Errori
di previsione del Pil durante l’Eurocrisi: quali cause?
di Emiliano Brancaccio e Fabiana De
Cristofaro
Alberto Alesina e Francesco Giavazzi (in ordine d’importanza) hanno troppi morti e feriti sulla
coscienza a causa della loro teoria ossimorica dell’austerità espansiva fatta
propria dalle principali Istituzioni (leggasi troika) ed applicata ai Paesi in crisi economica. Ma anziché ammettere
virilmente e onestamente l’errore, di fronte alle evidenze empiriche e alla smentita autorevole e “istituzionale” del
FMI, che li ha sbugiardati (soprattutto il primo) a livello mondiale, cospargersi
il capo di cenere e sparire dalla scena pubblica rifugiandosi in qualche
convento ad espiare la loro colpa, continuano con tigna sovrumana a pontificare da pulpiti
prestigiosi e scrivono perfino libri, che poi i media e le università li chiamano a commentare.
Fa benissimo il prof. Brancaccio a
criticarli. Quel prof. Brancaccio che però anche lui, come la quasi totalità degli economisti, è rimasto vittima della
BUFALA cosmica che la crisi sia stata causata da Monti (cfr. Appendice al primo volume[1]).
Aggiungo che, a giudicare da
un suo recente paper (commentato nel sito Economia&Politica dal
prof. Pizzuti,[2] anch’egli – come il 99% degli economisti - vittima
della BUFALA su Monti), probabilmente (in effetti, egli nel suo paper non
cita Monti, anche se Pizzuti glielo mette nella penna, ma è forse legittimo dedurlo
dal momento che scrive “Governo italiano”, al singolare, e cita l’anno 2012,
quando al governo c’era Monti) anche Olivier Blanchard, ex capo economista del FMI, è vittima della
BUFALA mondiale che la recessione italiana sia stata causata dal Governo Monti,
che ha varato soltanto il 19% del totale delle manovre, contro l’81% di
Berlusconi.
Blanchard, infatti, scrive:
“At the height of the debt crisis, many politicians and economists
argued that sharp fiscal adjustment was necessary and likely to stabilize
output. By increasing confidence that countries would repay their debt, the
argument went, public borrowing costs would fall, making credit cheaper.
Increased confidence and cheaper credit would offset the contractionary impact
of fiscal tightening. Prodded by the European Central Bank (ECB) and its
European partners, the Italian government tightened its fiscal policy by over 3
percentage points of GDP in 2012. The opposing view was that deficits should be
allowed to increase during the recession, until the economy started to recover.
Borrowing costs, if they increased, should instead be limited through other
means, including intervention by the ECB or the European Stability Mechanism
(ESM).”
(All’apice
della crisi del debito, molti politici ed economisti sostenevano che era
necessario un forte aggiustamento fiscale e che probabilmente avrebbe
stabilizzato il prodotto. Aumentando la fiducia che i paesi avrebbero ripagato
il loro debito, l'argomentazione ebbe successo, i costi di indebitamento
pubblico sarebbero diminuiti, rendendo il credito più economico. Una maggiore
fiducia e un credito più economico avrebbero compensato l'impatto restrittivo
della stretta fiscale.
Spronato dalla Banca centrale europea (BCE) e dai suoi partner
europei, il governo italiano ha rafforzato la sua stretta fiscale di oltre 3
punti percentuali del PIL nel 2012. L’opinione opposta era che i deficit
dovessero essere aumentati durante la recessione, fino all'avvio della ripresa
economica. I costi di finanziamento, se aumentati, avrebbero invece dovuto
essere limitati con altri mezzi, compreso l'intervento della BCE o del
Meccanismo europeo di stabilità (MES).).
In realtà, nel 2012 si sono concentrati
gli effetti delle tre mastodontiche manovre correttive del Governo Berlusconi,
per un ammontare cumulato, relativamente al periodo 2011-2014, quadruplo di
quelle del Governo Monti.
Come si può dedurre dalla mia tabella n. 3.[1]
Tabella n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate
dal 2010 al 2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL
98/2011 e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL 95/2012 (milioni di
euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL 78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/201 1
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel triennio
2012-14 sono compensate da minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del
Servizio Studi della Camera o del Senato)
Da essa, elaborata su dati
del Servizio Studi della Camera dei Deputati, si evince che:
(i) “spronato” è un eufemismo (si vedano gli importi e i tempi di attuazione imposti dai veri e propri diktat dell’UE e della lettera del 5/8/2011 della BCE al governo Berlusconi, costretto poi a
dimettersi[1]), il che forse conferma che Blanchard si riferisce a Monti, che
subentra a Berlusconi all’esito di un complotto sui generis orchestrato
su input iniziale di Sarkozy-Merkel; [1]
(ii) Blanchard sottostima la manovra di bilancio 2012;
(iii) nel 2012, impattarono sia la manovra del governo Monti, sia
quelle varate in precedenza dal governo Berlusconi, per un totale (esclusa la
legge di stabilità 2011, che nel 2012 impatta per 2,8 mld[3]) di 74.189 milioni (pari a circa 4,6 punti di Pil), di cui
Berlusconi 53.343 mln e Monti 20.846 mln.
PS:
Do il link all’articolo originale di Blanchard:
“The Italian Budget: A Case
of Contractionary Fiscal Expansion?”
Olivier Blanchard (PIIE) and
Jeromin Zettelmeyer (PIIE)
October 25, 2018 5:45 PM
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