mercoledì 27 giugno 2018

Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale sulla riforma Fornero




Pubblico la lettera che ho inviato ieri alla Professoressa Elsa Fornero, dopo aver ascoltato e letto due sue interviste, rispettivamente alla trasmissione di Radio1 Zapping e al giornale LINKIESTA, sul suo ultimo libro “Chi ha paura delle riforme. Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni”. E’ la seconda lettera che scrivo alla professoressa Fornero, autrice di una riforma delle pensioni che è oggetto da sette anni di una DISINFORMAZIONE generale, che ha fatto in Italia quasi 60 milioni di vittime e che ha superato i confini nazionali. E che io, nel mio piccolo, contrasto fin quasi dalla nascita della legge, praticamente da solo, poiché tra le vittime ci sono tutti, Enti importanti nazionali e internazionali, docenti universitari, sindacati, noti esperti, tutti i media. La mia tesi è che, tra i maggiori responsabili di tale generale DISINFORMAZIONE, ci siano Maurizio Sacconi, autore della riforma precedente, le cui misure severe vengono erroneamente attribuite alla riforma Fornero, per il suo silenzio (anzi peggio, cfr. nota 9), e la stessa professoressa Fornero, la quale, forse per l’ambizione di passare alla storia come salvatrice dell’Italia dal default, tenendo in non cale i dati ufficiali (fa la stessa cosa Mario Monti per le manovre finanziarie), ha pervicacemente mancato di chiarire, in ben sette anni, pur avendo avuto una presenza costante nei media, la paternità delle norme pensionistiche. Ad oggi, non ha mai risposto alle decine di lettere che le ho inviato o direttamente (due) o per conoscenza.
PS: No, dopo avere scritto questa mia introduzione, questa volta la professoressa Fornero mi ha risposto, riporto la sua risposta in calce e la mia replica.

Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale sulla riforma Fornero
Da:  v
26/6/2018  19:16
A:  elsa.fornero@unito.it   Copia  redazione.internet@ansa.it     e altri 48

Egr. Professoressa Fornero,
In riferimento all’intervista da Lei rilasciata a Francesco Cancellato de LINKIESTA, “Un’aliena a Palazzo: così hanno incastrato Elsa Fornero”, in cui ha parlato del Suo nuovo libro, mi permetto ribadire ciò che Le scrissi il 3 novembre 2016, dopo la Sua intervista ad Alessandro Franzi sempre de LINKIESTA.[1]

PENSIONI: Sacconi (e Dini), non Fornero
La riforma delle pensioni Fornero è soltanto la settima riforma delle pensioni dal 1992, e non la più severa. Dal 1992, infatti, le riforme delle pensioni, considerando un’unica riforma i severi e incisivi provvedimenti 2010 e 2011 di SACCONI, sono state sette (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni, 2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011; Monti-Fornero, 2011).
L’allungamento (eccessivo) dell’età di pensionamento è stato deciso molto più dalla riforma SACCONI (L.122/2010, art. 12, più integrazioni con L. 111/2011 e L. 148/2011) – il cui autore fa lo gnorri, alimentando la vulgata – che dalla riforma Fornero (L. 214/2011, art. 24):
– sia portando l’età di pensionamento per vecchiaia, tramite la “finestra” mobile ( = differimento dell’erogazione) di 12 mesi o 18 mesi, da 65 a 66 anni per i lavoratori dipendenti e a 66 anni e 6 mesi per i lavoratori e le lavoratrici autonomi;
- sia portando l’età di pensionamento di vecchiaia, quasi senza gradualità, da 60 a 66 anni per le lavoratrici dipendenti pubbliche, a seguito della Sentenza del 13 novembre 2008 della Corte di giustizia dell’Unione europea, ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni, più “finestra” di 12 mesi;
- sia allineando gradualmente, entro il 2026 (2023 includendo l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita), a 66 anni, le lavoratrici del settore privato, accelerato poi dalla riforma Fornero gradualmente entro il 2018;
– sia introducendo – sempre Sacconi e non Fornero – con la L. 102/2009, art. 22ter, comma 2, modificato sostanzialmente dalla L. 122/2010, art. 12, comma 12bis, l’adeguamento triennale all’aspettativa di vita (che, relativamente agli adeguamenti successivi a quello [triennale, 2019-2021, ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019, e cioè dal 2022, quantunque il Ragioniere Generale dello Stato affermi sorprendentemente 2021[2] - glielo spieghi Lei, dandogli l’interpretazione autentica, ché l’errore nasce dalla relazione tecnica del decreto salva-Italia, DL 201/2011 -, in forza della riforma Fornero, diverrà biennale), che ha portato finora l’età di pensionamento di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi e la porterà a 67 nel 2019, e poi via via a 70 e oltre.
Anche il sistema contributivo l’ha introdotto la riforma Dini nel 1995 (L. 335/1995),  non la riforma Fornero nel 2011; questa ha solo incluso, col calcolo pro rata dal 1.1.2012, quelli che erano esclusi dalla legge Dini, cioè coloro che, al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di contributi, quindi nel 2012 tutti relativamente anziani.

