Pubblico
la lettera che ho inviato in data 11.4 a due economisti della BCE, in merito ad
un loro articolo contenuto nel Bollettino n. 2 della BCE, nel quale hanno
sollecitato, similmente al FMI, l’ennesima riforma delle pensioni nei Paesi
della Zona Euro, di cui l’Italia fa parte, e che ha avuto una ampia eco sui
media italiani. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna risposta. Successivamente è arrivata e l'ho riportata in fondo.
Lettera
a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane
Da: v
11/4/2018 14:50
A: carolin.nerlich@ecb.europa.eu, joachim.schroth@ecb.europa.eu e altri 46+603
A: carolin.nerlich@ecb.europa.eu, joachim.schroth@ecb.europa.eu e altri 46+603
Egregi Dr. Carolin Nerlich e Dr. Joachim Schroth,
Vi
inoltro, per Vostra opportuna conoscenza, la lettera che ho inviato recentemente
al FMI,[1] che ha analizzato le
pensioni italiane e, basandosi sui soliti dati errati, ha formulato delle
proposte estremistiche di riduzione della spesa pensionistica.
Poiché
anche dal Vostro recente articolo incluso nel Bollettino della BCE del marzo 2018,
che ha avuto, in
abbinamento a quello del FMI, anch’esso una eco notevole in Italia e suscitato
generali preoccupazioni, si desumerebbe la necessità di ulteriori interventi
sulle pensioni nei Paesi dell’Eurozona, ritengo opportuno formulare, anche al
riguardo delle Vostre proposte, alcune, brevi osservazioni critiche.
Traggo
dal Vostro articolo “L’impatto economico dell’invecchiamento della popolazione e delle riforme pensionistiche”:
Citazione1: “Gli
interventi previdenziali sono stati particolarmente intensi nei paesi
sottoposti ai programmi di aggiustamento, quali Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo”
(4.1 Pension reforms in the euro area https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/ebart201802_02.en.pdf oppure https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-eco-bce/2018/bol-eco-2-2018/bolleco-BCE-2-2018.pdf#page=105).
Vi segnalo, a meri
fini informativi, che andrebbe aggiunta l’Italia, la quale, anche se non è
stata sottoposta formalmente a programmi di aggiustamento, dopo la crisi del
debito greco, ha varato, (i) nell’arco di due anni, ben due severe riforme
pensionistiche (SACCONI, 2010 e 2011, e Fornero, 2011), che facevano
seguito ad altre cinque precedenti riforme dal 1992, per un totale di sette;
e (ii) manovre finanziarie correttive per ben 330 mld cumulati (4/5, pari a 267 mld, dal Governo Berlusconi e
1/5, pari a 63 mld, dal Governo Monti, e le misure strutturali valgono tuttora),[2] in parte per scelta autonoma, in
gran parte per input (eufemismo) dell’Unione
Europea - Commissione Europea e BCE -, per quest’ultima vedi la lettera del 5/8/2011 al
Governo italiano,
con prescrizioni dettagliate sugli interventi da adottare, inclusa la ulteriore
revisione delle pensioni (“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema
pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni
di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore
privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico,
così ottenendo dei risparmi già nel 2012”), in palese
violazione dell’art. 7-Indipendenza, Statuto BCE, mutuato dall’art. 130 del TFUE, poiché l’indipendenza tra la BCE
e gli Stati membri deve essere reciproca.[3]
Ma, purtroppo, sulle
riforme delle pensioni italiane si
registra da sei anni una notevole DISINFORMAZIONE, sia in Italia (soltanto
negli ultimi quattro mesi ho scritto a 46 destinatari, cfr. http://vincesko.ilcannocchiale.it
oppure http://vincesko.blogspot.it) che
all’estero (vedi, appunto, le mie lettere a OCSE e FMI), poiché alla riforma
Fornero, che è soltanto la settima e ultima riforma dal 1992, e non la più
severa, vengono attribuite anche le misure della ben più severa riforma
SACCONI.[4]
Quello delle
pensioni, però, non è il solo caso di scuola di DISINFORMAZIONE generale, va
aggiunto – come scrivevo - quello delle manovre
correttive decise nella scorsa legislatura e delle responsabilità della grande recessione, con un ruolo decisivo dell’Unione Europea (Commissione e BCE).[2]
Citazione2:
“L’implementazione di ulteriori riforme
in questa area si rivela essenziale e non deve essere differita, anche in vista
di considerazioni di economia politica” (pag. 112).
