giovedì 6 agosto 2015

Il Papa e le vignette di Charlie Hebdo


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 520 del 19-01-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Il Papa e le vignette di Charlie Hebdo


Il pugno di Francesco e la lezione di Voltaire
di EUGENIO SCALFARI
18 gennaio 2015


Io sono un libertario e un miscredente, ma sono d'accordo con Papa Francesco e considero le vignette "blasfeme" di Charlie Hebdo una pericolosissima sciocchezza.
Nella conferenza stampa tenuta dal Papa durante il viaggio aereo del 15 gennaio da Colombo a Manila (https://www.youtube.com/watch?v=1GRbwTEJ6kU, tratto da http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/01/15/cinque-cose-che-il-papa-ha-tenuto-a-dire/ ), egli ha dichiarato sulla strage di Parigi:
“Non si può offendere, fare la guerra, uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio. Quello che succede adesso ci stupisce, ma pensiamo alla nostra storia, quante guerre di religione abbiamo avuto! La notte di San Bartolomeo! Anche noi siamo stati peccatori su questo, ma non si può uccidere in nome di Dio, questa è una aberrazione. Quanto alla libertà di espressione: ognuno non solo ha la libertà, il diritto, ha anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, grande amico, mi dice una parolaccia contro la mia mamma, gli arriva un pugno! È normale! È normale! Non si può provocare, non si può insultare la fede degli altri, non si può prendere in giro la fede. Papa Benedetto in un discorso – non ricordo bene dove – aveva parlato di questa mentalità post-positivista, che porta alla fine a credere che le religioni o le espressioni religiose sono un sorta di sottoculture, che sono tollerate, ma sono poca cosa, non fanno parte della cultura illuminista. E questa è un’eredità dell’illuminismo: tanta gente che sparla delle religioni, le prende in giro, diciamo “giocattolizza” la religione degli altri. Questi provocano, e può accadere quello che accade se il dottor Gasbarri dice qualcosa contro la mia mamma. C’è un limite, ogni religione ha dignità, ogni religione che rispetti la vita umana, la persona umana. E io non posso prenderla in giro”.
Per il suo riferimento alla mamma (io ardisco supporre che non sia ininfluente il fatto che gli Argentini per metà sono di origini italiane, incluso Papa Bergoglio), egli ha approfittato dell’occasione per togliersi un sassolone dalla scarpa.
Comunque, la frase del papa, ritenuta inaccettabile da molti perché giustificherebbe la violenza per difendere la religione, era una efficace metafora icastica che va inquadrata nel contesto della situazione attuale, in un momento particolare molto difficile per i cristiani nei Paesi mussulmani, perciò con una finalità particolare e facilmente intuibile: le conseguenze concrete, concretissime - in un mondo diventato piccolo in forza dei mezzi di comunicazione - della pubblicazione di vignette "oggettivamente" volgari e pericolose anche per un laico come me - oltre che per un ex collega dei redattori di Charlie Hebdo che ha ritenuto incomprensibile l’ostinazione del direttore Stéphane Charbonnier di pubblicarle -, che un miliardo e mezzo di mussulmani giudicano blasfeme e che una parte di loro molto suscettibile e strumentalizzabile usa come motivo per azioni violente e sanguinose. Dopo la strage di Parigi, in Niger, per colpa delle vignette, i mussulmani hanno assaltato 4 chiese cristiane e ucciso 12 persone. Altrove, sono successi episodi analoghi.
Ieri, un sondaggio ha attestato che il 47% dei Francesi è contrario alla pubblicazione delle vignette.


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La cricca libica

Posted: 18 Jan 2015 10:32 AM PST


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