Pubblico la lettera che ho inviato il
20.9 scorso a Mauro Bottarelli, giornalista economico che collabora con vari
giornali, sulle sue notizie false sul professore e ministro Savona, sulla BCE e
sulla Troika. Ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta.
Lettera a Mauro Bottarelli de LINKIESTA sulle sue notizie false
sul professor Savona, la BCE e la Troika
Da: v
20/9/2018 16:55
A: redazione@linkiesta.it Copia redazione.internet@ansa.it e altri 48+91
ALLA C.A. DEL
DOTT. MAURO BOTTARELLI
pc DIRETTORE FRANCESCO
CANCELLATO
Egr. dott. Bottarelli,
Traggo dal Suo articolo su
LINKIESTA “Qualcuno ci salvi da Savona, dalle sue idee strampalate (e
dal suo odio politico per Draghi)” https://www.linkiesta.it/it/article/2018/09/17/qualcuno-ci-salvi-da-savona-dalle-sue-idee-strampalate-e-dal-suo-odio-/39444/ :
“Ma attenzione, perché
il meglio il ministro Savona lo ha dato nella sua disputa a distanza con Mario
Draghi, oggetto di una malcelata idiosincrasia dai tempi di Bankitalia e ora
bersaglio delle puntute e precise critiche dell'accademico sardo. A detta del quale,
sempre nell'intervista a Libero, «l’abilità di Draghi ha consentito di superare
i vincoli della sua azione di fronte alle carenze statutarie, ma ciò ha richiesto
tempo e trascinato polemiche non ancora sopitesi. Il problema è che le
istituzioni devono essere ben regolate per ogni circostanza, cosa che
attualmente manca». […] senza gli acquisti di Mario Draghi, probabilmente lui
allo scranno di ministro non sarebbe mai arrivato, perché avremmo la Troika
insediata da almeno cinque anni abbondanti a Roma”.
1. Sulla BCE, il professor
Savona ha ragione. Si legga i Trattati, lo statuto della BCE (cosa che
probabilmente non ha mai fatto) e i giornali e i blog economici del 2013-2014,
dai quali ricaverà che tutti, proprio tutti (tranne un profano come me) ritenevano
che la BCE non potesse acquistare titoli di Stato e in modo differenziato; e
che dovette intervenire l’ex presidente della BCE Trichet per informare che la
BCE poteva ben comprarli e che anzi l’aveva già fatto (programma SMP) nel
2010-2012.[1]
Detto questo, va anche
considerato che, sia nell’ambito del Consiglio direttivo della BCE, sia
all’esterno (la Corte Cost. tedesca), si contestava lo sconfinamento della
politica monetaria della BCE nel campo economico e la liceità degli acquisti
differenziati e illimitati di titoli pubblici, previsti dalle OMT (decise
nell’agosto 2012, dopo il famoso e risolutivo “Whatever it takes” di Draghi),
cioè l'acquisto, sul mercato secondario con contestuale sterilizzazione, di
titoli pubblici di un singolo Paese dell'Eurozona in difficoltà economica che
accettava un piano di condizionalità. Esse, forse non a caso, non sono mai
state implementate, anche se la Corte di Giustizia Europea, contro il ricorso
proposto dalla Corte Cost. tedesca, ha deliberato – stiracchiando l’interpretazione
e in contraddizione con sue decisioni precedenti (si legga in merito l’analisi
del logorroico Barra Caracciolo, che era uno degli espertoni che ritenevano che
la BCE non potesse acquistare titoli di Stato in maniera differenziata) - che
esse fossero compatibili con il diritto dell'Unione.[2]
Dopo il varo delle OMT e del
QE, lo stesso professor Savona scrisse (cito a memoria): “Nonostante le norme,
quando vogliono, questi dell'Unione Europea le soluzioni le trovano”.
Sul QE, osservo che, a causa
delle resistenze sia interpretative dei Trattati che politiche, che facevano
capo soprattutto alla Germania, la BCE lo ha varato con ben 6 anni di ritardo
rispetto alla FED e alla BoE, per non parlare della BoJ, con conseguenze
economico-sociali devastanti sui Paesi dell’Eurozona (tranne Germania e
satelliti), inclusa l’Italia, peraltro discriminata dall’UE rispetto ad altri
Paesi, in particolare la Francia e la Spagna, per il rispetto del limite del 3%
deficit/Pil, con la solita motivazione dell'elevato debito pubblico. Ma se si
considera (i) la dinamica di crescita del debito pubblico rispetto all'inizio
della Grande Recessione (l'Italia ha speso molto meno degli altri per salvare
le banche e per la crescita), (ii) il debito totale (pubblico + privato), (iii)
il debito estero e (iv) la sua sostenibilità nel lungo periodo (nonché l'avanzo
primario), l'Italia sta molto meglio sia della Francia che della Spagna.
2. Sulla Troika, Lei si
sbaglia. Ne deduco che Lei è una dei quasi 60 milioni di vittime della DISINFORMAZIONE
del centrodestra ed ignora del tutto che i fondamentali macroeconomici, dopo il
mastodontico consolidamento fiscale attuato dal governo Berlusconi, soltanto
completato dal governo Monti per 1/5 del totale, erano a posto. E che la
defenestrazione dell’incompetente Berlusconi nel 2011 fu l’epilogo di un
complotto sui generis orchestrato su input del duo egemonico
Sarkozy-Merkel.[3]
[1] L’EX
PRESIDENTE DELL’EUROTOWER
«Francoforte ha tutti gli
strumenti, non c’è bisogno di ampliarne i poteri»
di Giuliana Ferraino 26/11/2014
di Giuliana Ferraino 26/11/2014
«Comprare i titoli di Stato dei
Paesi dell’eurozona è totalmente in linea con il mandato della Bce. Lo ha già
fatto quando io ero presidente, prima comprando i titoli pubblici greci e
irlandesi nel 2010, poi i titoli di Sato italiani e spagnoli nell’agosto del
2011». Jean-Claude Trichet, ex presidente della Banca centrale europea dal 2003
al 2011 risponde così davanti agli studenti dell’Osservatorio permanente
Giovani-Editori alla domanda se sia giusto per la Bce acquistare il debito
sovrano dei Paesi dell’eurozona, il cosiddetto «quantitative easing», invocato
dagli investitori e promesso da Mario Draghi per combattere il rischio
deflazione, se la situazione economica peggiorerà ancora. «La Banca centrale
europea ha tutte le caratteristiche e gli strumenti di una banca centrale
indipendente per mantenere la stabilità dei prezzi. Non ci sono handicap, non
serve ampliare i poteri del suo mandato», insiste Trichet.
[2] LA SENTENZA
DELLA CORTE €UROPEA SULL'OMT. L'ARMA SPUNTATA CHE RATIFICA IL METODO GRECIA E
LETTERA BCE
DOMENICA
21 GIUGNO 2015
[3] L'assassinio
della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e
causato la grande recessione
Cordiali
saluti,
V.
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