mercoledì 10 febbraio 2016

UE, Euroconvinti o Euroscettici?


UE, EUROCONVINTI O EUROSCETTICI?

Sui media, si leggono o si ascoltano ormai spesso discussioni sul destino dell’Euro e perfino su quello dell’Unione europea, e ci si chiede se vale la pena ancora essere Euroconvinti o se occorra essere Euroscettici. Io personalmente sono stato sempre un europeista convinto, ma osservando e analizzando il modo in cui l’Europa ha gestito e ancora gestisce l’attuale crisi economica, da qualche tempo sono diventato - come dire? - consapevolmente euroscettico.


UE, IL PECCATO ORIGINALE

Il peccato originale è nell’ispirazione che ha informato tutta la costruzione europea, determinata, secondo alcuni, non dal Manifesto di Ventotene del massone progressista Altiero Spinelli e altri, ma dal progetto conservatore e neo-oligarchico dei massoni Kalergi, Monnet, Schumann e altri, con un’impostazione liberistica e deregolamentata del mercato, un Parlamento europeo privo di poteri e la prevalenza della burocrazia. Come poi si è realizzato.


UE, LA RESPONSABILITA’ DEI SOCIALISTI EUROPEI

Venendo alle responsabilità più recenti, la principale è quella del PSE, in particolare del massone socialista Hollande, senza l’assenso del quale l’egemone Germania, dominata dai massoni reazionari Schaeuble, Merkel e Weidmann per conto dell’establishment industriale-finanziario teutonico, non potrebbe imporre le politiche austeritarie, controriformistiche di deflazione dei salari e dei diritti del lavoro.
C’è stata una occasione, la più importante di tutte, persa da Renzi e dai socialisti europei: la formazione (composizione e programma) della Commissione Europea. Il PPE (che è calato rispetto alle elezioni precedenti, mentre il PSE ha sostanzialmente tenuto) ha preso pochi parlamentari più del PSE, ma ha il presidente e 13 commissari, contro solo 8 del PSE, e quindi il controllo della Commissione europea, che, oltre a gestire il bilancio UE, ecc., detiene in esclusiva l'iniziativa legislativa. In ogni caso, il PPE, senza l'appoggio del PSE, non avrebbe potuto e potrebbe fare NULLA.
A mio avviso, Renzi, che all'inizio del suo mandato di PdC aveva promesso sfracelli contro l’austerità imposta dalla prona Commissione europea per conto dell’egemone Germania, si arrese per due motivi: il primo, nascosto, di far parte dell’élite massonica; il secondo, perché il mediocre Hollande gli ha fatto mancare la sua sponda, ricacciandolo nelle braccia asfissianti della cancelliera Merkel.


CORTE DEI CONTI EUROPEA: UE, DUE PESI E DUE MISURE

Come ho già rilevato nel post precedente, questa notizia, che io sappia, non ha avuto quasi nessuna eco nei media italiani on-line. Ed invece essa è molto importante (perciò la ripropongo) poiché rappresenta bene – per attestazione di un Organo istituzionale europeo terzo e attendibile - il doppio standard usato dall’Europa, la quale applica severamente le norme per alcuni Paesi, mentre per altri, come si usa dire, le “interpreta”. Leggendo la relazione della Corte dei Conti europea, inoltre, vien da pensare: a) che la Commissione europea era un covo di dilettanti allo sbaraglio; b) che dopo aver sbagliato allora per controlli troppo laschi, ora sbaglia per controlli troppo rigidi e troppo severi; e c) che la costante è che usa due pesi e due misure.

158   27-01-2016 LA REPUBBLICA
LA CORTE DEI CONTI UE CONTRO LA COMMISSIONE "NEI SALVATAGGI APPLICATI DUE PESI E DUE MISURE"
Roma – “La Commissione europea non era pronta ad affrontare una crisi di proporzioni di quella scoppiata”. A quasi otto anni dall’ingresso dell’Europa nella recessione più grave dal dopoguerra, la Corte dei Conti UE ammette che qualcosa non ha funzionato. Il governo di Bruxelles si è trovato spiazzato con “debole governance delle banche e politiche di bilancio inadeguate”. E quando si è trattato di aiutare otto Paesi in difficoltà “è stata colta impreparata dalle prime richieste di assistenza”. Sotto la lente dei giudici contabili sono finiti i salvataggi di Ungheria, Lettonia, Romania, ma soprattutto Irlanda e Portogallo, due dei cinque membri dei Piigs (assieme a Spagna, Italia e Grecia). E qui la Commissione ha sbagliato quasi tutto, tra 2005 e 2008, ritenendo i bilanci nazionali e le banche “più solidi di quanto non fossero in realtà”. E non solo. I giudici denunciano anche disparità per vari Paesi, che “pur trovandosi in una situazione analoga non sono stati trattati alla stessa stregua”: rigore assoluto per alcuni, sconti per altri. Due pesi e due misure.


Allego:

26/01/2016
Relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà

26/01/2016
Sintesi della relazione speciale n. 18/2015: L’assistenza finanziaria fornita ai paesi in difficoltà


UE, CONCLUSIONE

In conclusione: sia l'attuale assetto monco UE-Euro-BCE, sia, come si vede, la politica attuata concretamente dall'UE, sia l'applicazione delle regole da parte della Commissione con due pesi e due misure avvantaggiano la Germania (e satelliti) a detrimento dei Paesi deboli, inclusa l’Italia.
Alcuni chiedono la revisione dei Trattati UE. Giusto, ma difficile, molto difficile. Per modificare i trattati occorre l’unanimità dei 28 Paesi.
Meno difficile, invece, è far applicare correttamente quelli in vigore, violati o disattesi o togliendo alla Germania il privilegio arrogante e illegittimo di condizionarne arbitrariamente l’applicazione (attraverso la prona Commissione europea) usando due pesi e due misure, come ha attestato recentemente anche la Corte dei Conti europea.
Contrariamente a quel che sostengono esperti come Barra Caracciolo, che danno un’interpretazione pessimistica e ribaltata, a mio avviso gli attuali Trattati europei (TEU e TFUE), vedi in particolare l'art. 3, permetterebbero già ora di concretizzare, in parte, la visione democratica, liberale, solidale, a favore del popolo europeo del Manifesto di Ventotene di Spinelli e NON quella neo-oligarchica, liberista e burocratica dei massoni reazionari Kalergi, Monnet, Schumann. Infatti, “Sono l’Ue e la Bce a non rispettare i trattati europeihttp://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2837437.html  oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2015/09/sono-lue-e-la-bce-non-rispettare-i.html  .
A condizione, però, che si intraprenda, anziché quella politica, la via giuridica, non facile e velocissima, ma sicuramente più agevolmente perseguibile di quella politica. Muovendo, all’interno, come fanno i Tedeschi quando non riescono ad imporre il loro punto di vista, la Corte Costituzionale italiana, per rigettare ed eliminare le "superfetazioni" dei trattati, in particolare il fiscal compact; e, all’esterno, la Corte di Giustizia europea, in particolare per le violazioni statutarie della BCE (v. post linkato).


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http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2843564.html


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