Per quanto
riguarda l’Italia, oggetto di ricorrenti, preoccupate analisi da parte
dell’OCSE,[5] del FMI e, stranamente,
dall’interno dell’UE, basate su dati errati e fuorvianti, è una richiesta
infondata e oggettivamente estremistica:
(i) dopo le sette
riforme dal 1992, il sistema pensionistico italiano è in equilibrio e giudicato
tra i più sostenibili nel lungo periodo;[4]
(ii) l’età di
pensionamento di vecchiaia, con 67 anni per tutti dall’1.1.2019, è la più alta
in UE assieme alla Grecia, superiore a quella della Germania e della Spagna e
molto superiore a quella della Francia; l’età di pensionamento anticipato (che
prescinde dall’età anagrafica) è, dall’1.1.2019, di 43 anni e 3 mesi per gli
uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne;
(iii) essa è agganciata
alla speranza di vita, quindi si adegua automaticamente;
(iv) dalle
quattro riforme dal 2004 (Maroni, Damiano, SACCONI e Fornero), è stato stimato
dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) un risparmio cumulato al 2060 di 60
punti di Pil, pari a 1.000 mld;[1]
(v) al netto
delle voci spurie, la spesa pensionistica sul Pil scende dal 16% attuale (influenzato, peraltro, dal calo di 150 mld del
denominatore a causa della lunga e grave crisi economica e con gli
effetti delle riforme non esplicati pienamente) al 12%; nel
2060, dal 13,8% al 9,5%.
Spero di esserVi
stato utile.
Cordiali saluti
V.
________________
Note:
[1]
Lettera a FMI su working paper con fake news sulle pensioni italiane
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2861047.html oppure
(se in avaria)
In questo
documento di 18 pagine ho ricostruito le vicende politico-economiche della
scorsa legislatura, con notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle
pensioni), contro le fake news sul
governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette anni, che hanno fatto,
in Italia, quasi 60 milioni di vittime, oltre all’estero.
[2]
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli
Italiani e causato la grande recessione
[3]
Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE
[4] Questo articolo mi è stato chiesto da un sito, dopo una
mia segnalazione rettificativa (il titolo e alcune piccole modifiche sono
redazionali). Vi analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo di
Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
[5] Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla
sua fake news sulla spesa
pensionistica italiana, sua risposta e mia replica
***
Destinatari:
BCE, Parlamento, Altre Istituzioni, Media, Sindacati
NB: Poiché ho ricostruito gli indirizzi e-mail, prego inoltrare a quelli eventualmente errati.
carolin.nerlich@ecb.europa.eu, joachim.schroth@ecb.europa.eu
***
Ricevo e pubblico volentieri, non solo perché l'apprezzamento mi ha fatto piacere (anche per la sua rarità), ma anche perché un collega di Stefano Lucarelli (di altro ateneo) molto stranamente ha minacciato di denunciarmi se non lo avessi cancellato dall’elenco dei destinatari (cosa che non ho fatto, come ho raccontato nel blog).
Re: Lettera a Carolin Nerlich e Joachim
Schroth della BCE sulle pensioni italiane
Da: Stefano
Lucarelli<stefano.lucarelli@unibg.it>(stefano.lucarelli@unibg.it)
11/4/2018
18:24
A: v
Grazie, apprezzo il lavoro che stai facendo.
***
RISPOSTA DELLA
BCE
Pubblico
la lettera che ho ricevuto oggi dalla BCE, in riferimento alla mia dell’11.4 scorso.
Lettera
a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane (#4 -
70242)
ECB Information (info@ecb.int)
17/4/2018 16:22
A ECB Information, Enquirer -
11/04/2018 - 17:23
Egregio Signor V.,
Le confermiamo di aver ricevuto
le Sue email dell’11 aprile 2018 e La ringraziamo di aver condiviso con noi i
suoi commenti sull’articolo “L’impatto economico dell’invecchiamento della
popolazione e delle riforme pensionistiche”, pubblicato sul Bollettino Economico
della Banca centrale europea (BCE) il 22 marzo scorso.
I Suoi commenti e le Sue
osservazioni sono state condivise con i nostri colleghi e autori dell’articolo,
Carolin Nerlich e Joachim Schroth, per loro opportuna conoscenza.
La ringraziamo per il Suo
interesse nell’argomento e nella BCE.
Cordiali saluti,
Veronica Venturini
Internal and External
Engagement Division
Directorate General Communications
EUROPEAN CENTRAL BANK
Tel: +49 69 1344 1300
E-mail: info@ecb.europa.eu
http://www.ecb.europa.eu
http://www.youtube.com/ecbeuro
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