venerdì 29 aprile 2016

Il bugiardo e imbroglione Jens Weidmann e la massima di Goebbels.


Riporto due miei commenti concernenti entrambi il presidente della banca centrale tedesca (Deutsche Bundesbank), Jens Weidmann, pubblicati nel blog di Carlo Clericetti su Repubblica, in calce a due suoi articoli:
21 APR 2016  -  Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota
27 APR 2016  -  La malafede del banchiere anti-euro
Già nell’Allegato alla Petizione sulla BCE, avevo giudicato Jens Weidmann un bugiardo sullo statuto della BCE (vedi l'Appendice).

Primo commento

Traggo dal discorso del presidente della Deutsche Bundesbank, il massone reazionario e contaballe Jens Weidmann, fatto all’Ambasciata tedesca[*]:
“Proprio per tutti questi motivi gli Stati membri dell’Unione monetaria hanno optato per una Banca Centrale indipendente e unicamente vincolata al mandato di stabilità dei prezzi a perfetta immagine e somiglianza della Bundesbank”. (pag. 7).
Ecco, qui sopra, un esempio di applicazione della massima di Goebbels: “Ripetete una bugia cento, mille, un milione di volte e diventerà una verità” (vedi anche il mio commento del 26/4, 20:52).
Per provare che quella di Weidmann è una bugia, basta o leggere lo Statuto della BCE, che all’art. 2 recita:
“Articolo 2-Obiettivi
Conformemente agli articoli 127, paragrafo 1 e 282, paragrafo 2, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea, l'obiettivo principale del SEBC è il mantenimento della stabilità dei prezzi. Fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi, esso sostiene le politiche economiche generali dell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione definiti nell'articolo 3 del trattato sull'Unione europea. Il SEBC agisce in conformità del principio di un'economia di mercato aperta e in libera concorrenza, favorendo un'efficace allocazione delle risorse, e rispettando i principi di cui all'articolo 119 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea”.
O consultare il sito della BCE e leggerne le Funzioni:
“Obiettivi
L’articolo 127, paragrafo 1, del Trattato sancisce che
“L’obiettivo principale del Sistema europeo di banche centrali [...] è il mantenimento della stabilità dei prezzi.”
Inoltre, “fatto salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le politiche economiche generali dell’Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del Trattato sull’Unione europea.”
Come si vede, in entrambi i casi già dal titolo, al plurale: “Obiettivi”, si può facilmente dedurre che Weidmann, atteso che egli, essendo anche membro del Consiglio direttivo della Banca Centrale Europea, debba per forza conoscere lo statuto della BCE, è un bugiardo compulsivo e un imbroglione.
Inoltre, Weidmann, come succede per solito a chi, avendo subito un’educazione autoritaria, diventa un mentitore (la menzogna è un meccanismo di difesa) e si crea una realtà parallela, confondendo i suoi desideri con la realtà, sostiene che la BCE è stata progettata a “perfetta immagine e somiglianza della Bundesbank”, che è un’altra bugia.
Nel mio post Yanis Varoufakis e i poteri-doveri della BCE http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2829295.html oppure (se in avaria) http://vincesko.blogspot.com/2015/03/yanis-varoufakis-e-i-poteri-doveri.html, a proposito del parallelo con lo statuto della Bundesbank, scrivevo:
“In calce all’articolo di Bernard Maris, economista, una delle vittime della strage di Charlie Hebdo, riportato da Keynesblog, osservavo:
“Mi posso sbagliare, ma a me non sembra che il “funzionamento della BCE [sia esattamente] ricalcato su quello della Bundesbank” (che ho appena letto, anche se velocemente), v. confronto dei testi che qui riporto, ma che, anzi – come ho già rilevato più volte in passato -, gli obiettivi e i limiti siano più simili a quelli della FED, segnatamente in deflazione o comunque con l’inflazione sotto target (“sotto, ma vicino, al 2%”), cioè quando la condizione sospensiva del raggiungimento dell’obiettivo primario sia stata (più che) soddisfatta e quindi i 2 obiettivi statutari (stabilità dei prezzi e una crescita sostenibile, non inflazionistica, che rispetti l'ambiente e il raggiungimento e il mantenimento di un elevato livello di occupazione e di protezione sociale [testo vecchia versione dell’art. 2 del TUE, poi diventato art. 3, che parla di “piena occupazione”]) sono convergenti e concordanti”.

Anche il Vice Direttore Generale della BCE, Gilles Noblet, nella sua Risposta alla mia Petizione sulla BCE, inviata alla Commissione Petizione del Parlamento Europeo, emulando sia il suo presidente, il massone elitario Mario Draghi, che il presidente della Bundesbank, il massone reazionario Jens Weidmann, pur “stanato” dalla mia contestazione argomentata e provata documentalmente sul punto, ripete talvolta la stessa bugia, alternando come se fossero equivalenti la definizione della stabilità dei prezzi come “l’obiettivo della BCE” (con l’articolo determinativo e senza aggettivo qualificativo) e “l’obiettivo primario”, il che necessariamente comporta che vi sia almeno un altro obiettivo, ancorché secondario.
Talché mi è stato facile ribattere nella replica:
“E’ agevole notare che, a dispetto dell'impronta ideologicamente connotata in senso ordoliberista dei Trattati UE e contrariamente alla loro interpretazione maistream neo-liberista ostinatamente propalata stravolgendo spesso la lettera e lo spirito delle norme, la lingua, la matematica, la logica e perfino i fatti, la deduzione è arbitraria, non avvalorata da una semplice lettura dell’intero testo del Trattato, in particolare l’art. 3 del TUE, che, in aderenza ai "valori" contenuti nel preambolo della Carta dei Diritti Fondamentali, ribadisce i principi fondamentali del governo dell'Unione Europea, finalizzandolo a due obiettivi prioritari: la piena occupazione e il progresso sociale, essendo la stabilità dei prezzi un mero sub-obiettivo […]; formalmente corretta per l’Eurosistema ma sostanzialmente fuorviante, poiché è in discussione non la prevalenza e la cogenza dell’obiettivo principale – la stabilità dei prezzi - ma l’obliterazione sistematica da parte della BCE del secondo obiettivo statutario – sostenere le politiche economiche dell’UE - che in deflazione o con inflazione inferiore (sensibilmente) al target, quando i due obiettivi sono assolutamente concordanti e complementari, ha le stesse dignità e cogenza del primo”. (cfr. Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE

