sabato 14 settembre 2019

Lettera al PdC Giuseppe Conte: proposta di un Piano Pluriennale di Case Popolari di Qualità




Pubblico la lettera pec (gli si può scrivere soltanto via pec)  che ho inviato una settimana fa al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, e p.c. al Presidente della Repubblica e ad altri 248 destinatari, per proporgli di includere al primo posto del programma del governo Conte II (M5S, PD e LeU) un grande Piano Pluriennale di Case Popolari di Qualità. Ad oggi, non ho ricevuto nessuna risposta.
Informo molto volentieri che il Segretario del PD Nicola Zingaretti ha ieri concluso il suo intervento alla Festa dell’Unità di Milano, trasmesso da Radio Radicale, lanciando il PIANO CASA. Zingaretti è stato uno dei destinatari della mia lettera pec.

Lettera al PdC Giuseppe Conte sul Piano Pluriennale Case Popolari di Qualità
venerdì 6 settembre 2019 - 11:35
Da: v
A: presidente@pec.governo.it +249

ALLA C.A. DEL SIG. PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
CC: SIG. PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, PARLAMENTARI, MINISTRI, SINDACATI, MEDIA

Egr. Sig. Presidente Conte,
Al primo punto della bozza del programma del Governo giallorosso c’è “il perseguimento di politiche per l’emergenza abitativa”.
E’ positivo, ma un po’ poco.
Tra le opere infrastrutturali strategiche e indispensabili, a mio avviso, va incluso al primo posto un corposo PIANO PLURIENNALE DI ALLOGGI PUBBLICI DI QUALITA’, allo scopo di alleviare gli effetti della grave crisi economica a beneficio della parte più fragile del popolo italiano, poiché, a ben vedere, la proprietà della casa o un affitto agevolato (affitto sociale) sono spesso per milioni di persone percettrici di redditi bassi (salari o pensioni) ciò che fa o potrebbe fare la differenza tra un’esistenza difficile ma economicamente sostenibile e la povertà.
Le famiglie in casa di proprietà non sono né il 90 né l’80% - come in generale si sostiene - ma il 72% di quelle censite dall’ISTAT/EUROSTAT[1] ed in alcune Regioni (come la Campania) intorno al 60%.
E gli alloggi pubblici popolari (cat. A4) e ultrapopolari (cat. A5) censiti dall’Agenzia delle Entrate, spesso fatiscenti, sono appena 526.699 unità[2], pari all’1,5 per cento del totale di 35 milioni di immobili residenziali, contro il 10, 20, 30 per cento di altri Paesi UE (al 1° posto c’è l’Olanda col 32%[3]); negli altri Paesi europei, infatti, vengono costruiti molti più alloggi popolari, per calmierare i prezzi degli affitti e tutelare i ceti più poveri.
Il numero delle case popolari e ultrapopolari è diminuito rispetto a quindici anni fa, a seguito della loro vendita (privatizzazioni).
Il divario con gli altri Paesi UE risulta ancora più marcato in termini di spesa per l’housing sociale, con un rapporto spesa/Pil dell’Italia pari (2005 e 2009) ad un misero 0,02%, contro una media dello 0,57% UE27.[4]
Poi ci si scandalizza della guerra tra poveri dell’occupazione abusiva delle case popolari, mentre bisognerebbe scandalizzarsi per l’estrema penuria di alloggi pubblici e sollecitare vigorosamente un corposo piano pluriennale di case popolari.
Pertanto, l’obiettivo prioritario in Italia deve essere un GRANDE PIANO PLURIENNALE DI CASE POPOLARI DI QUALITA’, sulla falsariga del piano Fanfani[5] (all’epoca ministro del Lavoro e della Previdenza sociale), adattato alle esigenze attuali, anche in termini di consumo di suolo, e tenendo conto eventualmente della grande disponibilità di case sfitte o invendute (così si depotenzia la contrarietà della potente lobby delle banche e degli immobiliaristi, oltre che dei proprietari di casa, beneficiari senza alcun merito, da 60 anni, della legislazione urbanistica sul regime dei suoli).
Sarebbe un piano, peraltro, in raccordo con le recenti proposte del gruppo di studio di alto livello, presieduto da Romano Prodi, per conto della Commissione Europea.[6]
La prima copertura finanziaria (parziale) che mi viene in mente è la reintroduzione della IMU-TASI sulla casa principale (4 mld), in particolare dei ricchi e dei benestanti (2,7 miliardi)[7], resa esente per meri motivi elettoralistici e contro il dettato costituzionale (art. 53). Secondo il MEF, il gravame medio annuo è stato pari nel 2012 ad appena 225€ e l’85% ha pagato meno di 400€ [8]. Con i quali, ipotizzando un costo unitario medio di 100.000€, si potrebbero costruire 40.000 alloggi l’anno.
In conclusione, osservo:
- che l’ottimo, ancorché breve, secondo Governo Prodi (2006-2008) stanziò nella legge finanziaria del 2007 550 milioni per la casa, inclusa l’edilizia pubblica;[9]
- che il governo Berlusconi-Bossi-Tremonti-Meloni, tra i suoi primi provvedimenti, stornò tale stanziamento di 550 milioni,[10] anche per finanziare l’abolizione dell’ICI ai ricchi e ai benestanti (2,2 mld)[11];
- che, come in altri Paesi, andrebbe costituito un Sottosegretariato (con un titolare forte ed efficiente) alla casa e al RdC (RGM);
- che, per prevenire le solite obiezioni di poveri contro altri poveri (mai rivolte contro i sussidi regalati ai ricchi e ai benestanti, perfino dal capitolo spesa sociale!), si deve cambiare paradigma: se si costruissero case popolari di qualità in numero congruo, pari, in percentuale, alla metà dell’Olanda (32/2=16% del totale di 35.000.000=5.600.000, cioè il decuplo di oggi), occorrerebbe cambiare i criteri di assegnazione; gli assegnatari potranno essere percettori di un reddito ben superiore al limite di 10 mila€ circa attuali; le sanzioni ai morosi “capienti” dovranno essere severe; ai poveri, invece, l’affitto (sociale) dovrà tendere a zero e far parte del sistema di protezione sociale assieme al Reddito minimo garantito.
La ringrazio dell’attenzione e Le porgo i miei migliori saluti e auguri di buon lavoro,
V.
_________________________________
Note

