Pubblico
la lettera che ho inviato tre giorni fa a fiuggi.maggio2018@gmail.com e p.c. a redazione@eguaglianzaeliberta.it,
dopo aver letto un documento di Stefano Fassina, pubblicato dal sito Eguaglianza&Libertà.
Osservazioni
al documento “Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo
in progress alla costruzione di LeU”
Da: v
6/6/2018 13:20
A: fiuggi.maggio2018@gmail.com Copia redazione@eguaglianzaeliberta.it
Buongiorno,
Ho letto con interesse il documento
“Dalla parte del lavoro: il nodo Italia-Ue-Eurozona - contributo in progress alla costruzione di LeU”. Non sono un
esperto, ma ho letto i Trattati UE e lo Statuto della BCE (credo di essere uno
dei pochi ad averlo fatto, su 500 milioni di Europei) e rifletto su di essi da
alcuni anni, discutendone anche sui siti con sedicenti esperti. In passato, ho
provato anche ad esplicitare osservazioni analoghe in calce al blog di Stefano
Fassina su Huffington Post, ma vedo
invano (come, peraltro, succede per la normativa pensionistica in cui anche
Fassina fa confusione tra la riforma Fornero e la ben più severa riforma
Sacconi).
Fatta
questa doverosa premessa, mi permetto di formulare alcune brevi osservazioni
puntuali sul documento.
1.
Di conseguenza,
in relazione a tali principi, la nostra ragione fondativa dovrebbe essere un
patriottismo costituzionale come articolazione del nesso
nazionale-sovranazionale alternativa sia alla declinazione nazionalista della
de-globalizzazione in corso, sia all’europeismo liberista dominante nel
consolidato assetto regolativo e di policy dell’Ue e dell’eurozona.
I
Trattati ospitano molteplici e mutualmente contraddittori principi, in un
apparente sincretismo. Ma i principi prevalenti sono la concorrenza e la
stabilità dei prezzi. (pag. 5)
E’
vero che i Trattati dicono tutto e il contrario di tutto, ma la missione
dell’UE è definita ed esplicitata, oltre che nel preambolo, nel fondamentale
art. 3 del TUE http://register.consilium.europa.eu/pdf/it/08/st06/st06655-re07.it08.pdf. E’ l’art. 3
del TUE la bussola di qualunque lavoro di interpretazione ed applicazione dei
Trattati. Non è vero che la stabilità dei prezzi sia un principio prevalente
della politica economica, esso lo è soltanto della politica monetaria (BCE,
cfr. art. 2 statuto https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf). Peraltro, la
stabilità dei prezzi diventa un obiettivo (sub-obiettivo, vedi appresso)
dell’UE soltanto col trattato di Lisbona (2007, in vigore dal 2009).
2.
Domina il
principio della concorrenza, non tra imprese, ma tra ordinamenti costituzionali
e tra welfare state. (pag.
5)
Interpretazione
“stirata”. Il principio della concorrenza attiene alla politica economica.
Estenderlo meccanicamente al welfare appare, almeno a me, un modo surrettizio
ed aprioristico di rifiutare il principio della sostenibilità finanziaria,
dell’equità intergenerazionale e dell’efficacia ed efficienza della spesa.
3.
È un europeismo
consapevole del primato della concorrenza e della stabilità dei prezzi scolpito
delle normative della UE e nella fisiologia dell'eurozona e il primato del
lavoro e della solidarietà sociale affermato nella nostra Carta fondamentale. (pag. 6)
Se
non si fa l’errore di estrarre ciò che è coerente soltanto con la tesi che si
intende affermare, non c’è dualismo assoluto tra la missione dell’UE definita
dall’art. 3 del TUE e la nostra Costituzione. A ben vedere, è in gran parte un
problema di interpretazione e di applicazione delle regole, influenzate
abnormemente dalla Germania. Occorre accogliere la tesi che spesso sono la
Commissione e la BCE a violare i Trattati, come
conferma il Prof. Daniele Ciravegna dell’Università di Torino.
