La frase di Renzi nella sua lettera a “Repubblica”:[1] "Il problema 'non' sono le
regole" è una evidente, sostanziale bugia, poiché è un classico esempio di
negazione freudiana.[2] Il che, al
di là di ogni ragionevole dubbio, dà ragione al duo Cofferati-Maltese,
parlamentari europei, e a tutti quelli che accusano Renzi di essere troppo
prudente nel rapporto con l’Unione Europea.
Pochissimi, mi
pare, sono consapevoli che è su questo crinale contraddittorio che si sta
dispiegando fin dall’inizio il mandato di PdC di Renzi: stretto, da un lato,
dalla cogenza di norme europee “stupide” perché fisse e inidonee ad affrontare
una crisi economica; e, dall’altra, dal rischio di dare la stura sia ai
sospetti e pregiudizi antitaliani dell’élite europea, della quale aspira a far
parte, sia alla speculazione finanziaria megagalattica.
Egli, per tener
fede alle sue promesse elettorali di (centro)sinistra, evitare l’impasse e far uscire l’Italia dalla
recessione (trasformatasi in depressione) economica,[3] ha provato all’inizio a
contrastare la politica austeritaria dell’UE imposta dalla Germania, ma poi,
lasciato solo dal mediocre presidente francese Hollande, all’esterno, si è
arreso alla cancelliera Merkel e, all’interno, ha sposato le proposte dei
Marchionne e degli Squinzi, tradendo il suo mandato elettorale, in qualità di
rappresentante massimo del PD.
Ora ci sta
riprovando, nascondendosi dietro protettive negazioni freudiane. Ma, pur se
manterrà il punto, la sua politica troppo prudente sarà destinata inevitabilmente al
fallimento, poiché, per uscire da una depressione economica che, tranne il
2010, dura da sette anni ed evitare l’inarrestabile declino dell’Italia, ci
vuole ben altro che la flessibilità di qualche decimale di punto da lui
invocata a gran voce. Occorre un cambio sostanziale di paradigma
economico, l'eliminazione o almeno un contemperamento degli squilibri
strutturali del sistema Euro, che finora ha avvantaggiato la Germania e
penalizzato l’Italia e gli altri Piigs, cioè proprio quel cambio delle regole
da lui stesso intimamente auspicato ancorché esplicitamente negato.
La negazione
freudiana svela plasticamente il suo senso di colpa derivante dalla
consapevolezza dello iato enorme tra obiettivo perseguito e obiettivo
necessario. E ne rappresenta la confessione.
[1] Renzi: "La Ue sbaglia, di
sola austerity si muore"
Il premier scrive a Repubblica e
risponde a Scalfari sulla proposta di un superministro delle Finanze per
l'eurozona: "Il problema non è la leadership ma la scelta della politica
economica. Ora vogliamo una svolta"
di MATTEO RENZI
11 febbraio 2016
[2] Le difese: negazione e diniego
La negazione e il diniego
[3] Recessione,
depressione e 80€
http://vincesko.blogspot.com/2015/07/recessione-depressione-e-80.html
**********
Nessun commento:
Posta un commento