Secondo commento

Ho già scritto in calce al post precedente di questo blog che cosa penso del massone reazionario e contaballe Jens Weidmann (http://clericetti.blogautore.repubblica.it/2016/04/21/moneta-dallelicottero-parliamo-del-pilota/). Vale forse la pena di aggiungere che non si capisce come uno così, con evidenti problemi col principio di realtà, possa ricoprire un incarico così delicato. Per dare la misura dei danni che possono combinare quelli come lui, mi è forse sufficiente segnalare che un campione di questa vera e propria patologia è l'ex PdC Silvio Berlusconi.
Ma non si capisce solo in teoria, poiché, da un lato, è l'intera leadership UE a contar balle e a stravolgere tutte le regole: sia quelle della lingua che quelle della matematica, della logica e degli stessi Trattati UE; dall'altro, nella selezione degli appartenenti a tale leadership, vigono regole... improprie, che hanno a che fare più con l'appartenenza a cenacoli elitari che a criteri di merito tecnico e democratico. Come è esattamente il caso di Jens Weidmann, secondo il libro “Massoni” iscritto alla superloggia reazionaria "Der Ring", di cui è Maestro Venerabile il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble e alla quale è iscritto anche il presidente della BCE, Mario Draghi (iniziato anche presso altre superlogge).
In questo quadro mefitico, inquietante per qualunque sincero democratico, s’inserisce il peso esorbitante esercitato dalla Germania prima nella progettazione e poi nell’interpretazione delle regole, piegate sistematicamente ai propri interessi, con la complicità dei suoi satelliti e l’acquiescenza degli altri.
L’unica speranza – lo ripeto per l’ennesima volta – non risiede né negli sterili appelli né nella CONTROINFORMAZIONE di giornalisti meritori come Carlo Clericetti, ma nella forza della legge, poiché mi rifiuto di pensare che nell’ambito dell’Unione Europea non esista un giudice a… Berlino, o meglio in Lussemburgo (v. PS), che – opportunamente adito - possa farla rispettare, stigmatizzando (stigmatizzare=deplorare severamente e pubblicamente) e sanzionando i contaballe e imbroglioni alla Jens Weidmann.

PS:
Corte di Giustizia Europea (CGUE)


Appendice

Aggiornamento (16/01/2015)

Nella conferenza stampa del 4 dicembre scorso, “Rispondendo alle domande di giornalisti, Draghi ha detto che il direttorio "ha discusso dell'acquisto di titoli di Stato", che "ricade nel mandato" della Bce. Nell'ambito di un ‘quantitative easing’, d'altra parte, possono rientrare "tutti gli asset tranne l'oro" (È scontro, filotedeschi contro gli acquisti. Ma Draghi da gennaio andrà avanti di Federico Fubini http://www.repubblica.it/economia/2014/12/04/news/bce_tassi_quantitative_easing_draghi-102109933/).
Mario Draghi ha anche affermato che «sarebbe illegale non perseguire il nostro mandato». Naturalmente si riferiva all’obiettivo della stabilità dei prezzi, visto che, dacché è presidente, egli ha completamente obliterato nei suoi discorsi il secondo mandato, cioè quello di “sostenere la crescita economica e la piena occupazione”. In ogni caso, essa costituisce un’ammissione indiretta dell’illegalità del mancato perseguimento del secondo obiettivo statutario.
Ricaviamo dalla recente intervista di Jens Weidmann, presidente della Deutsche Bundesbank e membro (troppo) influente del Consiglio direttivo della BCE, a la Repubblica (http://www.repubblica.it/economia/2014/12/13/news/jens_weidmann_caro_draghi_sbagliato_acquistare_titoli_di_stato_un_invito_a_indebitarsi_l_italia_sia_responsabile-102771498/):
Ma la Bce non sembra unita: va verso decisioni a maggioranza contro la Germania?
"Noi tutti nel Consiglio Bce - il Presidente, e tutti gli altri membri - abbiamo interesse a prendere decisioni con il consenso più ampio possibile. Ma naturalmente l'unanimità non è condizione vincolante. Ci siamo comunque trovati uniti nell'ultimo Consiglio di dicembre, nella scelta di attendere e valutare gli effetti delle nostre decisioni".
Dal combinato disposto - diciamo così - delle due dichiarazioni di Draghi e Weidmann, si ricava la conferma che il Consiglio direttivo è già orientato, a maggioranza, a varare il QE, ma lo ha procrastinato per venire incontro alla richiesta di Weidmann.
Non le sembra che il tempo stringa?
"Non vedo questa urgenza, e la politica monetaria fa sempre bene a non lasciarsi mettere sotto pressione. Secondo le nostre prognosi, il tasso d'inflazione, ora molto basso nell'eurozona, nel breve periodo scenderà ancora per poi risalire ma lentamente: a fine 2016 sarà di appena l'1,4%. Il Consiglio punta a che l'aumento dei prezzi a medio termine sia meno del 2%. Ma la bassa inflazione è da ricondurre al forte calo dei prezzi energetici. Situazione ben diversa da una spirale negativa salari-prezzi. Il calo dei prezzi energetici è come un piccolo programma di aiuti per la congiuntura: rafforza il potere d'acquisto dei consumatori, accresce gli utili delle aziende. Quindi non c'è necessità vincolante di reagire".
Ricaviamo da:
Obiettivo “inflazione sotto 2%, ma vicino”
[…] Nell’ottobre 1998 il Consiglio direttivo della BCE ha quindi annunciato una definizione quantitativa di stabilità dei prezzi: “un aumento sui 12 mesi dell’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (IAPC) per l’area dell’euro inferiore al 2%”, specificando inoltre che essa deve essere preservata “su un orizzonte di medio termine”. Pertanto, il Consiglio direttivo cerca di mantenere l’inflazione su un livello inferiore ma prossimo al 2% nel medio periodo.
Confrontando i due scritti e premettendo che, in generale, il significato di breve, medio o lungo è un concetto relativo al tipo di fenomeno osservato, emerge che, nel caso in esame, per obiettivo “medio periodo” si può presumibilmente intendere un triennio, ma questo riguarda la stabilità dei prezzi da preservare poco sotto il 2% (Weidmann omette, ad arte, "close"), non certamente la deflazione o un tasso d’inflazione effettivo che segnerà uno scarto sensibile con l’obiettivo statutario per un periodo complessivo, tra quello già trascorso e la previsione, di almeno 3 anni. In più, Weidmann si preoccupa soltanto della stabilità dei prezzi, ma omette che lo statuto assegna alla BCE anche il secondo obiettivo “subordinato”, mutuato anch’esso dai trattati, che peraltro non lo considerava subordinato ma principale, almeno fino all’ultima modifica, operata col trattato di Lisbona, in cui evidentemente si è fatta già sentire l’influenza “abnorme” della Germania e la stabilità dei prezzi è diventata un obiettivo anche dell’UE, ma certamente non prevalente.
in Europa accanto alla politica monetaria comune abbiamo 18 Stati con politiche finanziarie indipendenti e rating e situazioni di debito ben diversi. Ciò crea tentazioni di indebitarsi di più e scaricare le conseguenze sugli altri”.
Il Sig. Weidmann dice bugie evidenti, cosa grave per un presidente della Deutsche Bundesbank: primo, visto che c’è il fiscal compact; secondo, visto che gli Stati hanno l’obbligo di trasmettere preventivamente alla Commissione Europea le rispettive Leggi di Stabilità e sono tenuti a rispettarne le correzioni, a pena di sanzioni; e terzo, visto che le conseguenze sugli altri le scarica anche – ora soprattutto, visto che c’è il fiscal compact - la politica miope ed egoistica della Germania.
Concludiamo con Weidmann:
La Bce appare la più forte istituzione europea, allora chi se non la Bce deve agire contro la crisi?
"Non dobbiamo forse preoccuparci di questa visione? Le Banche centrali non sono governi paralleli. La politica europea deve essere fatta da Parlamenti e governi, e la risposta ai problemi non può essere sempre dare nuovi compiti alla Bce".
Ineffabile. Non nuovi compiti, ma semplicemente adempiere quelli esistenti, da tempo violati.


