Alla c.a. del
Dott. Andrea Danielli e del Dott. Alessio Mazzucco
C.C. DIRETTORE
FRANCESCO CANCELLATO, REDAZIONE de LINKIESTA, ALTRI MEDIA
andrea.danielli@linkiesta.it, alessio.mazzucco@linkiesta.it, francesco.cancellato@linkiesta.it, redazione@linkiesta.it,
Egregi Dott. Danielli e Dott. Mazzucco,
Traggo dalla Vostra intervista con la
professoressa Elsa Fornero la seguente frase: “Lei è stata Ministro in
un Governo in carica in un momento incandescente nella storia degli ultimi 20
anni del Paese, e il Paese si è salvato proprio grazie a quel Governo e alle
riforme che ha portato.” https://www.linkiesta.it/it/blog-post/2019/03/25/elsa-fornero-i-politici-devono-avere-il-coraggio-di-dire-la-verita-per/27875/
Osservo
con sorpresa e sincero rammarico che, sebbene LINKIESTA sia da anni tra i destinatari delle mie lettere circolari
(l’ultima ieri), tese a combattere la DISINFORMAZIONE generale su ciò che ha
legiferato il Parlamento nella XVI legislatura contro la grave crisi economica,
anche Voi due siete vittime della vulgata che attribuisce al Governo Monti
meriti inesistenti, speculare all’accusa propalata da
sette anni dal centrodestra e da millanta sedicenti esperti, inclusi quasi
tutti i professori di Economia, nonché dalle oggettive millanterie del
professor Monti di aver “salvato” l’Italia, di aver causato la recessione con
un feroce consolidamento fiscale. Che, dopo aver fatto in Italia 60 milioni di
vittime, è diventata una BUFALA mondiale.
Per un utile e (spero) risolutivo promemoria, formulo le seguenti
osservazioni.
Manovre
correttive
Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio
legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld
(80,8%);
- governo Monti 63,2 mld (19,2%);
Totale
329,5 mld (100,0%).
Il Sole 24 ore Quattro anni di manovre: fisco pigliatutto Gianni Trovati 15 luglio 2012
Altre fonti sono:
(qui la
tabella
riepilogativa https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiIMk6K3QAsghC88FaAmmHnesAXuFQQQdL66mPZit03qQSM1G67RLdMwr2KGvoVxaIz4hyH_OzvDFmU0Gtd8NI6yOFZQ5PoYgyYMRlaDtXNRPi8U_dN7YQ9crctpKANK9l6Rgd5Zan3qHVx/s1600/cgia.jpg)
Servizio Studi della Camera dei Deputati. Sulla
base dei dati di quest’ultimo, ho elaborato questa tabella relativa alle
principali cinque manovre correttive, molte delle cui misure sono strutturali e
quindi permanenti.[1]
Tabella
n. 3 - Valori delle cinque manovre correttive varate dal 2010 al 2012
Governo Berlusconi: DL 78/2010, DL 98/2011
e DL 138/2011; Governo Monti: DL 201/2011 e DL 95/2012 (milioni di euro)
DL
|
2010
|
2011
|
2012
|
2013
|
2014
|
TOTALE
|
%
|
DL 78/2010
|
36
|
12.131
|
25.068
|
25.033
|
-
|
62.268
|
22,8
|
DL98/201 1
|
-
|
2.108
|
5.577
|
24.406
|
49.973
|
82.064
|
30,1
|
DL138/2011
|
-
|
732
|
22.698
|
29.859
|
11.822
|
65.111
|
23,8
|
Tot.Gov.B.
|
36
|
14.971
|
53.343
|
79.298
|
61.795
|
209.443
|
76,7
|
DL201/2011
|
-
|
-
|
20.243
|
21.319
|
21.432
|
62.994
|
23,1
|
DL95/2012*
|
-
|
-
|
603
|
16
|
27
|
646
|
0,2
|
Tot.Gov.M.
|
-
|
-
|
20.846
|
21.335
|
21.459
|
63.640
|
23,3
|
TOTALE
|
36
|
14.971
|
74.189
|
100.633
|
83.254
|
273.083
|
100,0
|
%
|
-
|
5,5
|
27,2
|
36,9
|
30,5
|
100,0
|
*Minori spese per 20.326 milioni nel
triennio 2012-14 sono compensate da minori entrate per 19.680.
