Pubblico la lettera che ho inviato ieri
alla Professoressa Elsa Fornero, dopo aver ascoltato e letto due sue
interviste, rispettivamente alla trasmissione di Radio1 Zapping e al giornale LINKIESTA,
sul suo ultimo libro “Chi ha paura delle riforme.
Illusioni, luoghi comuni e verità sulle pensioni”. E’ la seconda lettera che scrivo alla
professoressa Fornero, autrice di una riforma delle pensioni che è oggetto da
sette anni di una DISINFORMAZIONE generale, che ha fatto in Italia quasi 60
milioni di vittime e che ha superato i confini nazionali. E che io, nel mio
piccolo, contrasto fin quasi dalla nascita della legge, praticamente da solo,
poiché tra le vittime ci sono tutti, Enti importanti nazionali e
internazionali, docenti universitari, sindacati, noti esperti, tutti i media.
La mia tesi è che, tra i maggiori responsabili di tale generale
DISINFORMAZIONE, ci siano Maurizio Sacconi, autore della riforma precedente, le
cui misure severe vengono erroneamente attribuite alla riforma Fornero, per il
suo silenzio (anzi peggio, cfr. nota 9), e la stessa professoressa Fornero, la
quale, forse per l’ambizione di passare alla storia come salvatrice dell’Italia
dal default, tenendo in non cale i
dati ufficiali (fa la stessa cosa Mario Monti per le manovre finanziarie), ha
pervicacemente mancato di chiarire, in ben sette anni, pur avendo avuto una
presenza costante nei media, la paternità delle norme pensionistiche. Ad oggi,
non ha mai risposto alle decine di lettere che le ho inviato o direttamente
(due) o per conoscenza.
PS: No, dopo avere scritto questa mia introduzione, questa volta la professoressa Fornero mi ha risposto,
riporto la sua risposta in calce e la mia replica.
Lettera
n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale sulla
riforma Fornero
Da: v
26/6/2018 19:16
A: elsa.fornero@unito.it Copia redazione.internet@ansa.it e altri 48
Egr. Professoressa Fornero,
In
riferimento all’intervista da Lei rilasciata a Francesco Cancellato de
LINKIESTA, “Un’aliena a Palazzo: così hanno incastrato Elsa Fornero”, in cui ha parlato del Suo nuovo libro, mi
permetto ribadire ciò che Le scrissi il
3 novembre 2016, dopo la Sua intervista ad Alessandro
Franzi sempre de LINKIESTA.[1]
PENSIONI:
Sacconi (e Dini), non Fornero
La riforma delle pensioni Fornero è soltanto la settima riforma delle pensioni
dal 1992, e non la più severa. Dal 1992, infatti, le riforme delle pensioni,
considerando un’unica riforma i severi e incisivi provvedimenti 2010 e 2011 di
SACCONI, sono state sette (Amato, 1992; Dini, 1995; Prodi, 1997; Berlusconi/Maroni,
2004; Prodi/Damiano, 2007; Berlusconi/Sacconi, 2010; Berlusconi/Sacconi, 2011;
Monti-Fornero, 2011).
L’allungamento (eccessivo) dell’età di
pensionamento è stato deciso molto più dalla riforma SACCONI (L.122/2010, art.
12, più integrazioni con L. 111/2011 e L. 148/2011) – il cui autore fa lo
gnorri, alimentando la vulgata – che dalla riforma Fornero (L. 214/2011, art.
24):
– sia portando
l’età di pensionamento per vecchiaia, tramite la “finestra” mobile ( =
differimento dell’erogazione) di 12 mesi o 18 mesi, da 65 a 66 anni per i
lavoratori dipendenti e a 66 anni e 6 mesi per i lavoratori e le lavoratrici
autonomi;
- sia portando
l’età di pensionamento di vecchiaia, quasi senza gradualità, da 60 a 66 anni
per le lavoratrici dipendenti pubbliche, a seguito della Sentenza del 13 novembre 2008 della Corte di giustizia dell’Unione europea,
ma che poteva avvenire a qualunque età tra 60 e 65 anni, più “finestra” di 12 mesi;
- sia allineando
gradualmente, entro il 2026 (2023 includendo l’adeguamento automatico
all’aspettativa di vita), a 66 anni, le lavoratrici del settore privato, accelerato
poi dalla riforma Fornero gradualmente entro il 2018;
– sia
introducendo – sempre Sacconi e non Fornero – con la L.