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venerdì 22 aprile 2016

La “moneta dall’elicottero” secondo Guido Tabellini

  
Carlo Clericetti
21 APR 2016
Moneta dall'elicottero? Parliamo del pilota

Questa del prof. Tabellini è una proposta illogica.
Egli afferma: la BCE, che gestisce esclusivamente la politica monetaria, dovrebbe adottare una misura di natura fiscale (per giunta espansiva), che è di competenza esclusiva degli Stati; ma per farlo avrebbe bisogno di una modifica dei Trattati UE, che è di competenza degli Stati, i quali finora hanno deciso di adottare una politica fiscale restrittiva.
Sicuramente anche Tabellini è consapevole sia della contraddizione logica implicita nella sua proposta, sia che la probabilità che essa venga attuata è prossima allo zero.
Ipotizzo che egli l’abbia formulata sia per ri-tacitare la sua coscienza (è dal 2014 che egli ha quasi del tutto abbandonato l’ideologia fallimentare alla base del prolungamento dell’attuale crisi economica, vedasi ad esempio questo articolo di Carlo Clericetti del 25 AGO 2014 I (quasi) pentiti dell’austerità), sia per tentare di superare il veto di un Organo politico, il Consiglio europeo, controllato dalla Germania, a qualunque decisione che comporti un sostanziale allentamento della disciplina fiscale, investendo surrettiziamente della questione una tecnocrazia europea: la BCE, che, di fronte ad un fallimento conclamato della politica monetaria di ottenere la stabilità dei prezzi (tasso d’inflazione poco sotto il 2%), potrebbe forzare  la mano ai decisori politici.
Ma temo invano, poiché a) l’art. 21-“Operazioni con enti pubblici” dello Statuto della BCE è escluso esplicitamente, a norma dell’art. 40 dello Statuto, dal novero degli articoli emendabili con procedura semplificata, perciò qualunque sua modifica deve passare necessariamente attraverso l’iter ordinario di modifica dei Trattati UE, che contempla il veto; b) in questo caso la Corte Cost. tedesca avrebbe gioco facile nel far invalidare l’eventuale decisione della BCE con un ricorso alla Corte di Giustizia Europea (sai la soddisfazione per i Tedeschi…); e c) lo stesso presidente della BCE, che oggi ha dichiarato che la BCE è sottoposta soltanto alle leggi ed è indipendente dai politici, molto difficilmente adotterebbe una tale decisione palesemente contraria ad una norma del Trattato e dello Statuto e in una fattispecie sottoposta in passato al vaglio della Corte di giustizia (OMT e QE), che, pur dando via libera,[1 e 2] ha posto dei paletti alla discrezionalità della BCE.


