giovedì 19 marzo 2015

Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/1 - Freud


A causa delle avarie frequenti della piattaforma IlCannocchiale, dove - in 4 anni e 5 mesi - il mio blog Vincesko ha totalizzato 700.000 visualizzazioni, ho deciso di abbandonarla gradualmente. O, meglio, di tenermi pronto ad abbandonarla. Ripubblico qua i vecchi post a fini di archivio, alternandoli (orientativamente a gruppi di 5 al giorno) con quelli nuovi.

Post n. 9 del 02-11-2010 (trasmigrato da IlCannocchiale.it)
Curiosità sessuali represse e sviluppo intellettuale/1

Al terzo punto del mio progetto educativo (v. Questione femminile, questione meridionale, rivoluzione culturale e progetto educativo http://vincesko.ilcannocchiale.it/post/2580796.html  oppure http://vincesko.blogspot.it/2015/03/questione-femminile-questione.html) ho indicato l’opportunità di:
3. EDUCARE A DARE UN’INFORMAZIONE SESSUALE , o meglio, secondo Freud, in particolare per le bambine, una NON REPRESSIONE DELLE “CURIOSITA’ SESSUALI (ovviamente quando queste saranno esplicitate).
Ora, anche con riferimento a recenti discussioni sul ruolo delle donne, vorrei farne oggetto di uno specifico argomento di discussione, pubblicando una serie di 'post'.

Per iniziare, riporto uno stralcio di quanto scrive Sigmund Freud, in “La morale sessuale ‘civile’ e il nervosismo moderno” *:
“(…) In generale, la nostra civiltà è costruita sulla repressione delle pulsioni. Ciascun individuo ha ceduto qualche parte delle sue possessioni – qualche parte del senso di onnipotenza o delle inclinazioni aggressive o vendicative della sua personalità. Da questi contributi è sorto il possesso comune della proprietà materiale e ideale della civiltà. Oltre alle esigenze della vita, sono stati, senza dubbio, i sentimenti familiari derivati dall’erotismo ad avere indotto i singoli individui a fare questa rinuncia. Nel corso dell’evoluzione civile la rinuncia è stata di carattere progressivo. I singoli passi furono sanzionati dalla religione; la parte di soddisfazione pulsionale a cui ogni persona aveva rinunciato veniva offerta come sacrificio alla Divinità, e la proprietà comune così acquistata fu dichiarata “sacra”. L’uomo il quale, in conseguenza della sua costituzione ostinata, non può accettare la repressione della pulsione, diventa un “criminale”, un “fuorilegge”, agli occhi della società – a meno che la sua posizione sociale o le sue eccezionali capacità non gli consentano di imporsi ad essa come un grande uomo, un “eroe”. [cfr. concetto analogo in Delitto e castigo, dove costituisce uno dei “moventi” psicologici del delitto, e in Guerra e pace: per entrambi la figura di riferimento è Napoleone, ndr]
La pulsione sessuale (…) mette straordinarie quantità di forze a disposizione dell’attività civile e lo fa in virtù della caratteristica particolarmente marcata che gli permette di sostituire i suoi scopi senza che vi sia materialmente una diminuzione d’intensità. Questa capacità di cambiare il suo scopo originariamente sessuale con un altro, non più sessuale ma in relazione psichica col primo scopo, è detta capacità di sublimazione. (…)
L’educazione proibisce alle donne di interessarsi intellettualmente di problemi sessuali, benché provino tuttavia un’estrema curiosità per essi, e le intimorisce condannando tale curiosità come non femminile e come segno di disposizione peccaminosa. In questo modo rifuggono da qualsiasi forma di pensiero e il sapere perde ai loro occhi ogni valore. La proibizione di pensare si estende oltre il campo sessuale in parte per una associazione inevitabile e in parte automaticamente, come avviene tra gli uomini per la proibizione di pensare intorno alla religione, o tra i sudditi fedeli per la proibizione di pensare intorno alla lealtà. Non credo che la “deficienza mentale fisiologica” delle donne si possa spiegare con la contrapposizione biologica tra lavoro intellettuale e attività sessuale, come asserisce Moebius in un’opera su cui si è ampiamente disputato. Penso che l’indubbia inferiorità intellettuale di tante donne possa piuttosto farsi risalire all’inibizione di pensare resa necessaria dalla repressione sessuale. (…)”.
S. Freud

* Titolo originale: “Die “kulturelle” Sexualmoral und die moderne Nervositat”. Pubblicato la prima volta in Sexual-Probleme, 4, 1908. Traduzione di Cecilia Grassi e Jean Sanders; opere 1905-1921; Newton.

Commento:
1. C’è correlazione tra libertà d’informazione sessuale e sviluppo intellettuale?
2. Nella scuola, l’educazione (ma, più semplicemente, si dovrebbe parlare di informazione) sessuale non è contemplata. Le iniziative di dirigenti di scuola o singoli insegnanti in tema di informazione sessuale pare trovino – a leggere i giornali – la ferma e costante opposizione dei genitori, addirittura anche quando essa è destinata ai genitori stessi (●), e sono quindi rare.
 3. L’Italia sembra sia l’unico Paese della UE che non fornisce statistiche, all’organismo preposto a livello europeo (Eurostat), sull’educazione sessuale dei giovani.
4. Sharon Maxwell, psicologa americana, tratta l’argomento in un suo libro di grande successo ed “è ormai diventata una star, specializzata in lezioni di sesso per bambini. Dopo aver tentato di rispondere alle domande piccanti del figlio, questa psicologa americana ha infatti deciso di trasformare l' istintivo imbarazzo in una sfida professionale. Dieci anni fa ha iniziato organizzando centinaia di corsi e incontri di educazione sessuale nelle scuole. Il successo è stato tale che ha pubblicato un manuale diventato bestseller, "The Talk", in cui invita i genitori ad affrontare il tema del sesso già alle elementari e spiega come superare il disagio. Nostro, non loro”. Accludo l’articolo integrale:  http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/04/03/sesso-perche-va-insegnato-insieme-alle-tabelline.html
5. Sono ancora attuali le considerazioni di Freud sull’argomento? A mio avviso, sulla base della mia esperienza (che però non include gli attuali under 20), sì. Sarebbe utile sentire il parere degli amici e delle amiche di questo forum.

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