Dopo
la mia istanza
al Segretariato della Commissione PETI,[1 o 2] pubblico la mia
replica alla seconda risposta della BCE, la cui brevità giustifica – come sanno
i giuristi – una replica ampia.
Spett. Segretariato Commissione PETI,
Vi ringrazio della Vostra cortese
risposta,[1] alla quale mi permetto
di osservare quanto segue, scusandomi della lunghezza.
1. Mi scuso
dell’imprecisione, ma quel che volevo scrivere è riportato nell’oggetto: “Istanza relativa alla Vostra richiesta
di archiviazione della petizione 2401/2014”. Poiché la decisione era
preannunciata per il 28.11 u.s., ho presunto che la proposta fosse già stata
trasformata in decisione. Mi fa piacere, ovviamente, che questo non sia
avvenuto.
2. Non ho
trovato in allegato la risposta della Commissione Europea, che comunque è
marginale nel contesto della petizione 2401/2014, e le cui carenze informative
trovano comunque una conferma documentale nella descrizione attuale
gravemente errata della missione della Banca Centrale
Europea presente nel sito della Commissione Europea e che ho riportato
nella mia e-mail iniziale.
3. Per quanto
riguarda, invece, la BCE, preliminarmente osservo (i) che sarebbe stato molto
strano se la BCE avesse dato una risposta positiva alle contestazioni mossele
nella mia petizione; e (ii) che in un caso similgiudiziario come questo, non
rileva affatto che l’imputato si dichiari innocente: emettere la sentenza non
tocca all’imputato ma al giudice, cioè, nel caso di specie, a Voi Commissione
PETI del Parlamento Europeo, unico Organo democratico direttamente elettivo
dell’Unione Europea e col potere di mettere in stato d’accusa la BCE, per il
giudizio affidato alla Corte di Giustizia Europea, unico Organo ad essa
sovraordinato (art. 35 Statuto BCE).
Inoltre,
attenendoci ad un criterio similgiurisdizionale, ciò che rileva non sono le
autoassoluzioni o le affermazioni apodittiche dei rappresentanti della BCE,
organo strumentale al benessere del popolo europeo, segnatamente del popolo
dell’Eurozona, ma la fondatezza e l’oggettività delle prove: testimoniali,
documentali e logiche.
Sotto questo riguardo, anche la seconda
risposta della BCE presta il fianco a numerose critiche, le principali delle
quali sono le seguenti.
(a)
- In primo luogo, di ordine quantitativo: non si può sostenere di
aver risposto esaurientemente ad una replica di 4 (quattro) pagine, contenente
contestazioni puntuali, argomentate e suffragate da prove, se ci si limita –
come ha fatto l’esponente della BCE – a richiamare, in una mezza paginetta, per
l'esattezza 10 (dieci) righe, le affermazioni fatte nella precedente risposta,
ritenendole soggettivamente fondate ed esaustive. E per di più se si spendono
quasi 4 (quattro) delle dieci righe per rispondere - ed in maniera
minimizzatrice - sulla contestazione meno importante. E’ offensivo
per il Parlamento Europeo e indizio di arroganza e/o di debolezza argomentativa
e fattuale.
(b) - In secondo luogo, di ordine
qualitativo: in sintesi, le affermazioni contenute nella prima risposta della
BCE sono – ripeto ciò che ho scritto e dimostrato puntualmente nella mia
replica – pleonastiche su aspetti non contestati (la prevalenza gerarchica dell’obiettivo
della stabilità dei prezzi), elusive ed omissive, invece, sul punto dirimente:
l’obliterazione e l’inosservanza del secondo obiettivo statutario, subordinato
al primo (“fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi”; “without
prejudice”, nella versione inglese), ma che in deflazione o con tasso
d’inflazione sensibilmente inferiore al target
(poco sotto il 2%) ha la stessa dignità e cogenza del primo, poiché non
lo pregiudica ma anzi è concordante, convergente e complementare (come è
dimostrato dal periodo post Quantitative
Easing).
