Pubblico la lettera che ho inviato il 27 marzo scorso ai Presidenti della
Camera e del Senato, sulla pletora di BUFALE che sono state raccontate dai
senatori durante la discussione sul decreto legge su Reddito di cittadinanza e
Quota 100. Ad oggi non ho ricevuto nessuna risposta.
Egregi Signori Presidenti del Senato e
della Camera,
Ho ascoltato oggi su Radio Radicale la
discussione al Senato sul reddito di cittadinanza e su Quota 100. Constato con
raccapriccio che il Parlamento, sulle pensioni, è diventato una fabbrica di fake
news, notizie false, BUFALE. Una senatrice della Lega Nord, partito che
votò la riforma Sacconi (2010 e 2011), è arrivata a sostenere che l’età di
pensionamento di vecchiaia a 67 anni è frutto della riforma Fornero, che è una
BUFALA cosmica, dal momento che la riforma Fornero non ha quasi toccato le
pensioni di vecchiaia, se non per:
(i) l’accelerazione
dell'allineamento a 65 anni delle donne del settore privato a tutti gli altri,
già regolati da SACCONI; e
(ii) l’equiparazione degli autonomi a tutti
gli altri della “finestra”, e quindi riducendola da 18 a 12
mesi. La “finestra” è stata poi eliminata e incorporata dalla stessa legge
Fornero nell’età base, che è dunque passata da 65 a 66 anni, ma a causa della
formulazione insufficiente e poco chiara della norma (in due commi diversi e
senza esplicitarne il legame), l’aumento a 66 anni viene da TUTTI (inclusi RGS,
vedi lettera allegata sotto, e docenti di Lavoro e Previdenza) attribuito
erroneamente a Fornero, come lamenta la stessa professoressa nel suo ultimo
libro.
Va aggiunto che lo stesso
equivoco è avvenuto per l’aumento (dai 40 anni del 2010) a 41 anni e 3 mesi
delle pensioni anticipate (ex anzianità), deciso da Sacconi ma attribuito da
TUTTI, per i motivi anzidetti, a Fornero, che, invece, ha soltanto allungato
ulteriormente l’età di pensionamento a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41
anni e 10 mesi per le donne (in entrambi i casi, i 10 mesi sono dovuti all’estensione alle pensioni anticipate, da
parte della riforma Fornero, dell’adeguamento alla speranza di vita).
L’aumento da 66 a 67 anni (e poi oltre) è conseguenza
dell’adeguamento all’aspettativa di vita, introdotto dalla riforma Sacconi.
Analogamente a come uso fare da tempo, mi
permetto trasmetterVi anche la risposta del Quirinale, con la quale mi informa
di avere trasmesso le mie osservazioni al Ministero del Lavoro e delle
Politiche sociali, e la mia replica sulle errate interpretazioni di RGS di
norme pensionistiche delle leggi Sacconi e Fornero. Lo faccio molto volentieri
e con accresciuta speranza poiché, come ho scritto nella mia replica al Segretariato
Generale del Quirinale, si tratta di una “DISINFORMAZIONE che cerco di
contrastare, nel mio piccolissimo, ormai da otto anni, ma che – data la sua
estensione e l’importanza delle materie - richiederebbe un intervento ben più
autorevole ed efficace del mio, e proprio a tale scopo ho deciso – come extrema
ratio – di scrivere anche al Signor Presidente della Repubblica”.
Con lo stesso spirito, mi permetto di
chiederVi di voler deliberare iniziative adeguate atte a contrastare le BUFALE
ormai mondiali sulle manovre finanziarie della XVI legislatura (Governi
Berlusconi, che ha varato l’81% del totale di 330 miliardi, e Monti, che ha
deciso appena il residuo 19%, ma gli viene imputato tutto o quasi) e sulle
Riforme delle pensioni, che sono state sette dal 1992, delle quali la riforma
Fornero è soltanto la settima e NON la più severa e incisiva (dei 1.000 mld di
risparmi al 2060 stimati da RGS dalle quattro riforme delle pensioni dal 2004,
soltanto 300 mld circa sono ascrivibili ad essa, contro il doppio circa della
ben più severa riforma Sacconi, oggetto da almeno cinque anni di una sorta di
sorprendente e ingiustificata damnatio memoriae). Grazie mille.
Distinti saluti,
V.
27/3/2019 16:45
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