domenica 13 marzo 2016

Lettera a redazione@eguaglianzaeliberta.it sul complotto contro Berlusconi


Riporto un mio commento, inviato ieri a redazione@eguaglianzaeliberta.it, al seguente articolo:

Chi complottò contro Berlusconi
La caduta del governo dell'ex Cavaliere fu il frutto di intrighi dei Palazzi in Italia e in Europa? A distanza di quasi cinque anni rileggiamo quegli avvenimenti per ricostruire le mosse dell'esecutivo, dei leader degli altri paesi e della Banca centrale europea
Ruggero Paladini
(29/02/2016)

L’analisi è quasi interamente condivisibile; quasi, poiché contiene un’incoerenza logica e fattuale, laddove evidenzia giustamente che i fondamentali macroeconomici dell’Italia erano migliori nel 2011 (per forza: oltre alla legge di stabilità 2011, era stata in precedenza varata una pesante manovra correttiva col DL 78/2010, dopo la crisi della Grecia), ma prima aveva scritto:
Berlusconi può scegliere tra due strade: andare ad un default, con (eventuale) uscita dall’euro, o varare una manovra lacrime e sangue, secondo i precetti dell’austerità made in Berlin. Non volendo optare per nessuna delle due, Napolitano dice a Berlusconi che conviene che si faccia sostituire da Monti; Berlusconi accetta”.
Sulla base dei fatti, questo è lontanissimo dal vero, poiché il governo Berlusconi-Tremonti varò in luglio e agosto 2011, in appena 40 giorni, ben 2 (due) manovre correttive pesantissime lacrime e sangue [1] (dopo quella del 2010 - DL 78 del 31.5.2010 -, con la riforma Sacconi delle pensioni, molto più severa della successiva, tanto vituperata riforma Fornero[2]). Ma questa non conoscenza generale delle manovre correttive e delle riforme delle pensioni, anche in ambito accademico, (probabilissimo effetto del sistema disinformativo paramafioso berlusconiano-tremontiano-sacconiano) non mi meraviglia più, poiché da ben 4 anni la riscontro e la contrasto (come sto facendo anche ora).

In effetti, se si vuole definirlo complotto, si trattò di uno strano, atipico complotto, poiché: a) fu operato praticamente alla luce del sole; b) rispettando la grammatica costituzionale (poteri del presidente della Repubblica, che in casi eccezionali - come il rischio concreto di default - deve perseguire l'interesse della Nazione); c) che non si sarebbe mai potuto concretizzare, se la vittima del complotto non avesse rassegnato le dimissioni, dopo un voto contrario del Parlamento in una materia fondamentale come l’approvazione del Rendiconto generale del bilancio dello Stato, come rammenta l’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nella sua lettera alla LUISS:
All’indomani della votazione che negò l’approvazione alla Camera dei Deputati del Rendiconto generale del bilancio dello Stato, ricevetti l’allora Presidente del Consiglio che mostrò di comprendere responsabilmente l’inevitabilità delle sue dimissioni, alle quali si giunse alcuni giorni dopo consentendomi di avviare le tradizionali consultazioni di tutti i gruppi politici: e, come ho già detto, da esse fu confermato quel che già mi era chiaro, cioè l’impossibilità di un accordo politico e di governo per la formazione di un nuovo esecutivo data la profondità dei contrasti che avevano fino a quel momento segnato i rapporti tra i due schieramenti antagonisti”.

L’on. Renato Brunetta, in una sua recente lettera a Huffington Post, in risposta a quella di Giorgio Napolitano, sostiene: “E non c'entra il fatto che Berlusconi si sia dimesso e poi abbia accettato di sostenere un governo non democratico”.
E’ curioso che non c’entri, poiché, a meno di una minaccia grave o di una coartazione manipolatoria frutto di plagio, è davvero bizzarro che la potentissima e ricchissima vittima di un complotto prima si faccia volontariamente da parte e poi addirittura sostenga con i suoi voti parlamentari determinanti il beneficiario del complotto, e non ne denunci tutti gli autori prima al Parlamento e poi alla Corte Cost.

Brunetta sostiene, inoltre:Conta il fatto che interprete di quelle pressioni estere fu il Quirinale, che si fece parte volonterosa per attuare i desideri e le strategie di forze finanziarie e politiche congiunte tra loro, le quali esigevano la necessità di una prosternazione del governo italiano alle impostazioni tedesche e francesi. Con Berlusconi era impossibile”.