(Fonte: elaborazione mia su dati del
Servizio Studi della Camera o del Senato)
Se ne deduce che il Governo Berlusconi ha
battuto il Governo Monti 4 a 1 (anche per l’iniquità, anzi
peggio). E che il secondo ha soltanto completato l’opera di “salvataggio” (in
gran parte artificiosamente indotto) nella misura di 1/5. Ciononostante,
Berlusconi fu costretto alle dimissioni, all’esito di un complotto sui generis.[1]
Pensioni
Una situazione analoga, anche se di
proporzioni inferiori, si è verificata per la riforma delle pensioni.[1]
La riforma Sacconi (2010 e 2011) ha
portato l’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni nel 2019 (e poi la porterà oltre); ha
aumentato quella anticipata (ex anzianità) a 41 anni e 3 mesi e introdotto
l’adeguamento triennale alla speranza di vita delle pensioni di vecchiaia e
delle “quote”. Ma queste misure, a causa della formulazione insufficiente della
legge Fornero, vengono erroneamente attribuite alla riforma Fornero, che
ha abolito la “finestra” mobile (con il comma 5) e contestualmente aumentato
l’età base (rispettivamente, con il comma 6, lettere c e d, e con
il comma 10 dell’art. 24 della L. 214/2011), senza però evidenziarne il legame,
il che ha tratto in inganno tutti, inclusi il Servizio Studi della Camera
nell’immediatezza del varo della riforma Fornero (cfr. dossier L. 214/2011),
RGS (cfr. NADEF 2018, pag. 61) e professori di Lavoro e Previdenza.
La riforma Fornero ha accelerato l’allineamento
delle donne del settore privato a 65 anni, allungato l’età di pensionamento
anticipato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne,
abolito le “quote”, esteso l’adeguamento automatico alle pensioni anticipate
rendendolo biennale a decorrere dal 2022.
Il
contributo di solidarietà sulle pensioni, citato nell’intervista, era stato già
introdotto dalla riforma Sacconi ed è stato soltanto aggravato dalla riforma
Fornero, ma, privo di ragionevolezza, è stato cancellato dalla Corte Cost.
Il metodo contributivo è stato deciso dalla riforma Dini (Legge 8.8.1995, n. 335). La riforma Fornero (Legge 22.12.2011, n. 214) lo ha soltanto esteso,
pro rata dall’1.1.2012, a coloro che, al 31.12.1995, avevano almeno 18 anni di
contributi, tutti relativamente anziani e ormai quasi tutti già in pensione.
Venendo all’aspetto
economico, dei 1.000 mld di risparmi pensionistici stimati da RGS al
2060 dalle 4 riforme dal 2004 (Maroni, 2004, la cui misura principale, lo
‘scalone’, fu abrogato da Damiano prima che andasse in vigore; Damiano, 2007,
le cui “quote” furono abolite da Fornero; Sacconi, 2010 e 2011; e Fornero,
2011), al lordo dell’errata attribuzione delle norme (come conferma la
professoressa Elsa Fornero nel suo ultimo libro), soltanto 350 (poi
calati a 280 dopo i vari interventi legislativi) vengono ascritti alla
riforma Fornero, i cui effetti peraltro si esauriscono nel 2045. La gran parte
dei residui 700 mld è ascrivibile a Sacconi. Il che vuol dire
che Sacconi ha battuto Fornero 2-1.[1]
Dall’analisi
di RGS, risulta anche che il “pro-rata” contributivo introdotto dalla riforma
Fornero fa risparmiare, a regime (2018), appena 200 milioni circa
all’anno (su una quindicina di miliardi annui), che poi si riducono in breve
fino a sparire.
Questo
è il dato più clamoroso, poiché la vulgata è che la riforma Fornero abbia
salvato i conti pensionistici sostituendo il metodo retributivo col
contributivo.
Conclusione
Mi permetto rinviarVi all’analisi completa, dettagliata e
provata documentalmente che ho fatto nel mio libro.[1] Ma spero già,
con questi pochi dati, di averVi, se non convinti, almeno riempiti di dubbi e
che, una volta accertata la veridicità dei dati ufficiali (già numerose volte da
me segnalati al Vostro giornale), vogliate contribuire in futuro a contrastare
la DISINFORMAZIONE generale sulle tre BUFALE ormai mondiali (la terza è sulla
BCE).
Cordiali saluti,
V.
__________________________
Note
[1]
LE TRE PIU’ GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO https://www.amazon.it/dp/B07L3B5N5M
**********
Nessun commento:
Posta un commento