Proprietà pubblica e privata tra Costituzione e
trattati europei
di Vladimiro Giacchè
Created: 24 March 2019
Citazione: “Un anno prima, con il Trattato di Maastricht, era entrato in vigore il più formidabile dispositivo istituzionale neoliberale del mondo: con esso era tra l’altro codificata direttamente la stabilità dei prezzi come obiettivo principale della politica economica (cui tutti gli altri devono essere subordinati) e addirittura come unico obiettivo della banca centrale (a differenza di quanto previsto per le maggiori altre banche centrali, a cominciare da quella statunitense);”.
Il
prof. Giacché non conosce bene né i Trattati, né lo statuto BCE.
1. La stabilità dei prezzi non è
“codificata come obiettivo principale della politica economica”, ma della
politica monetaria, attribuita in via esclusiva alla BCE.
2. La stabilità dei prezzi non è l’unico
obiettivo della BCE, come si deduce facilissimamente fin dal titolo dell’art. 2
Statuto BCE, di cui – vista l’ignoranza quasi universale - ho fatto un esame
accurato nel mio libro “Le violazioni statutarie della BCE”.
3. La stabilità dei prezzi entra a far
parte degli obiettivi dell’UE soltanto col Trattato di Lisbona, ma certamente
non è obiettivo principale, ma un mero sub-obiettivo, finalizzato alla missione
dell’UE statuita dal fondamentale art. 3 del TUE: piena occupazione e progresso
sociale.
Statuto BCE
Le regole statutarie della BCE sono mutuate dai Trattati UE
(ad esempio gli obiettivi, art. 2, dagli artt.
127 e 282 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, acronimo TFUE),
perciò hanno valore cogente sia per la BCE che per tutti gli altri membri e
organi dell’UE. Quindi inscrivere altri obiettivi nel mandato della BCE esige
la modifica dei Trattati e perciò l’unanimità. Lo Statuto BCE, protocollo 4, infatti, include le
modifiche ai Trattati intervenute col trattato di Lisbona.
Ma è difficilissimo cambiarle, sia perché è necessaria
l’unanimità tra Paesi con interessi divergenti, sia perché le regole statutarie
della BCE sono, storicamente, il frutto di un compromesso sull’adozione della
moneta unica, prima politico tra la Francia e la Germania, e poi tecnico,
impostato abilmente dalla Commissione
europea Delors, gestito
dal comitato dei governatori delle banche centrali, che suggerirono di adottare
le regole più severe, quelle della Bundesbank, la banca centrale della Germania
(vedi l’interessante ricostruzione fatta dal politico ed economista Giorgio La Malfa
«Deficit – Il
punto sull’Europa tra sogno e realtà» - Seconda parte) [Attenzione: il
video comincia a 52’51”, portare il cursore all’inizio del video].
L’obliterazione dell’obiettivo
subordinato risale a quel peccato originale. Bisogna, però, anche dire che per
fortuna non riuscirono del tutto a copiare il testo dello statuto della
Bundesbank [link non più attivo, sostituire con Yanis Varoufakis e i
poteri-doveri della BCE http://vincesko.blogspot.com/2015/03/yanis-varoufakis-e-i-poteri-doveri.html] e a incollarlo su quello della BCE.
Ancor meno ciò avvenne nei Trattati se la stabilità
dei prezzi – con buona pace di Draghi e degli altri esponenti della BCE, in primis il potente presidente della
Bundesbank, Jens Weidmann - vi entra soltanto con il Trattato di
Lisbona,[14]
finalizzato grazie al forte impegno e sotto la presidenza tedesca del Consiglio
Europeo (2007, con decorrenza dicembre 2009), che gli impresse una forte
impronta e riuscì a introdurvi anche il principio ordoliberista – invero
lessicalmente ambiguo e fuorviante - della «economia sociale di mercato» (cfr.
l’art. 3 del Trattato dell’Unione Europea, acronimo TUE). […]
1.1
Obiettivi
«Articolo 2-Obiettivi Conformemente
agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento
dell’Unione europea, l’obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della
stabilità dei prezzi. Fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, esso
sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire
alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del
trattato sull’Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un’economia
di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un’efficace allocazione
delle risorse, e rispettando i principi di cui all’articolo 119 del trattato
sul funzionamento dell’Unione europea.»[15]
Lo statuto della Bce, come si deduce già
dal titolo dell’articolo 2, stabilisce due
obiettivi, non uno soltanto, come si crede, ma, a differenza della FED, essi
sono in rapporto duale-gerarchico
tra loro (tale clausola fu imposta dalla Germania come condizione per aderire
all’Euro, si veda la nota 17), però, secondo alcuni studiosi, tale rapporto non
andrebbe applicato meccanicamente, ma distinguendo tra target inflazionistico nel breve o nel lungo periodo.
Il primo
obiettivo è la stabilità dei prezzi,
«sotto, ma vicino, al 2%». Il secondo
obiettivo è stabilito nel medesimo articolo 2 dello statuto: «Fatto salvo
l’obiettivo della stabilità dei prezzi», la Bce «sostiene le politiche
economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli
obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione
europea». Tra questi, i principali sono una
«crescita economica equilibrata», la «piena occupazione» e il «progresso
sociale»:
«Art. 3. […] L’Unione
instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa,
basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su
un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un
elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente.»[14]
Ne discende che, in deflazione o con
tasso d’inflazione sensibilmente inferiore al target (poco sotto il 2%), la condizione sospensiva («fatto salvo»
- «without prejudice», nella versione inglese -), costituita dal raggiungimento
dell’obiettivo principale, è (più che) soddisfatta, quindi il rapporto
duale-gerarchico tra i due obiettivi si modifica e diventa, come per la FED, paritario:
pertanto, la BCE è obbligata dal suo statuto (art. 2) a sostenere il
raggiungimento del secondo obiettivo - «crescita economica» e «piena
occupazione» -, il quale – poiché l’inflazione dell’Eurozona è stata per cinque
anni sotto zero (deflazione) o prossima allo zero o molto sotto il target, che rende necessaria una politica
monetaria espansiva – è del tutto concordante, convergente e
complementare con l’obiettivo principale, che è quello di riportare
l’inflazione, da sotto zero o quasi zero o molto inferiore, a poco sotto il 2%.
LE VIOLAZIONI STATUTARIE DELLA BCE: Gli Obiettivi e i poteri-doveri statutari della BCE (LE TRE PIU' GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO Vol. 3)
https://www.amazon.it/dp/B07PYZ71YB
**********
Nessun commento:
Posta un commento