Post e articolo collegati:

Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE

Salario minimo e occupazione, finanziati da Bce: l’inedita proposta dell’ex guru di Wall Street
Warren Mosler e l’italiano Damiano Silipo lanciano dal festival dell’Economia di Vibo Valentia un’idea per aiutare la Banca centrale europea ad evitare il rischio deflazione
«Proposta che non richiede la modifica dei trattati»
di Stefania Tamburello
19 aprile 2016


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mercoledì 20 aprile 2016

Replica alla risposta della BCE alla petizione sulla BCE



Due giorni fa ho pubblicato la risposta della Banca Centrale Europea [1 oppure 2alla mia petizione sulla BCE presentata in data 3 novembre 2014 al Parlamento Europeo; pubblico ora la mia replica alla lettera della BCE.

                                                             Spett.
Commissione Petizioni
del Parlamento Europeo
                                                             c.a. Pres.ssa Cecilia Wikström

Oggetto: Risposta alla lettera della BCE sulla petizione N. 2401/2014

In primo luogo, osservo che a) la mia petizione è stata presentata il 3 novembre 2014; e b) ovviamente, prendendo in esame le azioni e le omissioni della BCE fino a quella data.
Appare, perciò, invero strano che nella lettera, anziché rispondere puntualmente alle osservazioni evidenziate nell'Allegato alla petizione [1 oppure 2], al quale rinvio, esclusi gli aggiornamenti successivi alla data di presentazione, vengano addotti dichiarazioni o atti successivi a tale data, che peraltro – a ben vedere - possono costituire, per contro, in buona parte conferma delle contestazioni degli atti o, soprattutto, delle omissioni della BCE rilevati alla data del 3/11/2014.
In secondo luogo, l’intento – o la vera e propria preoccupazione – della lettera sembra quello di riaffermare la sussistenza o la prevalenza dell’obiettivo primario della BCE – il mantenimento della stabilità dei prezzi –, ma questo non è affatto in discussione; mentre è invece in discussione la vera e propria obliterazione da parte della BCE che, come recita chiarissimamente fin dal titolo al plurale, “Obiettivi”, l’art. 2 dello Statuto della BCE, esiste un secondo obiettivo – sostenere le politiche economiche dell’UE – ancorché esso sia “condizionato” al raggiungimento del primo, com’è attualmente e da ben prima del 3/11/2014.
In terzo luogo, la lettera – come dicevo – non risponde, né puntualmente né ad una soltanto, alle osservazioni contenute nell’Allegato alla stessa, formulate il 3/11/2014, e che riepilogo sotto forma di domanda:
- è vero o non è vero che “Il presidente Mario Draghi omette puntualmente, ogni qual volta parla in pubblico dei compiti della BCE, di citare l’obiettivo subordinato della crescita economica e dell’occupazione e menziona soltanto quello principale del controllo dei prezzi”?;
- è vero o non è vero che “nel sito della BCE, c’è stata alcuni mesi fa una strana modifica e del testo e del link delle funzioni della BCE, che ha messo la sordina all’obiettivo subordinato e, per contro, posta l’enfasi sul fatto che l’obiettivo principale fosse importante anche per l’UE, anzi gerarchicamente sovraordinato (!)”?;
- è vero o non è vero che “sul sito dell’Unione Europea, al link trasmessoci recentemente, su nostra richiesta, dal Centro di contatto EUROPE DIRECT (http://europa.eu/about-eu/institutions-bodies/ecb/index_it.htm), è menzionato - al singolare! – soltanto l’obiettivo principale? [nel 2015, con la nuova Commissione Juncker, il contenuto - che comunque ci pare sconti il condizionamento dell'ideologia economica neoliberista, non corroborata dalle evidenze empiriche - è stato modificato, ma abbiamo riportato il vecchio testo più sotto nell’Appendice]”;
- è vero o non è vero che “se si va nel sito della BCE e si clicca su Informazioni correlate “Statuto del SEBC e della BCE”, si riceve il seguente messaggio:
Ops, this is embarassing...”?;
- è vero o non è vero che “se si clicca, nella prima colonna di sinistra della pagina, su “Statuto del SEBC e della BCE” e poi, pazientemente, si aprono i vari link, solo alla sesta e ultima voce, “Protocollo (n. 4) sullo Statuto del sistema europeo di banche centrali e della BCE GU C 326 del 26.10.2012, pag. 230, si trova il testo dello statuto”?;
- è vero o non è vero che “stesse difficoltà, anzi peggio, si incontrano per trovare il testo del Trattato di Maastricht (vedi, più sotto, la voce n. 6)”?;
- per cui ribadiamo chela conclusione che noi ne traiamo è che è in atto da tempo, da parte della Commissione Europea e della BCE, un’opera metodica ed intenzionale di disinformare l’opinione pubblica europea - di cui sono vittime quasi tutti e, incredibilmente, anche un presidente di banca centrale statale ed un premio Nobel di Economia, audito recentemente dal Parlamento italiano, statunitensi; numerosi professori universitari di Economia (anche famosi); economisti, giornalisti economici e maitre à penser (abbiamo le prove documentali: Chi non conosce lo statuto della BCE (elenco in divenire) http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2825230.html oppure
http://vincesko.blogspot.it/2015/03/chi-non-conosce-lo-statuto-della-bce.html) -, allo scopo, da un lato, di giustificare la disastrosa politica economica basata sull’ossimorica austerità espansiva e, dall’altro, di obliterare scientemente le prove evidenti delle violazioni statutarie della BCE (e dell’UE); inoltre, ritenere che la BCE abbia un solo obiettivo – quello del controllo dei prezzi - condiziona inevitabilmente il sistema informativo, il dibattito nazionale ed europeo, le analisi, le iniziative e le richieste in ambito accademico e fuori da questo ambito” (si vedano al riguardo, ad esempio, le dichiarazioni illuminanti del prof. Mario Monti - che è uno di coloro che non conoscono bene lo statuto della BCE - riportate nel post citato qui sopra).