102/2009, art. 22ter, comma 2, modificato
sostanzialmente dalla L.
122/2010, art. 12, comma 12bis, l’adeguamento
triennale all’aspettativa di vita (che, relativamente agli “adeguamenti successivi a quello
[triennale, 2019-2021, ndr] effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019”, e cioè dal 2022, quantunque il
Ragioniere Generale dello Stato affermi sorprendentemente 2021[2] - glielo spieghi Lei, dandogli l’interpretazione
autentica, ché l’errore nasce dalla relazione tecnica del decreto salva-Italia,
DL 201/2011 -, in forza della riforma Fornero, diverrà biennale), che ha
portato finora l’età di pensionamento di vecchiaia a 66 anni e 7 mesi e la
porterà a 67 nel 2019, e poi via via a 70 e oltre.
Anche il sistema
contributivo l’ha introdotto la riforma Dini nel 1995 (L. 335/1995), non la riforma
Fornero nel 2011; questa ha solo incluso, col calcolo pro rata dal 1.1.2012,
quelli che erano esclusi dalla legge Dini, cioè coloro che, al 31.12.1995,
avevano almeno 18 anni di contributi, quindi nel 2012 tutti relativamente
anziani.
Esodati
Pochi lo sanno, ma gli esodati ci furono pure con la riforma
SACCONI, presumibilmente alcune decine di migliaia di persone,[3] poiché, con
una decisione crudele e iniqua (che fu la cifra di quell’intera legge) - e probabilmente incostituzionale - del ministro SACCONI, furono scientemente salvaguardate soltanto le prime
diecimila (cfr. DL 78/2010, convertito
dalla L. 122/2010, art. 12, comma 6 “6. L'Istituto nazionale della previdenza
sociale (INPS) provvede al monitoraggio, sulla base della data di cessazione
del rapporto di lavoro, delle domande di pensionamento presentate dai
lavoratori di cui al comma 5 che intendono avvalersi, a decorrere dal 1°
gennaio 2011, del regime delle decorrenze dalla normativa vigente prima della
data di entrata in vigore del presente decreto. Qualora dal predetto monitoraggio
risulti il raggiungimento del numero di 10.000 domande di pensione, il predetto
Istituto non prendera' in esame ulteriori domande di pensionamento finalizzate
ad usufruire dei benefici previsti dalla disposizione di cui al comma 5.”), ma a causa della sordina imposta dal potentissimo apparato disinformativo berlusconiano, fecero molto meno rumore e, poi, come Lei ha lamentato a Zapping, sono stati anch'essi imputati alla riforma
Fornero.