Balla al cubo! Berlusconi ha obbedito in tutto, tranne, a causa del veto di Bossi, il completamento della severissima riforma Sacconi delle pensioni (eliminazione delle cosiddette pensioni di anzianità, concentrate al Nord, e l'adeguamento delle dipendenti private a tutti gli altri), come peraltro l’on. Brunetta sa benissimo, poiché fu lui, a seguito del rifiuto del ministro dell’Economia Tremonti, ai ferri corti da tempo col PdC Berlusconi, a redigere la prima lettera di chiarimenti all’UE, quella che conteneva ERRORI materiali gravi, amplificati da TUTTI i media italiani, a cominciare dall'ANSA e poi a cascata, che ingenerarono un caos nei rapporti con l’UE/Merkel/Sarkozy (vedi, quindi, le ingiunzioni e i sorrisetti di scherno in seno al Consiglio europeo del duo franco-tedesco, in parte per ignoranza delle misure varate dall'Italia, in parte - Sarkozy - per coda di paglia: la Francia deve ancora farla una riforma severa delle pensioni) e sui mercati.[3]
Come l’on. Brunetta sa altrettanto bene, avendo replicato 3 anni fa alle accuse dell’allora Commissario Olli Rehn esibendo le CIFRE del “Sole 24 ore”, dopo quella pesante dopo la crisi greca del 2010 (DL 78 del 31/5/2010), che include la severissima riforma Sacconi delle pensioni, che porta l’età di pensionamento di vecchiaia a 67 anni entro il 2021, benchmark in UE28, nel 2011, in appena un mese e mezzo, ubbidendo alle pressioni di UE/Merkel/Sarkozy, il governo Berlusconi-Tremonti varò altre 2 manovre correttive pesantissime per 80+60 mld (DL 98 del 6/7/2011 e DL138 del 13/8/2011), che però, per la credibilità prossima allo zero del PdC Berlusconi, furono inefficaci a fermare l’attacco speculativo dei mercati finanziari contro l’Italia. Riporto le CIFRE delle manovre correttive dei due governi, prima e dopo il “complotto”:
Riepilogo delle manovre correttive (importi cumulati da inizio legislatura):
- governo Berlusconi-Tremonti 266,3 mld;
- governo Monti 63,2 mld;
Totale 329,5 mld.[1]
Come si vede facilmente, per gli ammontari delle manovre finanziarie, i sacrifici imposti agli Italiani e gli effetti recessivi Berlusconi batte Monti 4 a 1. Per l'iniquità e le variabili extra-tecnico-contabili (immagine e scandali), è anche peggio.

CONCLUSIONE
In conclusione, aggiungo, però, che il complotto fu sui generis, ma i mercati non è che ce l'avessero particolarmente con l'Italia, che, come abbiamo visto, aveva varato manovre pesantissime e una riforma delle pensioni severissima, ma avevano scommesso sulla rottura dell'Euro e, dopo l'Irlanda, la Grecia, il Portogallo e la Spagna, avevano attaccato l'Italia (poi sarebbe probabilmente toccato alla Francia), lasciati liberi di agire dall'inerzia colpevole della BCE di Draghi, bloccata dalla Germania. Infatti, anche con Monti, lo spread, dopo il calo nel primo periodo, aveva ripreso a salire. Fino al "whatever it takes" di Draghi, che ‘miracolosamente’, senza spendere un solo Euro, stoppò la giostra “impazzita” della speculazione mondiale.

[1] Il lavoro ‘sporco’ del governo Berlusconi-Tremonti

[2] Lettera ai media, al Governo, al PD e ai sindacati: le pensioni e Carlo Cottarelli

[3] Analisi parziale del complotto contro Berlusconi
(nel post anche le prove documentali degli ERRORI nella prima lettera di chiarimenti all'UE)

Cordiali saluti
Vincesko



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@Vincesko
Copio qui la risposta di Ruggero Paladini.
"Non credo che ci sia contraddizione logica, e sono d’accordo con molte affermazioni. Il punto specifico è l’impennata dei tassi a metà 2011, che trascinano in alto anche i tassi spagnoli e, in parte quelli belgi. Perché? Ho avanzato la tesi che non si sia trattato di un ordine della Merkel, o di Obama, e mi pare che Vincesko sia d’accordo. Certo, la situazione è che i mercati avevano appreso che i titoli sovrani erano nudi, mentre per dieci anni dalla nascita dell’euro avevano creduto il contrario (vedi il famoso articolo di De Grauwe sulla fragilità dell’euro). Ma i mercati incominciano ad avere l’impressione che il governo sia in difficoltà, sanno che Berlusconi e Tremonti non si parlano ecc….. Nel momento in cui i tassi a breve superano quelli a lunga la situazione è vicina al punto di rottura.
Potremmo continuare: le misure di Monti hanno un effetto calmante, ma poi di nuovo i tassi si impennano, trascinati questa volta da quelli spagnoli (anche questo si vede nei grafici), fino all’intervento di Draghi, e su questo mi pare che siamo d’accordo".



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