martedì 16 gennaio 2018

Dialogo con Enrico Marro del Corriere della Sera su un suo articolo sulle pensioni



Pubblico il dialogo con Enrico Marro del Corriere della Sera su un suo articolo sulle pensioni, che conteneva qualche imprecisione, giustificata data la complessità della materia, che richiede una frequentazione costante, a pena di dimenticarne qualche aspetto. Io sono avvantaggiato dal fatto che, avendo dovuto recentemente scrivere spesso di pensioni, data l'ignoranza diffusissima anche dei giornalisti, ho dovuto rinfrescare la memoria sulla normativa. Enrico Marro è, tra i giornalisti che scrivono di previdenza, uno dei più preparati e gentili.

Osservazioni all'articolo sulla legge Fornero.
Da: v
11/1/2018 23:14
A  emarro@corriere.it  

Egr. Dott. Marro,
Ho appena letto il Suo articolo “Legge Fornero, cosa cambia se si cancella? In pensione prima, ma si apre un buco di 350 miliardi di euro”. Mi permetto di fare qualche osservazione puntuale.
Citazione1: “La riforma Fornero… fu decisa alla fine del 2011 per inasprire le riforme già prese dal governo Berlusconi, con due riforme Maroni-Sacconi, rispettivamente ministro (della Lega) e sottosegretario al Lavoro del governo guidato dal leader del centrodestra.
No, Maroni non c’entra più, è ministro dell’Interno; è Sacconi il ministro del Lavoro.
Citazione2: “La quota era soggetta all’adeguamento alla speranza di vita che, contrariamente a quanto molti credono, non è stato introdotto dalla Fornero ma dalla legge Maroni-Sacconi del 2010 (a partire dal 2014 con cadenza triennale) e anticipato (al 2013) dalla riforma Maroni-Sacconi”.
Dal DL 78/2010, convertito dalla L. 122/2010, art. 12, comma 12bis (riforma Maroni [è un refuso, ndr], 2010); anticipato al 2013 dal DL 98/2011, L. 111/2011 (riforma Sacconi, 2011).
Citazione3: “potevano comunque andare in pensione anzianità, indipendentemente dall’età anagrafica, con 40 anni di contributi, che diventavano 41 sommando la “finestra” di pensionamento allora vigente che poteva allungare di 12 mesi la decorrenza dell’assegno”.
Non “poteva”, doveva. La ‘finestra’ mobile di 12 o 18 mesi (che include Damiano 4 mesi in media) era un modo levantino per allungare l’età di pensionamento senza dirlo esplicitamente (vedi appresso).
Citazione4: “adeguamenti che la Fornero ha solo disposto che dal 2019 siano biennali anziché triennali”.
Non dal 2019, ma “agli incrementi successivi a quello [triennale, ndr] con decorrenza 1° gennaio 2019” (che varrà ovviamente per il triennio 2019-2021), e cioè dal “2022, a valere per il biennio 2022-2023”, e così ogni 2 anni. 
13 Gli adeguamenti agli incrementi della speranza di vita successivi a quello effettuato con decorrenza 1° gennaio 2019 sono aggiornati con cadenza biennale secondo le modalita' previste dall'articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modificazioni e integrazioni ((, salvo quanto previsto dal presente comma)). A partire dalla medesima data i riferimenti al triennio, di cui al comma 12-ter dell'articolo 12 del citato decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modificazioni e integrazioni, devono riferirsi al biennio.
Citazione5: “(il prossimo nel 2021) ce ne sarebbe appunto uno ogni tre (il prossimo nel 2022)”.
No, nel 2022, a valere per il triennio 2022-2024.
