A
risultato acquisito del referendum sulla permanenza o meno della Gran Bretagna
nell’Unione Europea, riporto il mio commento pubblicato nel blog di Carlo
Clericetti su Repubblica prima del
referendum, giudizio che confermo, ma col sincero rammarico che non si sia realizzata la condizione per poter vedere in futuro il verificarsi della terza ipotesi.
Carlo Clericetti - 22 GIU 2016
Inglesi,
fateci un regalo: uscite
Il giudizio sulla Brexit che do io è ambivalente.
Io ritengo l'uscita
della Gran Bretagna dall'UE negativa verso l'esterno dell'UE, dato il peso
"morale" e di immagine della Gran Bretagna a livello mondiale.
Positiva verso
l'interno perché fa finalmente chiarezza sulla posizione nell’UE a mezzo
servizio della Gran Bretagna da sempre, posizione che si è notevolmente e
ulteriormente ridotta proprio a seguito della scelta del referendum, che ha
alienato alla Gran Bretagna, molto presente e con un peso notevole nella
gestione interna dell'UE al di là delle sue dichiarazioni, l'appoggio di vari
Paesi (Polonia, Svezia, Cechia, Paesi baltici), che temono storicamente la
Germania, e che ora si sono avvicinati alla Germania stessa, accrescendone il
peso, peraltro non più bilanciato dalla Francia.
Discorso diverso se
invece la Gran Bretagna, nel caso decidesse (ormai: avesse deciso) di restare
nell'UE, partecipasse (ormai: avesse partecipato) concretamente, sia
politicamente sia tramite la sua formidabile pubblica amministrazione, alla
ridefinizione della missione e delle regole dell'UE e alla sua gestione,
riprendendo il suo ruolo storico di contraltare della ormai egemone ed ottusa
Germania.
Post
scriptum
Il
giorno dopo il referendum l’avevo pensato, sono dunque d’accordo. Segnalo
volentieri questa petizione che in un solo giorno ha già superato 1.600.000
firmatari.
Petition
EU Referendum Rules triggering a 2nd EU Referendum
We the
undersigned call upon HM Government to implement a rule that if the remain or
leave vote is less than 60% based a turnout less than 75% there should be
another referendum.
E
quest’altra, che ha già superato i 137.000 firmatari:
Declare London independent from the UK and apply to join the EU.
Appendice
Articolo 50
1.
Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme
costituzionali, di
recedere
dall'Unione.
2.
Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio
europeo. Alla luce degli orientamenti formulati dal Consiglio europeo, l'Unione
negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità del
recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l'Unione. L'accordo
è negoziato conformemente all'articolo 218, paragrafo 3 del trattato sul funzionamento
dell'Unione europea. Esso è concluso a nome dell'Unione dal Consiglio, che delibera
a maggioranza qualificata previa approvazione del Parlamento europeo.
3.
I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere
dalla data di entrata in vigore dell'accordo di recesso o, in mancanza di tale
accordo, due anni dopo la notifica di cui al paragrafo 2, salvo che il
Consiglio europeo, d'intesa con lo Stato membro interessato, decida all'unanimità
di prorogare tale termine.
4.
Ai fini dei paragrafi 2 e 3, il membro del Consiglio europeo e del Consiglio
che rappresenta lo Stato membro che recede non partecipa né alle deliberazioni
né alle decisioni del Consiglio europeo e del Consiglio che lo riguardano.
Per
maggioranza qualificata s'intende quella definita conformemente all'articolo
238, paragrafo 3, lettera b) del trattato sul funzionamento dell'Unione
europea.
5.
Se lo Stato che ha receduto dall'Unione chiede di aderirvi nuovamente, tale
richiesta è oggetto della procedura di cui all'articolo 49.