Esodati
Pochi lo sanno, ma gli esodati ci furono pure con la riforma SACCONI, presumibilmente alcune decine di migliaia di persone,[3] poiché, con una decisione crudele e iniqua (che fu la cifra di quellintera legge) - e probabilmente incostituzionale - del ministro SACCONI, furono scientemente salvaguardate soltanto le prime diecimila (cfr. DL 78/2010, convertito dalla L. 122/2010, art. 12, comma 6 6. L'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) provvede al monitoraggio, sulla base della data di cessazione del rapporto di lavoro, delle domande di pensionamento presentate dai lavoratori di cui al comma 5 che intendono avvalersi, a decorrere dal 1° gennaio 2011, del regime delle decorrenze dalla normativa vigente prima della data di entrata in vigore del presente decreto. Qualora dal predetto monitoraggio risulti il raggiungimento del numero di 10.000 domande di pensione, il predetto Istituto non prendera' in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al comma 5.”), ma a causa della sordina imposta dal potentissimo apparato disinformativo berlusconiano, fecero molto meno rumore e, poi, come Lei ha lamentato a Zapping, sono stati anch'essi imputati alla riforma Fornero. 
A me risulta che gli esodati, dopo l’ottava salvaguardia, siano non 170.000 - come afferma Lei nell'intervista - ma 153.000. Riporto la nota[4] di un mio documento di 18 pagine, con la ricostruzione delle vicende politico-economiche della XVI legislatura, che ho già trasmesso anche a Lei:
A parte gli esodati, il cui numero, come dichiarò la professoressa Elsa Fornero a “In mezz’ora”, fu prima sottostimato (la prima salvaguardia riguardò 65.000 persone) e poi, come riportato da varie fonti (tra cui i Deputati PD e l'On. Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera), sovrastimato dalla burocrazia di RGS e INPS, che, nell'arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, «ridetermina il numero massimo degli esodati a 153.389 soggetti», contro una stima iniziale di 389.200, cioè a meno della metà della stima iniziale.[4]

Risparmi dalle riforme delle pensioni
Anche sulla base dei risparmi rivenienti dalle quattro riforme dal 2004 (Maroni, 2004; Damiano, 2007; SACCONI, 2010 e 2011; e Fornero, 2011), stimati dalla Ragioneria Generale dello Stato in 60 punti di Pil cumulati al 2060,[5] pari a 1.000 mld, emerge un rilevante maggiore impatto della riforma SACCONI rispetto alla riforma Fornero, poiché soltanto un terzo viene ascritto a quest’ultima, cioè 350 mld (poi scesi a 280 mld dopo i successivi interventi legislativi); il che, poiché lo “scalone” di Maroni fu abolito da Damiano (che RGS non menziona) e le “quote” di Damiano furono abolite da Fornero, significa che l’RGS ascrive la grandissima parte dei residui 700 mld, cioè il doppio di 350 mld, alla riforma SACCONI, ma di cui quasi nessuno parla (anche l’RGS alla fine cita solo la riforma Fornero! E la stessa cosa la fa la Corte dei Conti![5a]), mentre TUTTI, in Italia, inclusi ISTAT e UPB,[6] e all’estero, inclusi EUROSTAT (che ripete pari pari i dati forniti dall’ISTAT), OCSE,[7] che usa dati vecchi e in parte errati, ma almeno è l’unico Ente che propone i dati pensionistici al lordo e al netto delle imposte (il peso fiscale sulle pensioni in Italia è il più alto), e FMI,[8] che usa dati vecchi e in parte errati, ma molto pubblicizzati a livello mondiale, ascrivono tutto alla riforma Fornero, decretando un'impropria damnatio memoriae della riforma SACCONI.