Citazione6: “la riforma Fornero inasprì i requisiti d’età portandoli , dal primo gennaio 2012 a 66 anni per gli uomini (dipendenti ed autonomi) e per le lavoratrici del pubblico impiego (un anno in più rispetto a prima, dove però c’era la “finestra” di 12 mesi che poteva allungare appunto di un anno l’età effettiva di pensionamento, portandola comunque a 66)”.
L’allungamento operato dalla Fornero è solo formale, poiché era compensato dall’abolizione (opportuna) della “finestra” fissa obbligatoria di 12 mesi (di 18 mesi per gli autonomi, che perciò furono allineati a tutti gli altri).
Al netto del taglio di 6 mesi per gli autonomi, la riforma Fornero non ha toccato la pensione di vecchiaia per gli uomini e per le dipendenti pubbliche, già regolati da Sacconi. Ha solo accelerato l’allineamento delle donne, che Sacconi (DL 98/2011) aveva previsto entro il 2026 (2023, includendo l’adeguamento automatico).
Citazione7: “Blocco della perequazione”.
Riporto dalla lettera a Matteo Salvini, che le ho inviato stasera:[1 o 2]:
Blocco perequazione
La sentenza n. 70/2015 della Corte Cost. ha dichiarato incostituzionale il blocco della contingenza per le pensioni superiori a 3 volte il minimo deciso dal DL 201/2011 Salva-Italia (Governo Monti-Fornero), ma lo stesso DL abrogò un analogo provvedimento di blocco della perequazione recato dal DL 98/2011 (L. 111/2011) del governo Berlusconi-Sacconi, meno severo, poiché il blocco riguardava le pensioni superiori a 5 volte il minimo, che forse avrebbe superato il vaglio della Corte Cost., com’era successo in passato per provvedimenti analoghi. Come dire? chi troppo vuole nulla stringe, ma se non fosse stato deciso il blocco dal Governo Monti-Fornero per fare cassa (come chiedevano insistentemente l'UE e la BCE per evitare il default, che era una balla, smentita dalle cifre, per tacitare la loro coscienza sporca[1 o 2]), poi giudicato incostituzionale e quindi abrogato con conseguente restituzione (parziale) di quanto non erogato, sarebbe stato vigente ed efficace quello SACCONI.
Citazione8: “Quanto vale la Fornero”
Sono meno di 300 mld, poichè il terzo di 900 (non 1.000) mld include le modifiche 2011 Sacconi (DL 98 e DL 138). Se controlla la relazione tecnica (come ho osservato a Davide Colombo del Sole 24 ore http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2018-01-08/pensioni-senza-legge-fornero-spesa--20-miliardi-piu-all-anno-211127.shtml), i quasi 5 mld del blocco sono un di cui dei 20 mld ascritti alla riforma della Fornero dal report di RGS. Traggo dalla lettera a Salvini:
Risparmio al 2060
Infine, evidenzio che dei ben 900 mld di risparmio stimato dall’RGS che le ultime quattro riforme, delle ben 7 (sette) riforme delle pensioni dal 1992, produrranno al 2060, soltanto meno di un terzo – tanto strombazzato dai media anche in questi giorni, è ascrivibile alla riforma Fornero, i cui effetti, se legge il report e guarda il grafico della RGS, si esauriranno nel 2045, mentre la curva (duplice: DL 78 e DL 98) SACCONI è bella gagliarda fino al 2060; il che significa che gli altri 2/3 e più sono attribuibili alle altre 3 riforme (Maroni, 2004, il cui ‘scalone’ fu abrogato da Damiano; Damiano, 2007, che introdusse le cosiddette “quote”, abolite da Fornero; e SACCONI, 2010 e 2011), quindi il grosso dei 2/3 e più, molto maggiore del meno di un terzo della riforma Fornero, è ascrivibile alla ben più severa riforma SACCONI - che Lei votò -, della quale però Lei (né nessun altro) parla mai, anzi nasconde accuratamente, come se fosse un reato di furto, che poi per giunta attribuisce slealmente alla professoressa Fornero.
Cordiali saluti,
V.