Le regole statutarie della BCE sono mutuate
dai Trattati (ad esempio, gli obiettivi, art. 2, dagli artt. 127 e 282 del
TFUE), perciò hanno valore cogente sia per la BCE che per tutti gli altri membri
e organi dell’UE. Esse sono, storicamente, il frutto di un compromesso
sull’adozione della moneta unica, prima politico tra la Francia e la Germania,
e poi tecnico, impostato abilmente dalla Commissione
Europea Delors, gestito dal Comitato dei governatori delle banche centrali,
che suggerirono di adottare le regole più severe, quelle della Bundesbank (vedi
l’interessante ricostruzione fatta dal politico ed economista Giorgio La Malfa “Deficit
– Il punto sull’Europa tra sogno e realtà” - Seconda parte) [Attenzione: il video comincia a 52’51”, portare il cursore
all’inizio del video].
L’obliterazione
risale a quel peccato originale. Bisogna, però, anche dire che per fortuna non
riuscirono del tutto a copiare il testo dello statuto della
Bundesbank
e a incollarlo su quello della BCE. Ancor
meno ciò avvenne nei Trattati se la stabilità dei prezzi – con buona pace
degli esponenti della BCE - vi entra soltanto con il Trattato di Lisbona, finalizzato
grazie al forte impegno e sotto la presidenza tedesca del Consiglio Europeo
(2007, con decorrenza dicembre 2009).
Obliterazione
della quale Freud rinvenirebbe una prova indiretta nella stessa striminzita e
ripetitiva seconda risposta della BCE laddove l’estensore scrive: “Permettetemi
inoltre di sottolineare che, nell'ultimo anno, il Presidente della BCE, così
come altri membri del Comitato esecutivo, hanno avuto l'opportunità di spiegare
dettagliatamente al Parlamento europeo in che modo le misure di politica
monetaria adottate dalla BCE sono state progettate e attuate per soddisfare l'obiettivo statutario della BCE”: al singolare.
Ma questo lapsus freudiano di un
funzionario della BCE è ben poca cosa di fronte alla prova regina, fornita –
come già specificato nella mia replica, rilevandone la contraddittorietà
(peccato grave) con un’affermazione precedente fatta dall’estensore della prima
risposta, citando una risposta data da Mario Draghi proprio in occasione di
un’audizione al Parlamento Europeo - dal presidente Draghi in persona; in
effetti, egli in precedenza, per quanto mi consta, non ha mai menzionato il
secondo obiettivo statutario e quindi l’obliterazione l’ha fatta per omissione,
ma in un’occasione solenne, se non altro per il luogo, l’ha fatta per
commissione, esplicitamente, ossia in occasione della sua audizione al
Parlamento italiano in data 26.3.2015. Il relativo video e un
resoconto sintetico degli interventi sono riportati in questo post (Tasso di cambio: a 1h 37’ 35” fa la dichiarazione su
obiettivi differenti BCE e FED: “Quindi, nel nostro caso, a
raggiungere un certo tasso di inflazione, nel caso degli Stati Uniti a
raggiungere un certo tasso di inflazione e di disoccupazione”): Mario
Draghi confessa che la BCE vìola il suo statuto[1 o 2]
Obiettivi. In realtà, lo statuto della Bce
stabilisce due obiettivi, non uno soltanto, ma, a differenza della FED,
essi sono in rapporto duale-gerarchico tra loro (tale clausola fu
imposta dalla Germania come condizione per aderire all’Euro, si veda il punto b),
però, in ogni caso, secondo alcuni
studiosi tale rapporto non andrebbe applicato meccanicamente ma distinguendo
tra target inflazionistico nel breve o nel lungo periodo. Il primo è la
stabilità dei prezzi, “sotto, ma vicino, al 2%”. Il secondo obiettivo è
stabilito nello stesso articolo 2 dello statuto: “Fatto salvo l’obiettivo della
stabilità dei prezzi”, la Bce “sostiene le politiche economiche generali
dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi
dell’Unione definiti nell'articolo 3 del Trattato sull'Unione europea”. Tra questi, i principali sono una “crescita economica
equilibrata” e la “piena occupazione” (cfr. Allegato alla petizione[1 o
2]).