[1] ISTAT-CENSIMENTO DELLE ABITAZIONI 2011
EUROSTAT
[2] Statistiche catastali 2018
Tabella 5: Numero unità immobiliari residenziali per categoria catastale e per tipologia di intestatari e variazione % annua Categoria Intestatari Totale Var % stock 2018/2017 PF PNF BCC
A/1 28.613 5.429 8 34.050 -1,8%
A/2 11.958.361 887.467 2.462 12.848.290 0,7%
A/3 11.679.209 1.068.467 3.709 12.751.385 0,4%
A/4 5.120.707 445.754 2.718 5.569.179 -0,5%
A/5 728.970 80.945 366 810.281 -2,6%
A/6 571.492 34.257 114 605.863 -3,2%
A/7 2.342.454 65.422 260 2.408.136 1,0%
A/8 28.364 6.225 15 34.604 -0,5%
A/9 1.648 848 3 2.499 -0,2%
A/11 19.562 4.984 40 24.586 0,5%
Totale 32.479.380 2.599.798 9.695 35.088.873 0,3%
[3] Edilizia sociale nell'Unione Europea
[4] Rapporto CIES 2011-2012
Secondo il Rapporto CIES 2011-2012 (tabella 3.4), la spesa per l’housing sociale in Italia nel 2005 e nel 2009 è stata appena dello 0,02% sul PIL, contro lo 0,57% della UE27, lo 0,75% della Danimarca, lo 0,65% della Germania, lo 0,20% della Spagna, lo 0,85% della Francia e l’1,47% della Gran Bretagna, con un rapporto tra questi altri Paesi UE e l’Italia, rispettivamente, di 28,5, 37,5, 32,5, 10, 42,5 e 73,5 volte: sono dati che parlano da soli e costituiscono un vero scandalo! http://sitiarcheologici.lavoro.gov.it/Documents/Resources/Lavoro/CIES/RAPPORTO_2011_2012_Fabbris.pdf#page=105
[5] Il piano INA-Casa: 1949-1963
Ina-case, quando l’utopia
50 anni fa si chiudeva il piano ideato da Fanfani per l’edilizia popolare
[6] New Deal sociale da 150 miliardi l’anno, il piano di Prodi per salvare l’Europa
Il dossier preparato da un team di esperti: investire su salute, istruzione ed edilizia
Il “New Deal” di Prodi: investire 150 miliardi per rilanciare l’Europa sociale
http://www.romanoprodi.it/notizie/il-new-deal-di-prodi-investire-150-miliardi-per-rilanciare-leuropa-sociale_14786.html (ivi il rapporto, nel quale è interessante notare (pag. 32) che nella classifica della Social housing as a proportion of overall housing stock ai primi tre posti ci sono l’Olanda col 34,1%, l’Austria col 26,2% e la Danimarca col 22,2%, mentre l’Italia non figura affatto).
[7] Una delle colpe maggiori del Governo Berlusconi e del Governo Renzi fu la completa abolizione dell’ICI/IMU sulla casa principale (le c.d. case di lusso, sempre sbandierate dagli abolizionisti come esempio di equità, in una prima versione della legge anch’esse esenti nel caso di Renzi!, erano appena 74.430 su un totale di 34.435.196), che causò un buco di bilancio coperto dalla fiscalità generale e quindi anche dagli affittuari a basso reddito. Esempio preclaro di come dare ai ricchi togliendo ai poveri, in barba al principio contenuto nell’art. 53 della Costituzione.
[8] I dati consuntivi del MEF confermano il piagnisteo per l’IMU
Prodi ha infine sottolineato come "i fondi per la casa siano un punto centrale". "C'è un piano che prevede 550 milioni di euro per la ricostruzione delle case e per avviare un fondo che insieme al patrimonio dello Stato costituisce un volano per costruire nuove abitazioni".
[10] I veri vantaggi provengono dalle misure del Governo Prodi. D’altro canto, alcune delle misure a cui il Governo dà grande enfasi non costituiscono un vantaggio supplementare. Il “piano casa” è interamente finanziato con le risorse stanziate dal Governo Prodi: 550 milioni per il programma straordinario triennale di edilizia residenziale pubblica e 100 milioni per valorizzare il patrimonio del demanio e mettere a disposizione alloggi derivano dal DL 159/2007 collegato alla finanziaria 2008, 60 milioni di euro per l’edilizia residenziale pubblica sovvenzionata provengono dalla finanziaria 2007.
MA QUALE PIANO CASA: IL GOVERNO CANCELLA I FONDI PER 195 ALLOGGI PER GLI SFRATTATI !!!
Modena, 24 giugno 2008
di Antonietta Mencarelli, segretario provinciale sindacato inquilini SUNIA
Parte male la politica abitativa del governo Berlusconi. I primi provvedimenti contenuti nella manovra economico-finanziaria che il governo sta approntando non vanno nella direzione di dare risposta al caro-affitti e di sostenere le fasce sociali più deboli in difficoltà per affitti troppo alti rispetto al reddito.
Il taglio di 550 milioni di euro destinati al recupero di 12.000 alloggi per gli sfrattati su tutto il territorio nazionale, penalizza proprio quegli inquilini in condizioni disagiate – spesso anziani soli, portatori di handicap, famiglie con figli e basso reddito – colpiti da sfratto esecutivo spesso per causa di morosità. Si ricorda che nella nostra provincia l’80% degli sfratti avviene per morosità, evidenziando dunque un’emergenza sociale di famiglie che faticano a pagare affitti troppi alti per i loro redditi.
[11] Abolizione dell’ICI