Cause della DISINFORMAZIONE generale
Questo delle riforme Fornero e SACCONI rappresenta uno dei casi più macroscopici di DISINFORMAZIONE generale della storia italiana, analogo a quelli delle manovre finanziarie dei Governi Berlusconi e Monti e dello Statuto della BCE. Lei come lo spiega? Io, se permette, lo spiego così: Lei, donna, con il Suo pianto, efficacissimo in un Paese melodrammatico come l’Italia mitridatizzato dalla terribile tv, e la Sua sovraesposizione mediatica, senza (quasi) MAI rinviare ai veri autori delle norme e dei dati che Le venivano erroneamente attribuiti, aiutata in questo dal disinformato professor Monti, da famosi esperti previdenziali (Cazzola, Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi),[9] oltre che da tutti i media a partire dal 2013, dimentichi di ciò che avevano scritto un anno prima sugli effetti portentosi della riforma SACCONI (cfr. [9], nota 1), e, soprattutto, la potentissima DISINFORMAZIONE berlusconiana e del centrodestra avete creato e alimentato una vulgata che ha fatto in Italia quasi 60 milioni di vittime, oltre all’estero.

Conclusione
In conclusione, gentile Professoressa, io sono antiberlusconiano (per le misure molto inique che ha varato), ma il “golpe” contro di lui, sui generis, quasi alla luce del sole, in parte anche giustificato dal comportamento e dalle condizioni psicologiche del Presidente del Consiglio, che in definitiva rassegnò lui le dimissioni dopo aver perso la maggioranza parlamentare, è un fatto inoppugnabile, confermato nella sostanza dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, per le condizioni capestro che l'UE, a trazione franco-tedesca, continuava ad imporgli, nonostante le manovre finanziarie draconiane già varate.[4]
Come è altrettanto inoppugnabile, sulla base dei dati (il governo Berlusconi ha varato manovre correttive per un importo quadruplo di quelle del governo Monti), che non sia stato il governo Monti ad aver salvato l’Italia dall’artefatto default, anche se è stato molto più equo (vedi IMU, patrimonialina sui depositi, TTF), o, come pensano tutti, ad aver causato la recessione.[4]
Lei si vanta ogni volta di ricevere, e di rispondere loro, tutti quelli che Le chiedono di parlare sulla Sua riforma delle pensioni, allora mi permetto di chiederLe: perché non ha mai risposto a me (e alle mie decine di lettere circolari che Le ho inviato per conoscenza), che Le ho contestato l’appropriazione (cfr. il testo della L. 214/2011, art. 24) di fatto di alcune delle norme di SACCONI, che, per quanto mi consta, raramente e solo recentemente (vedi la Sua intervista di qualche mese fa a Radio Montecarlo, della quale ho tratto notizia da un articolo disinformativo e ingiustamente critico verso di Lei de Il Giornale[10] e, da ultimo, nella Sua intervista di pochi giorni fa a Radio1-Zapping del 22 giugno u.s.) lamenta che Le vengono attribuite? Peraltro, in tale trasmissione Lei ha negato che abbia eseguito imposizioni esterne, mentre in passato ha detto che ha seguito come bussola le vere e proprie prescrizioni contenute nella lettera del 5.8.2011 della BCE, tra cui il completamento della riforma delle pensioni, che era stata una delle poche richieste della lettera non adempiute dal governo Berlusconi, a causa del veto di Bossi, poiché le pensioni di anzianità sono in netta prevalenza al Nord (“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012”).[4] Che Lei, però, ha attuato con un eccesso di zelo, forse perché pressata – come ha confermato nell'ultima intervista a LINKIESTA - e fuorviata dalle richieste di fare cassa per evitare il default. Spauracchio oggettivamente ingiustificato dai fondamentali macroeconomici, dopo le tre mastodontiche manovre correttive berlusconiane per oltre 220 mld cumulati, e provocato ad arte dalla speculazione finanziaria mondiale che aveva scommesso sulla rottura dell’Euro, contrastata in maniera affatto insufficiente dalla Banca Centrale Europea (col vostro Governo, dopo un calo iniziale, lo spread era ritornato sopra i 500 p.b.), fino al famoso e decisivo “whatever it takes” pronunciato dal Presidente Mario Draghi nel luglio 2012.[4]
Io non so che cosa Lei abbia scritto nel Suo ultimo libro, ma se vuole fare un’opera di verità, come è riportato nel titolo, e che è anche il mio unico intento nello scrivere queste mie decine di lettere, e ribaltare la vulgata mondiale sulla riforma delle pensioni Fornero, se non l’ha fatto chiaramente in questo, scriva un altro libro e dia a SACCONI (e Dini) quel che è di SACCONI (e Dini), e poi lo gridi ai quattro venti, come non ha fatto in questi sette anni.
Cordiali saluti,
V.