A me risulta che gli esodati, dopo l’ottava salvaguardia, siano non 170.000 - come afferma Lei nell'intervista - ma 153.000. Riporto la nota[4] di un mio documento di 18 pagine, con la ricostruzione delle vicende politico-economiche della XVI legislatura, che ho già trasmesso anche a Lei:
A me risulta che gli esodati, dopo l’ottava salvaguardia, siano non 170.000 - come afferma Lei nell'intervista - ma 153.000. Riporto la nota[4] di un mio documento di 18 pagine, con la ricostruzione delle vicende politico-economiche della XVI legislatura, che ho già trasmesso anche a Lei:
A parte gli esodati, il cui numero, come dichiarò la
professoressa Elsa Fornero a “In mezz’ora”, fu prima sottostimato (la prima salvaguardia
riguardò 65.000 persone) e poi, come riportato da varie fonti (tra cui i Deputati PD e l'On. Damiano, presidente della Commissione Lavoro della Camera), sovrastimato dalla
burocrazia di RGS e INPS, che, nell'arco di 6 anni e su 8 salvaguardie, «ridetermina il numero massimo degli
esodati a 153.389 soggetti», contro una stima
iniziale di 389.200, cioè a meno della metà della stima iniziale.[4]
Risparmi
dalle riforme delle pensioni
Anche sulla base
dei risparmi rivenienti dalle quattro riforme dal 2004 (Maroni, 2004; Damiano,
2007; SACCONI, 2010 e 2011; e Fornero, 2011), stimati dalla Ragioneria Generale
dello Stato in 60 punti di Pil cumulati al 2060,[5] pari a 1.000 mld, emerge
un rilevante maggiore impatto della riforma SACCONI rispetto alla riforma
Fornero, poiché soltanto un terzo viene ascritto a quest’ultima, cioè 350 mld (poi scesi a 280 mld dopo i
successivi interventi legislativi); il che, poiché lo “scalone” di Maroni fu
abolito da Damiano (che RGS non menziona) e le “quote” di Damiano furono
abolite da Fornero, significa che l’RGS ascrive la grandissima parte dei
residui 700 mld, cioè il doppio di
350 mld, alla riforma SACCONI, ma di cui
quasi nessuno parla (anche l’RGS alla fine cita solo la riforma Fornero! E
la stessa cosa la fa la Corte dei Conti![5a]),
mentre TUTTI, in Italia, inclusi ISTAT e UPB,[6] e all’estero, inclusi EUROSTAT (che ripete pari pari i dati
forniti dall’ISTAT), OCSE,[7] che usa dati vecchi e in
parte errati, ma almeno è l’unico Ente
che propone i dati pensionistici al lordo e al netto delle imposte (il peso
fiscale sulle pensioni in Italia è il più alto), e FMI,[8] che usa dati vecchi e in parte
errati, ma molto pubblicizzati a livello mondiale, ascrivono tutto alla riforma Fornero, decretando un'impropria damnatio memoriae della riforma SACCONI.
Cause della DISINFORMAZIONE generale
Cause della DISINFORMAZIONE generale
Questo delle riforme Fornero e SACCONI rappresenta uno dei casi più macroscopici di DISINFORMAZIONE generale della
storia italiana, analogo a quelli delle
manovre finanziarie dei Governi Berlusconi e Monti e dello Statuto della BCE. Lei come lo spiega? Io, se permette, lo spiego così: Lei, donna, con il
Suo pianto, efficacissimo in un Paese melodrammatico come l’Italia mitridatizzato dalla terribile tv, e la Sua
sovraesposizione mediatica, senza (quasi) MAI rinviare ai veri autori delle
norme e dei dati che Le venivano erroneamente attribuiti, aiutata in questo dal
disinformato professor Monti, da famosi esperti previdenziali (Cazzola,
Giannino, Boeri, Garibaldi, Ichino, Damiano e Sacconi),[9] oltre che da tutti i media a partire dal 2013, dimentichi di
ciò che avevano scritto un anno prima sugli effetti portentosi della riforma
SACCONI (cfr. [9], nota 1), e, soprattutto, la
potentissima DISINFORMAZIONE berlusconiana e del centrodestra avete creato e alimentato una vulgata che ha fatto in
Italia quasi 60 milioni di vittime, oltre all’estero.
