Meli choc: che il Vesuvio si riprenda le case messe
là dai napoletani
Giovedì 19 Maggio 2016, 16:55 - Ultimo aggiornamento:
19-05-2016 16:59
DEDICATO A TUTTI COLORO, NAPOLETANI E NON, CHE IGNORANO E SOTTOVALUTANO IL
RISCHIO VESUVIO
La frase della giornalista del Corriere della sera Maria Teresa Meli “Spero che
il Vesuvio si riprenda le case messe là dai napoletani” si riferiva a case
costruite sulla spiaggia del Comune di Castelvolturno in provincia di Caserta. Da
Internet, si ricava che la distanza tra Castelvolturno ed Ercolano, che è
situata ai piedi del Vesuvio, è di 57 Km, che sembra, almeno apparentemente
agli occhi di un profano, una distanza di sicurezza.
Non sono un esperto, ma anni fa partecipai ad una visita guidata sul Monte
Nuovo vicino Pozzuoli, che come tutta l’area dei Campi Flegrei (molto più
vicina del Vesuvio a Castelvolturno…) è un “vulcano attivo in fase di
quiescenza” che si formò nel 1538 nel giro di una settimana (https://it.wikipedia.org/wiki/Monte_Nuovo). Arrivati in cima,
che poi è un sentiero circolare quasi immerso nella vegetazione che gira
attorno al cratere, un vulcanologo che ci accompagnava ci spiegò, tra le altre
cose, che a) l’eruzione di Pompei del 79 d.C. non è del grado massimo; e b) ci
sono state in passato – come attestano i sedimenti del terreno - eruzioni del
Vesuvio che hanno ricoperto di pietre laviche l’avellinese e il beneventano,
per cui nessuna zona della Campania – ed anche oltre, aggiunse - poteva dirsi
priva di rischi, dipendeva dal grado di esplosività dell’eruzione. Ci disse
anche che secondo lui (che, francamente, a me profano sembrò appartenere alla
categoria dei pessimisti se non dei… catastrofisti) non c’è certezza che il
Vesuvio, che – va detto – è uno dei vulcani attivi più controllati,
“preavverta”, come si sente dire, con alcuni giorni di anticipo dell’imminenza
di un’eruzione.
Dalla voce di Wikipedia, trovo la conferma che l’indice di esplosività
pliniana non è il valore massimo.
Sulla frase della Meli, si è innescata la solita diatriba Napoletani vs
Tutti, di sapore più o meno razzistico e alimentata dal complesso di
superiorità dei non napoletani e dal complesso d'inferiorità dei napoletani e
meridionali in generale, che si accompagna immancabilmente a una proporzionale
permalosità. Permettetemi di confidarvi che anche a me, campano e residente a
Napoli, con un elevato senso estetico, è capitato talvolta di albergare per un
attimo nella mia mente un pensiero analogo a quello della Meli nel vedere la
numerosità che sconfina nella pazzia, la invasività che rasenta la violenza
bruta e l’assurdità che evoca il sado-masochismo degli obbrobri urbanistici ed
edilizi che infestano la Campania una volta felix e il resto del Sud.
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