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Note:

[1] Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive

[2] Lettera al Ragioniere Generale dello Stato e alla Direttrice Generale Previdenza (p.c. al Presidente della Repubblica e al Parlamento): errori interpretativi della norma sull'adeguamento dell'età pensionabile

[3] Esodati 2010: proroga 2018
di Barbara Weisz
scritto il 10 aprile 2018
Gli ultimi esodati Sacconi vengono tutelati con il sostegno al reddito fino alla decorrenza della pensione. Il relativo decreto di salvaguardia del ministero del Lavoro del 15 febbraio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 aprile. Si tratta di lavoratori che erano rimasti senza stipendio e senza pensione dopo l’introduzione delle finestre mobili del 2010 (decreto legge 78/2010). Nel corso degli anni si sono succeduti diversi interventi per tutelarne il reddito fino alla maturazione della pensione.
Il decreto tutela gli ultimi lavoratori che ancora non rientrano nel contingente dei 10mila salvaguardati della Riforma Sacconi. […]

[4] Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld (100,0%).
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione

[5] a. Questo articolo mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
b. Qui sotto, c’è anche (migliorato qualitativamente) il grafico della RGS e altre mie osservazioni critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle pensioni

[6] Lettera all’ISTAT di richiesta di informazione sulla fonte di dati pensionistici errati

[7] Segnalo alcuni errori contenuti nel rapporto “Pensions at a Glance, nella parte relativa all’Italia, e ripresi pari pari da tutti i media italiani (li ho già segnalati a Stefano Scarpetta dell’OCSE, che fu intervistato dall’AGI). Gli errori sono colorati in rosso.
Panoramica - Riforme recenti e pensionamento flessibile.
Dal 2011 [la legge non è la riforma Fornero ma la riforma SACCONI, la 122 del 30.7.2010/Sacconi, la decorrenza è dal 2013/Sacconi, ndr] esiste un collegamento automatico tra l'età pensionabile e l'aspettativa di vita. Dall'attuale [2016, ndr] livello di 66,6 [66 anni e 7 mesi, ndr] anni per gli uomini [e le donne del settore pubblico, ndr] e 65,6 [65 anni e 7 mesi, ndr] anni per le donne [del settore privato, ndr], l'età pensionabile legale dovrebbe aumentare ad almeno 67 e 66,6 [67, ndr] anni nel 2019, rispettivamente, e poi raggiungere 71,2 anni per la generazione nata nel 1996 basato su proiezioni di aspettativa di vita. Nell'OCSE solo Danimarca e Paesi Bassi avranno un'età pensionabile sopra 70 per la stessa coorte di nascita del 1996, contro una media OCSE di 65,8 per gli uomini e 65,5 per le donne.
I futuri tassi di sostituzione in Italia saranno alti per quelli a lungo permanenza in carica; quelli con carriere irregolari o che non lavorano affatto probabilmente dovranno affrontare un alto rischio di povertà di vecchiaia. Lo schema pensionistico a Contributo nozionale definito (CND) darà una pensione netta uguale al 93% degli ultimi guadagni per un lavoratore con salario medio con una carriera piena dall'età di 20 anni. I tassi di sostituzione sono più alti solo in Olanda, Portogallo e Turchia.

by Michal Andrle, Shafik Hebous, Alvar Kangur, and Mehdi Raissi
“ages are set to increase further over time as part of the ‘Fornero’ reform (L. 214/2011)”. (pag. 12)
[le età sono destinate ad aumentare ulteriormente nel tempo per la riforma "Fornero" (L. 214/2011)]
Come si vede, anche l’FMI attribuisce erroneamente alla riforma Fornero l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, in realtà deciso dalla riforma Sacconi due anni prima che arrivasse il governo Monti-Fornero.

