venerdì 20 maggio 2016

Maria Teresa Meli invoca il Vesuvio contro le case abusive


Meli choc: che il Vesuvio si riprenda le case messe là dai napoletani
Giovedì 19 Maggio 2016, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 19-05-2016 16:59 

DEDICATO A TUTTI COLORO, NAPOLETANI E NON, CHE IGNORANO E SOTTOVALUTANO IL RISCHIO VESUVIO

La frase della giornalista del Corriere della sera Maria Teresa Meli “Spero che il Vesuvio si riprenda le case messe là dai napoletani” si riferiva a case costruite sulla spiaggia del Comune di Castelvolturno in provincia di Caserta. Da Internet, si ricava che la distanza tra Castelvolturno ed Ercolano, che è situata ai piedi del Vesuvio, è di 57 Km, che sembra, almeno apparentemente agli occhi di un profano, una distanza di sicurezza.
Non sono un esperto, ma anni fa partecipai ad una visita guidata sul Monte Nuovo vicino Pozzuoli, che come tutta l’area dei Campi Flegrei (molto più vicina del Vesuvio a Castelvolturno…) è un “vulcano attivo in fase di quiescenza” che si formò nel 1538 nel giro di una settimana (https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Nuovo). Arrivati in cima, che poi è un sentiero circolare quasi immerso nella vegetazione che gira attorno al cratere, un vulcanologo che ci accompagnava ci spiegò, tra le altre cose, che a) l’eruzione di Pompei del 79 d.C. non è del grado massimo; e b) ci sono state in passato – come attestano i sedimenti del terreno - eruzioni del Vesuvio che hanno ricoperto di pietre laviche l’avellinese e il beneventano, per cui nessuna zona della Campania – ed anche oltre, aggiunse - poteva dirsi priva di rischi, dipendeva dal grado di esplosività dell’eruzione. Ci disse anche che secondo lui (che, francamente, a me profano sembrò appartenere alla categoria dei pessimisti se non dei… catastrofisti) non c’è certezza che il Vesuvio, che – va detto – è uno dei vulcani attivi più controllati, “preavverta”, come si sente dire, con alcuni giorni di anticipo dell’imminenza di un’eruzione.
Dalla voce di Wikipedia, trovo la conferma che l’indice di esplosività pliniana non è il valore massimo.

Sulla frase della Meli, si è innescata la solita diatriba Napoletani vs Tutti, di sapore più o meno razzistico e alimentata dal complesso di superiorità dei non napoletani e dal complesso d'inferiorità dei napoletani e meridionali in generale, che si accompagna immancabilmente a una proporzionale permalosità. Permettetemi di confidarvi che anche a me, campano e residente a Napoli, con un elevato senso estetico, è capitato talvolta di albergare per un attimo nella mia mente un pensiero analogo a quello della Meli nel vedere la numerosità che sconfina nella pazzia, la invasività che rasenta la violenza bruta e l’assurdità che evoca il sado-masochismo degli obbrobri urbanistici ed edilizi che infestano la Campania una volta felix e il resto del Sud.


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