Fondi UE e Mezzogiorno, oltre
il piagnisteo
04/08/2015
Le politiche di
coesione accendono molti appetiti ma delineano pochi veri investimenti per la
crescita e l’occupazione delle regioni più in difficoltà del Paese
Qualcuno ha osservato che “l’Ue è un'area economica senza governo. Mentre i
vincoli di finanza pubblica, indebitamento e debito pubblico, sono stringenti,
gli impegni per la crescita e lo sviluppo restano per lo più delle (buone)
raccomandazioni” (http://sbilanciamoci.info/Sezioni/globi/Ue-un-area-economica-senza-governo-22282).
La dicotomia è amplificata negativamente, in Italia, dalla struttura
“triangolare” della spesa UE: lo Stato centrale versa il suo contributo alla
UE, che retrocede alle (inefficienti, talvolta corrotte, segnatamente al Sud)
Regioni circa il 60% di quanto versato a Bruxelles (http://www.forexinfo.it/Fondi-europei-Italia-contribuente).
Questo articolo di Sbilanciamoci fornisce
delle notizie interessanti. La principale è che all’inefficienza delle Regioni
si somma oggi quella del Governo, che ha accentrato presso la Presidenza del
Consiglio la gestione della spesa per il Mezzogiorno, dopo che Renzi ha
cancellato il Ministero della Coesione territoriale (http://www.huffingtonpost.it/arturo-scotto/renzi-chiude-il-ministero-per-la-coesione-territoriale-e-non-e-solo-una-dimenticanza_b_4845584.html), dimostrando la sua
ignoranza e la sua inadeguatezza come PdC di provenienza PD (“Nessuna politica
per il Sud può essere credibile ed efficace se non viene pensata come parte di
un disegno riformatore nazionale, in grado di affrontare i nodi della crisi
economica, sociale e democratica dell’intero Paese. Solo unita l’Italia può
uscire dalla più grave crisi democratica ed economica della sua storia
repubblicana”. Le proposte del Partito
Democratico/11 - Mezzogiorno http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2763786.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/le-proposte-del-partito-democratico11.html).
Ribadisco ancora una volta: dato il sostanziale fallimento
delle modalità con le quali si è affrontato finora la questione meridionale,
occorre prefigurare soluzioni innovative, e cioè, nell’ordine: a) l'assunzione della Questione
meridionale come questione strategica nazionale; b) una rivoluzione culturale ed un correlato PROGETTO EDUCATIVO
quinquennale o decennale, basato sul ruolo cruciale della donna, come madre e
insegnante (Assistenza a domicilio, attraverso "health visitor",
delle mamme in gravidanza e fino a 3 anni di vita del bambino, periodo cruciale
per lo sviluppo delle sinapsi e la costruzione della personalità del bambino,
sotto l'aspetto intellettivo, psicologico ed etico-normativo Questione femminile, questione meridionale,
rivoluzione culturale e progetto educativo
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html; c) il commissariamento del Sud
o l'adozione della proposta della SVIMEZ di unificazione-centralizzazione
dell'amministrazione pubblica del Mezzogiorno; d) una riorganizzazione radicale della burocrazia; e) una lotta feroce alle mafie. In
ultimo, f) vengono le risorse
(investimenti in: educazione, R&S, sicurezza, infrastrutture, economia
verde, turismo, tutela del territorio), che però devono essere congrue, utilizzando come
benchmark la Germania dell’Est*.
*
Banca
d'Italia - Mezzogiorno e politiche regionali
744
pagg., vi sono inclusi: informazioni utili per valutare la performance
territoriale delle amministrazioni pubbliche ed un raffronto con la Germania
Est (in 40 anni, la politica straordinaria ha speso nel Sud non più dello 0,7
per cento del Pil; per contro, per osservatori autorevoli tedeschi, “l’unità
nazionale è un valore che trascende la logica economica, per il quale può ben
valere la pena sacrificare il 5 per cento del PIL” - maggiore di quello
italiano - secondo le regole del
federalismo cooperativo (Politikverflechtung),
che costituisce il carattere saliente del modello politico tedesco. Secondo
stime non ufficiali i trasferimenti lordi sarebbero ammontati per il periodo
1991-2003 a 1.250-1500 miliardi di euro, equivalenti a una media di 96-115
miliardi annui) (pag. 486).
Articolo
collegato:
Quanto ci costa lasciare
andare alla deriva il Mezzogiorno
Le debolezze del
Mezzogiorno sono ancora oggi la madre di tutti i nostri problemi
di Maurizio
Ferrera
10 settembre
2015
http://www.corriere.it/economia/15_settembre_10/quanto-ci-costa-lasciare-andare-deriva-mezzogiorno-6e0f7c78-578b-11e5-b3ee-d3a21f4c8bbb.shtml
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