Post Scriptum: Ho tratto parte dei dati dal mio libro “LE TRE PIU' GRANDI BUFALE DEL XXI SECOLO” (cap. 1) sui Governi Berlusconi e Monti, le riforme delle pensioni Sacconi e Fornero e le violazioni statutarie della BCE https://www.amazon.it/dp/B07L3B5N5M


Post collegato:
La casa è un diritto essenziale

Aggiornamento
Il Segretario PD Zingaretti, dopo la Festa dell’Unità di Milano, ribadisce la proposta del PIANO CASA in questa intervista al Corriere della Sera. Sottolineo l’aggettivo “importante”.

L’INTERVISTA
Zingaretti: «Ora il Pd guardi al futuro. La scissione di Renzi? Io non l’ho capito»
Il segretario: «Errore dividere il Pd ma ora noi dobbiamo portare il partito nel futuro. E con il governo subito interventi per l’economia, il lavoro e l’ambiente»
[…] Ma vi alleerete con i 5 Stelle anche alle prossime elezioni politiche per sconfiggere la destra
«Io credo che uno degli errori del governo gialloverde sia stato quello di mantenere cristallizzate le differenze tra le due forze politiche della maggioranza. Questo ha generato mesi di ritardi, incomprensioni e litigi, provocando un danno immenso pagato dall’Italia e dagli italiani. Noi ora dobbiamo fare l’opposto. Cioè maturare un processo politico di confronto, di dialogo e di avvicinamento che porti a dei risultati molto concreti. Come è avvenuto adesso, nelle trattative per la formazione del governo grazie agli sforzi di entrambe le parti, si lavora per alzare gli stipendi degli italiani attraverso il taglio delle tasse, per varare un importante piano casa per le fasce sociali più deboli e aprire una nuova stagione di investimenti per le imprese. Credo che sia segno di grande maturità non rinunciare alle proprie idee ma al contempo non avere paura di confrontarsi e fare altri passi insieme».
18 settembre 2019 | 07:07

**********




Nessun commento:

Posta un commento