L’inazione prolungata della BCE (al netto, beninteso, dell’obiezione che la politica monetaria possa da sola – come sostiene una ben nota corrente economica predominante nell’ambito accademico e politico - combattere la deflazione e/o sostenere la crescita economica e dell’occupazione) ha sia pregiudicato il mantenimento della stabilità dei prezzi nel medio periodo, obiettivo statutario principale, sia co-determinato il prolungamento della recessione economica e del calo dell’occupazione nell’Eurozona, contravvenendo all’obiettivo statutario secondario, sia causato – come temeva l’ex governatore della Banca di Cipro e professore al MIT, Athanasios Orphanides, v. Allegato alla petizione, secondo aggiornamento – essendo stato tardivo e insufficiente, una quasi inefficacia, con successivo potenziamento e prolungamento, del Quantitative easing (QE).
A me personalmente sembra perfino superfluo aggiungere che, a legislazione UE invariata, ciò che, unicamente per sottostare alla volontà interessata della Germania, era ritenuto contrario ai Trattati UE – il QE -, poi sia stato giudicato conforme ad essi e implementato nel marzo 2015, con un ritardo di ben 6 (sei) anni rispetto alla BoJ, alla FED, alla BoE, il che ha comportato sia enormi sacrifici per gran parte del popolo europeo dell’Eurozona (in Italia, ad esempio, sono state varate nella scorsa legislatura manovre finanziarie correttive per un importo cumulato di 330 mld), addossati in grandissima parte sui poveri cristi, per far fronte in gran parte agli – accresciuti - oneri di finanziamento del debito pubblico, i cui beneficiari sono le banche, i ricchi e i benestanti, sia la distruzione di aliquote significative di imprese e di relativa capacità produttiva (in Italia, -25%), di Pil (-10%) e di milioni di posti di lavoro, oltre che di diverse centinaia di vite umane, in quasi tutti i Paesi dell’Eurozona (Germania e suoi satelliti esclusi!). Quando forse sarebbe bastato – come richiesto ripetutamente da tanti - un “whatever it takes” pronunciato dal presidente pro tempore della BCE molto prima, almeno per ridurre sia i gravi danni della crisi economica (regalataci gentilmente dagli USA, che però attuando le politiche monetaria ed economica giuste ne sono usciti velocemente), sia i durissimi sacrifici imposti alla stragrande maggioranza del popolo dell’Eurozona.  
Per quanto riguarda, poi, la questione dell’obliterazione da parte della BCE del secondo obiettivo statutario, mi limito a segnalare come prova documentale definitiva l’ammissione esplicita del presidente della BCE nel corso della sua audizione al Parlamento italiano del 26 marzo 2015 (v. Allegato alla petizione, terzo aggiornamento, post linkato: “10. Tasso di cambio: a 1h 37’ 35” [Draghi] fa la dichiarazione su obiettivi differenti BCE [solo stabilità dei prezzi] e FED [stabilità dei prezzi e occupazione]”, in palese violazione dello statuto della BCE in situazioni di deflazione o molto sotto target 2%, quando i due obiettivi statutari sono assolutamente concordanti, ed anche in evidente contraddizione con quanto viene affermato nella lettera: “quando il Consiglio direttivo della BCE prende decisioni di politica monetaria, tiene presenti "i cittadini europei e io tengo presente l'obiettivo che abbiamo di mantenere la stabilità dei prezzi, e di aumentare il tasso di inflazione vicino ma sotto il 2%. Teniamo presenti la crescita e l'occupazione e teniamo presente, in particolare, la disoccupazione".). Se mi posso permettere una digressione di ordine psicologico, aggiungo che le affermazioni contraddittorie, inevitabile conseguenza delle “ambiguità” della impostazione e soprattutto della interpretazione maistream dei Trattati UE, sono una costante dell’attuale presidente della BCE, combattuto tra un côté “buono” e un côtécattivo”.
Infine, per quel che concerne le affermazioni contenute nella lettera della BCE sulla gerarchia degli obiettivi della BCE anche per i Trattati UE, riporto ciò che è scritto quasi in fine dell’Allegato alla petizione (nell’appendice): “E’ agevole notare che, a dispetto dell'impronta ideologicamente connotata in senso ordoliberista dei Trattati UE e contrariamente alla loro interpretazione maistream neo-liberista ostinatamente propalata stravolgendo spesso la lettera e lo spirito delle norme, la lingua, la matematica, la logica e perfino i fatti, la deduzione è arbitraria, non avvalorata da una semplice lettura dell’intero testo del Trattato, in particolare l’art. 3 del TUE, che, in aderenza ai "valori" contenuti nel preambolo della Carta dei Diritti Fondamentali, ribadisce i principi fondamentali del governo dell'Unione Europea, finalizzandolo a due obiettivi prioritari: la piena occupazione e il progresso sociale, essendo la stabilità dei prezzi un mero sub-obiettivo [Art. 3. L'Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell'Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un'economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell'ambiente. Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico. L'Unione combatte l'esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore. Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.]; smentita dalle evidenze empiriche dell’ultimo quinquennio; contraddetta dai dati macroeconomici relativi al tasso d’inflazione e al tasso di disoccupazione dell’Eurozona; formalmente corretta per l’Eurosistema ma sostanzialmente fuorviante, poiché è in discussione non la prevalenza e la cogenza dell’obiettivo principale – la stabilità dei prezzi - ma l’obliterazione sistematica da parte della BCE del secondo obiettivo statutario – sostenere le politiche economiche dell’UE - che in deflazione o con inflazione inferiore (sensibilmente) al target, quando i due obiettivi sono assolutamente concordanti e complementari, ha le stesse dignità e cogenza del primo”.
Sulla base delle suesposte considerazioni, ritengo personalmente molto insoddisfacente la risposta della BCE: in sintesi, essa è pleonastica su aspetti non contestati, reticente ed elusiva invece sulle questioni fondamentali poste dalla petizione; inoltre, essa, a ben vedere, avvalora sotto alcuni aspetti i rilievi critici e le contestazioni contenuti nella petizione; pertanto, ritengo onestamente di poter confermare le richieste rivolte a Codesto Spettabilissimo Parlamento Europeo nella Petizione N. 2401/2014 del 3 novembre 2014, e cioè:
1. di accertare e di dichiarare se quanto da noi denunciato risponde al vero;
2. di accertare e di dichiarare se la BCE è colpevole di violazione statutaria e perciò anche passibile di denuncia alla Corte di Giustizia Europea (art. 35 dello statuto BCE). 
Distinti saluti,
V.

