Pubblico la lettera che ho inviato ieri
ad Antonio Signorini e Gian Maria De Francesco del quotidiano Il Giornale, sulle loro bufale sulle pensioni,
in particolare sulla riforma Fornero. Osservo che questo è il primo caso,
almeno per quanto mi consta, che la professoressa Fornero abbia precisato che
l’adeguamento automatico è stato deciso dalla riforma Sacconi. Vi sarei grato
se mi segnalaste altre sue puntualizzazioni riguardanti misure della riforma Sacconi o della riforma Dini che le vengono erroneamente attribuite.
Lettera
ad Antonio Signorini e Gian Maria De Francesco sulle loro fake news sulle
pensioni.
Da: v
23/6/2018 21:31
A: segreteria@ilgiornale.it Copia elsa.fornero@unito.it e altri 48+150
ALLA C.A. DEL DOTT. ANTONIO
SIGNORINI E DEL DOTT. GIAN MARIA DE FRANCESCO
P.C. DIRETTORE ALESSANDRO
SALLUSTI
Spiace molto constatare che
le
Vostre sono una verità, una matematica e una logica a geometria variabile a
seconda della convenienza: un cattivo servizio all’informazione.
Primo articolo
Egr.
Dott. Signorini,
Traggo dal Suo articolo del 26.10.2017 “Elsa Fornero piange di nuovo: ho sbagliato, ma è colpa del Cav”
Citazione1:
“a proposito della legge [Fornero, ndr] che ha reso i requisiti per il
pensionamento italiani i più rigidi d'Europa.
Falso! E’ una bufala
gigantesca che circola, per colpa del Centrodestra, della professoressa Fornero
e dei media, immemori di ciò che scrivevano nel 2012 sugli effetti della
riforma SACCONI, da sei anni ed ha fatto quasi 60 milioni di vittime (oltre
all’estero).
Citazione2:
“Oppure, in modo ancora più marcato, quando scoppiò il caso esodati. L'ex
premier incolpò Fornero di avere sottovalutato la portata del fenomeno e l'ex
ministro ammise un errore, anche se a carico dell'Inps, non suo”.
Rilevato che anche la
riforma SACCONI ha avuto i suoi esodati (forse decine di migliaia di persone,
essendo state salvaguardate soltanto le prime diecimila, cfr. L. 122/2010, art.
12), ma a causa della sordina da parte del potentissimo apparato disinformativo
del centrodestra hanno fatto molto meno rumore, pare proprio che sia
stato così. Riporto la nota[4] di un mio documento di 18 pagine, con la
ricostruzione delle vicende politico-economiche della XVI legislatura, che ho
già trasmesso anche al Giornale:
A parte gli esodati, il cui numero, come dichiarò la
professoressa Elsa Fornero a “In mezz’ora”, fu prima sottostimato (la prima salvaguardia
riguardò 65.000 persone) e poi, come riportato da varie fonti (tra cui i Deputati PD e l'On. Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera), sovrastimato dalla
burocrazia di RGS e INPS, che, nell'arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, «ridetermina il numero massimo degli
esodati a 153.389 soggetti», contro una stima
iniziale di 389.200, cioè a meno della metà della stima iniziale.[1]
Citazione3:
“Poi, come successe nel caso esodati-Inps, ha negato che l'errore sia
imputabile a lei. «Noi non avevamo previsto la pensione a 67 anni, semplicemente
abbiamo dato attuazione ad una legge che era stata introdotta dal governo
Berlusconi e dunque con i ministro Tremonti e Sacconi e che dice in modo
semplice: se si vive di più, si lavora di più». La
storia (infinita) delle riforme previdenziali italiane dice altro. Il
meccanismo di adeguamento dell'età della pensione alle aspettative di vita
parte effettivamente da due leggi del 2009 e del 2010. Ma quella del governo
Berlusconi partiva da una base di 62 anni. La riforma Fornero ha innalzato
l'età della pensione e oggi lo scatto del 2019 partirà da 66 anni e 7 mesi. Più
di quattro anni fanno la differenza. La legge Fornero ha poi accorciato gli
scatti: da cadenza triennale passano a quella biennale”.
