sabato 14 aprile 2018

Lettera a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane





Pubblico la lettera che ho inviato in data 11.4 a due economisti della BCE, in merito ad un loro articolo contenuto nel Bollettino n. 2 della BCE, nel quale hanno sollecitato, similmente al FMI, l’ennesima riforma delle pensioni nei Paesi della Zona Euro, di cui l’Italia fa parte, e che ha avuto una ampia eco sui media italiani. Ad oggi, non ho ricevuto alcuna risposta. Successivamente è arrivata e l'ho riportata in fondo.


Lettera a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane
Da:  v
11/4/2018  14:50
A:  carolin.nerlich@ecb.europa.eu,    joachim.schroth@ecb.europa.eu       e altri 46+603

Egregi Dr. Carolin Nerlich e Dr. Joachim Schroth,
Vi inoltro, per Vostra opportuna conoscenza, la lettera che ho inviato recentemente al FMI,[1] che ha analizzato le pensioni italiane e, basandosi sui soliti dati errati, ha formulato delle proposte estremistiche di riduzione della spesa pensionistica.
Poiché anche dal Vostro recente articolo incluso nel Bollettino della BCE del marzo 2018,  che ha avuto, in abbinamento a quello del FMI, anch’esso una eco notevole in Italia e suscitato generali preoccupazioni, si desumerebbe la necessità di ulteriori interventi sulle pensioni nei Paesi dell’Eurozona, ritengo opportuno formulare, anche al riguardo delle Vostre proposte, alcune, brevi osservazioni critiche.
Citazione1: “Gli interventi previdenziali sono stati particolarmente intensi nei paesi sottoposti ai programmi di aggiustamento, quali Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo” (4.1 Pension reforms in the euro area https://www.ecb.europa.eu/pub/pdf/other/ebart201802_02.en.pdf oppure  https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/bollettino-eco-bce/2018/bol-eco-2-2018/bolleco-BCE-2-2018.pdf#page=105).
Vi segnalo, a meri fini informativi, che andrebbe aggiunta l’Italia, la quale, anche se non è stata sottoposta formalmente a programmi di aggiustamento, dopo la crisi del debito greco, ha varato, (i) nell’arco di due anni, ben due severe riforme pensionistiche (SACCONI, 2010 e 2011, e Fornero, 2011), che facevano seguito ad altre cinque precedenti riforme dal 1992, per un totale di sette; e (ii) manovre finanziarie correttive per ben 330 mld cumulati (4/5, pari a 267 mld, dal Governo Berlusconi e 1/5, pari a 63 mld, dal Governo Monti, e le misure strutturali valgono tuttora),[2] in parte per scelta autonoma, in gran parte per input (eufemismo) dell’Unione Europea - Commissione Europea e BCE -, per quest’ultima vedi la lettera del 5/8/2011 al Governo italiano, con prescrizioni dettagliate sugli interventi da adottare, inclusa la ulteriore revisione delle pensioni (“È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012”), in palese violazione dell’art. 7-Indipendenza, Statuto BCE, mutuato dall’art. 130 del TFUE, poiché l’indipendenza tra la BCE e gli Stati membri deve essere reciproca.[3]
Ma, purtroppo, sulle riforme delle pensioni italiane  si registra da sei anni una notevole DISINFORMAZIONE, sia in Italia (soltanto negli ultimi quattro mesi ho scritto a 46 destinatari, cfr. http://vincesko.ilcannocchiale.it oppure http://vincesko.blogspot.it) che all’estero (vedi, appunto, le mie lettere a OCSE e FMI), poiché alla riforma Fornero, che è soltanto la settima e ultima riforma dal 1992, e non la più severa, vengono attribuite anche le misure della ben più severa riforma SACCONI.[4]
Quello delle pensioni, però, non è il solo caso di scuola di DISINFORMAZIONE generale, va aggiunto – come scrivevo - quello delle manovre correttive decise nella scorsa legislatura e delle responsabilità della grande recessione, con un ruolo decisivo dell’Unione Europea (Commissione e BCE).[2]
Citazione2: “L’implementazione di ulteriori riforme in questa area si rivela essenziale e non deve essere differita, anche in vista di considerazioni di economia politica” (pag. 112).
Per quanto riguarda l’Italia, oggetto di ricorrenti, preoccupate analisi da parte dell’OCSE,[5] del FMI e, stranamente, dall’interno dell’UE, basate su dati errati e fuorvianti, è una richiesta infondata e oggettivamente estremistica:
(i) dopo le sette riforme dal 1992, il sistema pensionistico italiano è in equilibrio e giudicato tra i più sostenibili nel lungo periodo;[4]
(ii) l’età di pensionamento di vecchiaia, con 67 anni per tutti dall’1.1.2019, è la più alta in UE assieme alla Grecia, superiore a quella della Germania e della Spagna e molto superiore a quella della Francia; l’età di pensionamento anticipato (che prescinde dall’età anagrafica) è, dall’1.1.2019, di 43 anni e 3 mesi per gli uomini e 42 anni e 3 mesi per le donne;
(iii) essa è agganciata alla speranza di vita, quindi si adegua automaticamente;
(iv) dalle quattro riforme dal 2004 (Maroni, Damiano, SACCONI e Fornero), è stato stimato dalla Ragioneria Generale dello Stato (RGS) un risparmio cumulato al 2060 di 60 punti di Pil, pari a 1.000 mld;[1]
(v) al netto delle voci spurie, la spesa pensionistica sul Pil scende dal 16% attuale (influenzato, peraltro, dal calo di 150 mld del denominatore a causa della lunga e grave crisi economica e con gli effetti delle riforme non esplicati pienamente) al 12%; nel 2060, dal 13,8% al 9,5%.
Spero di esserVi stato utile.
Cordiali saluti
V.

