giovedì 26 marzo 2015

Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/4 – Scoperta della sessualità

A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 37 del 31-01-2011 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/4 – Scoperta della sessualità


Sigmund Freud, 100 anni fa, pur avendo l’evidenza clinica della precocità delle pulsioni  sessuali e della dannosità della loro repressione, sosteneva che “il fanciullo dovrebbe ricevere una istruzione sui fatti specifici della sessualità umana, con un cenno al suo significato sociale, al termine delle scuole elementari, prima di cominciare le medie, vale a dire prima del compimento del decimo anno di età”. Affidava quindi il compito alla scuola.
Oggi, gli esperti sono del parere che occorre anticipare l’istruzione sui temi della sessualità, in primo luogo dei genitori e poi dei fanciulli. Tuttavia, in Italia, purtroppo, per la resistenza della Chiesa e della cultura prevalente, non si sono fatti e non si fanno molti passi in avanti.  

La scoperta della sessualità
L'avvicinamento alla sessualità: momenti e fasi che non bisogna reprimere, sui quali è necessario vigilare, con grande attenzione e riservatezza.
Fin dai primi giorni di vita il neonato è un essere capace di provare sensazioni erotiche che, successivamente, si svilupperanno, modificandosi, fino all'età di quattro anni, per poi subire un periodo di latenza che durerà fino alla pubertà. Questo "meccanismo" è stato ampiamente spiegato da Freud, il quale è stato il primo ad analizzare le dinamiche sessuali nei bambini (e non solo) e a darne una spiegazione.
Per molto tempo si è ritenuto che le pulsioni sessuali si svegliassero solo all'inizio della pubertà. Un modo di pensare che ha portato intere generazioni di genitori, e adulti in genere, a commettere gravi trascuratezze ed errori con relative conseguenze sullo sviluppo normale della crescita della sessualità nei bambini. A ciò ha corrisposto, nella stragrande maggioranza dei casi, un’educazione repressiva, tesa a non comprendere e a far sì che il bambino negasse e reprimesse certi suoi istinti.
Oggi, grazie anche alla divulgazione del pensiero di Freud e di altri psicanalisti sull'argomento, il riconoscimento di queste pulsioni infantili è diventato comune e genitori, adulti, pediatri stanno molto più attenti alle manifestazioni sessuali dei bambini fin dalla prima infanzia.
Il succhiarsi il pollice - atteggiamento così comune fin dai primi giorni di vita - è un esempio delle manifestazioni sessuali dell'infanzia. Alla suzione - che può durare per anni - è spesso legato l'istinto di toccare una parte del corpo (il lobo dell'orecchio, ad esempio) piuttosto che un oggetto (uno straccetto morbido, un pupazzo, ecc.) che danno al bambino una sensazione piacevole. Si tratta della ripetizione di un gesto - succhiare il seno materno o un suo sostituto come il biberon - che il bambino ha provato, che ricorda e che, ripetendo con una parte del proprio corpo, gli provoca piacere. Il bisogno di ripetere il soddisfacimento si distingue dal bisogno di nutrirsi, appena crescono i primi dentini e il cibo viene assunto non più solo poppando, ma anche masticando. Il bambino non ricorre più all'uso di un corpo estraneo per il suo succhiare, ma preferisce una parte della propria pelle: è più conveniente perché lo rende indipendente dal mondo esterno, dalla volontà di qualcun altro.
Scoprire il proprio corpo e quello degli altri è un ulteriore passo verso la conoscenza sessuale. Osservare la propria diversità (chi non ha mai visto una bambina o un bambino osservare incuriosito il sesso di un coetaneo alla ricerca di qualcosa che non c’è?) è un modo per definirsi all'interno del quale sta anche il più o meno inconsapevole toccarsi le zone erogene provando sensazioni piacevoli. Queste azioni non vanno in alcun modo represse dagli adulti che possono depistare l’attenzione su qualcosa d’altro, senza con questo far sì che il bambino individui quel gesto come qualcosa di “brutto”, da non fare. Lo stesso vale per il gioco, antico come il mondo, che i bambini più grandicelli fanno, "il gioco del dottore". Anche questo è un modo a loro disposizione per scoprire un aspetto che sarà importante nella loro vita; anche su questo gli adulti devono vigilare, con discrezione. Altrettanto dicasi per quei giochi che inducono movimenti ripetitivi simili alla masturbazione (andare in altalena, ad esempio, oppure a cavalcioni di qualcosa, dal triciclo al cavallino).
Improvvisamente si arriverà a un'età nella quale sia la gestualità masturbatoria, sia la scoperta sessuale spariranno. Accade generalmente verso i 6/7 anni; è un periodo di "latenza sessuale" nel quale sembra che l’argomento non interessi, nel quale può accadere che i maschi stiano con i maschi, le femmine con le femmine senza quasi provare interesse reciproco, specialmente di tipo "sessuale". In questi anni il bambino metabolizza ciò che ha imparato sull'argomento, durante i primi anni di vita; tirerà fuori quei ricordi solo più tardi, a ridosso degli anni della pubertà, quando sentirà nei confronti dell’altro sesso un'attrazione "antica" che seguirà e che lo porterà alle prime esperienze sessuali.


Puntate precedenti:

Nessun commento:

Posta un commento