Guglielmo Pepe - 2 GIU 2020
La sparata di
Zangrillo? Bufale, omissioni, verità
Sono assolutamente d’accordo con Guglielmo
Pepe sulle parole usate dal dott. Zangrillo (sul tono non posso pronunciarmi
perché non guardo la tv).
Sarà stato “infettato” dal comunicatore
sopra le righe (eufemismo) SB.
Provo ad analizzare l’espressione usata.
Come si fa a dire, ammesso e non concesso
che sia vero (tale opinione ha già trovato numerosi e autorevoli dissensi): “Il
virus non esiste clinicamente”, senza neppure la preoccupazione che possa
venire interpretata male? Infatti, l’attenzione di tutti - come era inevitabile
- si è accentrata sul soggetto e sul verbo, al negativo – il virus non esiste -
più che sull’avverbio – clinicamente -, di non immediata comprensione e che
infatti alcuni giornali hanno del tutto omesso.
Dal punto di vista semantico: clìnico agg.
e s. m. [dal lat. clinĭcus, gr. κλινικός, der. di κλίνη «letto»] (pl. m. -ci).
– 1. agg. Che riguarda la clinica medica, cioè l’esame, lo studio e la cura del
malato: quadro c., il complesso dei sintomi; caso c., la concreta realizzazione
di una malattia o di una sindrome (nell’uso com., essere un caso c., di persona
che esce dalla normalità); guarigione c., regressione o scomparsa del quadro
morboso, con o senza scomparsa delle lesioni organiche.
Inoltre, tecnicamente, "Si definisce
clinicamente guarito da Covid-19, un paziente che, dopo aver presentato
manifestazioni cliniche (febbre, rinite, tosse, mal di gola, eventualmente
dispnea e, nei casi più gravi, polmonite con insufficienza respiratoria)
associate all’infezione virologicamente documentata da SARS-CoV-2, diventa
asintomatico per risoluzione della sintomatologia clinica presentata. Il
soggetto clinicamente guarito può risultare ancora positivo al test per la
ricerca di SARS-CoV-2."
È certo che il virus esiste: ogni giorno
vengono ancora accertati centinaia di nuovi malati, la più parte in Lombardia.
Oggi sono stati rispettivamente 318 e 187. Sono tutti clinicamente guariti?
Cioè senza sintomi? Né gravi né lievi?
Ha detto “inesistente”, non “meno grave”,
“più lieve”, “attenuato”.
Il dott. Zangrillo è un tecnico rinomato,
a prescindere dall’intenzionalità comunicativa e dal sospetto di un uso
imprudente e/o strumentale delle parole, è stato per lo meno impreciso,
tecnicamente e semanticamente. Con un effetto moltiplicativo in termini di
clamore mediatico e di responsabilità, proporzionale al fenomeno eccezionale in
discorso.
Aggiornamento
Antonella Ronchi 3 giugno 2020 alle 12:31
Caro Pepe, condivido
completamente quanto affermato da bdg.Il contenuto della comunicazione è tutto
centrato sul termine "clinicamente" che in tanti titoli e commenti è
stato omesso, confondendo pesantemente le cose. Sul tono, alla luce di quanto è
avvenuto in questi mesi, in cui le voci "diverse" sono state ignorate
(vedi la partecipazione istituzionale di Burioni da Fazio, ma non solo),
bisogna alzare la voce per farsi sentire. E comunque a me preoccupa moltissimo
il fatto che vengano oscurati su youtube interviste a personaggi che dicono
cose fuori dal coro, come Tarro . Una narrazione a senso unico che sta
diventando minacciosa per la democrazia.
vincesko5 4 giugno 2020 alle 10:08
@Antonella Ronchi (3 giugno 2020 alle 12:31)
Essendo io un assiduo frequentatore del web, non mi sorprende l'inclinazione di tantissime persone (davvero troppe) a tenere OSTINATAMENTE in non cale i fatti, la logica e la lingua italiana. E' utile segnalare che l'eziologia è l'educazione fin da piccoli in famiglia, quindi di difficilissimo contrasto.
Mi spiace, avete torto entrambe. E questo non lo dico io ma lo attesta il dottor Zangrillo, nella sua lunga intervista di ieri a Un giorno da pecora su Radio1-RAI (io ascolto solo la radio). La potete ascoltare qui, a una decina di minuti dall’inizio.
https://www.raiplayradio.it/audio/2020/05/UN-GIORNO-DA-PECORA-95875bf9-86c8-4d14-9134-d4b37653223d.html
Essendo io un assiduo frequentatore del web, non mi sorprende l'inclinazione di tantissime persone (davvero troppe) a tenere OSTINATAMENTE in non cale i fatti, la logica e la lingua italiana. E' utile segnalare che l'eziologia è l'educazione fin da piccoli in famiglia, quindi di difficilissimo contrasto.
Mi spiace, avete torto entrambe. E questo non lo dico io ma lo attesta il dottor Zangrillo, nella sua lunga intervista di ieri a Un giorno da pecora su Radio1-RAI (io ascolto solo la radio). La potete ascoltare qui, a una decina di minuti dall’inizio.
https://www.raiplayradio.it/audio/2020/05/UN-GIORNO-DA-PECORA-95875bf9-86c8-4d14-9134-d4b37653223d.html
L’attenzione, come ho
spiegato più sopra, va OVVIAMENTE posta in primo luogo sul verbo (“non
esiste”), non sull’avverbio (“clinicamente”), ma beninteso anche su questo
Zangrillo, essendo un tecnico, ha commesso un grave ed evidentissimo errore
semantico e tecnico. Volutamente.
Infatti, nella predetta
intervista, Zangrillo è su questo che si corregge e parla di virus “molto più
lieve”, dal che si deduce che, almeno, esiste. Non solo, ammette anche (verso
la fine dell'intervista) che ha intenzionalmente reso una dichiarazione
ottimistica, e fa anche ammenda, rivolgendosi ai giovani.
**********
L'infettivologo Fabio Franchi sostiene che il virus non è stato neanche isolato
RispondiEliminahttps://drive.google.com/file/d/194eV5a6HepYvtxY3z9yHL_rInBZPtm_F/view
I tamponi in effetti non individuano il virus ma amplificano specifiche sequenze di nucleotidi che possono appartenere a residui cellulari. Lo stesso inventore della tecnica, Kary Mullis, sosteneva che non bisognasse utilizzare la PCR per questi scopi.
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