(c) - In terzo luogo, di ordine logico: le
spiegazioni dell’esponente della BCE (già sentite o lette, immutabili, decine
di volte dalla bocca o dalla penna del presidente e dei dirigenti della BCE)
rivelano anch’esse la stessa illogicità (peccato grave) della prima
risposta, poiché esse si riferiscono al periodo successivo alla presentazione
della petizione 2401/2014, avvenuta il 3.11.2014. Il periodo che, invece,
rileva ai fini del presente giudizio è ovviamente quello ante QE (deciso nel
gennaio 2015 e varato nel marzo successivo); e che, anzi, portare a discarico
della BCE la politica monetaria fortemente espansiva da essa attuata dal 2015 –
come scrivevo nella mia replica – equivale a portare
una prova a carico poiché conferma le contestazioni contenute nella petizione
2401/2014.
Qui la
spiegazione diventa molto tecnica, e per chi fosse interessato rinvio a questo link, che comprende anche una istruttiva
e impietosa analisi comparativa tra le rispettive politiche monetarie della BCE
e della FED contro la crisi economica:
Essa è
riassumibile così: la BCE o è intervenuta nel modo
sbagliato (aumento duplice del tasso di sconto in piena crisi economica, per
paura della fantomatica inflazione, unica banca centrale a farlo!) o è
intervenuta in maniera insufficiente (SMP, “Gli
acquisti sono stati effettuati tra il maggio 2010 e il marzo 2011 [Grecia, Irlanda
e Portogallo, ndr] e tra l’agosto
2011 e il febbraio 2012 [Spagna
e Italia, ndr]”) e sbagliata (contestuale sterilizzazione, cioè una
riduzione, per un ammontare uguale, della massa monetaria) o è intervenuta
tardi (“whatever it takes”) o troppo tardi (QE) e, dato il ritardo, in maniera
insufficiente (Athanasios Orphanides, 2015, si veda la sua intervista nell’Allegato
alla Petizione contro la BCE,[1 o
2],
aggiornamenti). Ed ha influenzato i decisori politici in senso recessivo,
aggravando e prolungando la crisi. Mentre una banca centrale, anche al di là
della lettera dello statuto, deve avere come stella polare il benessere del
popolo (come è scritto nel sito della Bank of England: “Promoting the
good of the people”), che include in primo luogo la
difesa dei titoli sovrani dagli attacchi della speculazione finanziaria, che
perciò non è una gentile concessione o peggio ancora una moneta di scambio o
ancor peggio un’arma di ricatto (vedi Governo Berlusconi, citato nella mia
email iniziale, che ha dovuto adempiere prescrizioni dettagliate della
Commissione Europea (sic!) e della BCE (sic!!) in contropartita del suo aiuto
(sic!!!), per giunta insufficiente (lo spread
BTP-Bund raggiunse in novembre 2011 un picco di 574
punti base), e varare manovre finanziarie correttive, recessive e procicliche,
per ben 267 mld cumulati, da esso distribuiti in maniera molto iniqua, seguito
dal Governo Monti con “appena” 63 mld cumulati, ripartiti in modo molto più
equo, per un totale di 330 mld, cfr. [1 o
2]),
ma un obbligo consustanziale al suo ruolo.
(d) - In quarto luogo, ho con piacere
riconosciuto nella email iniziale che il sito della BCE ora dà informazioni corrette,
molto più del sito della Commissione Europea, ma i rilievi sulle vecchie disfunzioni
del sito della BCE sono più gravi di semplici inconvenienti tecnici, se rendono
difficile la fruizione conoscitiva di un documento fondamentale come lo statuto
della BCE alle centinaia di milioni di cittadini dell’Eurozona e non solo, tra
i quali coloro che hanno letto la versione del protocollo 4 dello statuto BCE,
inclusi i docenti universitari e perfino premi Nobel, si contano forse in poche
centinaia (ma forse esagero…), con le conseguenze descritte nell’Allegato alla petizione. [1 o 2]
(e) - In quinto luogo, infine, tale ignoranza
annovera un’altra vittima: lo stesso esponente della BCE che ha redatto la
seconda risposta, laddove scrive che “garantire la stabilità dei prezzi è il
contributo più importante che la politica monetaria può dare per ottenere un
ambiente economico favorevole e un alto livello di occupazione”, che era la vecchia
locuzione – presente anche nel sito della BCE (cfr. Allegato alla petizione) –
dell’art. 2-Obiettivi dello statuto BCE, protocollo 2, desunto dal fondamentale
art. 2 del TUE, poi sostituito
dall’altrettanto fondamentale art. 3 del TUE dopo il Trattato di Lisbona, che definisce ed
esplicita la missione dell’Unione Europea e che parla invece di “piena occupazione” (cfr., ancora, l’Allegato
alla petizione); obiettivo, assieme al “progresso
sociale”, al quale tutti i sub-obiettivi, inclusa la stabilità dei
prezzi, sono subordinati “3. L'Unione
instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile
dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei
prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al
progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento
della qualità dell'ambiente”. Ma è un obiettivo, purtroppo, che la tardiva,
insufficiente e prociclica politica monetaria della BCE ha contribuito ad
allontanare anziché avvicinare, se dall’inizio della crisi e fino al 2014, come
scrive la CGIA di Mestre, che non è un covo di estremisti, la disoccupazione
nell’Eurozona è aumentata enormemente (tranne, guarda caso, in Germania) UE. Dall’inizio
della crisi ci sono 8,5 milioni di disoccupati in più.