Fesseria cosmica.[2] Quale “altro”? SACCONI,
con la Legge 122/2010, art. 12, ha portato, di fatto, con la “finestra” mobile,
l’età di pensionamento di vecchiaia da 65 a 66 anni per i
lavoratori dipendenti (per le dipendenti pubbliche senza gradualità da 60 anni)
o 66 anni e 6 mesi per i lavoratori autonomi, e sui 66 anni o 66 anni e 6 mesi
ha deciso di applicare l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita (al
singolare, poiché il dato è unico e uguale per tutti), da lui stesso introdotto
con la L. 102/2009, art. 22ter, comma 2, e sempre da lui medesimo modificato sostanzialmente con la L. 122/2010, art. 12, comma 12bis, che la porterà a 67 anni nel 2019 e poi via via a 70 e
oltre.
La riforma Fornero ne ha
solo modificato la periodicità da triennale a biennale, ma la modifica –
checché ne dica il Ragioniere Generale dello Stato[3] - decorre dal 2022, ed è, appunto, solo un’accelerazione del
meccanismo deciso da SACCONI.
Mi vien da dire: una volta che la coraggiosa
millantatrice Fornero (gliel’ho scritto[4])
dice la verità (anche se a una piccola emittente), Lei le dà addosso raccontando
una bufala gigantesca? Veda anche appresso, sulla vostra verità a geometria
variabile a seconda della convenienza.
Cordiali saluti
V.
___________________________
Note:
[1] L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche
degli Italiani e causato la grande recessione
[2] PENSIONE DI VECCHIAIA
- L'età di pensionamento degli uomini
salirà (da 65 nel 2010) a 67 anni nel 2019 e questi 2 anni in più sono di
SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano; quindi la Fornero
non c’entra.
- L'età di pensionamento delle donne del
settore pubblico salirà (da 60, di botto a 65 deciso nel 2010 da SACCONI a
seguito della sentenza del 2008 della CGUE, ma che poteva avvenire a qualunque
età tra 60 e 65 anni) + “finestra” di 12 mesi a 67 anni e questi 7 anni in più
sono tutti dovuti a SACCONI, tranne 4 mesi in media a Damiano; quindi la
Fornero non c’entra.
- L’allineamento dell'età di
pensionamento delle donne del settore privato (da 60) a tutti gli altri (già
regolati da SACCONI) a 65 anni più “finestra”, previsto da SACCONI gradualmente
entro il 2026 (2023, includendo l'adeguamento automatico), è stato accelerato
da Fornero gradualmente entro il 2018, ma in ogni caso 2 anni (da 65 a 67) sono
di SACCONI, tranne 4 mesi in media di Damiano.
Va aggiunto (i) che la
riforma Fornero ha ridotto da 18
(previsto dalla riforma SACCONI) a 12 mesi la “finestra” degli autonomi; (ii)
che la riforma Fornero ha aumentato l'età base di vecchiaia e di anzianità di 1
anno (rispettivamente da 65 a 66 e da 40 a 41), ma solo formalmente, poiché ha
abolito contestualmente la “finestra” di 12 mesi, di Damiano (4 mesi in media)
e SACCONI (8 mesi), ma senza evidenziarne il legame, così si è intestata
entrambe le misure; (iii) che, dal 2022, in forza della legge Fornero (L. 214/2011, art. 24,
comma 13), l'adeguamento automatico diverrà biennale (“13 Gli adeguamenti agli incrementi della
speranza di vita successivi a quello [triennale, ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019 sono aggiornati con cadenza
biennale”), ma, appunto, è solo un'accelerazione del meccanismo deciso da
SACCONI; e (iv) che la riforma Fornero ha soltanto esteso, pro rata dall’1.1.2012, il metodo contributivo – introdotto
dalla riforma Dini nel 1995 – a coloro che ne erano esclusi,
cioè coloro che, al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di contributi, quindi
tutti relativamente anziani.
[3] Lettera al Ragioniere Generale dello Stato e alla
Direttrice Generale Previdenza (p.c. al Presidente della Repubblica e al
Parlamento): errori interpretativi della norma sull'adeguamento dell'età
pensionabile
[4]
Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
______________________________________
Aggiornamento (2018):
Sono riuscito a trovare l’intervista di
Elsa Fornero a Radio Montecarlo.