***

Aggiornamento
Ho chiesto notizie alla Commissione PETI del Parlamento europeo sulla mia petizione: “Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto”.
Ecco che cosa mi ha risposto:

http://webmail-static.iolly.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
Da:
PETI Secretariat (peti-secretariat@europarl.europa.eu) http://webmail-static.iolly.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
30 giu 2017 - 17:01 http://webmail-static.iolly.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif http://webmail-static.iolly.it/cp/images/default/en/uikit/img_transparent.gif
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A:
"'v”
Egregio Signore,
Nel riscontrare il suo e-mail, la informiamo che abbiamo sollecitato la risposta della Banca centrale europea in merito alle sue osservazioni. Abbiamo anche contattato la Commissione europea per un eventuale parere in risposta alle sue argomentazioni che riguardano l'Esecutivo europeo. Non appena riceveremo una risposta sarà nostra cura informarla per il seguito dell'esame della petizione.
Cordiali saluti
La Segreteria
Commissione per le petizioni


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lunedì 18 aprile 2016

Risposta della BCE alla petizione sulla BCE


In data 3 novembre 2014, presentai una petizione al Parlamento europeo sulla BCE.[*] Pubblico la risposta della Banca Centrale Europea (BCE) alla mia petizione, che ho ricevuto tramite la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo.

[*] Allegato alla Petizione al Parlamento europeo: la Bce non rispetta il suo statuto


EUROPEAN CENTRAL BANK
EUROSYSTEM
ECB-PUBLIC
DIRECTORATE GENERAL INTERNATIONAL AND EUROPEAN RELATIONS
Cecilia Wikström Chairwoman Committee on Petitions European Parliament 60, rue Wiertz B-1047 Brussels
Frankfurt, 14 March 2016  
Re: Petition No. 2401/2014 by V. (Italian) on the European Central Bank
Honourable Member of the European Parliament, dear Ms Wikström,
Thank you for your letter informing the European Central Bank about the Petition No. 2401/2014.
The ECB’s President regularly reports on the ECB's monetary policy and its other tasks at his hearings before the European Parliament’s Committee on Economic and Monetary Affairs (ECON), which take place quarterly. On these occasions he had the opportunity to explain in detail how the monetary policy measures adopted by the ECB were designed and implemented in order to meet the ECB's statutory objective and to answer to direct questions by Members of the European Parliament (MEPs) on the ECB’s actions. In addition, the ECB’s Annual Report is presented each year in the European Parliament by the Vice-President of the ECB in a dedicated session of the ECON Committee and by the ECB President on the occasion of a Plenary debate. For instance, the ECB President attended the EP Plenary on 1 February 2016 to discuss with all MEPs the Annual Report of the ECB for 2014 and the EP Resolution on it.[1] On this occasion the ECB President also answered MEPs’ questions on the ECB's monetary policy.[2]
Let me also add that in 2015, the ECB President answered in published replies to a significant number of written questions from MEPs on the ECB’s monetary policy measures, discussing their effects, their rationale, and the consistency with the ECB's statutory objective.[3] These topics were also widely discussed during the ECON meetings at the European Parliament, for instance on 15 February 2016. On this occasion, the ECB President clarified that all the ECB’s monetary policy measures, standard as well as non-standard, have been taken to serve the ECB’s primary objective of maintaining price stability, i.e. keeping inflation rates below, but close to, 2% over the medium term.
More specifically, on this occasion the ECB President explained that the horizon over which the ECB's primary objective can be reached “has gradually lengthened over the last two years",recently also as result of developments in the rest of the world outside the ECB's control.[4] While he acknowledged that “the same situation exists in the United States and almost the same situation in Japan”, he stressed that the fact that this represents a common challenge is not a good reason to abandon the ECB’s monetary policy strategy. In this respect, he stressed that the ECB is not "giving up” on its mandate, echoing what he said previously in the press conference following the January 2016 ECB Governing Council meeting on monetary policy.[5] This point was also reiterated by the ECB President in his latest press conference on 10 March 2016, when he said "we don't give up in our fight to bring inflation back to our objective''.[6]
Also on previous occasions, the ECB President had the opportunity to discuss in detail these issues with MEPs. For instance, on 12 November 2015 the ECB President answered a question by your colleague MEP Werner Langen, and clarified that “monetary policy has been very effective, and what we have seen today is in a sense the outcome of the monetary policy decisions that have been taken all through this period of time and which intensified in June last year (...) So we have to continue, and our objective of an inflation rate which will go back to our objective, to the level of less than but close to 2%, is predicated on full implementation of our monetary policy".[7] On the same occasion, answering to another question by MEP Barbara Kappel, the ECB President further clarified that the ECB’s primary mandate is - I quote again -“price stability. Price stability for us means having an inflation rate below and close to 2%. That is why we use all these monetary policy Instruments. That is why we have the asset purchase programme in place. That is why we monitor closely all developments in the world economy that might postpone the achievement of our inflation target. ”
The ECB President had the opportunity to discuss with your MEP colleagues also the other issues raised by the Petitioner. For instance, on 22 September 2014, answering to a specific question by your colleague MEP Marco Valli, the President clarified that when the Governing Council of the ECB in taking monetary policy decisions, it considers “the citizens of Europe and I consider the objective we have of maintaining price stability, and of raising the inflation rate to dose to but below 2%. We consider growth and employment and we consider, especially, unemployment."
With respect to the ‘hierarchical order’ in the ECB’s objectives, on 15 June 2015, answering to a question by MEP Esther de Lange, the ECB President clarified that price stability is "a more all-encompassing objective than one might assume prima facie - in pursuing price stability we also know that our accommodative monetary policy affects unemployment positively, helps to narrow the output gap and supports economic recovery. So, in this sense, the pursuit of price stability comes together with objectives more closely related to the reai side of the economy".
Let me also add that the Treaty, which establishes a clear hierarchy of objectives for the Eurosystem, makes clear that ensuring price stability is the most important contribution that monetary policy can make to achieve a favourable economic environment and a high level of employment.[8] Article 127 (1) of the Treaty on the Functioning of the European Union clearly defines price stability as the primary objective of the Eurosystem and of the single monetary policy for which it is responsible. While the Eurosystem shall also "support the general economic policies in the Union with a view to contributing to the achievement of the objectives of the Union" (including inter alia "full employment" and "balanced economic growth"), the Treaties clarify that this is "without prejudice to the objective of price stability".
Treaty provisions reflect the broad consensus that (i) the benefits of price stability are substantial, as maintaining stable prices on a sustained basis is a crucial pre-condition for increasing economic welfare and the growth potential of an economy, and (ii) the natural role of monetary policy in the economy is to maintain price stability, as monetary policy can affect real activity only in the shorter term, but, ultimately, it can only influence the price level in the economy.
Finally, Treaty provisions also imply that, in the actual implementation of monetary policy decisions aimed at maintaining price stability, the Eurosystem should also take into account the broader economic goals of the Union. In particular, given that monetary policy can affect real activity in the shorter term, the ECB typically should avoid generating excessive fluctuations in output and employment if this is in line with the pursuit of its primary objective.
I hope the above developments have highlighted enough the extent to which the ECB has already presented its views on the fulfilment of its mandate before the European Parliament and the MEPs.
Yours sincerely,
Gilles Noblet
Deputy Director General