[9] Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero

[10] Lettera ad Antonio Signorini e Gian Maria De Francesco de Il Giornale sulle loro fake news sulle pensioni


***

Pubblico la risposta della professoressa Elsa Fornero e la mia replica.

Re: Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale sulla riforma Fornero
Da: Elsa Maria Fornero<elsa.fornero@unito.it>(elsa.fornero@unito.it)
27/6/2018  09:52
A:  v

Gentile signor V., 
Non ho mai risposto alle sue mail perché non ne ho mai ricevute di indirizzate a me. Ho sempre soltanto letto (o visto) quelle da lei inviate ad altre persone, e a me solo per conoscenza. 
In ogni caso, amo poco le mail collettive e quindi rispondo (brevemente, e ne né scuso) soltanto a lei. 
Lei è molto informato sulle pensioni e questo le fa onore, in un paese in cui la maggior parte di coloro che ne scrivono ne sanno veramente poco e spesso in modo confuso. 
Ciò detto, non credo di essermi mai attribuita meriti/demeriti che non mi spettano. Ho sempre parlato dei 10.000 esodati di Sacconi, dell’indicizzazione da lui deliberata e da me soltanto modificata, ecc ecc. 
Ma lei crede veramente che la voce di una singola persona, senza partito o sindacato o gruppo di potere alle spalle avrebbe potuto smuovere qualcosa della rappresentazione mediatica ricorrente? Anche sugli esodati? 
Mi pare che lei stesso sia una prova di quanto sia difficile smuovere il moloch della disinformazione! 
In ogni caso, invece di leggere le mie dichiarazioni come “riportate” da altri giornali (dei quali non credo sia per lei difficile immaginare l'assenza di obiettività!), legga il mio libro e, la prego, mi segnali eventuali errori. Gliene sarò grata. 
Un saluto cordiale,
Elsa Fornero 


Re: Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale sulla riforma Fornero
Da:  v
27/6/2018  12:15
A:  Elsa Maria Fornero  

Gentile Professoressa Fornero,
Come ho scritto e si evince dall’oggetto di questa seconda lettera, Le ho inviato una prima lettera in data 3/11/2016, forse Le è sfuggita.
Pensioni e manovre correttive
Da:  v    03 nov 2016 – 16:30
A:  <elsa.fornero@unito.it>
CC  <redazione@linkiesta.it>
Anche se una “primissima” lettera gliela inviai in data 3/12/2011 18:47, quando in qualità di ministra stava elaborando la Sua legge.
Lei ha ragione, cambiare per un semplice lettore come me la vulgata sulle pensioni è un’impresa impossibile e una fatica di Sisifo, oltre che un piccolo rischio quando, come faccio talvolta, mi metto a difenderLa – raccontando semplicemente la verità - sui vari forum, in particolare quelli degli esodati e simili. Proprio per questo, negli ultimi mesi, anziché limitarmi a inviare le mie lettere ai direttori, che forse neanche le leggono, scrivo direttamente agli autori (51 negli ultimi sette mesi), con qualche piccolo risultato, ma pochissimi rispondono (Enrico Marro del Corriere è uno dei più preparati e gentili). Forse è un po’ meno difficile per Lei, data la Sua presenza costante sui media, nonché per il professor Monti, che scrive sul Corriere della Sera e viene intervistato periodicamente, una volta che venga edotto da Lei sulla situazione. Se mi posso permettere un suggerimento, basterebbe, in piccola parte, organizzare o sollecitare una conferenza stampa congiunta con Lei, il professor Mario Monti e l’ex senatore Maurizio Sacconi, che fa lo gnorri da 7 anni, anzi peggio (cfr. nota 9), più eventualmente l’ex senatore Dini. Certo, questo richiederebbe sia a Lei, gentile Professoressa, che al prof. Monti (al quale ho scritto) lo sforzo di vincere la vostra – comprensibile - resistenza ad approfondire e prendere atto dei dati ufficiali, facilmente reperibili trattandosi di leggi e rifacendosi a fonti attendibili (che io ho utilizzato per elaborare il lungo documento riportato nella nota 4), che smentiscono le vulgate e a divulgarli assiduamente, relativi sia alle pensioni che alle manovre finanziarie della XVI legislatura.
La ringrazio per la risposta.
Cordiali saluti,
V.
PS: Ho il dovere di informarLa che, come faccio sempre, riporterò queste lettere nel mio blog.




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