Conclusione
In conclusione, gentile
Professoressa, io sono
antiberlusconiano (per le misure molto inique che ha varato), ma il “golpe” contro di lui, sui generis, quasi
alla luce del sole, in parte anche giustificato dal comportamento e dalle condizioni psicologiche del Presidente del Consiglio, che in definitiva rassegnò lui le dimissioni dopo aver perso la maggioranza parlamentare, è un fatto inoppugnabile, confermato nella sostanza dal Governatore della Banca d'Italia, Ignazio Visco, nel corso della sua audizione alla Commissione parlamentare d'inchiesta sulle banche, per le condizioni capestro che l'UE, a trazione franco-tedesca, continuava ad imporgli, nonostante le manovre finanziarie draconiane già varate.[4]
Come è altrettanto inoppugnabile, sulla
base dei dati (il governo Berlusconi ha varato manovre correttive per un importo quadruplo di quelle del governo Monti), che non sia stato il governo Monti ad aver salvato l’Italia dall’artefatto default, anche se è stato molto più equo
(vedi IMU, patrimonialina sui depositi, TTF), o, come pensano tutti, ad aver causato la recessione.[4]
Lei si vanta
ogni volta di ricevere, e di rispondere loro, tutti quelli che Le chiedono di
parlare sulla Sua riforma delle pensioni, allora mi permetto di chiederLe: perché non ha mai
risposto a me (e alle mie decine di lettere circolari che Le ho inviato per
conoscenza), che Le ho contestato l’appropriazione
(cfr. il testo della L. 214/2011, art. 24) di fatto di alcune delle norme di SACCONI, che, per quanto mi consta, raramente e solo recentemente (vedi la Sua
intervista di qualche mese fa a Radio Montecarlo, della quale ho tratto notizia da un articolo disinformativo
e ingiustamente critico verso di Lei de Il Giornale[10] e, da ultimo, nella Sua intervista
di pochi giorni fa a Radio1-Zapping del 22 giugno u.s.) lamenta che Le vengono attribuite? Peraltro,
in tale trasmissione Lei ha negato che abbia eseguito imposizioni esterne,
mentre in passato ha detto che ha seguito come bussola le vere e proprie prescrizioni contenute nella lettera del 5.8.2011 della BCE, tra cui il completamento della riforma delle
pensioni, che era stata una delle poche richieste della lettera non
adempiute dal governo Berlusconi, a causa del veto di Bossi, poiché le pensioni
di anzianità sono in netta prevalenza al Nord (“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema
pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni
di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore
privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico,
così ottenendo dei risparmi già nel 2012”).[4] Che Lei, però, ha attuato con un eccesso di zelo, forse perché
pressata – come ha confermato nell'ultima intervista a LINKIESTA - e fuorviata dalle richieste di fare cassa per evitare
il default. Spauracchio oggettivamente
ingiustificato dai fondamentali macroeconomici, dopo le tre mastodontiche manovre correttive berlusconiane per oltre 220
mld cumulati, e provocato ad arte dalla
speculazione finanziaria mondiale che aveva scommesso sulla rottura dell’Euro,
contrastata in maniera affatto insufficiente dalla Banca Centrale Europea (col vostro Governo, dopo un calo iniziale, lo spread era ritornato sopra i 500 p.b.), fino
al famoso e decisivo “whatever it takes” pronunciato dal Presidente Mario
Draghi nel luglio 2012.[4]
Io non so che
cosa Lei abbia scritto nel Suo ultimo libro, ma se vuole fare un’opera di
verità, come è riportato nel titolo, e che è anche il mio unico intento nello scrivere
queste mie decine di lettere, e ribaltare la vulgata mondiale sulla riforma delle pensioni Fornero, se non l’ha fatto
chiaramente in questo, scriva un altro libro e dia a SACCONI (e Dini) quel che
è di SACCONI (e Dini), e poi lo gridi ai quattro venti, come non ha fatto in
questi sette anni.
Cordiali saluti,
V.
_______________________
Note:
[1]
Lettera alla Professoressa Elsa Fornero su pensioni e manovre correttive
[2] Lettera al Ragioniere Generale dello Stato e alla
Direttrice Generale Previdenza (p.c. al Presidente della Repubblica e al
Parlamento): errori interpretativi della norma sull'adeguamento dell'età
pensionabile
[3] Esodati 2010: proroga 2018
di Barbara Weisz
scritto il 10 aprile
2018
Gli ultimi esodati
Sacconi vengono tutelati con il sostegno al reddito fino alla decorrenza della
pensione. Il relativo decreto di salvaguardia del ministero del Lavoro del 15
febbraio 2018 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 4 aprile. Si
tratta di lavoratori che erano rimasti senza stipendio e senza pensione dopo
l’introduzione delle finestre mobili del 2010 (decreto legge 78/2010). Nel
corso degli anni si sono succeduti diversi interventi per tutelarne il reddito
fino alla maturazione della pensione.