Conclusione. Da più parti si alzano voci che è
necessaria una riforma dei Trattati in senso più rispondente ai bisogni dei
cittadini europei, ma se li si legge e li si confronta con le decisioni
concrete della Commissione Europea e della BCE ci si accorge che è in parte,
più o meno grande a seconda della materia, anche un problema di interpretazione
e di applicazione delle norme e delle regole, in cui l’influenza della Germania,
portatrice dell’ideologia neo-liberista in salsa ordoliberista, è diventata via
via oggettivamente abnorme (si veda, da ultimo, la
soluzione data alla questione dell'inserimento del nefasto fiscal compact,
con annessa formula di calcolo del Pil strutturale giudicata inaffidabile
sia dalla stessa Commissione Europea, che però continua ad applicarla, che
dalla BCE, nei Trattati).
Dispiace affermarlo, ma io penso da tempo – come conferma il
Prof. Daniele Ciravegna dell’Università di Torino - che siano la
Commissione Europea e la BCE a non rispettare i Trattati. La speranza di tanti
è in un accrescimento ulteriore del peso del Parlamento Europeo, che però già
adesso ha in parte gli strumenti per affermare la sua primazìa. Anche rispetto
alla BCE.
Spero di essere
stato congruamente comprensibile, obiettivo, circostanziato, utile ed
esauriente. Chiedo ora a Voi Commissione
PETI di valutare obiettivamente le prove (testimoniali, documentali e logiche)
e di emettere un giudizio esclusivamente ispirato all’equanimità. Vi
auguro buon lavoro.
Distinti saluti,
V.
[1] RE: Istanza relativa alla Vostra richiesta di
archiviazione della petizione 2401/2014.
PETI Secretariat (peti-secretariat@europarl.europa.eu)
14/12/2017
17:07
A v
Egregio
signor V.,
Ringraziandola per il suo messaggio di posta elettronica
in cui le rileva un'apparente vizio della procedura di trattazione della sua
petizione, teniamo a rassicurarla che alcuna decisione è stata adottata finora
dalla commissione PETI in merito a un'eventuale chiusura della stessa. La
notizia riportata sull'ultima newsletter è corretta nel senso che il
segretariato ha proposto, e non deciso la conclusione del esame sulla
base sia della risposta della Commissione europea in data del 22.09.2017 sia
della risposta della Banca centrale europea pervenuta al segretariato nel corso
del estate per porta elettronica (e purtroppo di contenuto negativo). Troverà
in allegato la relativa corrispondenza.
Per quanto riguarda l'iter della procedura relativa alla
sua petizione, tuttora pendente, la informiamo che l'ufficio dei
coordinatori dei Membri della commissione PETI, dovrà prendere una decisione
nel corso di una delle prossime riunioni se dar seguito alla proposta del
segretariato o invece tenere aperta la petizione come da lei sollecitato.
Cordiali saluti
La segreteria
Commissione per le petizioni
Allegati:
1.
email
della Commissione PETI alla BCE
2.
seconda
risposta della BCE (in inglese, che ho provveduto a tradurre).
1. Email della
Commissione PETI alla BCE
From: PETI Secretariat [peti-secretariat@europarl.europa.eu]
Sent: 30 June 2017 16:36
To: Noblet, Gilles
Subject: Petition 2401/2014
Sent: 30 June 2017 16:36
To: Noblet, Gilles
Subject: Petition 2401/2014
Dear Mr
Noblet,
We contact
you again on behalf of Mr V., author of the petition 2401/2014.