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Note:
[1] Lettera a FMI su working paper con fake news sulle pensioni italiane
In questo documento di 18 pagine ho ricostruito le vicende politico-economiche della scorsa legislatura, con notizie e nessi forse sorprendenti (anche sulle pensioni), contro le fake news sul governo Berlusconi e il governo Monti propalate da sette anni, che hanno fatto, in Italia, quasi 60 milioni di vittime, oltre all’estero.
[2] L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
[3] Replica alla seconda risposta della BCE alla petizione sulla BCE
[4] Questo articolo mi è stato chiesto da un sito, dopo una mia segnalazione rettificativa (il titolo e alcune piccole modifiche sono redazionali). Vi analizzo anche il risparmio stimato dalla RGS.
Pensioni: l’estremismo di Bankitalia e Corte dei Conti
di Vincesko - 27 October 2017
[5] Lettera a Stefano Scarpetta dell’OCSE sulla sua fake news sulla spesa pensionistica italiana, sua risposta e mia replica


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Destinatari: BCE, Parlamento, Altre Istituzioni, Media, Sindacati
NB: Poiché ho ricostruito gli indirizzi e-mail, prego inoltrare a quelli eventualmente errati.

carolin.nerlich@ecb.europa.eu, joachim.schroth@ecb.europa.eu

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Ricevo e pubblico volentieri, non solo perché l'apprezzamento mi ha fatto piacere (anche per la sua rarità), ma anche perché un collega di Stefano Lucarelli (di altro ateneo) molto stranamente ha minacciato di denunciarmi se non lo avessi cancellato dall’elenco dei destinatari (cosa che non ho fatto, come ho raccontato nel blog).
Re: Lettera a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane
Da:  Stefano Lucarelli<stefano.lucarelli@unibg.it>(stefano.lucarelli@unibg.it)
11/4/2018 18:24
A:  v

Grazie, apprezzo il lavoro che stai facendo.

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RISPOSTA DELLA BCE

Pubblico la lettera che ho ricevuto oggi dalla BCE, in riferimento alla mia dell’11.4 scorso.

Lettera a Carolin Nerlich e Joachim Schroth della BCE sulle pensioni italiane (#4 - 70242)
ECB Information (info@ecb.int)
17/4/2018  16:22
A  ECB Information,    Enquirer - 11/04/2018 - 17:23  

Egregio Signor V.,
Le confermiamo di aver ricevuto le Sue email dell’11 aprile 2018 e La ringraziamo di aver condiviso con noi i suoi commenti sull’articolo “L’impatto economico dell’invecchiamento della popolazione e delle riforme pensionistiche”, pubblicato sul Bollettino Economico della Banca centrale europea (BCE) il 22 marzo scorso.
I Suoi commenti e le Sue osservazioni sono state condivise con i nostri colleghi e autori dell’articolo, Carolin Nerlich e Joachim Schroth, per loro opportuna conoscenza.
La ringraziamo per il Suo interesse nell’argomento e nella BCE.
Cordiali saluti,
Veronica Venturini
Internal and External Engagement Division 
Directorate General Communications
EUROPEAN CENTRAL BANK
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