R: Osservazioni all'articolo sulla legge Fornero.
Da: Marro Enrico (emarro@rcs.it)
12/1/2018 11:11
A  v   

Egregio V.,
la ringrazio delle sue puntualissime osservazioni. Lettori come lei sono preziosissimi per il mio lavoro. Ho corretto gli errori di cui mi scuso. L’unico punto sul quale non sono convinto sono i mille euro anziché novecento: il Pil in Italia è stato di 1680 miliardi di euro nel 2016 e viene stimato in oltre 1.700 miliardi nel 2017. Un punto sta quindi intorno ai 17 miliardi e 21 punti oltre 350 miliardi. Comunque ho citato integralmente le stime della Rgs e ho specificato che nel decennio 2020-2030 il “buco” viene valutato tra 0,8 e 1,4 punti di Pil all’anno. Spero che così sia più chiaro.
Le auguro una buona giornata, Enrico Marro.
Ecco il link col pezzo aggiornato


1. Segnalo che ha omesso di cancellare “Maroni” nella frase: “Quelle del pubblico lo erano già state con la prima riforma Maroni-Sacconi”.
2. L’aumento dell’età base, senza menzionare l’abolizione della “finestra”, fu uno dei casi di “appropriazione indebita” di misure precedenti operata dalla coraggiosa millantatrice Fornero.
3. Entità del risparmio. Premessa: Sul piano metodologico si precisa che la valutazione degli effetti delle diverse disposizioni di cui ai commi da 1 a 20 non può che essere complessiva attesa la interazione tra i diversi istituti afferenti sia i requisiti di accesso sia il sistema di calcolo.
https://democraticieriformisti.files.wordpress.com/2011/12/relazione-tecnica.pdf. Ardisco ipotizzare che questo avvenga anche tra le varie riforme.
La mia fonte originaria – da vari anni - è stata la newsletter di Cesare Damiano, che da un paio d’anni scrive di 900 mld (“le riforme, dal 2004 ad oggi, come ha certificato il Governo lo scorso aprile, produrranno un risparmio previdenziale di 900 miliardi di euro nel periodo 2004-2050” http://www.cesaredamiano.org/2016/10/28/inps-damiano-boeri-irrituale-da-cifre-personali-o-ufficiali/, anche se a giudicare dal Pil attuale ha ragione lei. Però aggiungo: (i) la “quota” di Fornero non è comunque di 350 mld, sia perché 1/3 di 1.000 è 330 (e vabbé, l’approssimazione), sia perché il terzo – scrive la RGS - include il risparmio dal DL 98 (e dal DL 138, che non è presente nel grafico della RGS http://www.rgs.mef.gov.it/_Documenti/VERSIONE-I/Attivit--i/Spesa-soci/Attivita_di_previsione_RGS/2017/NARP2017-08.pdf#page=89; questo è lo stesso grafico preso dall’articolo di Davide Colombo, che si legge meglio http://www.ilsole24ore.com/images2010/Editrice/ILSOLE24ORE/ILSOLE24ORE/Online/Immagini/_Oggetti_Embedded/Grafici/2018/01/09/Primo%20Piano-002-colombo-GRA-0027-01.png), che anche visivamente non sembra poco e, a differenza del DL 201/Fornero, arriva al 2060.
Il che significa che (ii) c’è un’incoerenza nel commento di RGS e, come scrivevo, (iii) che il risparmio complessivo di SACCONI (DL 78, 98 e 138) – la quota parte prevalente del residuo pari a 650 mld - è sensibilmente superiore. Però (anche da parte di RGS e Corte dei Conti) si cita sempre e soltanto la riforma Fornero. Perché, lei che conta molto più di me, non fa prima o poi un bell’articolo sulla severa riforma di SACCONI (che ha fatto lo gnorri per 6 anni e poi recentemente ha cercato di imbrogliare le carte[*]), visto che il Corrierone non pubblica i miei “articoli” di CONTROINFORMAZIONE su chi ha fatto che cosa in materia di pensioni, come invece ha fatto Affari Italiani?[1]
Cordialmente,
VB

[1]
Pensioni: notizie false (fake news)
Pensioni, la congiura del silenzio di sette noti esperti di previdenza contro Elsa Fornero
In questo documento di 18 pagine ho ricostruito la vicenda politico-economica della scorsa legislatura, dove forse troverà notizie e nessi sorprendenti, anche sulle pensioni:
L'assassinio della verità, chi ha davvero messo le mani nelle tasche degli Italiani e causato la grande recessione
http://vincesko.blogspot.com/2018/01/lassassinio-della-verita-chi-ha-davvero.html


R: R: Osservazioni all'articolo sulla legge Fornero.
Da: Marro Enrico (emarro@rcs.it)
12/1/2018 15:54
A: v    

Grazie ancora, e.m.


Re: R: R: Osservazioni all'articolo sulla legge Fornero.
Da: v
12/1/2018 23:34
A  Marro Enrico  

Rileggendo, mi sono accorto ora che nella mia prima email ho commesso un errore: al punto 'Citazione2', per il DL 78/2010 ho scritto (riforma Maroni, 2010), in luogo di (riforma Sacconi, 2010). Chiedo scusa.
Buonanotte,
VB


R: R: R: Osservazioni all'articolo sulla legge Fornero.
Da: Marro Enrico (emarro@rcs.it)
12/1/2018 23:36
A  v

Sì me ne ero accorto, capita a tutti. ‘notte, e.m.


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