25/10/2017 06:32
In essa, la professoressa
Fornero dà, come al solito, risposte omissive e fuorvianti per un ascoltatore
«normale». L’intervistatore precede l’intervista accennando alla notizia del
giorno dell’età di pensionamento a 67 anni per effetto dell’adeguamento alla
speranza di vita. Alla sua prima domanda, se abbia lei introdotto tale
adeguamento, anziché dire semplicemente: «No, è stato Sacconi», esordisce
dicendo: “Noi non avevamo previsto l’età a 67 anni», il che peraltro è una
bugia, avendo la riforma Fornero previsto (art. 24, comma 9) una norma di
salvaguardia: che comunque l’età di pensionamento minima sarebbe stata di 67
anni per tutti nel 2021. Poi, finalmente precisa che è stato il governo
precedente, e, dopo quelli di Berlusconi e Tremonti, con un’esitazione nella
voce fa anche il nome di Sacconi, che omette sempre, ed aggiunge uno strano
errore per una docente universitaria: «Noi abbiamo dato attuazione a questa
legge». Ma la norma Sacconi era una legge piena e operante e non aveva bisogno
di alcuna norma attuativa. Ma forse è stato un lapsus, perché ha invece omesso
di dire che lei l’ha aggravata, modificando la periodicità dell’adeguamento da
triennale a biennale, dopo quello del 2019.
Alla
successiva domanda dell’intervistatore se l’età di pensionamento italiana fosse
la più alta in Europa, risponde che “no, l’età media, l’età effettiva, è tra le
più basse in Europa”. Il che è una mezza verità, che equivale sempre a una
bugia intera: esistono due modalità “ordinarie” di pensionamento: vecchiaia e
anticipata (ex anzianità), quella di vecchiaia, 67 anni nel 2019 agganciata all’aspettativa
di vita (che peraltro era la notizia del giorno che aveva dato origine all’intervista),
è la più alta, quella anticipata è tra le più basse, e abbassa anche la media,
che si usa per i confronti internazionali.
I media travisano tutto. Riporto, ad esempio, come
titola (anziché “Giusto,
ma è stato Sacconi”) e
dà conto dell’intervista l’agenzia giornalistica Adnkronos (peraltro, anch'essa
destinataria delle mie lettere "circolari").
Infatti, è stato fatto prima: da Sacconi, nel 2009! Cioè quasi due anni e mezzo prima che arrivasse il Governo Monti-Fornero (novembre 2011).
Pensione a 67 anni, Fornero: “Giusto, ma si poteva fare prima”
Pubblicato il: 25/10/2017 14:35
"Nessuna riforma nasce perfetta e io ricordo che noi fummo costretti a
vararla in 20 giorni. Ma se c'era la necessità di cambiare qualcosa, dopo
cinque o sei anni le cose potevano essere aggiustate". Così l’ex ministro Elsa
Fornero, in un’intervista a Radio Monte Carlo.
"Noi non avevamo previsto la pensione a 67 anni - spiega Elsa Fornero - semplicemente abbiamo dato attuazione ad una legge che era stata introdotta dal governo Berlusconi e dunque con i ministri Tremonti e Sacconi e che dice in modo semplice: se si vive di più, si lavora di più. Detto questo trovo giusto pensare a correttivi per quei lavoratori meno fortunati: chi ha iniziato presto o svolge attività più gravose, oppure ancora le donne che hanno avuto figli".
"Noi non avevamo previsto la pensione a 67 anni - spiega Elsa Fornero - semplicemente abbiamo dato attuazione ad una legge che era stata introdotta dal governo Berlusconi e dunque con i ministri Tremonti e Sacconi e che dice in modo semplice: se si vive di più, si lavora di più. Detto questo trovo giusto pensare a correttivi per quei lavoratori meno fortunati: chi ha iniziato presto o svolge attività più gravose, oppure ancora le donne che hanno avuto figli".
***
Secondo articolo
Egr.
Dott. De Francesco,
Citazione1: “Secondo le elaborazioni della Corte dei Conti sulla
base della Nota di aggiornamento del Def, la spesa pensionistica in Italia nel
triennio 2018-2020 dovrebbe mantenersi attorno al 15,3% del Pil”.
Falso, la spesa
pensionistica include voci spurie, in particolare: quasi 50 mld di imposte e
altri 40 mld di Assistenza e TFR.[5]
Citazione2: “i nostri connazionali si ritirano poco meno di quattro
anni e mezzo prima rispetto alla scadenza dei 66 anni e 7 mesi fissati dalla
Fornero”.
La chiusa è una fesseria
cosmica, frutto di ignoranza o malafede, decida Lei. E’ stata la riforma
SACCONI (L. 122/2010, art. 12 + L. 111/2011 e L. 148/2011).[2]
Citazione3: “Ultimo ma non meno importante è il riconoscimento
della Ragioneria generale dello Stato ai governi Berlusconi che hanno
«prodotto» il 66% del risparmio sulla spesa previdenziale previsto fino al
2070”.