Il decreto tutela gli
ultimi lavoratori che ancora non rientrano nel contingente dei 10mila
salvaguardati della Riforma Sacconi. […]
[4] Riepilogo delle
manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld (80,8%);
- governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale 329,5 mld (100,0%).
L'assassinio della
verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la
grande recessione
[5] a. Questo articolo mi è stato chiesto
da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il titolo e alcune piccole
modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo
di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
b. Qui sotto, c’è anche (migliorato
qualitativamente) il grafico
della RGS
e altre mie osservazioni critiche sul risparmio calcolato dalla RGS.
Lettera a Davide Colombo del Sole 24 ore su un suo articolo
con qualche fake news sulle pensioni
[6] Lettera all’ISTAT
di richiesta di informazione sulla fonte di dati pensionistici errati
[7] Segnalo alcuni
errori contenuti nel rapporto “Pensions at a Glance”, nella parte relativa all’Italia, e ripresi pari
pari da tutti i media italiani (li ho già segnalati a Stefano Scarpetta
dell’OCSE, che fu intervistato dall’AGI). Gli errori
sono colorati in rosso.
Panoramica - Riforme recenti e pensionamento flessibile.
Dal 2011 [la legge non è la
riforma Fornero ma la riforma SACCONI, la 122 del 30.7.2010/Sacconi, la
decorrenza è dal 2013/Sacconi, ndr] esiste un collegamento automatico tra
l'età pensionabile e l'aspettativa di vita. Dall'attuale [2016, ndr]
livello di 66,6 [66 anni e 7 mesi, ndr] anni per gli
uomini [e le donne del settore pubblico, ndr] e 65,6 [65
anni e 7 mesi, ndr] anni per le donne [del settore privato, ndr],
l'età pensionabile legale dovrebbe aumentare ad almeno 67 e 66,6 [67,
ndr] anni nel 2019, rispettivamente, e poi raggiungere 71,2 anni per la
generazione nata nel 1996 basato su proiezioni di aspettativa di vita.
Nell'OCSE solo Danimarca e Paesi Bassi avranno un'età pensionabile sopra 70 per
la stessa coorte di nascita del 1996, contro una media OCSE di 65,8 per gli
uomini e 65,5 per le donne.
I futuri tassi di sostituzione in Italia saranno alti per quelli a
lungo permanenza in carica; quelli con carriere irregolari o che non lavorano
affatto probabilmente dovranno affrontare un alto rischio di povertà di
vecchiaia. Lo schema pensionistico a Contributo nozionale definito (CND) darà
una pensione netta uguale al 93% degli ultimi guadagni per un lavoratore con
salario medio con una carriera piena dall'età di 20 anni. I tassi di sostituzione
sono più alti solo in Olanda, Portogallo e Turchia.
by Michal Andrle, Shafik
Hebous, Alvar Kangur, and Mehdi Raissi
“ages are set to increase
further over time as part of the ‘Fornero’ reform (L. 214/2011)”. (pag. 12)
[le
età sono destinate ad aumentare ulteriormente nel tempo per la riforma
"Fornero" (L. 214/2011)]
Come
si vede, anche l’FMI attribuisce erroneamente alla riforma Fornero
l’adeguamento automatico all’aspettativa di vita, in realtà deciso dalla
riforma Sacconi due anni prima che arrivasse il governo Monti-Fornero.
[9] Pensioni, la congiura del silenzio di sette
noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero
[10] Lettera ad Antonio Signorini e Gian Maria
De Francesco de Il Giornale sulle
loro fake news sulle pensioni
***
Pubblico
la risposta della professoressa Elsa Fornero e la mia replica.
Re: Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla
disinformazione mondiale sulla riforma Fornero
Da: Elsa Maria
Fornero<elsa.fornero@unito.it>(elsa.fornero@unito.it)
27/6/2018 09:52
A: v
Gentile signor V.,
Non ho mai risposto alle sue mail perché non ne ho mai ricevute di
indirizzate a me. Ho sempre soltanto letto (o visto) quelle da lei inviate ad
altre persone, e a me solo per conoscenza.