Articoli collegati:
Il
Brexit secondo gli esperti
22 Giugno 2016
Romano Prodi, ex primo ministro e presidente della Commissione
europea
Mario Monti, ex primo ministro e commissario Ue per la
concorrenza
Sergio Romano, editorialista del Corriere della Sera
Franco Bruni, vice presidente ISPI e docente Università Bocconi
Christoph
Schmidt, presidente del German Council of Economic Experts
Adriano
Bosoni, senior analysist Stratfor
Carlo Altomonte, senior associate researcher ISPI
"Se vincesse la Brexit sarebbe un bene per
l'Europa". Parola di europeisti
Dal
corrispondete di Liberation, Jean Quatremer, all'ex-presidente della
Commissione eruopea Jacques Delors: gli alleati insospettabile del
"leave" scrivono agli inglesi
22 Giugno 2016
BREXIT: NEL DARE-AVERE IL REGNO UNITO HA “LASCIATO”
ALL’UE 5,5 MILIARDI DI EURO OGNI ANNO
Mestre 24 giugno 2016
Segnalo
questo interessante excursus storico:
La storia insegna: l’Inghilterra ha
sempre detto no ai "continentali"
Nel
410 d. C. furono, di fatto, estromessi dall’impero romano. Se la sono legata al
dito, e ogni volta che possono lo fanno notare. Da Shakespeare a Wellington, da
Churchill ai giorni nostri: sono un altro mondo
di LinkPop - 4 Giugno 2016
La Brexit in dieci punti
Con il
referendum di giovedì 23 giugno il Regno Unito ha detto sì all'uscita
dall'Unione Europea. Ma quali saranno i tempi e le modalità di questo divorzio.
Ecco una breve spiegazione in 10 tappe
DI CARMELA ADINOLFI
24 giugno 2016
http://espresso.repubblica.it/attualita/2016/06/24/news/la-brexit-spiegata-in-10-punti-1.274821
«Brexit»: faut-il douter des 3,9 millions
de soutiens à la pétition pour un nouveau scrutin?
LE
MONDE | 27.06.2016 à 19h16 • Mis à jour le 28.06.2016 à 08h33 | Par Pierre Breteau et Adrien Sénécat
http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2016/06/27/brexit-faut-il-douter-des-3-millions-de-soutiens-a-la-petition-pour-un-nouveau-vote_4959229_4355770.html
http://www.lemonde.fr/les-decodeurs/article/2016/06/27/brexit-faut-il-douter-des-3-millions-de-soutiens-a-la-petition-pour-un-nouveau-vote_4959229_4355770.html
TO LEAVE OR NOT TO LEAVE: INDECISIONE SULLA BREXIT E
INCERTEZZA SUI DATI
27
giugno 2016
Brexit?
Figlia del Fiscal Compact che uccide l’Europa
Gustavo
Piga -
26 giugno 2016
http://www.gustavopiga.it/2016/brexit-figlia-del-fiscal-compact-che-uccide-leuropa/
Solo nuove elezioni (non impossibili)
possono fermare la Brexit
POLITICA - LORENZO ROBUSTELLI - 29 giugno 2016
http://www.eunews.it/2016/06/29/solo-nuove-elezioni-non-impossibili-possono-fermare-la-brexit/62948
Ora la Gran
Bretagna se ne vada in fretta. Non può ferire l’Europa con Brexit e finirla
paralizzandone il progresso
A colloquio con Romano Prodi “ma l’Unione a 27
non è la fine del Mondo”
“Gli inglesi contrattavano sempre su tutto e non gli andava mai bene niente. Ma ci rimetteranno loro”
“Gli inglesi contrattavano sempre su tutto e non gli andava mai bene niente. Ma ci rimetteranno loro”
Intervista di Francesco
Anfossi su Famiglia Cristiana del 30
giugno 2016
http://www.romanoprodi.it/strillo/ora-la-gran-bretagna-se-ne-vada-in-fretta-non-puo-ferire-leuropa-con-brexit-e-finirla-paralizzandone-il-progresso_13189.html
Brexit, catastrofe o opportunità?
Il Brexit, lungi dall’essere la pietra tombale della
sinistra britannica, potrebbe al contrario trasformarsi in un’opportunità
storica senza precedenti.
di Thomas Fazi - 1 luglio 2016
http://www.eunews.it/2016/07/01/brexit-catastrofe-o-opportunita/63344
Theresa May, la prossima prima ministra britannica.
Cinq questions sur Theresa May, la future
première ministre britannique
LE MONDE | 12.07.2016 à 20h19 • Mis à jour le 13.07.2016 à 10h11
http://www.lemonde.fr/referendum-sur-le-brexit/article/2016/07/12/cinq-questions-sur-theresa-may-la-future-premiere-ministre-britannique_4968562_4872498.html
LE MONDE | 12.07.2016 à 20h19 • Mis à jour le 13.07.2016 à 10h11
http://www.lemonde.fr/referendum-sur-le-brexit/article/2016/07/12/cinq-questions-sur-theresa-may-la-future-premiere-ministre-britannique_4968562_4872498.html
Il problema mi pare sia più della Gran Bretagna,
che fa melina poiché rischia di spaccarsi, che dell’UE. Poi, certo, gli Inglesi
sono inglesi e, anche se ormai non ne hanno molte ragioni, devono continuare ad
alimentare il loro complesso di superiorità.