Quasi giusto, perché c’è
anche la riforma Damiano (L. 247/2007), che l’RGS non menziona; considerando
che la riforma Damiano abolisce lo “scalone” Maroni e la riforma Fornero
abolisce le “quote” Damiano, il risparmio di 700 mld è frutto soprattutto della severissima riforma SACCONI, quasi
doppio di quello della riforma Fornero, ma che nessuno menziona mai![2] E
allora perché da sei anni, Voi (dis)informatori seriali di centrodestra, massacrate
la coraggiosa millantatrice professoressa Fornero? Fate esattamente come l’onorevole
Brunetta: sulle stesse questioni (vuoi la riforma delle pensioni, vuoi le
manovre correttive varate nella XVI legislatura subendo i diktat dell’UE e
della BCE, vuoi sul golpe contro Berlusconi), dà una spiegazione dei fatti a
seconda della convenienza.[1]
Citazione4: “Di che cosa stiamo parlando, dunque? Di null'altro che
di un artificio contabile ben congegnato: la riforma Fornero ha solo spostato
al periodo 2030-2040 i flussi di pensionamento dei baby boomers (i nati negli
anni '60 e agli inizi dei '70) garantendo nell'immediato un risparmio.
Falso. Rilevato di nuovo la volubilità del
giudizio sulla riforma Fornero in base esclusivamente alla convenienza, (i) essa
non ha semplicemente “spostato”, ma ridotto - e non nell'immediato ma a decorrere soprattutto dal 2020 e
fino al 2045[5b] - la spesa pensionistica (cfr. Rapporto RGS:
“complessivamente 21 punti di Pil”, pari a circa 350 mld “lordi” su 1.000,
ridottisi a 280 mld al netto delle modifiche intervenute nel frattempo); (ii) e
lo ha fatto sia aumentando di un anno le pensioni anticipate (ex anzianità),
sia abolendo le “quote” (somma di età anagrafica e anzianità contributiva), sia
accelerando l’allineamento a tutti gli altri (ai quali aveva già provveduto
SACCONI) delle donne del settore privato per l’età di pensionamento di
vecchiaia, sia trasformando da triennale a biennale l’adeguamento automatico
SACCONI, sia con altre misure.
Citazione5: “Di qui gli ululati contro tutte le proposte di stop
all'adeguamento dell'età pensionabile che, se si fermasse agli attuali 66 anni
e 7 mesi, produrrebbe, a detta della Ragioneria, in virtù dei calcoli
attuariali un effetto cumulato di 21 punti di Pil (i fatidici 350 miliardi al
2060)”.
Fesseria cosmica duplice: (i)
l’adeguamento automatico lo ha introdotto SACCONI (vedi anche l’articolo precedente
di Antonio Signorini); (ii) come ho già osservato, il risparmio è frutto di
varie misure; e (iii) aggiungo: ne deriva, come corollario inoppugnabile, che
la promessa del Cdx dei 41 anni e della mirabolante “quota 100” (che in realtà è un peggioramento) abolendo la
riforma Fornero è una truffa elettorale.
Citazione6:
“Si tratta, però, di maggiore spesa che presa per ogni singolo anno vale
qualche miliardo di euro. Intervenire con penalizzazioni ulteriori sugli
anticipi o rendere interamente contributive le nuove pensioni potrebbe, però,
lasciare il quadro pressoché immutato.
Non è del tutto chiaro a che cosa si riferisca
la “maggiore spesa”, in ogni caso la premessa è falsa, poiché l’adeguamento
automatico è stato introdotto da SACCONI e non da Fornero; l’abolizione della
riforma Fornero costerebbe almeno 12 mld in media all’anno fino al 2045;
l’abolizione dell’adeguamento automatico, che costa pochi miliardi all’anno,
implica che è necessario modificare anche la riforma SACCONI.
Buona o mala fede, sembra una matematica
e una logica a geometria variabile a seconda della convenienza: un cattivo
servizio all’informazione.
Cordiali saluti
V.
_________________________
Note:
[5]
Questo articolo mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione
rettificativa (il titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi
analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di
Vincesko - 27 October 2017
Qui sotto, c’è anche (migliorato
qualitativamente) il grafico della RGS e altre mie osservazioni
critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera a Davide Colombo del Sole
24 ore su un suo articolo con qualche fake news sulle pensioni
**********
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