In ogni caso, amo poco le mail collettive e quindi rispondo (brevemente, e
ne né scuso) soltanto a lei.
Lei è molto informato sulle pensioni e questo le fa onore, in un paese in
cui la maggior parte di coloro che ne scrivono ne sanno veramente poco e spesso
in modo confuso.
Ciò detto, non credo di essermi mai attribuita meriti/demeriti che non mi
spettano. Ho sempre parlato dei 10.000 esodati di Sacconi, dell’indicizzazione
da lui deliberata e da me soltanto modificata, ecc ecc.
Ma lei crede veramente che la voce di una singola persona, senza partito o
sindacato o gruppo di potere alle spalle avrebbe potuto smuovere qualcosa della
rappresentazione mediatica ricorrente? Anche sugli esodati?
Mi pare che lei stesso sia una prova di quanto sia difficile smuovere il
moloch della disinformazione!
In ogni caso, invece di leggere le mie dichiarazioni come “riportate” da
altri giornali (dei quali non credo sia per lei difficile immaginare l'assenza
di obiettività!), legga il mio libro e, la prego, mi segnali eventuali errori.
Gliene sarò grata.
Un saluto cordiale,
Elsa Fornero
Re:
Lettera n. 2 alla Professoressa Elsa Fornero sulla disinformazione mondiale
sulla riforma Fornero
Da: v
27/6/2018 12:15
A: Elsa Maria Fornero
Gentile
Professoressa Fornero,
Come
ho scritto e si evince dall’oggetto di questa seconda lettera, Le ho inviato
una prima lettera in data 3/11/2016, forse Le è sfuggita.
Pensioni
e manovre correttive
Da: v 03 nov 2016 – 16:30
A: <elsa.fornero@unito.it>
CC <redazione@linkiesta.it>
Anche se una
“primissima” lettera gliela inviai in data 3/12/2011 18:47, quando in qualità di
ministra stava elaborando la Sua legge.
Lei
ha ragione, cambiare per un semplice lettore come me la vulgata sulle pensioni
è un’impresa impossibile e una fatica di Sisifo, oltre che un piccolo rischio
quando, come faccio talvolta, mi metto a difenderLa – raccontando
semplicemente la verità - sui vari forum, in particolare quelli degli esodati e
simili. Proprio per questo, negli ultimi mesi, anziché limitarmi a inviare le
mie lettere ai direttori, che
forse neanche le leggono, scrivo direttamente agli autori (51 negli
ultimi sette mesi), con qualche piccolo risultato, ma pochissimi rispondono
(Enrico Marro del Corriere è uno dei
più preparati e gentili). Forse è un po’ meno difficile per Lei, data la Sua
presenza costante sui media, nonché per il professor Monti, che scrive sul Corriere della Sera e viene intervistato
periodicamente, una volta che venga edotto da Lei sulla situazione. Se mi posso
permettere un suggerimento, basterebbe, in piccola parte, organizzare o
sollecitare una conferenza stampa congiunta con Lei, il professor Mario Monti e
l’ex senatore Maurizio Sacconi, che fa lo gnorri da 7 anni, anzi peggio (cfr.
nota 9), più eventualmente l’ex senatore Dini. Certo, questo richiederebbe sia
a Lei, gentile Professoressa, che al prof.
Monti (al quale ho scritto) lo sforzo di vincere la vostra – comprensibile -
resistenza ad approfondire e
prendere atto dei dati ufficiali, facilmente reperibili trattandosi di leggi e
rifacendosi a fonti attendibili (che io ho utilizzato per elaborare il lungo
documento riportato nella nota 4), che smentiscono le vulgate e a divulgarli
assiduamente, relativi sia alle pensioni che alle manovre finanziarie della XVI
legislatura.
La ringrazio per la risposta.
Cordiali
saluti,
V.
PS:
Ho il dovere di informarLa che,
come faccio sempre, riporterò queste lettere nel mio blog.
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