Après les félicitations, les dirigeants européens
rappellent à Mme May les conséquences du Brexit
LE MONDE | 14.07.2016 à 02h57 • Mis à jour le 14.07.2016 à 09h49
http://www.lemonde.fr/europe/article/2016/07/14/theresa-may-les-reactions-politiques-soulignent-le-travail-a-fournir-apres-le-brexit_4969260_3214.html
LE MONDE | 14.07.2016 à 02h57 • Mis à jour le 14.07.2016 à 09h49
http://www.lemonde.fr/europe/article/2016/07/14/theresa-may-les-reactions-politiques-soulignent-le-travail-a-fournir-apres-le-brexit_4969260_3214.html
Sul
rischio della Gran Bretagna di spaccarsi, leggete come intende procedere la
nea-prima ministra britannica Theresa May, la quale, ancorché il referendum sia
stato consultivo e quindi il Parlamento britannico potrebbe per ragioni di
forza maggiore non tenerne conto, secondo Enrico Franceschini intenderebbe
comunque far decidere al popolo.
Enrico
Franceschini - 16 LUG 2016
Se la Scozia
mette il freno a Brexit
Il primo
incontro post referendum tra Theresa May, primo ministro britannico, e Nicola
Sturgeon, premier del governo autonomo scozzese, è andato bene, a detta di
entrambe. Hanno discusso di Brexit. La May ha detto che vorrebbe realizzare
l'uscita della Gran Bretagna dalla Ue. La Sturgeon ha risposto che la Scozia
vuole restare nella Ue e valuterebbe la possibilità di un secondo referendum
sulla secessione dal Regno Unito, se il Regno Unito uscisse dalla Ue. Posizioni
contrapposte. Ma le due donne hanno concordato di partecipare insieme alla
trattativa con Bruxelles. E la May ha affermato che non intende avviare
l'articolo 50 del trattato europeo che dà il via al negoziato per l'uscita di
un paese membro dall'Unione, "fino a quando non ci sarà una posizione
comune " dell'intero Regno Unito, cioè concordata anche con la Scozia - e
presumibilmente la stessa cosa vale per l'Irlanda del Nord, che - come la
Scozia- ha votato a grande maggioranza per Remain. Si profila così uno scenario
del genere: a un certo punto la May
potrebbe dire agli elettori, "volete Brexit anche a costo che la
conseguenza sia la secessione dalla Scozia dal Regno Unito?" E potrebbe
volerci un'elezione anticipata, o un secondo referendum britannico, per
rispondere a questa domanda. Sarebbe interessante sapere cosa penserebbero in
proposito Boris Johnson e gli altri ministri pro-Brexit del governo May.
Insomma, ricevuta da David Cameron la patata bollente di Brexit, Theresa May
potrebbe non volere passare alla storia come la premier che è uscita
dall'Europa e ha portato alla disunione della Gran Bretagna. Questa storia sarà
ancora lunga. E forse con qualche sorpresa.
**********
concordo con la visione ma non credo che il bilancio tra visione esterna e interna sia pari a zero. Quello che stiamo vedendo è una nazione, abituata ad essere indipendente che dibatte al suo interno su quale debba essere il suo futuro e il suo ruolo. forse mettendola su questo piano il referendum avrebbe avuto altri esiti.
RispondiEliminacerto è che l'EU è poca appealing in questo momento e i promotori del leave hanno avuto buon gioco.
la situazione interna inglese si sta complicando e l'applicazione dell'articolo 50 del trattato di Lisbona sarà lunga e non priva di ostacoli e ricatti. Quel che preoccupa è la dispersione di forze, di menti, di tempo che dovrà essere profusa in questo processo, da entrambe le parti, mentre avrebbe potuto essere messa a servizio della (ex) causa comune EU
Sono sostanzialmente d'accordo. Hanno avuto la meglio l'indipendenza (venata di complesso di superiorità) e un po' la paura o, meglio, la conservazione. Ma a ben vedere, se si fa un bilancio tra i vantaggi e gli svantaggi della Brexit, io credo che - sia attualmente che, soprattutto, in prospettiva futura - i secondi siano maggiori dei primi, sia per la Gran Bretagna che per il resto dell'Unione Europea, a trazione troppo tedesca. Grazie del commento.
RispondiElimina