lunedì 18 maggio 2015

La vittoria di Obama ed il calo di Wall Street


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 213 del 09-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
La vittoria di Obama ed il calo di Wall Street

Il titolo a tutta pagina della homepage di Repubblica dell’altro ieri era: "Obama stravince. Ma Wall Street va giù". Dove a stonare non era il calo della Borsa USA, ma la congiunzione avversativa ma.
Il calo della Borsa e, poco dopo, il "warning" (ammonimento) delle Agenzie di rating sono entrambi un buon segno per noi non ricchi (la stragrande maggioranza, il famoso, cosiddetto 99%), poiché vuol dire che le 9 banche padrone del mondo sanno bene che Obama questa volta è intenzionato a fare sul serio, a porre mano finalmente alle nuove, indispensabili norme regolatrici dei mercati finanziari, in particolare della finanza malata e dei capitali-ombra. Il compito non sarà facile, anzi molto difficile (la Camera dei Rappresentanti è rimasta a maggioranza repubblicana), ma proprio per questo noi non ricchi (la stragrande maggioranza) dobbiamo stare con lui e con quelli che da noi in Europa e in Italia staranno con determinazione dalla sua – dalla nostra - parte.

Stralcio da “La globalizzazione non è un gioco equo”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2760049.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/la-globalizzazione-non-e-un-gioco-equo.html  

Misure regolatrici anticrisi
Ha ragione chi dice che questo non è proprio il momento per ridurre il debito e continuare, alimentando una spirale perversa, con le misure correttive recessive, ma purtroppo il gioco di tutti gli organismi (UE, BCE, FMI, Società di rating, Governo), vedi ad esempio la mia “Lettera al Vice Presidente UE Olli Rehn”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2697319.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/04/lettera-al-vice-presidente-ue-olli-rehn.html si salda con i desiderata e gli interessi dei ricchi potenti, egoisti, avidi e spietati per fregare il popolo bue (e pure quello intelligente). Bisognerebbe dare l’assalto alla Bastiglia. Oppure farlo metaforicamente, mettendo mano finalmente, assieme agli altri Paesi UE e agli Usa, alla riforma delle leggi che regolano la finanza, in particolare quella malata. Ma bisognerà smettere la nostra abitudine all’ammuina e pungolarne e sostenerne l’azione, poiché è qui il nodo da sciogliere, la criticità che ha messo in crisi il sistema. Le misure da prendere ormai sono note e si basano sulla semplice ma terribile costatazione che il potere di poche grandi banche (in totale nove) è sovraordinato al potere politico. Due anni fa, Eugenio Scalfari, in un suo editoriale domenicale, ne ha parlato con toni preoccupati, desumendone la notizia dal New York Times. [**]
[**] Nel suo editoriale del 19 dicembre 2010, “Nove banche vogliono dividere l'euro in due”, Eugenio Scalfari, citando il New York Times, ha scritto:
“(…). È vero, gli "hedge funds" sono un'ingente massa di manovra ma non rappresentano il cervello della speculazione. Il cervello sta al vertice del sistema bancario internazionale e vede insieme sia le grandi banche di credito sia le grandi banche d'affari americane, inglesi, svizzere, tedesche. Il “New York Times” ha descritto pochi giorni fa il funzionamento di questa "Cupola" ed ha anche indicato le banche che la compongono: J. P. Morgan, Bank of America, Goldman Sachs, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Citigroup ed altre per un totale di nove.
http://www.repubblica.it/politica/2010/12/19/news/nove_banche_vogliono_dividere_l_euro_in_due-10377795/ .
Sono esattamente le stesse banche che fanno parte del ristretto numero di istituti finanziari (in totale 20 specialisti in titoli di Stato) che hanno la licenza per acquistare, alle aste del mercato primario, i nostri titoli di Stato, che poi vendono sul mercato secondario, determinando assieme agli acquirenti lo spread (cfr, I facitori dello spread
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2748019.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/i-facitori-dello-spread.html  ).

In quest’altro post “Tra Bersani e Renzi il gioco si fa duro”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2758539.html http://vincesko.blogspot.com/2015/05/tra-bersani-e-renzi-il-gioco-si-fa-duro.html   , ho riepilogato la situazione ed elencato i provvedimenti da prendere:
(a) separazione tra banche commerciali e banche d’investimento;
(b) controllo dei capitali-ombra;
(c) disciplina dei derivati, (d) vietandoli – assieme alle vendite allo scoperto – per i prodotti alimentari;
(e) regolazione severa delle vendite allo scoperto sui titoli pubblici; ed infine
(f) introduzione della TTF.

Io spero lo potrà fare – se non lui, l’uomo più potente del mondo, chi? – ora che ha  vinto, senza il condizionamento dei finanziamenti delle grandi banche, sulla base dei dati e dei fatti le vere padrone del mondo. [2]
Ma la stessa cosa, ovviamente, vale per l'Europa e soprattutto per la Germania, la cui cancelliera Merkel ha mantenuto finora (e solo recentemente) soltanto la promessa sull'introduzione della TTF. [5]


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