[1] The text of the Resolution as adopted by the EP Plenary is available at http://www.europarl.europa.eu/sides/qetDoc.do?pubRef=-//EP//NONSGML+TA+P8-TA-2016-0063+0+DQC+PDF+V0//EN
[2] The ECB's accountability is however not the only source for the public to understand the ECB’s decisions. The ECB communicates to the public through a wide range of channels, which include regular press conferences after each monetary policy meeting of the Governing Council; the publication of the accounts of the Goveming Council’s monetary policy discussions; the publication of the Economic Bulletin every six weeks and of the Consolidated Financial Statement of the Eurosystem on a weekly basis. Finally, the members of the Executive Board regularly communicate with the public in the form of articles, interviews and speeches.
[3] In 2015 the ECB President replied to 179 written questions from MEPs. All the answers are available on the ECB’s website at
[4]  See the full transcript of the 2016 meeting that is available on the European Parliament's website at: http://www.europarl.europa.eu/committees/en/econ/monetarv-dialoaue.html?tab=2016
[5] The text of the introductory statement to the press conference with Q&A is available on the ECB's website at: http://www.ecb.europa.eu/press/pressconf/2016/html/is160121.en.html
[6] The text of the introductory statement to the press conference with Q&A is available on the ECB’s website at:
[7] See the full transcript of the 2014 meetings that is available on the European Parliament’s website at: http://www.europarl.europa.eu/committees/en/econ/monetarv-dialoaue.html?tab=2015

[8]                         See the section of the ECB’s website “Objective of monetary policy“ available at https://www.ecb.europa.eu/mopo/intro/objective/html/index.en.html      

