giovedì 16 luglio 2015

Made in Italy, bello e ben fatto


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 446 del 09-05-2014 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Made in Italy, bello e ben fatto


Dopo la prima buona notizia (AnalisiQQ/28-Entrate tributarie gennaio-marzo 2014 http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2810779.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/07/analisi-quali-quantitativa28-entrate.html ), pubblico volentieri qui la seconda buona notizia.
C) Applicazione UE di norme severe e controlli stringenti e costanti sulle merci importate, incentivi alla non delocalizzazione e tracciabilità per la tutela dei prodotti (Made in).
Recentemente, il Parlamento Europeo, a larga maggioranza, ha approvato il regolamento di etichettatura obbligatoria dei prodotti, misura voluta ed appoggiata fortemente dall’Italia, che ha dovuto vincere le resistenze di Paesi come la Svezia, la Gran Bretagna e la Germania e di quelli nordici in generale.

L’Ue dice sì al Made in (Italy)
16/04/2014
Il Parlamento europeo con 485 voti a favore ha dato il suo ok al progetto di etichettatura obbligatoria. Soddisfatte le istituzioni italiane
Il Made in è una legge europea. Il Parlamento di Strasburgo, con 485 voti a favore, 130 contrari e 27 astenuti, ha dato il via libera al Regolamento per la Sicurezza dei prodotti al consumo, incluso il suo capitolo 7 sull’obbligatorietà di indicazione d’origine per le merci circolanti in Europa. Soddisfatta la manifattura italiana, con Claudio Marenzi di Sistema moda Italia che parla di «risultato fantastico» e Cleto Sagripanti di Assocalzaturifici che sottolinea come nonostante «resti ancora molto da fare», l’Italia ha «ora la certezza di aver raggiunto un momento significativo della battaglia che se si concluderà positivamente darà ai consumatori la possibilità di acquistare in maniera trasparente in Europa». Molto soddisfatta anche Cristiana Muscardini, eurodeputato italiano da sempre pro etichettatura, secondo la quale «il voto boccia il Consiglio che da anni ha cercato di bloccare l’attuazione di norme e di regole a garanzia della sicurezza dei consumatori europei e della corretta concorrenza sul mercato». La Muscardini si affida quindi «alla Presidenza italiana che nel suo semestre di presidenza dovrà finalmente portare ad un voto favorevole in Consiglio perché i diritti dei consumatori e dei produttori siano riconosciuti e possa finalmente ripartire la produzione e perciò la crescita».

Questa è indubbiamente un’ottima notizia per l’Italia, in considerazione soprattutto dei seguenti 3 fattori:
1)    il made in può essere un formidabile volano della crescita del PIL e dell’occupazione italiani;
2)    la notevole entità delle falsificazioni che danneggiano il made in Italy e che, secondo la Coldiretti, assommano a 60 mld di €, [*] cioè il doppio del valore totale del made in Italy e che tolgono PIL ed occupazione al nostro Paese; e
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[*] Made in Italy: da pandoro a Valpolicella, il falso vale 60 miliardi
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3)    il trend previsionale molto positivo della domanda futura dei prodotti made in Italy, sia nei Paesi sviluppati, sia, soprattutto, nei Paesi emergenti, come risulta da questo articolo:

I nuovi mercati affamati del “bello e ben fatto” italiano
06/05/2014
Cresce l’export del made in Italy nei Paesi emergenti. Nel 2019 varrà 16,6 miliardi di euro con Cina, India, Brasile e Russia top buyer
Cresce, anche nei Paesi emergenti, la richiesta di prodotti che si contraddistinguono per il design, la cura, la qualità dei materiali e delle lavorazioni, il cosiddetto “bello e ben fatto”, soprattutto italiano. Un mercato che nel 2019 varrà 212 miliardi di euro, con una crescita di 66 miliardi rispetto al 2013, in aumento quindi del 45% nei prossimi sei anni. Oltre un terzo della domanda aggiuntiva verrà da Russia, Emirati e Cina, mentre l’Asia sarà l’area più dinamica in termini percentuali (+57%).
Importazioni che proverranno anche dal nostro Paese con il volume di vendite dall’Italia che potrà raggiungere i 16,6 miliardi di euro nel 2019, con una crescita di 4,8 miliardi rispetto al 2013, in aumento del 40% in sei anni e oltre 23 punti in più rispetto alla dinamica delle importazioni nei mercati maturi.
Questi i principali risultati della quinta edizione della ricerca “Esportare la dolce vita”, realizzata da Centro Studi Confindustria e Prometeia.
Dei 16,6 miliardi di euro di export italiano di beni dell’alto di gamma l’alimentare toccherà 2,6 miliardi con la Russia che assorbirà un import pari a quello di tutta l’area asiatica; l’arredo salirà a 3,8 miliardi di euro e l’abbigliamento a 4,7 miliardi, con il 38% della domanda incrementale proveniente dalla Russia; le calzature arriveranno a 2,1 miliardi; l’occhialeria aumenterà a 800 milioni di euro, in questo caso sarà l’America Latina a richiederne la parte più elevata; mentre oreficeria-gioielleria salirà fino a 3 miliardi di euro, con una quota rilevante in più verso gli Emirati.
A trainare la domanda l’ampliamento della classe benestante. Si stima, infatti, che nel 2019, in tutto il mondo, ci saranno 202 milioni di nuovi ricchi in più rispetto al 2013. La metà di essi risiederà nei principali centri urbani di Cina, India e Brasile, anche se la classe benestante si sta ampliando in paesi più vicini all’Italia, come la Russia, oggi il mercato emergente più importante per gli esportatori italiani.

Aggiornamento:
09 DICEMBRE 2014 ORE 11:48
Misure anti contraffazione nell’UE: “MADE IN” rinviato al 2015

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