d’interventi invocati da più parti per lunghi anni”.
Osservo:
1.
Dal 1992, le riforme
delle pensioni, considerando un’unica riforma i provvedimenti varati da Sacconi
nel 2010 e 2011 (oltre alla L.
102/2009, art. 22ter), sono state sette: Amato, Decreto Legislativo 503 del 1992; Dini, Legge 8.8.1995, n. 335; Prodi, Legge 27.12.1997, n. 449; Berlusconi/Maroni, Legge
23.8.2004, n. 243 Prodi/Damiano, Legge
27.12.1997, n. 247; Berlusconi/Sacconi, Legge 30.7.2010, n.122, Legge 15.7.2011, n. 111, Legge 14.9.2011, n. 148; e Monti-Fornero, Legge 22.12.2011, n. 214.
Va sottolineato che di esse, dunque, la riforma
Fornero è la settima e ultima
(finora), e, a giudicare dalle norme e dagli effetti, sia in fatto di
allungamento dell’età di pensionamento, sia in termini di risparmio di spesa, non la più severa.
2. La riforma Fornero non ha quasi
toccato le pensioni di vecchiaia, tranne per:
-
l’accelerazione
gradualmente entro il 2018 dell’allineamento delle donne private a tutti
gli altri a 65 anni (L. 214/2011, art. 24, comma 6), già previsto dalla riforma
SACCONI (includendo l’adeguamento all’aspettativa di vita introdotto dalla
riforma SACCONI) gradualmente entro il 2023, ma in ogni caso 2 anni, da 65 a 67
anni (nel 2019), "finestra" di 12 mesi e adeguamento di 12 mesi alla
speranza di vita, sono dovuti a SACCONI, tranne 4 mesi in media a Damiano (L.
247/2007); e
- la riduzione
di 6 mesi (da 18 a 12 mesi) della “finestra” mobile per i lavoratori autonomi
(uomini e donne), per allinearli ai lavoratori dipendenti.
Per tutti
gli altri, la riforma Fornero non c’entra: l’età di pensionamento di
vecchiaia è stata aumentata esclusivamente dalla ben più severa riforma
SACCONI (L.122/2010, art. 12, L.111/2011, L. 148/2011): (i) di un anno (da
65 a 66 anni per i dipendenti e a 66 anni e 6 mesi per gli autonomi) attraverso
la “finestra” mobile, di 12 mesi per i dipendenti e di 18 mesi per gli
autonomi; e (ii) di ben 5 anni, più “finestra” di 12 mesi, quindi di 6 anni,
per le dipendenti pubbliche (da 60 a 61 anni dal 1.1.2012 e da 61 a 65 dal 1.1.2013,
più adeguamento di 12 mesi all’aspettativa di vita).
L’attribuzione
erronea da parte di tutti, inclusi professori di Lavoro e Previdenza, alla
riforma Fornero dell’aumento a 66 anni è dovuto presumibilmente alla
formulazione insufficiente e poco chiara della norma Fornero, che non ha
esplicitato il legame tra aumento dell’età base sia delle pensioni di vecchiaia
(comma 6, lettere c e d) che delle pensioni anticipate (comma
10), e abolizione della “finestra” mobile SACCONI-Damiano (comma 5).
Lo stesso fraintendimento
è avvenuto anche per l’aumento da 40 anni a 41 anni e 3 mesi per le pensioni
anticipate, che a leggere la norma (comma 10) sembra deciso da Fornero - che
anzi ha ridotto di 6 mesi per gli autonomi l’età di pensionamento di 41 anni e
9 mesi, allineandoli ai dipendenti -, mentre invece è stato deciso da SACCONI
con la L. 122/2010 e la L. 111/2011.
La stessa
professoressa Fornero, nel suo ultimo libro, lamenta l’errata attribuzione a
lei dell’aumento dell’età di pensionamento a 66 anni:
“Rispondeva
infine essenzialmente a criteri di trasparenza l’assorbimento delle cosiddette
«finestre mobili» nei requisiti anagrafici e contributivi, una modalità che era
stata adottata per aumentare un po’ surrettiziamente l’età di pensionamento.
[…] La nostra decisione pertanto fu di rendere esplicito l’anno in più
richiesto [sic; in effetti già deciso da Sacconi con la L. 122/2010, art. 12,
commi 1 e 2, ndr]. Di fatto, questo non corrispondeva a un aumento
dell’anzianità, eppure fu interpretato così, con il seguito di ulteriori aspre
polemiche” (Elsa Fornero, “Chi ha paura delle riforme: Illusioni, luoghi comuni
e verità sulle pensioni”, posizione nel Kindle 3137).
3.
L’adeguamento triennale all’aspettativa di vita, relativamente alle pensioni di
vecchiaia e alle “quote”, è stato introdotto dalla riforma SACCONI con la L.
102/2009, art. 22ter, comma 2, modificato sostanzialmente dalla L. 122/2010,
art. 12, comma 12bis. La riforma Fornero lo ha reso biennale, a decorrere dal
2022, ed esteso alle pensioni anticipate.
4. Il metodo contributivo è stato deciso
dalla riforma Dini (L. 335/1995); la riforma Fornero lo ha solo esteso a coloro
che ne erano esclusi, ossia coloro che al 31.12.1995 avevano almeno 18 anni di
contributi, tutti relativamente anziani e ormai quasi tutti già in pensione.
5. Dei 1.000 mld di risparmi pensionistici
stimati da RGS al 2060 dalle 4 riforme dal 2004 (Maroni, 2004, la cui misura
principale, lo ‘scalone’, fu abrogato da Damiano prima che andasse in vigore;
Damiano, 2007, le cui “quote” furono abolite da Fornero; Sacconi, 2010 e 2011;
e Fornero, 2011), al lordo dell'errata attribuzione delle norme (come conferma
la professoressa Elsa Fornero nel suo ultimo libro), soltanto 350 (poi calati a 280 dopo i vari interventi legislativi) vengono ascritti alla
riforma Fornero, i cui effetti peraltro si esauriscono nel 2045. Secondo Lei a
chi vanno ascritti i residui 700 mld?
Dall’analisi di RGS, risulta anche che il «pro-rata»
contributivo introdotto dalla riforma Fornero fa risparmiare, a regime (2018),
appena 200 milioni circa all’anno
(su una quindicina di miliardi annui), che poi si riducono in breve fino a
sparire. Il che conferma la scarsissima
incidenza della misura.
In conclusione:
contrasto la generale DISINFORMAZIONE sulle pensioni (e altro), che ha fatto in
Italia 60 milioni di vittime, oltre all’estero, da sette anni, soprattutto
tramite il mio blog (http://vincesko.blogspot.it), nel quale ho
pubblicato le decine di lettere circolari inviate agli autori delle notizie
false, inclusa, per il suo contributo alla DISINFORMAZIONE, la professoressa
Fornero. Da poco ho pubblicato questo libro, che ha in calce un commento finale
di Elsa Fornero: https://www.amazon.it/dp/B07L3B5N5M.
Cordiali saluti,
V.
PS: Poiché Lei non è un esperto di pensioni, evito di inviare questa lettera, per conoscenza, ad altri destinatari. La pubblicherò nel mio blog, assieme alla Sua eventuale risposta.
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