4.
i Trattati che
prevedono "una moneta unica, l'euro, nonché la definizione e la conduzione
di una politica monetaria e del cambio uniche, che abbiano l'obiettivo
principale di mantenere la stabilità dei prezzi e, fatto salvo questo
obiettivo, di sostenere le politiche economiche generali dell'Unione
conformemente al principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza"
(Tuef, art. 119, comma 2). (pag. 6)
Osservo:
(i) l’art. 119 TFUE ha un incipit che fa riferimento agli obiettivi indicati
nell’art. 3 del TUE (“Ai fini enunciati all'articolo 3 del trattato sull'Unione
europea,”); (ii) la stabilità dei prezzi – ribadisco - è l’obiettivo principale
soltanto della politica monetaria; e (iii) la politica monetaria, di pertinenza esclusiva della BCE, ha, appunto,
anche un secondo obiettivo, anche se subordinato al primo, cioè di “sostenere
le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione
degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione
europea” cfr. art. 2 Statuto BCE https://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/c_32620121026it._protocol_4pdf.pdf, che, quindi,
fa anch’esso riferimento al fondamentale art. 3 del TUE (vedi anche punto 5).
5.
“è difficile
accettare con animo leggero il fatto che l'obiettivo della stabilità dei prezzi
sia indicato senza alcun riferimento al livello occupazionale e, dunque, al
benessere delle comunità che si sono date questa Costituzione monetaria.” (pag. 7)
Il
riferimento – ripeto - c’è (cfr. art. 2 statuto BCE, vedi sopra), anche se
indiretto e subordinato a quello principale, a meno che non si sia in
deflazione o con tasso di inflazione sensibilmente inferiore al target (poco
sotto il 2%), quando i due obiettivi sono assolutamente
concordanti, convergenti e complementari, e il secondo ha le
stesse dignità e cogenza del primo”.
6.
4. Va ampliato il mandato della Bce, in
analogia a quanto scritto nello statuto della Federal Reserve degli Stati
Uniti, al fine di includere l'obiettivo di un tasso di occupazione qualificato,
a pari rilevanza con l'obiettivo di inflazione. Perché? Perché il diritto al
lavoro è un diritto fondamentale. Non
può essere sotto-ordinato all'inflation target. (pag. 8)
Va bene l'allineamento della BCE allo statuto della FED, ma,
per quanto riguarda la missione dell'UE, questo è già scritto nell’art. 3 del TUE.
Anzi, in esso è scritto che la stabilità dei prezzi è anch’esso un
sub-obiettivo che, assieme agli altri, “mira alla piena occupazione e al
progresso sociale”, che è l’obiettivo strategico (missione) dell’UE (cfr. link
al punto 3).
7.
senza incorrere
in conseguenze “punitive”. (pag. 9)
E’
inutile sperarlo se, privi della difesa da parte della BCE stanti i vincoli dei
Trattati, non si affronta con coraggio e determinazione il problema
dell’elevato debito pubblico, con un mix di misure che contemplino un’imposta
patrimoniale sui ricchi, che si sono arricchiti con la terribile crisi, anche
perché hanno contribuito poco al mastodontico risanamento dei conti pubblici (manovre correttive per 330 mld cumulati
varate nella XVI legislatura, e le misure strutturali valgono tuttora, l’81%
da Berlusconi, scandalosamente inique, e il 19% da Monti, molto più eque (vedi
IMU, patrimonialina sui depositi e TTF). Ma, nel
caso la si decida, occorrerà essere saggi nel messaggio sulla patrimoniale,
perché milioni di poveri appoggiano misure che vanno contro il proprio
interesse (cfr. il dialogo tra Einstein e Freud in “Perché la guerra”) o sono
istintivamente e pervicacemente contrari a quelle che colpiscono i ricchi.
Cordialmente,
V.
Allego:
-
gli
URL del mio blog, dove sono reperibili decine di post sui temi accennati all’inizio (BCE, Trattati e pensioni): http://vincesko.ilcannocchiale.it
oppure, se in avaria, http://vincesko.blogspot.it;
-
tra
i quali questo, che riguarda la BCE e la sua politica monetaria:
Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859155.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2017/12/replica-alla-seconda-risposta-della-bce_20.html
Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2859155.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2017/12/replica-alla-seconda-risposta-della-bce_20.html
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