mercoledì 27 maggio 2015

Brevi note sulle ‘Considerazioni finali’ 2015 del governatore Visco


Carlo Clericetti  -  26 MAG 2015
Il renzismo-veltronismo di Bankitalia
[…] Il presidente Renzi ha commentato i recenti risultati elettorali in vari paesi europei affermando che sono un segnale che l'Europa deve cambiare la sua politica. Lui poi fa poco o nulla per perseguire questo cambiamento, ma se non altro l'ha detto. Nelle Considerazioni non c'è neanche questo.


Anche io ho trovato le Considerazioni deludenti, ma non ho trovato neanche un "ma anche", almeno formale (mi sarei meravigliato del contrario). Mi han colpito di più i passi seguenti:

I rischi connessi con un periodo prolungato di inflazione particolarmente bassa, se non di deflazione, sono stati da noi ripetutamente sottolineati”. (pag. 6)
Evidentemente, non è servito a smuovere il Consiglio direttivo della BCE, che ha mancato clamorosamente il suo obiettivo statutario principale: la stabilità dei prezzi (sotto ma vicino al 2%), con vantaggio dei creditori e – come rivela Visco - danno dei debitori pubblici e privati.

“La politica monetaria da sola non può garantire una crescita duratura ed elevata. Nel breve periodo un sostegno alla domanda può derivare, nel rispetto delle regole di bilancio europee, da un ragionevole utilizzo dei margini di flessibilità esistenti”. (pag. 9)
Effettivamente troppo poco, peraltro già bruciato dalla restituzione dell'adeguamento delle pensioni, ma anche Visco sembra sperare in un cambiamento nel medio periodo.

Rispetto ad altri grandi paesi, in Italia le imprese non solo nascono mediamente più piccole, ma faticano anche a espandersi; in termini di occupati, anche quando hanno successo crescono a ritmi più bassi e per un periodo più limitato. Come abbiamo più volte rimarcato, ostacoli all’attività delle imprese e alla loro crescita vengono in Italia – oltre che da limiti di natura finanziaria sui quali mi soffermerò più avanti – soprattutto dal contesto in cui è condotta l’attività economica. La complessità del quadro normativo, la scarsa efficienza delle procedure e delle azioni delle amministrazioni pubbliche, i ritardi della giustizia, le carenze nel sistema dell’istruzione e della formazione frenano lo spostamento di risorse produttive verso le aziende più efficienti, uno dei principali meccanismi alla base della crescita della produttività. Una situazione, questa, aggravata dai fenomeni di corruzione e in più aree dall’operare della criminalità organizzata. (pag. 11)
Ne emerge l'elenco delle riforme secondo Visco ancora da implementare, visto che quella del lavoro è stata già approvata e trova il consenso del governatore.

Grazie anche agli interventi di riforma del sistema pensionistico pubblico, più che in altri paesi europei la sostenibilità di lungo periodo della finanza pubblica può essere garantita. (pag. 13)
La prendo come un'autorevole conferma dell'evoluzione decrescente della spesa pensionistica nel lungo periodo. Ma se la si depura delle voci spurie (TFR, spesa assistenziale e imposte, che assommano a 90 mld), l'obiettivo al 2060 (13,8% sul Pil) è già raggiunto, anzi più basso di 1 punto percentuale.

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Segnalo volentieri:

Pubblicato il 03 feb 2015
Pablo Iglesias: "La politica non è solo marketing e belle parole. Renzi è stato capace di far credere di essere la novità. In realtà Renzi è un politico vecchio, ma con la faccia da giovane".

«L’austerity? In Grecia l’abbiamo già fatta» (di Y. Varoufakis)
di Yanis Varoufakis con un post da Econopoly - altro articolo di A.Merlili  26 maggio 2015

Un utile sguardo all’indietro.
Rammento il dialogo in questo blog [di Clericetti] sulle dichiarazioni eterodosse di Ignazio Visco al Palazzo Reale a Napoli, durante il semestre italiano di presidenza dell’UE:

6 OTT 2014
Quelle riforme sono sbagliate: lo dice il Tesoro


Post collegato:

La BCE a trazione tedesca le spara grosse


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