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(Traduzione:
Onorevole Membro del Parlamento europeo, cara signora Wikström,
Grazie per la sua lettera che informa la Banca centrale europea circa la Petizione n. 2401/2014.
Il presidente della BCE riferisce regolarmente sulla politica monetaria della BCE e gli altri suoi compiti nelle sue audizioni dinanzi alla Commissione del Parlamento europeo sugli Affari Economici e monetari (ECON), che si svolgono ogni tre mesi. In queste occasioni ha avuto modo di spiegare in dettaglio come le misure di politica monetaria adottate dalla BCE siano state progettate e realizzate in modo da soddisfare l'obiettivo statutario della BCE e di rispondere alle domande poste dai Membri del Parlamento europeo (MEP) sulle azioni della BCE. Inoltre, la relazione annuale della BCE è presentata ogni anno al Parlamento europeo dal Vice-Presidente della BCE in una sessione dedicata della commissione ECON e dal presidente della BCE in occasione di un dibattito plenario. Per esempio, il presidente della BCE ha partecipato alla EP plenaria il 1° febbraio 2016 per discutere con tutti i deputati la relazione annuale della BCE per il 2014 e la risoluzione del PE su di essa. In questa occasione il presidente della Bce ha anche risposto alle domande dei deputati in materia di politica monetaria della BCE.
Vorrei inoltre aggiungere che, nel 2015, il presidente della BCE ha risposto per iscritto a un numero significativo di quesiti scritti da deputati sulle misure di politica monetaria della BCE, discutendo i loro effetti, la loro logica, e la coerenza con l'obiettivo statutario della BCE. Questi temi sono stati ampiamente discussi nel corso delle riunioni ECON presso il Parlamento europeo, per esempio il 15 febbraio 2016. In questa occasione, il presidente della BCE ha chiarito che tutte le misure di politica monetaria della BCE, standard e non standard, sono state adottate per adempiere l'obiettivo primario della BCE di mantenere la stabilità dei prezzi, vale a dire mantenere l'inflazione su livelli inferiori ma vicino al 2% nel medio periodo.
Più specificamente, in questa occasione il presidente della Bce ha spiegato che l'orizzonte sul quale l'obiettivo primario della BCE può essere raggiunto "si è progressivamente allungato nel corso degli ultimi due anni", di recente anche in conseguenza degli sviluppi nel resto del mondo al di fuori del controllo della BCE. Mentre ha riconosciuto che "la stessa situazione esiste negli Stati Uniti e quasi la stessa situazione in Giappone", ha sottolineato che il fatto che questo rappresenta una sfida comune non è una buona ragione per abbandonare la strategia di politica monetaria della BCE. A questo proposito, egli ha sottolineato che la BCE non sta "rinunciando" al suo mandato, facendo eco a quanto ha detto in precedenza nella conferenza stampa dopo la riunione del gennaio 2016 del Consiglio direttivo della BCE in materia di politica monetaria. Questo punto è stato ribadito dal presidente della BCE anche nella sua ultima conferenza stampa del 10 marzo 2016, quando ha detto "noi non rinunciamo alla nostra lotta per riportare l'inflazione al nostro obiettivo”.
Anche in altre occasioni, il presidente della BCE ha avuto l'opportunità di discutere in dettaglio questi problemi con gli eurodeputati. Per esempio, il 12 novembre 2015 il presidente della BCE ha risposto ad una domanda del vostro collega deputato europeo Werner Langen, e ha chiarito che "la politica monetaria è stata molto efficace, e quello che abbiamo visto oggi è in un certo senso il risultato delle decisioni di politica monetaria che sono state prese per tutto questo periodo di tempo, e che intensificammo nel giugno dello scorso anno (...) Quindi, dobbiamo continuare, e il nostro obiettivo di un tasso di inflazione che torni al nostro obiettivo, al livello inferiore, ma vicino al 2%, si basa sulla piena attuazione della nostra politica monetaria". Nella stessa occasione, rispondendo a un'altra domanda dell'europarlamentare Barbara Kappel, il presidente della BCE ha ulteriormente chiarito che il mandato principale della BCE è - cito ancora -"la stabilità dei prezzi. La stabilità dei prezzi per noi significa avere un tasso di inflazione al di sotto e vicino al 2%. E' per questo che usiamo tutti questi strumenti di politica monetaria. Questo è il motivo per cui abbiamo il programma di acquisto di asset in corso. E' per questo che seguiamo da vicino tutti gli sviluppi nell'economia mondiale che potrebbero posticipare il raggiungimento del nostro obiettivo di inflazione."
Il Presidente della BCE ha avuto l'opportunità di discutere con i vostri colleghi MEP anche le altre questioni sollevate dal firmatario della petizione. Per esempio, il 22 settembre 2014, rispondendo ad una domanda specifica del vostro collega eurodeputato Marco Valli, il presidente ha chiarito che, quando il Consiglio direttivo della BCE prende decisioni di politica monetaria, tiene presenti "i cittadini europei e io tengo presente l'obiettivo che abbiamo di mantenere la stabilità dei prezzi, e di aumentare il tasso di inflazione vicino ma sotto il 2%. Teniamo presenti la crescita e l'occupazione e teniamo presente, in particolare, la disoccupazione".
Per quanto riguarda l''ordine gerarchico' negli obiettivi della BCE, il 15 giugno 2015, rispondendo ad una domanda dal deputato Esther de Lange, il presidente della BCE ha chiarito che la stabilità dei prezzi è "un obiettivo più onnicomprensivo di quanto si possa pensare a prima vista - nel perseguire la stabilità dei prezzi sappiamo anche che la nostra politica monetaria accomodante colpisce la disoccupazione positivamente, aiuta a ridurre il divario dell'output gap e sostiene la ripresa economica. Quindi, in questo senso, il perseguimento della stabilità dei prezzi viene insieme con obiettivi più strettamente legati all'economia reale".
Vorrei inoltre aggiungere che il Trattato, che stabilisce una chiara gerarchia di obiettivi per l'Eurosistema, rende chiaro che garantire la stabilità dei prezzi è il contributo più importante che la politica monetaria può dare per ottenere un ambiente economico favorevole e un elevato livello di occupazione. L'articolo 127 (1) del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea definisce chiaramente la stabilità dei prezzi come obiettivo primario dell'Eurosistema e della politica monetaria unica di cui è responsabile. Inoltre, l'Eurosistema "sostiene le politiche economiche generali nell'Unione al fine di contribuire alla realizzazione degli obiettivi dell'Unione" (comprese tra l'altro, "la piena occupazione" e "una crescita economica equilibrata"), i trattati chiariscono che questo è "fatto salvo l'obiettivo della stabilità dei prezzi".
Le disposizioni del Trattato riflettono l'ampio consenso che (i) i benefici della stabilità dei prezzi sono sostanziali, come il mantenimento di prezzi stabili in maniera prolungata è una cruciale pre-condizione per aumentare il benessere economico e il potenziale di crescita di un'economia, e (ii) il naturale ruolo della politica monetaria per l'economia è quello di mantenere la stabilità dei prezzi, la politica monetaria può influenzare l'attività reale solo nel breve termine, ma, in ultima analisi, può influenzare solo il livello dei prezzi nell'economia.
Infine, le disposizioni del trattato implicano anche che, nella concreta attuazione delle decisioni di politica monetaria volte a mantenere la stabilità dei prezzi, l'Eurosistema deve anche tener conto dei più ampi obiettivi economici dell'Unione. In particolare, dato che la politica monetaria può influenzare l'attività reale a breve termine, la BCE tipicamente dovrebbe evitare di generare fluttuazioni eccessive del prodotto e dell'occupazione se questo è in linea con il perseguimento del suo obiettivo primario.
Spero che le considerazioni sopra svolte abbiano messo in sufficiente evidenza la misura in cui la BCE ha già presentato il suo punto di vista sulla realizzazione del suo mandato al Parlamento europeo e agli eurodeputati.
Cordiali saluti,
Gilles Noblet
Deputy Director General)


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