giovedì 21 maggio 2015

Femminicidio, per ridurlo occorre aggredirne le cause profonde


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 231 del 23-11-2012 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Femminicidio, per ridurlo occorre aggredirne le cause profonde

23 novembre 2012   Femminicidio, unite si può fermare   Rosa Villecco Calipari
link sostituito da:

Mi sorprende, grandi paroloni per arrivare alla fine ad un obiettivo… statistico (ignoro del tutto il contenuto della Convenzione di Istanbul del consiglio d’Europa).

Riporto un mio vecchio commento, in un forum di politica, in calce ad un ‘post’ di una donna, as usual tendente al vittimismo forse legittimo ma semplificatorio:

La miscela maschi-mammoni-viziati-repressi e femmine-rompiballe-prepotenti-masochiste (caratteri variamente combinati), su una popolazione di 60 milioni di individui educati spesso alla rovescia, è quasi "normale" che produca casi limitati di devianza-violenza-omicidio.
In quale capitolo inscriviamo la ventina di infanticidi ad opera delle mamme? O casi, sebbene quantitativamente molto inferiori a quelli ad opera di maschi, di assassinii perpetrati da donne, come ad esempio il delitto di Avetrana?
Il male è inestirpabile. Si può soltanto limitarne le conseguenze estreme attraverso un'educazione familiare - centrata sulla figura materna - basata sull'amore e sulla disciplina congrua.

Ogni effetto ha una o più cause. L’educazione dei figli da parte dei genitori, mestiere difficilissimo che (quasi) nessuno insegna, semplificando, si traduce, fin da piccolissimi, nel giusto mix di sì e di no, che vanno motivati, in particolare i ‘no’. Dipende essenzialmente da questo, secondo me, la capacità di ciascuno di noi di riuscire, poi, ad accettare, crescendo, i “no”, senza che questo si traduca in un sentimento di frustrazione di gradazione crescente, tale, in alcuni casi, superata una certa soglia, da scatenare la violenza sugli altri e talvolta su se stessi.
Tutto questo, però, va inquadrato in un progetto educativo che si prefigga lo scopo della costruzione di una personalità “forte”, i cui mattoni principali sono: a) molto amore, b) una disciplina congrua e c) la non repressione delle curiosità sessuali. Da profano, su base empirica e con l’ausilio di poche buone letture, ho trasposto le mie riflessioni in alcuni “post”:
“Educazione dei figli, in famiglia, dalla gravidanza a tre anni”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2753847.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/educazione-dei-figli-in-famiglia-dalla.html 
“Il ruolo dell’educazione - in famiglia e a scuola - nella formazione di cittadini pensanti e felici: un approccio innovativo”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2752886.html oppure http://vincesko.blogspot.com/2015/05/il-ruolo-delleducazione-in-famiglia-e.html 
e, soprattutto, nel ‘post’ in esso linkato
“Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo”
http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html 

La conferma della validità di questa impostazione l’ho avuta l’anno scorso (29 gennaio 2011), quando, su Radio3, ho ascoltato l’intervista ad una dottoressa sul tema della “Resilienza” (la resilienza è la proprietà di alcuni corpi che quando subiscono un urto non solo non si rompono, ma restituiscono energia cinetica), in rapporto ai sopravvissuti ai lager nazisti, che, nonostante la loro terribile esperienza, sono riusciti ad avere un’esistenza normale, talora di successo. L’esperta ha indicato alcuni fattori.
Fattori protettivi:
1. caratteristiche individuali (in piccola parte);
2. famiglia in cui si è vissuto;
3. ambiente (soprattutto)
Se la famiglia d’origine ha svolto una funzione educativa tenendo insieme la dimensione affettiva e la dimensione etico-normativa, questo ha costituito un fattore protettivo enorme”.
http://www.radio3.rai.it/dl/radio3/programmi/puntata/ContentItem-b754e547-258f-47f6-8efe-98c4dc89519b.html#  


Articoli collegati:

Segnalo sul femminicidio questa interessante analisi con i dati europei a confronto:

Femminicidio
20 maggio 2013 • sabino patruno

Aggiornamento (11.01.2016):

RICERCHE
Violenza sulle donne in Europa
Una ricerca dell'Agenzia dell'Unione Europea per i diritti fondamentali, presentata ieri al Parlamento di Bruxelles che quest'anno dedica l'8 marzo alla prevenzione della violenza di genere. A sorpresa, record di abusi nei paesi ad alto tasso occupazionale
di Emanuela Zuccalà - 05 marzo 2014



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