On 6 June 2016,
we sent you Mr Battipaglia's observations about your reply of 13.04.2016 on his
original petition.
Recently Mr V.
has addressed us a new e-mail by asking us for an update of your reply about
the list of his observations.
We would
be grateful if you could let us know your comments in order to be able to
possibly close the petition.
Yours
sincerely,
The
Secretariat
Commission on
petitions
2. Seconda risposta
della BCE:
Dear Madame/Sir,
Thanks for your
email to Mr Noblet.
We believe that
the ECB’s stance on the issues raised in the petition was clarified to your
Committee and to the petitioner in our letter dated 14 March 2016 (which I
attach to this email for your convenience). Our reply extensively
discussed the effects of the ECB monetary policy measures, their rationale, and
the consistency with the ECB's statutory objective. Moreover, it elaborated on
the Treaty provisions on the ECB’s objectives, which establish a clear
hierarchy of objectives, making clear that ensuring price stability is the most
important contribution that monetary policy can make to achieve a favourable
economic environment and a high level of employment.
Let me also
emphasise that over the past year, the ECB President, as well as other members
of the Executive Board, have had the opportunity to explain in detail before
the European Parliament how the monetary policy measures adopted by the ECB
were designed and implemented in order to meet the ECB's statutory objective.
In these occasion they also answered to direct questions by Members of the
European Parliament on the ECB’s actions, some of which discussed the points
raised by the petitioner.
In relation to
the petitioner’s comments on the ECB’s website, I cannot exclude that in the
past sporadical technical incidents may have caused the malfunctioning of some
website links. Nevertheless, I can assure you that our website correctly
reports all the information on the ECB’s Statute, the Treaty and other relevant
information on the legal framework of the ECB – and that these are also
available in Italian. We stand ready to continue our fruitful cooperation with
the European Parliament and to react in case of further specific request from
your side.
Best regards,
Johannes Lindner
– on behalf of Gilles Noblet
Head of
Division, EU Institutions and Fora
Directorate General International & European Relations
(traduzione
Cara
signora / signore,
Grazie
per la sua email a Mr Noblet.
Crediamo
che la posizione della BCE sulle questioni sollevate nella petizione sia stata
chiarita alla vostra commissione e al firmatario nella nostra lettera del 14
marzo 2016 (che allego a questa email per vostra comodità). La nostra risposta
ha ampiamente discusso gli effetti delle misure di politica monetaria della
BCE, la loro motivazione e la coerenza con l'obiettivo statutario della BCE.
Inoltre, ha elaborato le disposizioni del trattato sugli obiettivi della BCE,
che stabiliscono una chiara gerarchia di obiettivi, chiarendo che garantire la
stabilità dei prezzi è il contributo più importante che la politica monetaria
può dare per ottenere un ambiente economico favorevole e un alto livello di
occupazione.
Permettetemi
inoltre di sottolineare che, nell'ultimo anno, il Presidente della BCE, così
come altri membri del Comitato esecutivo, hanno avuto l'opportunità di spiegare
dettagliatamente al Parlamento europeo in che modo le misure di politica
monetaria adottate dalla BCE sono state progettate e attuate per soddisfare
l'obiettivo statutario della BCE. In questa occasione hanno anche risposto alle
domande dirette dei membri del Parlamento europeo sulle azioni della BCE,
alcune delle quali hanno discusso i punti sollevati dal firmatario.
In
relazione ai commenti del firmatario sul sito Internet della BCE, non posso
escludere che in passato incidenti tecnici sporadici possano aver causato il
malfunzionamento di alcuni collegamenti a siti Web. Tuttavia, posso assicurarvi
che il nostro sito web riporta correttamente tutte le informazioni sullo
statuto della BCE, il trattato e altre informazioni pertinenti sul quadro
giuridico della BCE - e che queste sono disponibili anche in italiano. Siamo
pronti a continuare la fruttuosa cooperazione con il Parlamento europeo e a
reagire in caso di ulteriori richieste specifiche da parte vostra.
I
migliori saluti,
Johannes
Lindner - per conto di Gilles Noblet
Capo
divisione, istituzioni dell'UE e Fora
Direzione
generale internazionale e relazioni europee).
**********
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