martedì 11 agosto 2015

Cinque osservazioni a “Un fronte pop”


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 541 del 07-03-15 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Cinque osservazioni a “Un fronte pop”


Un Fronte Pop
23/02/2015
Come possiamo costruire in Italia una forza politica analoga a Syriza e Podemos? Iniziamo da una cornice che tenga insieme forze politiche e mobilitazioni sociali, una reinvenzione del Fronte popolare. Con cinque campagne: contro l’austerità e il Jobs act, per i diritti, la pace, l’ambiente

1. Citazione: “Possiamo puntare a una moltiplicazione di mobilitazioni, vertenze locali e di categorie, intrecciate alle manifestazioni contro gli F35, lo Sblocca Italia, la Tav, le trivelle nell’Adriatico, le mafie, la crisi ambientale”.
Io, dopo oltre 40 anni di PCI-PDS-DS-PD, alle scorse elezioni europee ho votato per “L’Altra Europa per Tsipras”, ma non voterei mai per un nuovo partito che basasse il suo programma su sciocchezze sesquipedali come l’opposizione ideologica, a prescindere, ad un buco in una montagna come la Tav o anche alle trivelle nell’Adriatico, visto che in quest’ultimo caso lo farebbe comunque – ma interamente ed esclusivamente – la Croazia.

2. “uscendo dall’individualismo e dall’ubriacatura del mercato di questi trent’anni liberisti
Neo-liberisti, poiché ardisco pensare che anche il padre del liberismo, Adam Smith, avrebbe da ridire sul neo-liberismo.

3. “Quale può essere la “via italiana” a una politica del cambiamento che ci avvicini ai risultati di Syriza e Podemos?
La via italiana non può che basarsi, prima di tutto, su un motto socialista come “Libertà e giustizia sociale”.

4. “Serve ricomporre la divisione che abbiamo ereditato tra “coalizione sociale” e “coalizione politica”, tra sinistra sociale e sinistra politica, senza scorciatoie leaderistiche”.
Questo è il vero punto debole di qualunque partito di sinistra italiano e la cartina di tornasole per prevederne l’esito: il rapporto psicologico con la leadership. Primo, perché qualunque organizzazione – e il partito è un’organizzazione di uomini accomunati da ideali ed obiettivi concreti - per il suo successo ha bisogno di un leader. Secondo, perché non esiste – come anche Syriza e Podemos (e M5S e PD) dimostrano plasticamente – un grande partito di sinistra senza un leader forte, ben visibile, concreto, empatico, capace di comunicare (anche il sorriso fa parte di una buona comunicazione, per questo un Landini è escluso). Terzo, perché la scelta politica è anch’essa frutto della struttura psicologica, e l’elettore di sinistra (in misura crescente man mano che si procede verso il limite estremo) ha “strutturalmente” un rapporto conflittuale con l’autorità paterna. E quindi con la leadership.

5. Infine, il nome e il programma sono importanti. Quelli proposti nell’articolo a me sembrano inadeguati. Ma è una carenza ovviabile, molto più del leader e dei luoghi (reali e virtuali) in cui potersi incontrare e partecipare democraticamente, concretamente ed umilmente, smettendo la presunzione saccente, il benaltrismo e soprattutto l’“assassinio” quotidiano del proprio padre (o madre). Vasto programma.


Appendice

un fronte pop
ezio tomelleri
Martedì, 24 Febbraio 2015 18:33:26
La vostra proposta è necessaria urgente e matura almeno tra le persone di sinistra. L'unico limite che vedo sta nelle timidezze di alcuni dei soggetti politici che dovrebbero aggregarsi: in particolare la sinistra del P.D che non riesce ancora a sganciarsi dall'abbraccio mortale di Renzi e delle sue politiche , e le organizzazioni a sinistra che ancora non vedono l'urgenza di abbandonare steccati spesso insignificanti.Tra i punti dell'agenda che voi proponete penso che meriti un posto particolare la lotta contro la riforma delle pensioni Fornero.per permettere a qualche giovane in più di lavorare,qualche vecchio di andarsene prima del funerale e per costruire un sistema che dia realmente la possibilità di avere pensioni decenti.

Risposta a @ezio tomelleri
Vincesko
Martedì, 24 Febbraio 2015 20:53:38
@ezio tomelleri
Citazione: “lotta contro la riforma delle pensioni Fornero.per permettere a qualche giovane in più di lavorare,qualche vecchio di andarsene prima del funerale e per costruire un sistema che dia realmente la possibilità di avere pensioni decenti”.
Ti segnalo allora che sbagli bersaglio per 2/3. La legge Fornero ha solo completato ciò a cui per 2/3 aveva già provveduto Sacconi, nel 2010 e 2011 (e prima di lui in piccola parte Damiano, nel 2007).


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